venerdì 5 dicembre 2008

Quantitative easing (prima parte)


Un paio di giorni fa Bernanke in discorso tenuto alla camera di commercio di Austin, in Texas, ha definitivamente gettato la maschera, ventilando in maniera esplicita la possibilità che la FED cominci a stampare denaro e lo usi per comprare direttamente buoni del tesoro a lungo termine.

Questo ricade nella classica definizione di "quantitative easing", una pratica che in tempi moderni adottò solo il Giappone quando tentò di contrastare la crisi economica e la deflazione, scatenatasi a seguito dello scoppio della colossale bolla immobiliare su cui l'economia del paese asiatico si era retta per buona parte degli anni 80.

La definizione che la wikipedia inglese da del quantitative easing è:

Il quantitative easing è uno strumento monetario che la banca centrale giapponese adottò per combattere la deflazione nei primi anni 2000.

La BOJ (bank of Japan) mantenne dal 1999 il tasso di interesse a breve termine al valore più prossimo allo zero che fosse possibile ottenere. Più di recente, la BOJ ha anche inondato le banche commerciali con liquidità in eccesso per promuovere l'erogazione dei prestiti ai privati, lasciando le banche commerciali con vaste quantità di riserve in eccesso, e quindi pochi rischi di liquidità.

La BOJ ha raggiunto questo risultato comprando molti più buoni del tesoro di quelli richiesti per fissare il tasso di interesse a zero. Ha anche comperato asset-backed securities, azioni ed esteso i termini per le sue operazioni di acquisto sulla commercial paper


Per capire meglio questa definizione, bisogna conoscere almeno in linea generale il ruolo della banca centrale nel nostro sistema economico. Preparatevi quindi (oppure scappate finché potete), perché anche questo sarà uno di quei post lunghi. Se riuscirete a resistete fino in fondo, vi farete probabilmente un idea più dettagliata (se già non l'avete) di come funzionino le cose nella realtà rispetto a quella che potevate trarre dal discorso più generale illustrato nello scorso post.

Per questa ragione sarà inevitabilmente un articolo più tecnico, ma cercherò anche in questo caso di spiegare le cose nella maniera più semplice possibile. Userò di nuovo alcune abbreviazioni: BC=Banca centrale, BN=sistema delle banche commerciali.

Con sistema delle banche commerciali (BN) intendo, considerandolo come fosse un unica entità, l'insieme complessivo di tutte le banche tradizionali, quelle in cui la gente tiene i risparmi, in cui ha un conto corrente, di cui usa il bancomat.

La banca centrale possiede tre fondamentali poteri: quello di fissare il tasso di interesse, quello di fissare i vincoli di riserva obbligatoria delle banche e quello di compiere operazioni dirette sul mercato.

Essa immette liquidità nel sistema generalmente tramite l'acquisto di buoni del tesoro emessi dalla stato. In sostanza la BC crea direttamente del denaro (qualunque sia la sua forma, moneta di carta, elettronica o altro) e lo cede allo stato indebitandolo per un equivalente quantità, più un certo interesse (in questo caso il rendimento che i buoni del tesoro pagano).

Se volete vederla in un altro modo, quando lo stato ha bisogno di soldi liquidi va dalla BC e si indebita con essa emettendo una cambiale, chiamata buono del tesoro. In cambio la BC stampa un equivalente quantità di denaro che cede allo stato. Quando lo stato onora il suo debito, cioè, quando paga il buono del tesoro che aveva consegnato alla BC, quest'ultima apre il suo famoso librone, si segna che il denaro che aveva creato è tornato a casa e lo fa sparire.

L'interesse pagato dal buono del tesoro invece non scompare, diventa guadagno della BC. Questo guadagno viene generalmente ceduto allo stato, ma in alcuni casi, quando la BC è di proprietà di privati, può venir spartito tra gli azionisti della BC o venire accantonato come riserva monetaria.

La moneta ottenuta dalla BC, verrà poi spesa dallo stato per soddisfare le sue esigenze: pagare le spese per la costruzione di un ponte, ad esempio, gli stipendi dei suoi dipendenti od un qualunque altro bene o servizio. Indipendentemente da quale sia lo scopo per cui questa moneta viene utilizzata, essa finirà in un modo o nell'altro depositata nella pancia delle banche commerciali (BN).

Una volta che questa moneta, spesa dallo stato, cade nelle mani del circuito bancario commerciale avviene un miracolo. Così come accadde ai pani ed ai pesci sotto il tocco di Gesù Cristo, essa si moltiplica.

Per capirne la ragione bisogna fare un bel salto indietro, risalendo alla nascita delle banche vere e proprie. Una volta il denaro era basato su un bene reale: l'oro. Esso si affermò come mezzo di scambio universalmente accettato per tutta una serie di ragioni: non si ossidava, per cui non si correva il rischio col tempo, di ritrovarsi in mano un pezzo di ruggine, era malleabile (quindi facilmente lavorabile), aveva un alto valore unitario, erano sufficienti pochi pezzi d'oro, facilmente trasportabili, per acquistare beni di alto valore.

I primi banchieri divennero per ovvie ragioni gli orefici. Avendo la necessità di conservare per lavoro grandi quantità d'oro, per proteggerlo, si dovettero munire di efficaci misure di sicurezza. Col tempo la gente divenne consapevole del rischio che correva a tenere sotto al materasso elevate somme d'oro e alla ricerca di un luogo sicuro in cui conservarlo si rivolsero proprio agli orefici. Questi ultimi in cambio di una modesta somma, accettarono di fungere da deposito ed a conferma che il depositante aveva diritto a ritirare una certa quantità d'oro gli rilasciarono un pezzo di carta chiamato "nota di cambio" (successivamente conosciuta come nota del banco). Presentando questa nota all'orefice, si poteva prelevare una somma d'oro pari all'ammontare segnato sulla nota stessa.

In breve tempo la gente si accorse che un pezzo di carta è molto più comodo da portare in giro di un sacchetto d'oro e per completare le proprie transazioni utilizzò direttamente le note di cambio. Chi comprava un bene, girava la proprietà della nota al venditore dicendogli: "Non ti preoccupare. Con questo pezzo di carta puoi andare dallo stimatissimo orefice e farti dare in cambio dell'oro".

Lo stimatissimo orefice, non impiegò molto a constatare che raramente la gente si recava da lui a chiedergli indietro l'oro fisico. Essa preferiva di gran lunga continuare a far girare dei pezzi di carta. All'incirca solo il 10% delle note, una frazione, tornava indietro costringendolo a pagarle. Sfregandosi le mani pensò: "Se mediamente solo in 10% delle note torna indietro, ho bisogno di avere da parte, come riserva, una quantità d'oro effettiva, pari al 10% dei pezzi di carta che metto in circolazione".

Inebriato da questa scoperta stampò pezzi di carta per un importo pari a 9 volte l'oro che realmente custodiva (questo perché la somma della moneta che ha in riserva e quella che può potenzialmente avere fuori, sommata, non deve superare il 100%: 10%+90%=100%).

L'orefice smise di essere tale, cambiò la sua professione e la sua qualifica: da allora venne conosciuto come banchiere.

Ovviamente se per qualche ragione anche solo il 20% delle persone che possedevano delle note di cambio emesse dall' ex-orefice fosse andata a chiederne il pagamento, il neo-nato banchiere non avendo oro a sufficienza per onorare tutte le richieste, avrebbe dovuto dichiarare fallimento.

E' legale o anche solo consigliabile una pratica del genere?

La maggior parte degli economisti risponderebbe di si. Una minoranza invece, definirebbe la pratica come truffa. Non mi interessa ora stare qua ad esporre le ragioni degli uni o degli altri, preferisco concentrarmi sulla descrizione del sistema attuale, come semplice accenno posso però affermare, in linea di massima, di propendere dalla parte dei secondi.

Torniamo ai giorni nostri ed al denaro creato dalla banca centrale, quello che in inglese si chiama, "commercial bank money" e che alcuni chiamano "high powered money": denaro ad alto potenziale (spero mi perdonerete l'inglese, ma penso ormai sia chiaro che ho studiato in quella lingua la maggior parte delle cose che so di economia).

Come abbiamo visto a questo tipo di denaro, che crea direttamente la BC, corrisponde un equivalente debito contratto dallo stato (più un interesse).

Quando il "denaro ad alto potenziale" arriva nelle mani del sistema delle banche commerciali esso si comporta nei suoi confronti esattamente come fece l'orefice con l'oro. Lo usa come riserva ed in base all'entità di questa riserva crea altro denaro.

Le banche commerciali hanno dei vincoli di riserva obbligatoria che vengono stabiliti dalla banca centrale. Si tratta generalmente di denaro liquido che esse devono avere materialmente nella loro disponibilità per soddisfare eventuali obblighi, come ad esempio gente che ritiri i propri soldi chiudendo il conto o eventuali perdite derivanti da investimenti. Consideriamo anche in questo caso, che la BC ritenga consono un livello di riserva obbligatoria del 10%. Come nell'esempio dell'orefice ciò significa che il sistema delle banche commerciali (nel suo complesso) è in grado di creare denaro per un ammontare pari a 9 volte la sua riserva.

Per capire meglio rifacciamo l'intero percorso. La BC crea 1000 euro di "denaro ad alto potenziale" ed in cambio riceve dallo stato un equivalente importo in buoni del tesoro. Lo stato spende questi 1000 euro per costruirci un ponte. A questo punto i 1000 euro entrano nel sistema e finiscono in pancia al BN (magari un po' in una banca un po' in un altra). Il BN se la riserva obbligatoria è del 10%, prende questi 1000 euro li considera riserva e moltiplicandoli per 10 volte può creare fino a 10000 euro in denaro totale.

Dico che li moltiplica per 10 volte e non 9, perché normalmente è così che vengono fatti i conti. Quello che interessa è il denaro complessivamente creabile dal sistema bancario BC+BN, più che quello creabile solamente dal BN (che in questo caso rimane 9 volte quello inizialmente in riserva). In sostanza interessa l'insieme del denaro teoricamente depositabile nel sistema delle banche commerciali ed esso è composto dal denaro creato dalla banca centrale (che come abbiamo detto era stato depositato nel BN dopo esser stato speso dallo stato) più quello teoricamente creabile dalle banche commerciali.

Per calcolare questo denaro complessivamente creabile (BC+BN) si usa il "moltiplicatore monetario" (m). Esso è semplicemente l'inverso della riserva. Se la riserva è il 10% cioè 1/10, il moltiplicatore sarà il suo inverso: 10. Se la riserva obbligatoria è il 20% cioè 1/5 il moltiplicatore sarà 5 e così via.

Quindi per come vengono fatti generalmente i conti si prendono i 1000 euro iniziali di denaro creato dalla BC, si moltiplicano per il "moltiplicatore monetario" m, in questo caso uguale a 10 e si ottiene la quantità di denaro totale che l'intero sistema (BC+BN) può creare. Se volete sapere quanto denaro può materialmente creare il solo sistema delle banche commerciali prendente il totale (BC+BN) e sottraeteci quello creato inizialmente dalla banca centrale: (BC+BN) - BC.

Sembra un po' macchinoso, ma è la maniera più semplice di fare i conti. Ci sono anche altri modi di spiegare come agisce la riserva frazionaria sulla creazione della moneta e se qualcuno ha dei dubbi se ne può discutere nei commenti.

Per ricapitolare il tutto, con una riserva del 10%:

Se la BC crea 1000 euro

Il BN può creare fino a 9000 euro

Il totale della moneta creabile dall'intero sistema bancario (BC+BN) sono 10000 euro

Il denaro creabile dal sistema delle banche commerciali (i 9000 euro) per quel che ci riguarda, è indistinguibile da quello creato dalla banca centrale. Nell'esempio fatto sopra, si tratta in entrambi i casi di euro. Gli euro creati dalla BC però agiscono da miccia: hanno il potere speciale di innescare la creazione di un quantitativo di euro che è un loro multiplo.

Per questo viene chiamato "denaro ad alto potenziale".

Quand'è che il sistema delle banche commerciali (BN) crea materialmente denaro? (i 9000 euro nel nostro caso)

Quando qualcuno si rivolge ad esso perché gli venga concesso un prestito.

Se una banca commerciale decide di concedere un prestito, schiocca le dita e crea il denaro necessario a questo scopo, segnando, un po' come avviene per la BC, l'operazione su bel librone. Su questo denaro ovviamente, applica un interesse che chi ha ottenuto il prestito dovrà pagare. Quando chi ha contratto questo debito lo ripaga e quindi il denaro torna indietro alla banca commerciale, essa riprende il librone, si segna che il denaro è tornato e depenna la voce. Quel denaro a tutti gli effetti scompare. Rimane solo l'interesse.

Nel caso il prestito non venisse restituito la banca incasserebbe una perdita equivalente. Per limitare la perdita potrebbe solo cercare di vendere la garanzia avuta come pegno in cambio del prestito erogato.

Tutto il processo di creazione e distruzione, del denaro creato dalle banche commerciali, avviene quindi in maniera contabile, di solito per via elettronica. Potreste quasi considerare "denaro virtuale" quello creato dalle banche commerciali (anche se è sostanzialmente equivalente alla moneta di carta).

Una delle ragioni per cui le banche commerciali non sono molto contente quando qualcuno vuole prelevare dei contanti e che quei contanti non li creano loro. Devono recuperarli sul mercato "acquistandoli", normalmente dalla BC, farli trasportare da dei porta valori, ecc ecc.

Volete mettere quanto sia più semplice (ed economico) battere qualche tasto su un computer e far usare alla gente, del "denaro virtuale" creato direttamente da loro?

La quantità di "denaro virtuale" che ogni singola banca commerciale può creare in questa maniera, come abbiamo visto, dipende dai vincoli di riserva. Se la riserva è il 10%, significa che essa dovrà tenere il 10% di tutto il denaro che possiede, come riserva, ed averne non più del 90% impegnato in giro (in prestiti o investimenti di altro tipo).

Nel complesso invece, l'intero sistema bancario (BC+BN), crea una quantità totale di denaro pari a 10 volte quella originalmente creata dalla BC.

Sono un po' pedante su questa cosa, perché spesso in rete si leggono delle spiegazione da cui sembra che ogni singola banca possa, quando la riserva è del 10%, prendere il denaro creato dalla banca centrale e moltiplicarlo per 10. Poi questo denaro arriva in un altra banca e viene di nuovo moltiplicato per 10 e così via.

Ovviamente se funzionasse così esploderebbe tutto nel giro di mezza giornata.

In realtà se i 1000 euro creati dalla BC arrivassero tutti in una sola delle banche commerciali del sistema, questa ne dovrebbe tenere da parte il 10% come riserva,100 euro nel nostro caso, e potrebbe creare "denaro virtuale" per il 90% di quella somma, quindi 900 euro. Se questi ultimi arrivassero poi in un altra delle banche commerciali del sistema, essa dovrebbe tenere da parte come riserva di nuovo il 10%, quindi 90 euro, e potrebbe creare "denaro virtuale" per il 90% cioè 810 euro. Se finissero tutti e 810 in una terza banca essa dovrebbe tenere da parte sempre il 10%, 81 euro, e potrebbe creare "denaro virtuale" per il 90%, quindi 729 euro.

E via di seguito.

Come si vede la quantità di denaro creabile diminuisce ad ogni passaggio fino ad arrivare a 0. Alla fine di tutti i giri tra le varie banche commerciali, si torna a quello che abbiamo detto prima. Da 1000 euro iniziali creati dalla BC, vengono creati 9000 euro dall'intero sistema delle banche commerciali, per una quantità di denaro totale pari a 10000 euro.

Naturalmente in un sistema a riserva frazionaria ogni banca esistente è sostanzialmente insolvente, avendo in realtà solo una piccola frazione di denaro effettivamente disponibile (la riserva). Tutto il resto è "denaro virtuale" che le banche creano contabilmente a partire dalla riserva e che altrettanto contabilmente scompare una volta che il relativo debito viene ripagato (interesse a parte).

La maggior parte del denaro in circolazione che usiamo quotidianamente è questo "denaro virtuale" creato dal BN. Se andassimo tutti in massa a ritirare il denaro presente nei nostri depositi, il BN potrebbe darci materialmente solo una cifra pari alla riserva e fallire facendoci un grosso marameo.

E' un po' complicato, ma spero di essere stato sufficientemente chiaro.

Se vi siete persi per strada i punti che dovete ricordare sono:

La BC crea denaro comprando in cambio buoni del tesoro per un valore equivalente (quindi facendo tecnicamente indebitare lo stato)

Il BN crea denaro quando una controparte, una persona, un azienda o altro va in banca a chiedere un prestito (quindi quando la gente si indebita)

Il denaro che il BN può creare è un multiplo di quello creato inizialmente dalla BC e dipende dall'entità della riserva frazionaria o riserva obbligatoria

In linea generale più i vincoli di riserva sono alti e meno "denaro virtuale" il BN può creare. Più sono bassi e più "denaro virtuale" può creare

Come vedete, anche nel caso reale il denaro nasce come l'indebitamento di qualcuno, stato o privati che siano, e teoricamente la BC può fare in modo che esso sia richiamato.

In effetti i vari poteri della banca centrale potrebbero essere semplicemente raggruppati in un unica grande categoria: il potere di influenzare la quantità di denaro in circolazione.

Il primo strumento che ha per farlo è quello di fissare il tasso di interesse.

Diciamo che un bel giorno il capo della banca centrale si sveglia di buon umore e decida di annunciare il taglio del tasso di interesse dal 2% all'1%. Non succede che improvvisamente l'intero mondo economico esclami: "Oh, grande banchiere centrale! Ci inchiniamo di fronte alla tua maestosità ed adegueremo quanto prima i tassi". In realtà prendono tutti nota dell'annuncio e si mettono in attesa aspettando che il tasso di interesse cali materialmente.

Il tasso di interesse viene anche definito costo del denaro. Di solito il costo di un bene qualsiasi, cala quando aumenta la quantità esistente in circolazione di quel determinato bene. Il costo aumenta quando diminuisce la quantità.

In questo senso se la banca centrale vuole abbassare il tasso di interesse si limita a creare denaro e ad immetterlo in circolazione. Se lo vuole diminuire ritira denaro dalla circolazione.

Come abbiamo visto la BC crea denaro comprando buoni del tesoro e lo fa sparire quando li vende (li vende in cambio di soldi che poi finiscono nel solito forziere o depennati da un librone).

Il tasso di interesse che la BC stabilisce è in realtà solo un obbiettivo. Ogni santo giorno essa va sul mercato e attraverso quelle che vengono chiamate OMO (open market operation) compra o vende buoni del tesoro, immettendo o ritirando denaro dalla circolazione. Se è brava riesce a fare in modo che il tasso di interesse reale si avvicini all'obbiettivo fissato, l'1% nel nostro esempio. Se non è stata molto brava il tasso reale si discosterà dall'obbiettivo di una certa quantità. Normalmente si tratta di modeste quantità.

Se andassimo a guardare i dati giornalieri della FED sul tasso di interesse reale, noteremmo che lo scostamento ha raggiunto livelli assurdi ( qui se vi interessa trovate i dati precisi. La colonna daily riporta il tasso reale giornaliero, l'ultima l'obbiettivo, il tasso di riferimento all'1%). Questo sta succedendo perché la FED sta creando e inondando il sistema di denaro usando svariati sistemi (se leggete questo blog molti, come le varie facility della FED li conoscete già).

Ci torneremo comunque su in futuro.

Naturalmente più il tasso di interesse è alto, meno la gente sarà propensa ad indebitarsi e meno "denaro virtuale" creerà il sistema delle banche commerciali. Più il tasso di interesse è basso più la gente vorrà indebitarsi e più "denaro virtuale" il BN creerà.

Quello di intervenire sul tasso di interesse è il più grande potere che la BC possiede.

E' il caso di precisare che la BC influenza il tasso di interesse a breve termine (quello a lungo termine è influenzato principalmente da altri fattori).Normalmente quindi, si limita a comprare o vendere buoni del tesoro a breve scadenza.

Il secondo potere della BC lo abbiamo già visto. E' quello di fissare i vincoli di riserva obbligatoria. In teoria una banca centrale se volesse far sì che giri meno denaro, potrebbe elevare i limiti di riserva, per esempio, se fossero al 10% alzandoli al 20%. Se succedesse davvero una cosa simile, vedremmo i banchieri forconi alla mano, dare l'assalto alla banca centrale.

Primo, un aumento dal 10% al 20% della riserva significherebbe per le banche commerciali dover recuperare da qualche parte un altro 10% di denaro da mettere via. Secondo, limiterebbe la quantità di "denaro virtuale" creabile dal BN. Con una riserva del 20% il moltiplicatore monetario sarebbe 5 invece che 10. Le banche commerciali vorrebbero sempre, poter creare più "denaro virtuale", non meno.

In definitiva, l'innalzamento dei vincoli di riserva è una pratica che piace così poco alla banche che la BC non si azzarda quasi mai ad intraprenderla o se lo fa si tratta di innalzamenti che possono essere portati a termine dalle banche con molta calma (di solito nel corso di anni).

Nella realtà i vincoli di riserva, negli ultimi anni sono stati allentanti o sono stati aggirati bellamente dalle banche grazie ad una serie di trucchetti.

Non è ovviamente un bene, che le riserve siano troppo basse. Anche se le banche sono felici perché con basse riserve possono creare un sacco di "denaro virtuale", ciò significa anche avere poco margine nel caso si verifichino dei problemi. Ad esempio perdite dovute a cattivi investimenti, grossi prestiti non ripagati, ecc.

In soldoni, le riserve per le banche sono un po' come i risparmi per la gente.

Uno degli attuali problemi delle banche è proprio quello di avere delle riserve insufficienti. Con tutte le perdite che si stanno ammucchiando, questo equivale a dire che una buona parte di esse è tecnicamente in bancarotta.

Anche su questo versante le banche centrali sono intervenute ed anche di questo ne riparleremo in futuro.

Non resta ora che il terzo grande potere che detengono le BC: le operazioni dirette sul mercato (OMO). Le BC hanno la capacità di recarsi sul mercato e comprare delle securities. Come abbiamo visto prima, queste securities sono generalmente buoni del tesoro, ma non ci sono veri e propri limiti a quello che la BC può comperare, almeno non più. Anche se alcune restrizioni esistevano quando scoppiò l'attuale crisi i banchieri centrali si limitarono semplicemente a depennarle (come scrissi sul blog un paio di articoli fa la FED ha recentemente deciso di comperare 500 miliardi di securities basate sui mutui dalle GSE).

Le BC possono anche prestare denaro direttamente ad alcuni soggetti (essenzialmente banche) ricevendo in cambio come garanzia sempre delle securities ( normalmente anche in questo caso si tratterebbe di buoni del tesoro, ma ormai viene considerato una garanzia accettabile quasi qualunque cosa) od operare su valuta estera comprandola o vendendola (di solito per manipolare il valore del cambio).

Anche nel caso delle OMO, siano esse acquisti o prestiti, quello che la BC fa in sostanza, è di immettere o ritirare denaro dal sistema.

Pur possedendo questi grandissimi (e sono davvero grandissimi) poteri, le banche centrali non sono onnipotenti. Non possono illudersi di controllare tutto. Robert Mundell definì "l'impossibile trinità" l'incapacità delle BC di controllare contemporaneamente il tasso di interesse, il tasso di cambio e mantenere una libera circolazione di capitali. Dato che la libera circolazione di capitali non è in discussione, in linea generale una BC può decidere se preoccuparsi del tasso di interesse o del livello del cambio monetario.

Ad esempio, negli ultimi anni la banca centrale Cinese, per promuovere l'esportazione, si è principalmente occupata di gestire il valore del cambio dello yuan, fregandosene sostanzialmente del tasso di interesse (anche se non si può tecnicamente affermare che in Cina esista la libera circolazione dei capitali), mentre la FED ha cercato di gestire principalmente quest'ultimo.

Se siete arrivati a leggere fin qua sapete già molte più cose di economia, di quanto non sia probabilmente salutare sapere (se non le sapevate già).

Alla fine la base del sistema è tutta qua. La BC crea denaro come debito dello stato. Le banche commerciali moltiplicano questo denaro sulla base della riserva frazionaria, fissata sempre dalla BC e questa ultima usando i suoi poteri manipola il tasso di interesse e decide di volta in volta se la nostra politica economica debba essere espansiva (tasso di interesse basso) o restrittiva (tasso di interesse alto).

Penso non sfugga a nessuno quanto sia terribile il potere che risiede nelle mani di un gruppetto di banchieri. Se questi, ad esempio, sulla base delle loro statistiche e delle personali convinzioni in materia economica, compiono la scelta sbagliata riguardo al tasso di interesse e lo tengono troppo basso, troppo a lungo il rischio è di ritrovarsi di bolla in bolla nella situazione attuale.

Troppo denaro è stato creato e moltiplicato dal sistema bancario (senza contare tutti i derivati di vario tipo). Questo ha generato troppo debito, talmente tanto che il sistema non è più in grado di ripagarlo ed il debito non ripagabile è una perdita. Le perdite sono così elevate da far potenzialmente fallire, oltre che moltissime aziende, anche l'intero sistema bancario che, come se non bastasse, si trovava sovraesposto sin dall'inizio.

E che ci piaccia o meno se crolla il sistema bancario crolla tutto il resto perché esso è come il cuore ed il sistema sanguigno per un'organismo, fa circolare il sangue (il denaro liquido) in tutta l'economia.

Le cose sarebbero andate diversamente se non avessimo avuto al timone i banchieri centrali? Se ad esempio il tasso di interesse lo avesse fissato il mercato invece di un gruppo di omini che pensa di saperla più lunga?

Il mercato non è perfetto. Assolutamente. Sbaglia spesso e volentieri. Ha però un ottima qualità. Quando si accorge di sbagliare tende a correggersi. A volte in maniera brutale ed eccessiva, ma si corregge.

I banchieri centrali invece sono spesso diabolici: tendono a perseverare.

Nella seconda parte di questo post proverò a descrivere un po' in dettaglio cosa stiano cercando di fare i banchieri centrali e gli stati e perchè non stia funzionando. Se notate errori sostanziali in questo post, siete pregati (sempre gentilmente) di farmelo notare.

5 commenti:

maat ha detto...

sei grandeeeeeeeeee
finalmente riesco a capire qualcosa!

certo forse era meglio prima(adesso tanti dubbi mi assalgono)...come ci puo fidare di tale sistema.

e poi come si fa a difendere i pochi risparmi messi da parte...
l'unica soluzione è avere oro fisico in casa

luvalett ha detto...

se ho ben capito tu incorri in un errore sostanziale:
è vero che il moltiplicatore della moneta espande il credito e la moneta in circolazione, ed è vero che qualunque banca potrebbe fallire se tutti si presentassero contemporaneamente allo sportello a ritirare i propri depositi, ma solo per un mismatch tra esigibilità dei conti correnti ( a vista) e quella che la banca ha fatto su quei depositi (di solito mesi o anni).
La moneta non viene moltiplicata per 10 a fronte di nulla ma a fronte di nuovo debito. Nel tuo esempio: a fronte di 100 euro di moneta emessi da una banca centrale che finiscono in una banca commerciale la banca scriverà nel suo bilancio al passivo 100 (il debito nei confronti del correntista) e a credito 10 di rob + 90 di un prestito fatto a un nuovo cliente.
Questo cliente depositerà i 90 ricevuti su un c/c presso un'altra banca che li presterà a sua volta a un altro cliente, scrivendo nel suo bilancio 90 di debito per il c/c e 9 + 81 di credito nei confronti della bc e del nuovo prestito a un terzo cliente e così via.
Quindi l'intero sistema bancario avrà 1000 a debito (somma dei vari c/c aperti) e 1000 a credito (100 di rob e 900 di prestiti fatti).
Quindi il problema del bank run può essere evitato, portando il ragionamento al limite, nel fornire da parte dello stato o della banca centrale di tutta la cartamoneta richiesta dai clienti alle banche commerciali a fronte della cessione da parte di queste ultime di tutti i debiti dei clienti.

A questo punto appare evidente la funzione base delle banche: fare da tramite tra chi ha un eccesso di risparmio e chi ha necessità di indebitarsi per produrre beni reali, cercando di ricavare un utile.
E' chiaro che se vuoi il moltiplicatore permette al sistema bancario di prestare più volte la stessa moneta moltiplicando gli utili. (Ecco spiegato perchè il bilancio di Deutsche Bank ha una leva di 50 e quello delle altre banche di 20-30)

Spero di essere stato chiaro e attendo le tue controdeduzioni.

+zero ha detto...

Grazie stand.

Ma mi chiedo l'oro della banca d'italia non sarebbe giusto che venisse redistribuito tra i cittadini italiani??
Quasi quasi inizio una raccolta firme.

Stand ha detto...

Ciao luvalett

In un sistema bancario come quello che probabilmente piacerebbe ad un austriaco come Rothbard,con riserva intera e conti vincolati non ci sarebbe nessun mismatch.

Nel sistema attuale esso è inevitabile.Una delle pricipali funzioni delle banche moderne è quella di indebitarsi a breve termine e investire a lungo guadagnando sulla differenza dei rendimenti. Questo processo di trasformazione temporale è fondamentale. In un sistema come il nostro se si verificasse una corsa alla banca le riserve di quest'ultima verrebbero progressivamente erose,fino a portarla all'insolvenza.

Una banca centrale non potrebbe mai farsi carico degli obblighi delle banche commerciali. Non è il suo ruolo (può solo continuare a fornire liquidità). Per come è stato deciso di separare le funzioni lo stato è l'unico titolato ad intervenire, normalmente tramite la nazionalizzazione.

Quella equivale però, alla dichiarazione del fallimento della banca in questione.

Il caso della northern rock è un esempio.

Oppure come in Irlanda lo stato si può fare garante degli obblighi dell'intero sistema bancario. In quel caso i problemi si trasferiscono ad esso e ad essere messa in questione diventa la solidità dello stato stesso.Quante perdite del sistema bancario può sopportare e quanto denaro è in grado di fornire per ripristinare la capitalizzazione bancaria?

In questo secondo caso la questione è più fumosa. La banca non è tecnicamente fallita, ma lo sarebbe senza il supporto dello stato.

In questo caso una singola corsa alla banca non sarebbe probabilmente sufficiente a far fallire lo stato, ma una corsa al sistema bancario lo manderebbe a gambe all'aria.

Rimane comunque il fatto che non esista modo per una banca in un sistema a riserva frazionaria di sopravvivere ad una corsa alla banca in maniera autonoma.

Se poi lo stato o la banca centrale finiscono col fare le banche commerciali a cosa servono le bance commerciali?

Questo è un altro dei problemi attuali.

Le banche non assolvono più alla loro funzione e da un lato gli stati si sono fatti carico di parte delle loro perdite, dall'altro le banche centrali provano,senza riuscirci completamente a sostituirle.

La cosa non potrà durare per molto:o il sistema bancario si riprende, o fallisce e si sostituisce o rischiano di fallire gli stati.

luvalett ha detto...

Ciao Stand,

concordo con te che il bank run farebbe fallire qualsiasi banca, no importa quanto solida.

Il mio intervento voleva puntualizzare: 1) il moltiplicatore dei depositi bancari non crea moneta (quindi credito) dal nulla, ma a fronte di nuovi debiti in contropartita.
2) come nel caso di Northern Rock, il virtuale fallimento di una banca per errori di ALM (Asset Liability management) causato da una corsa allo sportello implica la nazionalizzazione di quella banca, il che la rende di nuovo sicura, tranquillizza i suoi clienti, la fanno tornare alla normalità. Ciò dovrebbe evitare il bank run nei confronti delle altre banche.
La garanzia pubblica dei depositi ha la stessa motivazione.


E' chiaro che le stesse considerazioni si potrebbero fare nei confronti di qualunque Stato.
Se domani il mondo perdesse fiducia nei BTP e si precipitasse a venderli lo Stato Italiano rischierebbe la bancarotta.
Ma lo stesso potrebbe dirsi per la Solidissima Germania o gli USA (nei confronti di questi ultimi mi sembri particolarmente possibilista).
Il problema è avere un prestatore di ultima istanza (Banca Centrale e Stato per le banche nazionali, Fmi o altri Stati per i soggetti Sovrani, vedi Russia per l'Islanda).

A livello micro la stessa cosa potrebbe succedere tra aziende: queste come le banche, lavorano spesso a leva; anche se fanno utili, basta che un cliente in difficoltà manchi un pagamento e la Banca richieda il rientro delle garanzie perchè questa si trovi in difficoltà e non riesca più a rispettare a sua volta le proprie scadenze. La fiducia di cui godeva prima nel mercato diminuisce, limitandole ulteriormente l'accesso al credito da parte delle banche e dei fornitori. Se per qualche motivo questa spirale non si interrompe (magari con un socio che interviene con un aumento di capitale proprio), questa spirale potrebbe avvitarsi fino alla crisi totale di quell'azienda.
Ciò è tutto teoricamente possibile. Per fortuna nella realtà spesso le cose vanno diversamente, i fornitori e le banche non girano tutti le spalle a quello che finora era sempre stato un cliente puntuale ed onesto e le cose tornano alla normalità. Magari l'azienda ne approfitterà per rendere più solido il suo bilancio ed evitare di ricadere in simili situazioni in futuro.

Tutto il sistema capitalistico si basa sulla fiducia, senza questa tutto crollerebbe.
L'equilibrio è fragile, come la vita, ma tra alti e bassi va avanti da parecchi secoli...