martedì 19 maggio 2009

Vaporware

In quelli che vengono definiti Main Stream Media è ormai raro vedere trapelare un barlume di verità. Quando per qualche ragione ciò accade, l'evento finisce col rimbalzare da un lato all'altro della rete, descritto e presentato con un certo stupore, quasi si trattasse del ritrovamento del santo Graal.

In un recente post su zerohedge viene linkato un filmato tratto da Fox Business News nel quale si sente Dan Shaffer, capo della Shaffer Asset Management pronunciare la seguente frase e rivelatrice frase:

"Qualcosa di strano è successo durante le ultime 7 o 8 settimane. Doreen, probabilmente sarai d'accordo su questo -- vi è stato un potere al di sotto del mercato che ha continuato a sostenerlo operando sui futures. Osservo i futures ogni giorno e ogni istante, e un tremendo quantitativo di volume è giunto in diversi momenti durante le ultime settimane, quando il mercato era sul punto di spezzarsi riportandolo di nuovo in alto. Di solito verso la fine della giornata - è successo una settimana fa di Venerdì, a 7 minuti alle 4, quasi 100000 contrati su S&P futures sono stati scambiati, e poi negli ultimi 5 minuti, prima delle 4, altri 100000 contratti sono stati scambiati, sostenendo il DOW e portandolo da una perdita di 18 punti a salire di 44 o 50 punti in 7 minuti. Sono necessari dai 10 ai 20 miliardi di dollari per essere in grado di spostare il mercato in questa maniera. Chi ha la quantità di denaro necessaria a muovere questo mercato?

Inoltre, il mercato è risalito durante il periodo di incertezza degli stress test facendo aumentare il valore delle azioni del settore bancario, e le banche hanno emesso nuove azioni - hanno recuperato capitale durante questo rally. E' stata una manovra da manuale di controllo dei mercati - ora che le azioni sono state emesse..."

E' confortante constatare che un minimo di verità trapeli ogni tanto anche dai canali della FOX. Gli altri ospiti della trasmissione si sono uniti alle preoccupazioni avanzate da Shaffer: Doreen lamentando il basso volumi degli scambi che ha caratterizzato il mercato in questa fase di rialzo, Richard Suttmeier annunciando la fine del recente rally a causa dei pessimi fondamentali.

Indipendentemente da quanto ancora manchi alla fine di questa fase positiva dei listini una cosa è certa: i poteri che hanno impegnato anima e corpo nel tentativo di sostenere i mercati e distruggere chiunque scommettesse al ribasso non hanno munizioni infinite. Le grandi banche USA sono riuscite a recuperare capitali sul mercato senza dover svendere le proprie azioni. La Goldman, la JP Morgan e la Morgan Stanley hanno annunciato l'intenzione di ripagare il denaro ricevuto tramite il TARP una cifra complessiva tra le 3 banche di 45 miliardi di dollari.

Citigroup ha aumentato le previsioni sui guadagni futuri della Goldman, quest'ultima ha consigliato ai suoi clienti di acquistare azioni di Bank of America basando le proprie ottimiste previsioni "su un altro solido quarto previsto per il mercato immobiliare e finanziario" come indicherebbero, a suo dire, i livelli di attività osservabili nei primi tre mesi dell'anno. Senza contare la raccomandazione all'acquisto, sempre da parte della Goldman, delle azioni della State Street Corp (una delle grandi banche USA ad aver ricevuto denaro tramite il TARP) quando proprio la Goldman - insieme alla Morgan Stanley - è stata incaricata dalla State Street di gestire una sua emissione azionaria per il valore di 1,5 miliardi di dollari.

L'intero sistema bancario insomma, sembra essere al lavoro per auto-sostenersi cercando di riparare i proprio bilanci fino a quando il mercato debitamente "aiutato" tiene.

La realtà è come sempre, meno rosea di quanto la Goldman o chi per lei vada in giro a raccontare. Il grafico sotto preso da chartoftheday mostra l'andamento dei ricavi per i titoli dello S&P 500:


Un andamento che non promette nulla di buono per il prossimo futuro. Altro dato estremamente interessante lo rivela il TrimTabs Investment Research in un articolo su marketwatch. Secondo TrimTabs che monitorizza le nuove emissioni azionarie, i buyback da parte delle aziende e gli acquisti e le vendite di azioni da parte di managers ed insider di alto livello, le prospettive sarebbero fosche.

La scorsa settimana vi sarebbe stata un offerta di nuove azioni pari a 31,3 miliardi di dollari, il più elevato livello in questa decade. A fronte di ciò non vi sarebbe stato nessun acquisto da parte di insider. Al contrario, essi avrebbero venduto azioni per l'ammontare di 500 milioni di dollari. TimTrabs ne trae la seguente conseguenza:

"Il messaggio che la "casa" sta inviando è chiaro -- gli investitori dovrebbero abbandonare il mercato azionario".

Peter Eliades la cui news letter, Stockmarket Cycles, ha ottenuto il secondo miglior risultato nel 2008 ha recentemente detto:

"Pensiamo che questo mercato sia in pericolo, forse in grande pericolo, ancora una volta. Sappiamo che può sembrare drammatico, ma il fatto che gli indici e i valori medi si siano bloccati dove lo hanno fatto, rende più evidente l'analogia tra il 1930-31 ed il periodo attuale. Fino a quando ed a meno che, nuovi massimi non siano stabiliti, è nostra convinzione che questo mercato sia diretto verso nuovi minimi per l'anno in corso e più rapidamente di quanto molti credano sia possibile".

I dati economici del primo quarto dell'anno sono tutt'altro che confortanti. In Europa l'Eurostat ha rilasciato la variazione del PIL per i paesi dell'area. Una mezza ecatombe (cliccate sulla tabella per un ingrandimento):


Ciò che fa sta facendo sperare politici ed economisti sono i dati sugli ordinativi dell'industria che hanno riscontrato un leggero miglioramento negli ultimi tempi, in particolar modo quelli della Germania la locomotiva d'Europa la cui economia ha sempre fatto un po' da traino al resto dell'Unione. Nel grafico sotto si vede come il precipitare dei nuovi ordini abbia cominciato a rallentare sensibilmente già dai primi mesi dell'anno.



Questi primi segnali di miglioramento si sono riflessi sull'indice di fiducia dei mercati, quel fattore impalpabile che influenza pesantemente l'economia e che sembra essere diventato la principale preoccupazione dei politici di mezzo mondo.



Anche'esso ha subito una chiara inversione di tendenza, la prima da quasi due anni. Purtroppo però, la fiducia dei mercati è un elemento estremamente volubile capace di invertire andamento molto rapidamente nel caso di un nuovo crollo dei mercati.

Quello che sta sostenendo la domanda industriale ed in buona parte l'economia reale, sono gli interventi economici operati dagli stati ed il calare delle scorte delle aziende a seguito di un periodo in cui i nuovi acquisti da parte di esse si erano pressoché azzerati. Sempre meglio che niente, ma non stiamo certo parlando dell'indicazione di una sostanziale ripresa economica. Rimane ad esempio l'inevasa questione su cosa accadrà una volta che gli interventi statali si saranno esauriti. Il rapporto tra debito-PIL degli stati è destinato ad allargarsi in maniera spaventosa da qui a due anni secondo l'FMI. Il paese messo peggio è il Giappone che dovrebbe arrivare nel 2010 ad avere un rapporto del 227%, ma al secondo posto ci siamo noi con rapporto previsto al 2010 del 121%.

Se la memoria non mi inganna quando la lira finì sotto attacco ed uscì dalla SME negli anni 90 portando il paese ad un tiro di schioppo dal default, il rapporto debito-PIL era del 118%. Allora avevamo ancora aziende da "privatizzare" e una classe media da tartassare e tassare. Oggi abbiamo l'Europa e l'euro che agiscono da cuscinetto, ma resta ancora da vedere se saranno sufficienti.

Quando questo rally artificiale si esaurirà definitivamente, scomparendo in uno sbuffo di vapore, tutto quello che ci rimarrà saranno i fondamentali economici. Gli interventi dei vari stati difficilmente riusciranno a compensare il continuo deterioramento del mercato immobiliare, la contrazione dei consumi e del credito. Anche se i fondamentali dovessero assestarsi, lo faranno ad un livello basso non sufficiente a sostenere in maniera stabile l'occupazione. La S&P prevede per i prossimi 12-18 mesi una disoccupazione negli USA che oscilli tra il 9,7% ed l'11,7%.

Questa crisi non finirà tanto presto.

9 commenti:

maat ha detto...

ma il giappone con il debito-pil al 227% come farà a salvarsi ?
noi al2° posto...., ma gli usa a quanto avranno il debito fra 1 anno ?
e l'inghiltera nn è messa peggio di noi ?

Stand ha detto...

Ciao maat, la situazione del Giappone non è rosea se si guarda al futuro. Come paese ha una situazione demografica ancora più disastrosa della nostra. Si stima che da qui a 40 anni (se non ricordo male) la popolazione scenderà a 45 milioni di persone dai 110 attuali.

Al contrario dell'Italia il Giappone ha un immigrazione estremamente ridotta e ancora meno amore per gli stranieri. O si rassegnerà all'immigrazione o scoppierà economicamente.

La fortuna del Giappone fino ad ora è stata l'alta propensione al risparmio dei suoi cittadini e un elevato PIL che dipende fortemente dall'esportazioni. Se uno di questi due fattori, legati tra loro, dovesse venir meno l'economia salterebbe.

Quindi un calo delle esportazione magari come conseguenza di un ridotta domanda mondiale o una fuga dei risparmiatori, come in parte sta già avvenendo, alla ricerca di paesi che offrono rendimenti superiori al misero 0,25% giapponese, se protratti, avrebbero un effetto dirompente sull'economia del paese asiatico.

L'Inghilterra ha un rapporto debito-PIL previsto per il 2010 del 73%, ma come scrissi in passato dipende molto da come viene calcolato il debito pubblico. Nel caso Inglese conteggiando le nazionalizzazioni bancarie la cifra sale drammaticamente e lo stesso dicasi per gli USA.

Il loro rapporto debito-PIL ufficialmente previsto per il 2010 è del 98%, ma se si dovessero calcolare tutte le spese e gli impegni economici presi (si parla principalmente di sanità e social security), come va ripetendo da tempo David Walker ex ragioniere di stato USA e come disse Fisher il capo della FED di dallas, il debito USA sarebbe molto vicino ai 90 trilioni di dollari invece che poco sopra gli 11.

maat ha detto...

quindi USA ,UK, JAP tutti messi ancor peggio di noi.. .. con gli stessi sistemi di calcolo..
come pensavo ank'io ..
visto ke stanno stampando dollari e sterlina a piu nn posso.

orizzonti foschi .forse ci vorranno ancora 2 anni ,, ma i nodi vengono sempre al pettine

teoterzo ha detto...

Negli articoli sul Blog e nei commenti ho notato che manca spesso, o sempre, una particolare appendice, poche righe, in cui lasciare una nota che sia una sintesi di tutto quello che nel mondo della finanza e dei Pil si può capire, al momento.Per quelli come me, poco esperti in materia, ma molto interessati, mi farebbe piacere leggere un finale che sia anche una previsione.
Forse chiedo troppo o mi spiego male, comunque ringrazio l'autore Stand per le sue analisi.
Che fine faranno i miei risparmi?

mensa andrea ha detto...

grazie Stand, come al solito per le tue osservazioniinteressanti e documentate.
ho trovato una originale interpretazione di questa crisi sul sole24ore, ed esattamente
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Economia%20e%20Lavoro/2009/lezioni-per-il-futuro/19-maggio/pil-modelli-sviluppo.shtml?uuid=542ceca4-4447-11de-a051-af559783c70e&DocRulesView=Libero
che suggerisco di leggere.
veramente simpatica.it

Loredana ha detto...

buongiorno,
vorrei chiederle il permesso di riassumere i suoi articoli e tradurli in francese per riportarli su un blog francese che seguo regolarmente, e che ha un punto di vista vicino al suo.
si tratta del blog de Paul Jorion:
http://www.pauljorion.com/blog

posso?
grazie
Loredana

Stand ha detto...

Ciao teoterzo, non ho capito bene quale sia la richiesta. Normalmente faccio delle previsione nei miei articoli, che per loro natura non possono che essere generali.

Stai chiedendo di riassumere il senso di un articolo in un riquadro alla fine?

@Andrea

L'articolo del sole 24 ore propone una visione interessante anche se per forza parziale. Il discorso sulla demografia e come produca od influenzi le crisi economiche è molto interessante. Recentemente Nate sul suo blog ha pubblicato un post a riguardo http://economicedge.blogspot.com/2009/05/damning-demographics.html. Anche io pensato più volte alla possibilità di scrivere qualcosa su questo fenomeno, ma non ho mai avuto il tempo o la voglia di andare a caccia dei dati e delle tabelle necessarie a fare un discorso decentemente argomentato.

@Loredana

I miei articoli possono essere riprodotti, tradotti o citati in qualunque forma basta che ne venga indicata la fonte.

Umberto Zorzi ha detto...

Dal telegraph di oggi:
http://www.telegraph.co.uk/finance/financetopics/financialcrisis/5379285/China-warns-Federal-Reserve-over-printing-money.html
Umberto

mensa andrea ha detto...

scusa se vado fuori tema, ma mi pare che il caso meriti un po di attenzione.
l’euro sta toccando 1,43 sul dollaro con una rivalutazione del 10% circa in 15 giorni.
visto dal punto di vista della sterlina o dallo juan cinese, è l’euro che si rivaluta, mentre dal punto di vista delle altre monete mondiali (petrolio compreso) è il dollaro a svalutarsi.
ora, per provocare scostamenti del genere è necessario muovere miliardi di dollari, pertanto la domanda che si pone è:
chi sta muovendo una massa così ingente di capitali e perchè ???
cosa è successo per giustificare simili movimenti ????