Il G20 è stato presentato dalla stampa di mezzo mondo come un grande successo diplomatico ed economico in grado riportare il pianeta sulla via della crescita e dello sviluppo.
I 29 punti del comunicato conclusivo se letti nella loro interezza mostrano invece una realtà ben diversa.
Di tutte le decisioni prese al G20 le più significative riguardano i fondi internazionali stanziati per combattere la crisi economica. Per capire esattamente di quanti fondi si tratti e di chi li dovrebbe sborsare, riporto sotto uno schema molto chiaro pubblicato dal Financial TImes:
I 29 punti del comunicato conclusivo se letti nella loro interezza mostrano invece una realtà ben diversa.
Di tutte le decisioni prese al G20 le più significative riguardano i fondi internazionali stanziati per combattere la crisi economica. Per capire esattamente di quanti fondi si tratti e di chi li dovrebbe sborsare, riporto sotto uno schema molto chiaro pubblicato dal Financial TImes:
Una delle prime cosa che balza agli occhi riguarda il favoleggiato stimolo fiscale congiunto che dovrebbe raggiungere i 5 trilioni di dollari entro la fine del 2010: esso è solo un ologramma. Nei suddetti 5 trilioni sono stati conteggiati tutti gli interventi fatti dai vari paesi nel corso degli ultimi due anni oltri a dei supposti, ma non meglio specificati, interventi futuri.
Per arrivare a determinare la cifra di 5 trilioni sono state prese le proiezioni dell'FMI sull'aumento del deficit fiscale nei paesi del G20 - considerando un periodo che va dal 2007 al 2010 - e li si è divisi per il PIL previsto nel 2010. Come risultato di questa operazione sono saltati fuori i famosi 5 trilioni.
In quest'ottica, le dichiarazioni entusiaste su un coordinato stimolo globale, definito nel comunicato conclusivo del G20, come il più imponente della storia, sono fortemente ambigue. Sembrano pensate appositamente per dare ad intendere che vi sia stato, durante il meeting di Londra, un impegno solenne ad aprire il portafoglio per stimolare fiscalmente l'economia planetaria. In realtà si è trattato semplicemente di alcuni generici auspici. Tutto per la gioia di paesi come Francia e Germania che di ulteriori interventi, al momento, non sembra proprio vogliano sentir parlare.
Il denaro concretamente messo a disposizione per stimoli fiscali dal G20 è pari a zero.
Un altro capitolo fondamentale riguarda l'aumento dei fondi messi a disposizione dell'FMI. Ad esso sono stati promessi 1,1 trilioni di dollari complessivi. Una cifra che appare di certo consistente.
Va detto innanzitutto che ho sempre ritenuto inevitabile un aumento dei suddetti fondi. Osservando il diagramma riportato sotto si capisce immediatamente perché.
Per arrivare a determinare la cifra di 5 trilioni sono state prese le proiezioni dell'FMI sull'aumento del deficit fiscale nei paesi del G20 - considerando un periodo che va dal 2007 al 2010 - e li si è divisi per il PIL previsto nel 2010. Come risultato di questa operazione sono saltati fuori i famosi 5 trilioni.
In quest'ottica, le dichiarazioni entusiaste su un coordinato stimolo globale, definito nel comunicato conclusivo del G20, come il più imponente della storia, sono fortemente ambigue. Sembrano pensate appositamente per dare ad intendere che vi sia stato, durante il meeting di Londra, un impegno solenne ad aprire il portafoglio per stimolare fiscalmente l'economia planetaria. In realtà si è trattato semplicemente di alcuni generici auspici. Tutto per la gioia di paesi come Francia e Germania che di ulteriori interventi, al momento, non sembra proprio vogliano sentir parlare.
Il denaro concretamente messo a disposizione per stimoli fiscali dal G20 è pari a zero.
Un altro capitolo fondamentale riguarda l'aumento dei fondi messi a disposizione dell'FMI. Ad esso sono stati promessi 1,1 trilioni di dollari complessivi. Una cifra che appare di certo consistente.
Va detto innanzitutto che ho sempre ritenuto inevitabile un aumento dei suddetti fondi. Osservando il diagramma riportato sotto si capisce immediatamente perché.
L'organismo preposto all'erogazione di prestiti alle nazioni in difficoltà è sempre stato, dal termine della seconda guerra mondiale in avanti, l'FMI. I paesi emergenti si trovano ad attraversare un periodo di stenti a causa della stretta creditizia globale e del ridotto accesso al finanziamento privato - conseguenza di una fuga di massa dei capitali. Il 74% dei prestiti ricevuti dalle nazioni emergenti, stimati complessivamente in 4,9 trilioni di dollari, è stata erogata dalle banche della vecchia Europa. Come si vede nello schema riportato sopra, esse sono particolarmente esposte nei confronti dei paesi dell'est.
Quei paesi vanno salvati in qualche maniera. Non tanto per una qualche forma di generosità, ma principalmente per impedire che il sistema bancario dei grandi paesi dell'Europa dell'ovest collassi su se stesso.
A questo scopo sono stati aumentati i soldi a disposizione del Fondo monetario internazionale.
250 miliardi di dollari erano già stati messi a disposizione: 100 dal Giappone e altri 100 dall'Unione Europea (i restanti 50 non ho ancora capito da dove dovrebbero arrivare anche se Brown ha citato la Cina tra i fornitori di denaro). Il G20 ha inoltre promesso di fornire ulteriori 250 miliardi sotto forma di NAB (New Arrangements to Borrow). I NAB sono un tipo di finanziamento straordinario a cui l'FMI è in grado di ricorrere chiedendo fondi, sotto forma di prestito, a 26 dei paesi membri. Vennero introdotti come forma di finanziamento nel 1998 dopo che la crisi messicana del 1994 e quella asiatica del 1997 ne evidenziarono la necessità.
Dei 500 miliardi presenti nel comunicato del G20 insomma, 250 erano già stati concessi mentre gli altri sono sostanzialmente solo una promessa (al momento).
Altri 100 miliardi sono stati garantiti all'FMI, attraverso il sistema delle Multilateral Development Banks la cui missione principale è quella di fornire prestiti a lungo termine e basso interesse ai paesi del terzo mondo.
In questo caso di tratta di qualcosa di più concreto rispetto ad una semplice promessa futura.
Lo stesso si può dire del capitolo più interessante tra tutti i finanziamenti promessi dal G20: l'emissione di 250 miliardi di dollari sotto forma di SDRs. Gli SDRs sono pezzi di carta che l'FMI è in grado di stampare dietro concessione dei paesi membri. Si tratta di un specie di valuta sovranazionale che garantisce la possibilità a chi la riceve di poterla convertire in una delle valute del paniere di riferimento - yen, dollari, euro e sterline. 250 miliardi di dollari in SDRs possono teoricamente, essere convertiti con 250 miliardi di dollari o l'equivalente in euro, yen, sterline. Soldi stampati ma che in definitiva, equivalgono a denaro vero. Una forma di quantitative easing su scala globale.
Anche in questo caso si tratta di prestiti che il fondo può concedere ad una nazione richiedente.
Gli ultimi 250 miliardi sono stati promessi dal G20 per il finanziamento degli scambi commerciali. La cifra dovrebbe essere erogata attraverso agenzie di credito all'export, agenzie di investimento e attraverso la Banca Mondiale. Il crollo del finanziamento degli scambi commerciali, scatenatosi nell'ultimo anno si è riflesso pesantemente sul livello generale di attività economica. Come mostra l'indice del baltico riportato sotto - un indicatore del livello degli scambi via mare - vi è stato un tracollo degli scambi dall'estate del 2008 in avanti.
Quei paesi vanno salvati in qualche maniera. Non tanto per una qualche forma di generosità, ma principalmente per impedire che il sistema bancario dei grandi paesi dell'Europa dell'ovest collassi su se stesso.
A questo scopo sono stati aumentati i soldi a disposizione del Fondo monetario internazionale.
250 miliardi di dollari erano già stati messi a disposizione: 100 dal Giappone e altri 100 dall'Unione Europea (i restanti 50 non ho ancora capito da dove dovrebbero arrivare anche se Brown ha citato la Cina tra i fornitori di denaro). Il G20 ha inoltre promesso di fornire ulteriori 250 miliardi sotto forma di NAB (New Arrangements to Borrow). I NAB sono un tipo di finanziamento straordinario a cui l'FMI è in grado di ricorrere chiedendo fondi, sotto forma di prestito, a 26 dei paesi membri. Vennero introdotti come forma di finanziamento nel 1998 dopo che la crisi messicana del 1994 e quella asiatica del 1997 ne evidenziarono la necessità.
Dei 500 miliardi presenti nel comunicato del G20 insomma, 250 erano già stati concessi mentre gli altri sono sostanzialmente solo una promessa (al momento).
Altri 100 miliardi sono stati garantiti all'FMI, attraverso il sistema delle Multilateral Development Banks la cui missione principale è quella di fornire prestiti a lungo termine e basso interesse ai paesi del terzo mondo.
In questo caso di tratta di qualcosa di più concreto rispetto ad una semplice promessa futura.
Lo stesso si può dire del capitolo più interessante tra tutti i finanziamenti promessi dal G20: l'emissione di 250 miliardi di dollari sotto forma di SDRs. Gli SDRs sono pezzi di carta che l'FMI è in grado di stampare dietro concessione dei paesi membri. Si tratta di un specie di valuta sovranazionale che garantisce la possibilità a chi la riceve di poterla convertire in una delle valute del paniere di riferimento - yen, dollari, euro e sterline. 250 miliardi di dollari in SDRs possono teoricamente, essere convertiti con 250 miliardi di dollari o l'equivalente in euro, yen, sterline. Soldi stampati ma che in definitiva, equivalgono a denaro vero. Una forma di quantitative easing su scala globale.
Anche in questo caso si tratta di prestiti che il fondo può concedere ad una nazione richiedente.
Gli ultimi 250 miliardi sono stati promessi dal G20 per il finanziamento degli scambi commerciali. La cifra dovrebbe essere erogata attraverso agenzie di credito all'export, agenzie di investimento e attraverso la Banca Mondiale. Il crollo del finanziamento degli scambi commerciali, scatenatosi nell'ultimo anno si è riflesso pesantemente sul livello generale di attività economica. Come mostra l'indice del baltico riportato sotto - un indicatore del livello degli scambi via mare - vi è stato un tracollo degli scambi dall'estate del 2008 in avanti.
Il crollo è in parte dovuto al prosciugarsi del credito concesso dagli istituti alle società di trasporto marittimo e quelle che si occupano di import/export. Senza credito le merci non vengono spedite, dato che chi vende ha normalmente bisogno di una garanzia di pagamento fornita dal sistema bancario sotto forma di una "lettera di credito". Molti carichi hanno quindi finito col rimanere nei porti ad invecchiare.
L'indice del baltico è leggermente risalito all'inizio di quest'anno, ma ultimamente ha ricominciato la sua discesa. Mantenere una linea di credito disponibile per finanziare gli scambi è fondamentale per sostenere la produzione. Per questa ragione i 250 miliardi promessi dal G20 sono stati accolti con profondo entusiasmo. Molti sono arrivati ad affermare che senza di essi il meeting si sarebbe risolto in un nulla di fatto.
Al momento però, il denaro effettivamente messo a disposizione dai 20 grandi per il "trade financing" ammonta ad una cifra compresa tra i 3 ed i 4 miliardi di dollari. Dei 250 miliardi promessi come rivela il Financial Times, solo 25 verrebbero da fondi nuovi. La somma rimanente giungerebbe da un semplice ri-allocamento di fondi già presenti nei budget governativi. Inoltre si tratta di denaro che sarà (?) erogato nel corso dei prossimi due anni, quindi senza che vi sia un reale impatto sull'anno in corso.
Per riassumere: del favoleggiato 1,1 trilione di dollari fornito all'FMI, ben poco denaro è stato realmente erogato. Per la maggior parte si è trattato di spostamenti di fondi da una parte all'altra, di promesse o di semplice stampar di moneta.
Intendiamoci. Sono convinto che parte delle promesse fatte verrà concretamente mantenuta, non foss'altro per salvare le banche Europee invischiate nelle economie emergenti. Allo stato attuale però, va preso atto che ci si trova di fronte ad una grande mole di annunci con poca sostanza alla base.
Fondi a parte il resto è stato un cumulo di nulla.
Vi è stato l'impegno a non adottare misure protezioniste e a non svalutare le valute in maniera competitiva. Come tutto ciò si possa sposare con il taglio del tasso di interesse a zero da parte di mezzo mondo e con il quantitative easing globale, due pratiche che hanno fatto crollare ad esempio il valore della sterlina, non è chiaro. Viene anche richiesto, ai paesi che hanno sottoscritto il comunicato conclusivo del G20, di rivolgersi al WTO nel caso qualche nazione adottasse ugualmente misure protezioniste. Esattamente quello che accade tutt'oggi.
Si è trattato insomma, del classico impegno a parole che nulla ha aggiunto e nulla ha tolto.
I paesi del G20 hanno anche deciso di implementare l'FSB (Financial Stability Board) un organismo che dovrebbe sostituire l'FSF (Financial Stability Forum) presieduto da Mario Draghi. All'FSB verrebbero concessi ampli poteri mettendolo in condizione di intraprendere azioni sanzionatorie nei confronti dei paesi che "non collaborano" e dei paradisi fiscali, di regolamentare le forme di compensazione per i vertici delle grandi corporation (con particolare riferimento alle banche), di supervisionare i livelli di capitalizzazione degli istituti di credito impedendo il prodursi di eccessivi livelli di leverage, di regolare le società che rappresentano un rischio sistemico - hedge funds in primis - e l'operato delle agenzie di rating.
Nel tempo libero dovrebbe fare anche un altra cosa:
L'argomentazione principale avanzata a supporto di un cambiamento delle regole è stata: "se lo fanno gli USA e noi no, poi le nostre aziende si trovano in svantaggio".
Non fa una piega.
Con questo ragionamento ci siamo giocati l'intera economia del pianeta, inseguendo le trovate malate di un gruppo di apprendisti stregoni che nessuno ha bloccato mentre trasformavano le nostre economie in un gigantesco schema di ponzi. Finché essi facevano soldi, tutto bene. Il resto del mondo si è uniformato al modello imposto postulando - tra le altre cose - che in caso contrario si sarebbe trovato in una condizione di svantaggio competitivo.
A questo punto perché non arriviamo a pagare i lavoratori europei 100 dollari al mese come quelli cinesi e la facciamo finita una volta per tutte?
Quello delle regole di bilancio è solo un esempio del nulla che ruota intorno alla creazione del famigerato FSB.
Al vertice di Londra è stato concesso un contentino a Francia e Germania. Il G20 si è impegnato a combattere i paradisi fiscali, terreno di scontro tra i due paesi Europei e la Cina. Quest'ultima era inizialmente preoccupata dalla possibilità che Macao ed Hong kong rientrassero nella lista nera dei paradisi fiscali. Alla fine la Cina si è arresa, arrivando a promettere che le due regioni regioni si conformeranno alle regole internazionali entro un anno ed assicurando così, la cancellazione di entrambe dalla lista nera pubblicata dall'OCSE a fine meeting.
Anche ad altri 35 paradisi fiscali è stato dato un anno di tempo per adeguarsi alle regole internazionali. Se non dovessero provvedere a riguardo "i membri dell' Ocse decideranno sanzioni, che non sono state ancora studiate, ma che dovrebbero prevedere la sospensione di tutti gli aiuti economici".
Mi auguro che le sanzioni non si limiteranno alla sospensione degli aiuti economici. Si tratterebbe di una grande farsa. I paradisi fiscali generalmente non hanno, per ovvie ragioni, grande necessità di aiuti.
La lotta ai paradisi fiscali, la supervisione delle agenzie di rating e degli hedge funds, il controllo sugli stipendi dei manager. Si tratta di una moltitudine di annunci che sembra rivolta ad una popolazione livida nei confronti di banchieri e finanzieri. Una popolazione che pretende un cambiamento reale e questo cambiamento e stato consegnato sotto forme di tante parole generiche vergate su un pezzo di carta.
Tutto è stato demandato all'inesistente FSB.
Se mai l'FSB verrà fatto e se avrà davvero questi incredibili poteri se ne riparlerà.
Per il momento, a questo riguardo, ci sono state consegnate solo tante "parole parole parole".
L'indice del baltico è leggermente risalito all'inizio di quest'anno, ma ultimamente ha ricominciato la sua discesa. Mantenere una linea di credito disponibile per finanziare gli scambi è fondamentale per sostenere la produzione. Per questa ragione i 250 miliardi promessi dal G20 sono stati accolti con profondo entusiasmo. Molti sono arrivati ad affermare che senza di essi il meeting si sarebbe risolto in un nulla di fatto.
Al momento però, il denaro effettivamente messo a disposizione dai 20 grandi per il "trade financing" ammonta ad una cifra compresa tra i 3 ed i 4 miliardi di dollari. Dei 250 miliardi promessi come rivela il Financial Times, solo 25 verrebbero da fondi nuovi. La somma rimanente giungerebbe da un semplice ri-allocamento di fondi già presenti nei budget governativi. Inoltre si tratta di denaro che sarà (?) erogato nel corso dei prossimi due anni, quindi senza che vi sia un reale impatto sull'anno in corso.
Per riassumere: del favoleggiato 1,1 trilione di dollari fornito all'FMI, ben poco denaro è stato realmente erogato. Per la maggior parte si è trattato di spostamenti di fondi da una parte all'altra, di promesse o di semplice stampar di moneta.
Intendiamoci. Sono convinto che parte delle promesse fatte verrà concretamente mantenuta, non foss'altro per salvare le banche Europee invischiate nelle economie emergenti. Allo stato attuale però, va preso atto che ci si trova di fronte ad una grande mole di annunci con poca sostanza alla base.
Fondi a parte il resto è stato un cumulo di nulla.
Vi è stato l'impegno a non adottare misure protezioniste e a non svalutare le valute in maniera competitiva. Come tutto ciò si possa sposare con il taglio del tasso di interesse a zero da parte di mezzo mondo e con il quantitative easing globale, due pratiche che hanno fatto crollare ad esempio il valore della sterlina, non è chiaro. Viene anche richiesto, ai paesi che hanno sottoscritto il comunicato conclusivo del G20, di rivolgersi al WTO nel caso qualche nazione adottasse ugualmente misure protezioniste. Esattamente quello che accade tutt'oggi.
Si è trattato insomma, del classico impegno a parole che nulla ha aggiunto e nulla ha tolto.
I paesi del G20 hanno anche deciso di implementare l'FSB (Financial Stability Board) un organismo che dovrebbe sostituire l'FSF (Financial Stability Forum) presieduto da Mario Draghi. All'FSB verrebbero concessi ampli poteri mettendolo in condizione di intraprendere azioni sanzionatorie nei confronti dei paesi che "non collaborano" e dei paradisi fiscali, di regolamentare le forme di compensazione per i vertici delle grandi corporation (con particolare riferimento alle banche), di supervisionare i livelli di capitalizzazione degli istituti di credito impedendo il prodursi di eccessivi livelli di leverage, di regolare le società che rappresentano un rischio sistemico - hedge funds in primis - e l'operato delle agenzie di rating.
Nel tempo libero dovrebbe fare anche un altra cosa:
spingere chi determina le regole standard per i bilanci a lavorare assieme ai regolatori e ai supervisori per un miglioramento degli standard di valutazione in modo da arrivare a stabilire un insieme di regole globali di bilancio che siano di alta qualitàE tanto per dimostrare la determinazione a rispettare gli impegni del G20, non appena il mark to market è stato (di fatto) sospeso negli USA, i ministri delle finanze UE, a partire da Tremonti (ma non solo), hanno cominciato a esercitare pressioni sullo IASB (International Accounting Standards Board) perché anche vecchio continente, seguendo l'esempio statunitense, arrivi a consentire alle proprie società di essere "creative" durante la compilazione dei bilanci.
L'argomentazione principale avanzata a supporto di un cambiamento delle regole è stata: "se lo fanno gli USA e noi no, poi le nostre aziende si trovano in svantaggio".
Non fa una piega.
Con questo ragionamento ci siamo giocati l'intera economia del pianeta, inseguendo le trovate malate di un gruppo di apprendisti stregoni che nessuno ha bloccato mentre trasformavano le nostre economie in un gigantesco schema di ponzi. Finché essi facevano soldi, tutto bene. Il resto del mondo si è uniformato al modello imposto postulando - tra le altre cose - che in caso contrario si sarebbe trovato in una condizione di svantaggio competitivo.
A questo punto perché non arriviamo a pagare i lavoratori europei 100 dollari al mese come quelli cinesi e la facciamo finita una volta per tutte?
Quello delle regole di bilancio è solo un esempio del nulla che ruota intorno alla creazione del famigerato FSB.
Al vertice di Londra è stato concesso un contentino a Francia e Germania. Il G20 si è impegnato a combattere i paradisi fiscali, terreno di scontro tra i due paesi Europei e la Cina. Quest'ultima era inizialmente preoccupata dalla possibilità che Macao ed Hong kong rientrassero nella lista nera dei paradisi fiscali. Alla fine la Cina si è arresa, arrivando a promettere che le due regioni regioni si conformeranno alle regole internazionali entro un anno ed assicurando così, la cancellazione di entrambe dalla lista nera pubblicata dall'OCSE a fine meeting.
Anche ad altri 35 paradisi fiscali è stato dato un anno di tempo per adeguarsi alle regole internazionali. Se non dovessero provvedere a riguardo "i membri dell' Ocse decideranno sanzioni, che non sono state ancora studiate, ma che dovrebbero prevedere la sospensione di tutti gli aiuti economici".
Mi auguro che le sanzioni non si limiteranno alla sospensione degli aiuti economici. Si tratterebbe di una grande farsa. I paradisi fiscali generalmente non hanno, per ovvie ragioni, grande necessità di aiuti.
La lotta ai paradisi fiscali, la supervisione delle agenzie di rating e degli hedge funds, il controllo sugli stipendi dei manager. Si tratta di una moltitudine di annunci che sembra rivolta ad una popolazione livida nei confronti di banchieri e finanzieri. Una popolazione che pretende un cambiamento reale e questo cambiamento e stato consegnato sotto forme di tante parole generiche vergate su un pezzo di carta.
Tutto è stato demandato all'inesistente FSB.
Se mai l'FSB verrà fatto e se avrà davvero questi incredibili poteri se ne riparlerà.
Per il momento, a questo riguardo, ci sono state consegnate solo tante "parole parole parole".
12 commenti:
Le assise tipo G20 hanno lo scopo primario di far credere che i capi di governo decidano.
Ovviamente, per chi ha una visione “politica” oltre che economica, sa bene che ciò non corrisponde a verità essendo i governi, e i loro capi in primis, dei presta faccia di poteri che preferiscono manovrare nell’ombra.
Mi pare una palese dimostrazione che, l’inchiostro del comunicato ufficiale non era ancora asciugato, che arrivava l’annuncio dell’abbandono del mark to market da parte della FED.
A ruota seguiva l’Europa. Alla faccia della trasparenza, delle regole certe e precise ecc ……
Ma tutto questo dove vuole portare ? se l’analisi politica è corretta ad un unico punto.
Dopo aver ricapitalizzato le banche e le assicurazioni, quelle “too big to fail”, tanto per intenderci, a spese degli stati, partirà l’emissione di titoli di stato. Le risorse vere vanno pur trovate.
Quando risparmiatori impauriti dalla persistenza di rischi eccessivi nelle borse si saranno riempiti ben bene di titoli al 2, 3 ,4% di interesse annuo, possibilmente decennali, partiranno le rotative portando l’inflazione a livelli di 2 cifre. La maggior parte della gente non se ne accorgerà perché tutte le monete saranno coinvolte nella svalutazione, e così si potrà ridurre i debiti in termini reali .
Chi pagherà ? ovviamente sempre gli stessi, i più poveri, sia come paesi, sia come cittadini all’interno dei paesi “ricchi”.
L’economia reale entrerà in un nuovo equilibrio produzione/consumi, ad un livello di un 10% inferiore rispetto ai massimi del 2007, la disoccupazione resterà alta ed i flussi migratori si accentueranno, aumentando gli esseri che cercheranno di sfuggire alla fame.
Questo metterà a rischio l’equilibrio sociale all’interno dei paesi “ricchi” ma sarà ben visto dalle autorità perché distoglierà definitivamente l’attenzione della popolazione dalle vere origini e cause della depressione prossima ventura.
Non dimentichiamo che la crisi attuale, benché molto enfatizzata, colpisce una percentuale relativamente piccola (10-15% massimo) di popolazione, il resto è emozione indotta dal vedere almeno un conoscente investito direttamente dalla crisi. Ma quando ci si farà l’abitudine, lo si considererà un pedaggio ancora accettabile da pagare (soprattutto se a pagare sono altri) pur di restare tra i “fortunati”.
Il settore finanziario DEVE sopravvivere, ed anzi DEVE tornare a far guadagnare, questo è l’imperativo, il resto seguirà …
Una dimostrazione di quanto dico viene ad esempio anche dal trattamento riservato a GM e Crysler.
Mentre agli azionisti e titolari di obbligazioni del settore finanziario, si promettono soldi, a quelli delle società tipo GM si chiede di rinunciare VOLONTARIAMENTE al 30/40% del loro valore per evitare il chapter 11 o fallimento pilotato. Stessi tipi di rinuncia ai sindacati, tanto per avvicinarsi meglio e più rapidamente ai salari cinesi.
Non posso predire i tempi, ma tutto ciò non dovrebbe scavalcare troppo quest’anno.
Credo che sui provvedimenti che si stanno prendendo in corso d’opera, veri o fasulli, puramente finanziari o anche economici, ci siano cento occhi puntati, ed i commenti tra bonari, critici e demolitori si contano a decine, se non centinaia.
Gli ultimi, circa gli annunci usciti dal G20, i fondi stanziati (sigh) ed i provvedimenti presi (sigh.sigh) subito, se non annullati, almeno invalidati negli effetti sbandierati nel comunicato ufficiale, si possono leggere e viaggiano tra l’ironico e lo scandalizzato.
Una cosa però ormai è talmente chiara da non esser nemmeno più evidenziata, e cioè il sistema bancario e quello finanziario non pagherà quanto dovuto per il danno fatto.
L’altra cosa talmente evidente da non meritare quasi di esser menzionata, è che difficilmente vedremo idee nuove per battere la crisi. L’unica cosa che i nostri baldi timonieri riescono a fare è spostare in avanti le previsioni del “fine crisi” sperando che prima o poi finisca per conto suo.
Una azione che permetta loro di dire “fatto questo, in tot mesi si comincerà a vedere questo e quest’altro” nessuno si sente di metterla in pratica perché nessuno ne ha una lontana idea di cosa potrebbe essere.
Pertanto navighiamo sospinti da tante parole, pochi fatti, previsioni farlocche, constatando giorno per giorno quel che il ciel ci manda.
E mi pare ovvio.
Avete sentito qualcuno dei vari capi di stato e di governo dire verso che tipo di società ci stiamo dirigendo ? c’è qualcuno che ha sentito qualcuno degli stessi predire verso che livello di consumi , e quindi di produzione, ci stanno conducendo ? no vero ?
Ma se il livello ante crisi era drogato da denaro inesistente, sicuramente non si potrà tornare a quel punto, e, allora verso quali produzioni, se ci saranno, orientare i lavoratori che producevano i beni eccedenti ? perché per ripristinare un livello decente di consumi occorrono anche quei redditi.
Se qualcuno rispondesse a tali domande si potrebbe poi anche capire quando la crisi sia “risolta”, ma senza di essi da cosa dovremmo poter capire che finalmente si volta pagina ?
Far crescere il PIL virtuale pur avendo il paese in depressione reale, non sarebbe così difficile, quando si è accettato che è possibile stampare denaro secondo necessità. Pertanto resta aperta la domanda :
“ come sarà il dopo-crisi ????”.
C’è qualcuno che vuole almeno azzardare qualche ipotesi ?
solo parole....
niente di concreto.
ma in questo mondo mediatico anche queste hanno il loro effetto .
le vuote parole nn sono il nulla.
guarda come i mercati hanno reagito,
e "loro" lo sanno ....infatti quasi ogni giorno il bernanke, l'obama, il berlusconi , il trichet di turno predicano ottimismo.
forse è l'unica cosa ke sanno e possono fare x questa crisi
sono veramente sconcertato dall'assenza di onestà da parte di tutti coloro che guardano, analizzano, discutono, gestiscono questa crisi.
beh… visto quanto chiare sono le idee, potremmo anche dire che la crisi è già finita ….
in altre parole, aspettiamo la fine dei licenziamenti ?? oppure PIL in positivo ? oppure consumi in aumento ? o tutti e tre insieme ?
e poi basta in un paese oppure occorre che la stessa cosa accada a più aree, e quante, quali ?
penso che se non si stabilisce a priori quale debba essere la soglia da superare, potremmo averla gia passata o non passarla mai.
una situazione tipo giappone anni 90/2000 è crisi ancora o non più ?
un po di chiarezza in merito credo darebbe molta più fiducia delle dichiarazioni che a getto continuo ci vengono propinate, e che alla fine non vogliono dire nulla.
come un automobilista dal meccanico con l'auto che non parte, il quale meccanico gli dice:
"forse è il cavo delle candele, ma potrebbe essere anche la batteria scarica, però non sappiamo le valvole come sono e poi... poi pèotrebbe anche aver fuso.
io credo che l'automobilista di fronte ad una simile diagnosi potrebbe anche essere autorizzato a sparare al meccanico.
perchè non facciamo lo stesso con i nostri "meccanici" ?
buona pasqua stand!!
Ciao Andrea,
Buona Pasqua anche a te ed a tutti i lettori del blog
buone feste a tutti e a te in particolare che scrivi x noi
Ciao Stand
la pasqua porta consiglio ed ho concentrato l’attenzione sul Giappone, perchè sul F.t. ho visto il grafico del rapporto debito/pil di USA, Italia, Gran Bretagna, Giappone.
Per l’Italia si veleggia sopra il 100% con qualche punto in più o meno, ma senza eccessive variazioni.
Per USA e G.B. si vede un’impennata nell’ultimo anno, e sappiamo tutti a cosa è dovuta.
Per il Giappone si ha una curva della stessa inclinazione dell’impennata degli ultimi due, ma che dura da 15 anni, e parte dagli anni 90 e arriva ad oggi passando dal 50% al 200%.
Ho letto tutto ciò che ho trovato compresi i tuoi interventi in merito e quelli di Alessandro su Castelli di carte, più quelli di Ac-finanza e molti altri che ho trovato facendo ricerca tramite google, e mi sono reso conto di quanto sia difficile capire quel mondo.
Innanzitutto il come sia possibile quanto accaduto.
La BoJ stampa denaro e compra i titoli del debito pubblico (Qe), i soldi che tramite lo stato arrivano alla società vengono usati per comprare obbligazioni all’estero e finanziare così le loro esportazioni.
Infatti, questa crisi che ha bloccato le importazioni in molti paesi, ha causato sovrapproduzione in Giappone.
Per compensare si è licenziato e questi, perso il lavoro, hanno cercato di recuperare un pò dei soldi investiti all’estero.
Peccato che in giro ci fossero pochi yen, perché quelli usati per comprare i titoli erano già rientrati per pagare le esportazioni. Così si è avuto il paradosso di crollo della produzione, licenziamenti di massa, e yen che saliva.
Quello che mi interessa cercare di capire è quale può essere il punto di rottura di questa conduzione economica.
Il debito pubblico, con tassi di interesse vicini al 1,5% (il tasso di riferimento è 0,25) costa 3 punti percentuali di pil (200% *1,5 %), ma questo vale fino a che in giro per il mondo tutti giochino al Qe, o giochi simili.
Si dovesse vedere i tassi del debito di paesi importanti salire al 5-6%, la crescita del debito/pil giapponese, senza modifiche importanti della politica fiscale, prenderebbe un andamento esponenziale.
E questo non è così distante dal verificarsi, visto gli strani giochi che le banche centrali stanno facendo a gara, a giocare.
Poi mi sono scontrato con la mentalità giapponese dove scopro che ad esempio solo un disoccupato su 5 prende una indennità. I disoccupati devono sostenere un colloquio e solo se hanno certe caratteristiche gli viene dato il modulo per la richiesta, agli altri viene consigliato di farsi mantenere da amici o parenti.
Poi ci sono persone che letteralmente muoiono di fame, perché per orgoglio non chiedono.
Ma il grave è che manco si incazzano.
Il welfare è veramente scarso, se si considera che tra pochi anni, causa l’invecchiamento della popolazione produttiva, avranno un pensionato ogni 1,2 lavoratori, ma forse cominceranno a far sapone con i vecchi.
Welfare scarso e livello di tassazione basso al 25%, pertanto ampi margini per elevarlo, ma visto che lo stato dà così poco, i giapponesi accetteranno un cambio del genere di politica fiscale senza causare grossi disordini ?
Come in Italia negli anni 80 e 90 si stabilì quell’accordo perverso per cui lo stato lasciava evadere le tasse purchè gli evasori comprassero i buoni del tesoro, anche in Giappone vige un accordo perverso dello stato verso i cittadini e di questi verso il mondo esterno, per cui alla fine, si finanziano le esportazioni alzando il debito pubblico.
So che non hai la sfera di cristallo, come d’altronde manco io possiedo, ma fino a quando credi che quel giochetto reggerà?
Considerando che il giappone è il secondo creditore mondiale degli USA, è chiaro a cosa sto pensando.
anche tu, Stand, sembri scomparso.
forse hai solo preso un po di ferie, spero nulla di grave.
riporto anche qui questa piccola provocazione....
La crisi sta rallentando !!
Forse il peggio è alle nostre spalle !!
Arrivano alcuni segnali positivi !!
Le misure anticrisi fanno il loro effetto !!
Le banche stanno facendo UTILI !!
Evviva , evviva, brindiam brindiamo !!
….. sulle macerie brindiamo … le macerie sociali dei senzatetto, dei licenziati, dei cassintegrati, che possono riempirsi la pancia guardando i bonus dei manager integri e salvi.
E non si sognino i contribuenti di lamentarsi per qualche punto di debito in più (da pagare), basta che ricomincino a spendere soldi che non hanno ma che li schiavizzeranno per il resto dei loro giorni, perché l’economia deve ripartire.
I controlli ? aspettiamo che quell’ectoplasma di Financial Stability Board prenda forma, e se poi si dimentica del perché è stato proposto, tanto meglio. Il rigore finanziario ? eh no… troppo impegnativo e deprimente. I compensi ai manager ? vorremo mica aumentare i poveri , no ? i paradisi fiscali che proteggono i frutti dell’evasione fiscale, i proventi della malavita organizzata …. Ma non scherziamo, non esistono più, hanno promesso che prima della fine dei secoli soddisferanno le richieste, e tanto basta. Un pò di fiducia no ?
Le borse, con qualche spicciolo hanno riguadagnato il 20 % e questo cambia tutto !
Si sta ricominciando a creare valore virtuale, e tanto basta per far cambiare l’umore generale.
Ma verso cosa ci stiamo dirigendo ?
Giappone con debito vicino al 200%, Italia verso il 120%, Usa vicini al 100% (senza contare il peso di F&F), Gran Bretagna al 90%, Francia e Germania sopra al 60%, ma c’è qualcuno che, seriamente pensa, che debiti simili possano un giorno esser ripagati ? oppure è solo un modo per legalizzare un enorme trasferimento di risorse dallo stato (e quindi dai contribuenti) alle banche ed ai loro managers e proprietari ?
Che brutto modello di società vedo formarsi per i nostri figli …. Avranno le loro guerre da combattere e spero che abbiano palle a sufficienza per combatterle. Ma sicuramente non potranno farlo con videofonini, giochini virtuali e magliette e scarpette firmate!
Bellissimo il commento del signor Andrea (e drammatico)
Spero che il signor Stand stia bene, cominciano a mancarmi i suoi post...
Cordiali saluti
max
è vero ..
qua sembrano spariti tutti...
nn è ke oscurano le fonti di informazioni libere ??
anke DUE CENTS secondo me ha contratto la "MAIALA"
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