lunedì 15 dicembre 2008

Il paese delle prese in giro

I dettagli del piano di intervento economico varato dal ministro Tremonti sono ormai sufficientemente chiari da permettere di riassumerlo in poche parole: "tante chiacchere e poca sostanza". Tito Boeri sul suo sito, lavoce.info ne descrive i punti fondamentali utilizzando i dati forniti dal servizio bilancio della Camera:

Dopo che a Washington il 16 novembre scorso era stato annunciato dal ministro Tremonti un piano da 80 miliardi, ridotto solo tre giorni dopo a 12,7 miliardi, poi sceso a 7 miliardi, a 6,5 e, infine, il 29 novembre a 3,7 miliardi, ci ritroviamo ad avere un intervento a saldo zero. Più precisamente, il decreto anticrisi ha un saldo netto in positivo, tra variazioni nette nelle entrate e nelle uscite, di 390 milioni. Non solo non c’è una riduzione della pressione fiscale, ma vi è un incremento netto delle entrate, in gran parte tributarie, di 3 miliardi e mezzo che serve più che a compensare l’aumento netto delle spese.

Dal punto di vista macroeconomico, questo significa che ci stiamo preparando alla peggiore recessione del Dopoguerra sparando a salve. Una manovra antirecessiva può, infatti, avere un significativo impatto macroeconomico solo se varia i saldi. In un contesto come quello attuale, sarebbe stato fondamentale aumentare la spesa pubblica o ridurre la pressione fiscale per rilanciare l’economia. Certo, tutto questo andava fatto con prudenza, dato il livello del nostro debito pubblico. E mettendo subito in atto piani che ci portassero, quando la crisi sarà finita, a finanziare stabilmente le minori entrate (o maggiori spese) decise oggi con riduzioni permanenti della spesa, come quelle che stiamo proponendo sulle varie missioni del bilancio pubblico. Il decreto anticrisi, invece, finanzia le maggiori spese con maggiori entrate, innalzando ancora di più la pressione fiscale.

I dettagli riguardo all’impatto della manovra sul bilancio dello Stato (la tabella sul bilancio della pubblica amministrazione è più complessa, ma comunque consegna un saldo positivo) vengono forniti dalla tabella qui sotto. La parte del leone viene svolta dalla rivalutazione dei valori contabili Ias, una misura di riallineamento dei valori fiscali e contabili che in parte anticipa entrate future. Oggi, semmai, dovrebbe essere compiuta l’operazione opposta, immediate riduzioni di tasse oggi compensati da riduzioni di spesa domani. Vi sono poi circa 500 milioni che derivano da inasprimenti dell’Iva. Si noti che negli altri paesi si sta procedendo in direzione diametralmente opposta, riducendo l’Iva, come consentito dalla Commissione europea.

Una riduzione dell'iva come quella operata dal governo Inglese è discutibile. Come ha detto il ministro delle finanze tedesco, Peer Steinbruck, un intervento di questo tipo avrebbe effetti limitati sui consumi, ma costi elevati per le casse statali:

Mr Steinbruck ha detto che il passaggio del Regno Unito dalla prudenza finanziaria al pesante indebitamento è stato, allo stesso tempo "sconsiderato" e "da lasciar senza fiato". Criticando la decisione del governo Inglese di tagliare l'iva dal 17,5% al 15%, Mr Steinbruck ha messo in questione la sua efficacia.

"Veramente comprerete un lettore DVD perché ora costa 39,10 sterline invece che 39,90 sterline?" ha detto. "Tutto ciò che questo produrrà sarà un aumento dell'indebitamento inglese ad un livello tale che occorrerà un intera generazione per ripagarlo".

"Quando chiedo delle origini dell'attuale crisi finanziaria, economisti che rispetto, rispondono che essa è da imputare alla crescita del finanziamento a credito degli anni e delle decadi recenti. Non è forse lo stesso errore che all'improvviso tutti stanno compiendo di nuovo, dietro pressione dell'opinione pubblica?"

Concordo con il ministro tedesco. Un po' di iva quà e là non servirebbe a rilanciare i consumi in maniera significativa. L'intervento non varrebbe il suo costo.

Willem Buiter, professore di economia alla London School of Economics, ha invece dichiarato la sua netta contraposizione alla posizione assunta dal ministro tedesco. Buiter, è un signore che la scorsa estate, durante l'annuale conferenza a Jakson Hole in cui alcuni dei più illustri banchieri ed economisti si riuniscono per discutere di economia, scatenò le ire di gran parte dei presenti, quando dichiarò che le azioni della FED fossero troppo attente alle necessità di Wall Street e poco a quelle di Main street (della gente comune).

Nel suo ultimo post (lungo,tecnico ed estremamente interessante), Buiter si dice favorevole all'aumento della spesa pubblica come misura anti-ciclica che contrasti l'attuale crisi e spiega nel dettaglio i pro ed i contro.

Non sono pregiudizialmente contrario alle spesa pubblica e ad interventi mirati. In un mondo perfetto le misure anti-cicliche andrebbero adottate inanzi tutto, durante i periodi di espansione economica. Quando l'economia corre gli Stati dovrebbero accantonare dei risparmi da poter poi impiegare durante i periodi di recessione come sostegno all'economia.

Ovviamente gli stati non han neppure fatto finta di comportarsi in maniera giudiziosa. Quando tutto saliva e le entrate affluivano copiose, han pensato bene di aumentare le proprie spese. Il risultato è che molti di essi si ritrovano con un economia moribonda, entrate che precipitano, spese insostenibili e nessun risparmio da parte. La California è l'emblema di questa situazione.

L'Italia, fortunatamente anche negli anni degli eccessi non ha avuto la crescita riscontrabile nei paesi anglosassoni. Una crescita falsa, fittizia, finanziata tramite l'idebitamento della propria popolazione. Possiamo quindi consolarci pensando che se siamo cresciuti meno, questo ci ha risparmiato tutta una serie di distorsioni che stanno caratterizzando la crisi nelle altre nazioni.

Restano però immutati i problemi storici del paese.

Primo tra tutti l'alto indebitamento pubblico, che rende complessa l'adozione di misure di stampo Keynesiano che aumentino il deficit statale ed in sostanza nullifica il dato positivo sul basso tasso di indebitamento privato.

Abbiamo pochi debiti come singoli, ma questa diventa una magra consolazione se improvvisamente ci si ritrova disoccupati in uno stato che offre poche garanzie e poche prospettive per il futuro.

Il nostro "rischio paese" ultimamente non ha fatto altro che aumentare, allargando la forbice con gli altri grandi paesi europei. Sui buoni del tesoro a 10 anni paghiamo un rendimento del 4,5% contro il 3,10 della Germania e il 3,59 della Francia. I cds a 5 anni sull'Italia hanno superato i 180 punti mentri quelli Francesi ondeggiano vicino ai 60 e quelli tedeschi si assestano a 42 punti.

Il prossimo anno dobbiamo rinnovare 200 miliardi di euro in buoni del tesoro.

Se Tremonti fosse onesto direbbe: "Italiani! Per carità, comprate bot altrimenti finiamo a gambe all'aria", invece che lanciare dichiarazioni sulla solidità del paese. Se fosse furbo si limiterebbe a stare zitto. Molta gente ricorda ancora quello che successe in passato in seguito a continue rassicurazioni, da parte di vari esponenti politici sulla nostra condizione economica. Quando Amato, ad esempio, nel 92 garantì l'assoluta solidità della lira, salvo svalutare pesantemente pochi giorni dopo.

Quando Il Giornale arriva a mentire spudoratamente nel tentativo di convincere la gente ad acquistare bot, significa che la situazione è meno rosea di quanto non venga raccontato.

Nonostante tutti i nostri problemi però, non ha neppure senso, aumentare la tassazione come sta facendo il governo. L'intervento economico di Tremonti, al di là di tutto il can can, come mostra la tabella riportata sotto è inesistente.



Commenta Boeri:

Il decreto anticrisi si limita così a redistribuire risorse. E la redistribuzione, modesta peraltro, avviene con costi amministrativi molto elevati soprattutto in rapporto alle erogazioni concesse ai cittadini, come mettono in luce Massimo Baldini, Simone Pellegrino e Paola Monti. Si crea tanta burocrazia, ma nessun posto di lavoro con manovre di questo tipo. E non si offre protezione alla grande platea di lavoratori con contratti a termine che rischia di rimanere senza lavoro nei prossimi mesi.
Si dirà che una manovra a saldo zero non peggiora i conti pubblici, a differenza di quanto sta avvenendo in altri paesi. Ma non è così. Primo, perché in fasi di crisi come questa i conti peggiorano comunque e l’unico modo per migliorarli è far ripartire al più presto l’economia, creando le condizioni per cui i tagli alle tasse e le nuove spese decise oggi siano sostenibili, possano durare nel tempo. Secondo, perché il governo rischia di doversi trovare fra qualche mese a spendere molto di più di quanto previsto. Le misure di spesa appaiono sotto finanziate: a esempio, stimiamo che la social card costerà almeno 600 milioni, 150 in più di quelli stanziati per questa misura. E i fondi aggiuntivi per gli ammortizzatori sociali non sono comunque adeguati, anche mantenendo le regole attuali, per tassi di disoccupazione a due cifre. Questo significa che il governo dovrà presumibilmente intervenire in corso d’opera, come esplicitamente previsto dal decreto attuativo della social card, per chiudere il rubinetto delle erogazioni oppure per ampliare le dotazioni dei vari fondi, rendendo così discorsivi gli effetti della spesa.
Stiamo parlando quindi di grandi giri di carte, inutili costi burocratici e impatto limitato se non del tutto inesistente. La social card sulla cui origine ancora oggi molti si interrogano è la copia sputata dei food stamps americani. Da un annetto circa i buoni spesa che il governo degli Stati Uniti elargisce agli strati più poveri della popolazione per acquistare cibo, vengono erogati sotto forma di credito che viene caricato mensilmente su una carta elettronica simile ad una carta di credito.

Quando avvenne questo cambiamento aumentò anche il numero degli individui che fece ricorso ai foods stamp (ora sono circa il 10% della popolazione) visto che il fatto di poter presentare alla cassa un tessera elettronica confondibile con una carta di credito toglieva lo stigma di apparire povero agli occhi degli altri.

In Italia mi sembra si piagnucoli troppo sulla forma che assume questo aiuto o almeno lo si fa per le ragioni sbagliate. Visto che la maggior parte degli aventi diritto alla social card, riceve comunque altre forme di assistenza o la pensione, avrebbe di certo avuto più senso, economicamente parlando, accreditare i 40 euro direttamente lì, invece di spendere altro denaro per stampare dei pezzi di plastica.

Se si è decisa quella determinata forma con l'intenzione di costringere la gente a spendere i 40 euro in alimentari, mi si dovrebbe spiegare quanto potrà funzionare se solo il 5% degli esercizi commerciali accetta la social card. Inoltre chiunque abbia diritto alla carta, ha un reditto così basso da essere per forza obbligato a spendere il denaro che riceverà (o da essere un evasore).

Un altro intervento annunciato, quello che andava a scontare una minima parte degli anticipi sulle tasse è stato effettivamente approvato (anche se non mi sembra di vederlo conteggiato nella tabella riassuntiva). Il provvedimento è stato tempestivamente pubblicato in gazzetta ufficiale di sabato, due giorni prima del pagamento degli anticipi stessi. Quasi nessuno ha potuto beneficiarne.

Teoricamente gli aventi diritto che abbiano già pagato gli anticipi possono dietro richiesta, con modalità da definire, farselo scalare dal pagamento di altre imposte. Considerando però i tempi tecnici italiani ed il fatto che quel che viene scontato andrà poi corrisposto tra 6 mesi, tutta l'operazione sembra un grosso cumulo di nulla. Oltre tutto l'intervento vale solo per l'IRES, una tassa pagata dalle società di capitali. Artigiani, professionisti e ditte individuali restano tagliati fuori.

Il pagamento dell'IVA alla cassa è stato approvato anche se la cifra riportata in tabella sembra irrisoria. La modifica che consente il pagamento dell'IVA alla riscossione, dovrebbe durare fino al 2011. Anche in questo caso le modalità devono ancora essere chiarite. Il ministero del tesoro però, si è già riservato l'opzione di poter porre un tetto all'importo fatturabile in questa maniera.

Penserò male, ma anche in questo caso sento puzza di fregatura.

Le grandi opere per ora sembrano sparite. Fortunatamente aggiungo. Sono molto costose, muovono grandi macchinari, ma poco lavoro umano e fatto più grave, anche considerando il caso migliore, dal momento dell'approvazione di un opera all'inizio dei lavori trascorrono mediamente 2 anni.

Facciamo in tempo a fallire o ad uscire sulle nostre gambe dall'attuale crisi economica, prima ancora che una singola pietra venga posta.

Un articolo su Repubblica di Andrea Boitiani riassume bene alcuni dei maggiori problemi che comporta l'adottare come strategia di sostegno economico, lo sviluppo di grandi opere infrastrutturali.

Il tanto decantato pacchetto anticrisi nel complesso si rivela una grandissima presa in giro. Il governo ha fatto molto rumore, sparso cifre mirabolanti e pubblicizzato in maniera esagerata interventi dall'impatto reale limitato come la social card.

La strategia sembra ricalcare molte delle operazioni fatte in passato dal governo Berlusconi. Utilizzare le risorse mediatiche a propria disposizione come cassa di risonanza, per dare all'opinione pubblica l'impressione di aver fatto concretamente qualcosa, quando in realtà gli interventi pratici risultano irrisori.

Ultimamente, per difendersi da questo tipo di accuse esponenti della maggioranza sono andati in giro a dire: "Almeno non abbiamo aumentato il deficit". La verità è che non possiamo permetterci di aumentarlo.

Non è una questione di volontà.

Di certo però, si potrebbe cominciare ad intervenire con riforme a costo zero come quella degli ammortizzatori sociali. Oltre a costare poco o nulla sarebbe anche sacrosanta. Non è possibile in un paese moderno che una parte della popolazione sia protetta con strumenti come la cassa integrazione ed un altra specialmente i più giovani, non abbia nessuna forma di tutela.

Ci sarebbero poi diversi capitoli di spesa da tagliare, per recuperare risorse da re-investire, primo tra tutti il costo intollerabile ed inutile della politica.

Quel che mi preoccupa maggiormente, è costantare che i politici italiani non sembrino mostrare nessuna seria consapevolezza riguardo la gravità della nostra situazione economica. Non è più possibile continuare come si è sempre fatto. Sperperare denaro a destra e a manca, facendo regali a furbetti e compagni di merende o gettarli via in interventi inutili.

Non se si vuole, quanto meno, provare a sopravvivere all'uragano finanziario che sta investendo l'intero pianeta.

6 commenti:

maat ha detto...

è proprio vero.

è da molto che mi sento preso in giro.
quello che mi stupisce è che ho molti amici che non si rendono conto che con la tv ci stanno propinando un mucchio di fandonie

+zero ha detto...

in effetti tra radio e tv, ci fanno il lavaggio del cervello ad arte.
Mi è ogni giorno sempre piu chiaro.
Ciao.

Johre ha detto...

Ciao. Ti leggo ormai da qualche mese e trovo molto interessante ciò che scrivi. Non sono un economista e ho poca confidenza con gli argomenti che tratti però, stavolta, un po di appunti sento di doverteli rivolgere. La tua inclinazione politica mi è chiara da tempo, e non che tu faccia niente per nasconderla, ma si spera sempre che essa non travalichi in considerazione del fatto che la materia che tratti, dovrebbe essere de-politicizzata quanto più possibile(impossibile completamente, ma un tentativo andrebbe pur fatto).
Le critiche al tuo intervento:
1)Proprio per ciò che ho scritto sopra, e cioè che un economista invasato dalla politica non può essere obiettivo, secondo me citare Boeri come economista non è il caso. Il fatto che venga costantemente invitato a Ballarò (una trasmissione che si guarda bene dall'invitare persone equidistanti) la dice lunga sull'odio politico che nutre nei riguardi di una certa persona. Ciò agli occhi di un non-economista come me, lo rende assolutamente incapace di emettere un giudizio super-partes. Sarà anche un grande economista, ma ha perso la sua credibilità (ripeto, agli occhi di chi di economia ne mastica poca) Lo vedo meglio come candidato del PD.
2)Sei un po tu stesso a chiarire perchè la bonus card è molto, molto meglio del dare un semplice aumento alle pensioni. Ti faccio un esempio pratico. Mia madre, con pensione minima, non la richiederà. Non ne abbiamo bisogno e provvediamo noi figli al suo sostentamento, e tra l'altro, è probabile che cmq non la otterebbe dati i parametri che si adottano. Se invece fosse stata automatica...
Molti evasori fiscali, essendo proprietari di immobili e macchine, a volte barche, non la richiederanno allo stesso modo. Ci saresti potuto arrivare, visto che sei un fine analista (e lo dico senza sarcasmo alcuno), il problema è che a volte i preconcetti sono peggio del prosciutto.
3)Non il ministro Tremonti, ma Sacconi dovrebbe essere preso a pedate (per la verità credo sia successo) per la sua folle dichiarazione sull'argentina.
Sarebbe il caso di contestualizzare sempre (a meno che non si sia fan del metodo "Travaglio").

Continuerò a leggere questo post, che trovo assolutamente interessante, ma con la speranza che il pregiudizio perda la sua battaglia contro l'obiettività data l'importanza dell'argomento. Oggi ha vinto di sicuro.
Ciao
Johre

Stand ha detto...

Ciao Johre

Inanzitutto dubito che tu abbia una idea della mia inclinazione politica, dato che non viene riflessa concretamente da nessun partito italiano.

Se vuoi avere un idea più precisa, sono uno a cui sarebbe piaciuto vedere una sfida per la presidenza americana tra Ron Paul e Dennis Kuchinich.

Se trovi dei tipi così nella politica Italiana fammi un fischio.

Secondo, presumere di poter separare economia e politica è semplicemente assurdo. Il governo di un paese è espressione di alcune idee politiche e i suoi interventi in materia economica rifletteranno inevitabilmente queste ultime.

Questo è vero per gli interventi in Italia come in altri paesi. Il fallito tentativo di salvare i 3 costruttori di automobili americani (comunque uno valuti l'evento) è il prodotto di precise scelte politche, cosi come la nazionalizzazione delle banche inglesi in cui il managment è stato licenziato al contrario di come è avvenuto negli usa, in cui esso è stato incredibilmente ricompensato per i suoi errori.

Il blog si intitola "Storie di economia politica e società" non a caso,come non è casuale l'ordine dei 3 elementi del titolo.

Dove venga invitato Boeri e da che parte stia non me ne frega nulla. Se l'analisi è corretta e basata su dati chiari, mi basta. Quando non sono daccordo con Boeri e capita di frequente non ho problemi a dirlo.

Per quel che riguarda la social card non mi pare di aver scritto da nessuna parte che gli aumenti avrebbero dovuto essere automatici. Mi va bene che debba essere presentata la documentazione ISEE. Non vedo però perchè mettersi a stampare dei pezzi di plastica senza necessità e non lasciare alla gente la scelta di come spendere i 40 euro (soldi che spenderebbe comunque).

Per il resto rimane la sostanza di fondo. L'intervento è una sola, una presa per il culo.

Ritira più denaro di quanto non ne allochi. Può al massimo essere definito qualitativo, perché quantitativamente siamo noi a dare al governo più soldi tramite la tassazione.

Non mi piace essere preso per il culo, comunque si chiami chi cerca di farlo e questo governo ci prova un po' troppo spesso per i miei gusti.

Non vedo perché dovrei avere dei problemi a scriverlo.

Roberto ha detto...

@ Johre:

La tua risposta è un campionario di luoghi comuni qualunquistico-berlusconiani...Li elenco:

1) Se uno ha idee politiche non è affidabile. Le idee politiche vanno dichiarate in modo che siano chiare per chi legge o ascolta le basi politiche che come dice Stand ci sono SEMPRE. Dopodiché va valutato, da TE, quel che viene detto, sulla base dei fatti oggettivamente esposti, arrivando alla fine a produrre un giudizio sia sull'analisi (basata sui fatti riportati) sia sulle soluzioni proposte (quasi sempre basate sulle idee politiche, che ovviamente possiamo anche non condividere)

2) Boeri va ad Ballarò e quindi non è affidabile. Bene, questo rende per forza i dati che riporta non validi? Vediamo: nell'articolo Boeri cita dati DELLA CAMERA, non suoi. E sono dati che, anche se non sei un economista, ci metti poco a interpretare: dov'è il complotto comunista in una tabella con 23 CIFRE DA SOMMARE ALGEBRICAMENTE? Non sei in grado di controllare da solo? Quando alla fine arrivi alla sua conclusione, cioè che il governo ha rastrellato 300 milioni da una manovra che doveva "dare soldi alla gente", ti farai le TUE idee, che saranno basate su fatti che "casualmente" il governo per qualche motivo non pubblicizza... ma FATTI, non convinzioni politiche.

3) La socialcard. Tu stesso dici che probabilmente non la avrebbero i pensionati al minimo se hanno un tetto sopra la testa. Quindi concludi che è stata una gran pensata perché non si danno 40 euro agli evasori.
Ribatto con 2 osservazioni: primo bisogna comunque produrre certificazione ISEE, e gli evasori non ci rientrerebbero a meno che non vivano davvero in povertà. Secondo, un pensionato al minimo prende 6000 euro l'anno, se non ha una casa. quindi la social card è solo per persone disoccupate e nullatenenti. Ora non discuto che aiutarle sia di fatto una buona cosa (anche se potrei discutere sul metodo usato) ma questa è una manovra SOCIALE, non anticrisi. Sui consumi interni avrà effetto zero, e penso che pure qua tu possa verificare molto facilmente facendo un paio di semplici conti.


Alla fine Berlusconi e i suoi amichetti sono riusciti a convincere un sacco di gente che i giudici sono tutti cattivi e arbitrari, che se uno non è d'accordo col Governo ha per forza un'agenda sovversiva, che chi chiede il rispetto della legge è un "giustizialista", che chi predente una politica rispettosa dei cittadini è un "antipolitico"... e alla fine molta gente come te ha iniziato a ragionare in maniera totalmente acritica, preimpostata e incapace di produrre critiche ragionate e circostanziate. Non verificano i fatti nemmen quando bastano 20 secondi per farlo, come hai fatto tu in questo caso.

Spero che la battaglia tra buon senso e ideologia coatta un giorno si risolva a favore del primo, magari prima che l'Italia e gli italiani si ritrovino alla fame. Fino ad oggi di sicuro ha vinto e vince l'ideologia.

Unknown ha detto...

Johre,

Scusa e scusate tutti, ma sono *sconvolto* dal tuo commento. Adesso non posso dilungarmi, appena potro' lo faro',ma non sono riuscito a fare a meno di postare questo commento.