Probabilmente molti dei miei lettori , notando che il blog non veniva più aggiornato, avranno pensato che fossi sparito in qualche angolo tropicale a immergermi in una rilassante vacanza. Purtroppo non ero impegnato in nulla di così esotico o piacevole, semplicemente avevo voglia di prendermi una pausa, tanto, mi sono detto, che cavolo potrà mai succedere a metà Agosto a parte qualche gara olimpica?
E' successo che è scoppiata ed è anche finita, a tempo di record, una piccola e sporca guerricciola.
Il pupazzo di Washington e presidente della Georgia, Mikheil Saakashvili, mosso da chissà quale progetto folle, ha deciso di invadere l'Ossetia del Sud, annunciando l'attacco in Tv con alle spalle la bandiera Europea (la Georgia non è in Europa).
L'Ossetia del sud è un territorio pressochè indipendente dalla caduta dell'Unione Sovietica. Prima del crollo il controllo di quel territorio era stato affidato alla Georgia, ma dopo il disfacimento dell' URSS, venne indetto un referendum, col proposito in caso di esito positivo, di dichiarare autonoma la regione. La stragrande maggioranza della popolazione votò si, ed in seguito a ciò, l'Ossetia del Sud si affermò la sua indipendenza. La Georgia non ne ha mai riconosciuto la validità del referendum, ma di fatto ha lasciato l'intero territorio in pace dal lontano 1992 sottoscrivendo accordi che garantivano la rinuncia a qualsiasi intervento militare di aggressione nei confronti dell'Ossetia del sud.
Addirittura, qualche giorno prima di lanciare l'attacco, la Georgia firmò un accordo formale che assicurava l'autonomia all'Ossetia del Sud per poi attaccarla subito dopo, tutto in perfetto stile "Don Corleone" come è stato definito da molti.
Gli abitanti dell'Ossetia del Sud hanno poco a che spartire con i Georgiani, a parte la vicinanza geografica, hanno invece molto in comune con l'Ossetia del Nord, territorio che appartiene alla Russia. Piaccia o no i sud osseti, sono di fatto russi e Putin, per ragioni politiche, concesse anni addietro il passaporto russo a gran parte di essi.
La biografia del presidente della Georgia, potete leggervela comodamente su dozzine di siti per cui ve la risparmio, basti dire che è un pupazzo (perchè non si può definirlo in altra maniera) degli USA e obbedisce direttamente ai voleri della casa bianca.
Quale sia stato il calcolo demente dietro l'attacco del sud Ossetia è difficile dirlo. Riesce difficile credere che un burattino come Saakashvili, abbia deciso di lanciare un attacco, che ovviamente avrebbe scatenato una risposta Russa, senza l'approvazione dei suoi padroni. Il 31 luglio una decina di giorni prima dell'attacco, la Georgia ha tenuto un esercitazione congiunta con gli Stati Uniti e un paio di paesotti dei dintorni.
Ufficialmente l'esercitazione era per prepararsi a rispondere in caso di un eventuale attacco terrorista.
Un po' quello che succede sempre negli ultimi anni. Si fanno esercitazioni con sommergibili nucleari, portaerei e caccia e la motivazione è sempre un eventuale attacco terrorista. Siamo ormai oltre la farsa.
Ovviamente l'esercitazione era in preparazione della guerra contro l'Ossetia. Così, come le esercitazioni fatte da israele 3 settimane prima dell'attacco contro il Libano. La cosa buffa è che Israele si era preparato ad una guerra convenzionale ed è stata sconfitta da tattiche di guerriglia. La Georgia forte dei "consulenti" militari americani e israeliani e della loro esperienza in medioriente, era stata preparata a contrastare una guerriglia e si è trovata ad affrontare un esercito pesante, armato fino ai denti.
Non posso che definire il branco di omini dietro al presidente Gergiano, ed il presidente stesso un bel gruppo di "genii". Analizzando le loro manovre vien davvero da pensare che essi fossero convinti che la Russia non sarebbe mai intervenuta. Esiste una solo via di collegamento tra la Russia e l'Ossetia del Sud ed è il Roki tunnel, che attraversa per quasi 4 km una montagna a 3000 metri di altezza.
Quanto ci voleva a far saltare per aria un tunnel come quello?
Senza quella via di collegamento i Russi avrebbero potuto intervenire solo per via aerea, rallentandone tutta l'opera di contrasto all'esercito Georgiano.
Che un operazione ovvia, come recidere l'unico e fondamentale collegamento stradale tra Russia e sud Ossetia, non sia stata compiuta, dimostra che gli idioti di Washington e il presidente Georgiano erano genuinamente convinti che la Russia non sarebbe intervenuta.
Oppure volevano proprio un intervento Russo. Se così fosse, tutta la faccenda si farebbe ancora più oscura. Di certo, Saakashvili, non avrebbe avuto nessun interesse a farsi azzerare l'esercito dai Russi, sopratutto visti i milioni che ha investito per costruirlo, tutti soldi levati all'economia traballante di un paese con gravi difficoltà finanziarie.
Per gli USA potrebbe essere stato un calcolo molto pericoloso.Sondare la situazione e vedere come avrebbero reagito i Russi ad una guerra sul loro confine. Creare delle tensioni tra Europa e Russia per allontanarle ulteriormente tra loro (la grande paura degli USA è una forte alleanza strategica tra Europa e Russia) e forzare la mano all'Europa per infilarci a forza l'ennesimo staterello che non serve a un cavolo, se non ha crearci problemi e a lavorare a favore degli interessi americani e non quelli europei.
Quale che fosse il calcolo, la Russia, come era ovvio, è intervenuta in difesa dell'Ossetia del sud, che vale la pena ricordarlo, non ha un vero e proprio esercito, avendo meno di 100000 abitanti. Si trattava di intervenire o restare a guardare la Georgia bombardare i centri abitati di un territorio indifeso e assistere indifferenti all'uccisione dei membri dell'esercito Russo in missione di pace sotto mandato Onu, al confine tra Ossetia e Georgia.
La Russia è intervenuta.
L'esercito Georgiano contro quello Russo è durato circa 3 giorni e per la prima volta da un bel po' di anni a questa parte, si è visto uno scontro tra due flotte aeree e tra mezzi pesanti. Il messaggio pare essere arrivato a Washington forte e chiaro. L'orso Russo è più vispo e vigile che mai.
La risposta americana è stata di accelerare il dispiegamento dei missilici balistici in Polonia, puntati contro la Russia. Ufficialmente essi verrebbero installati per intercettare eventuali missili intercontinentali lanciati dall'Iran. Peccato che l'Iran non abbia missili intercontinentali e che gli USA non abbiamo mai messo a punto un sistema di intercettazione che funzioni.
I missili vengono piazzati come minaccia nei confronti della Russia. Il messaggio è: "Noi vi possiamo colpire prima che voi possiate reagire e difendervi".
Insomma tutto nel nome della distensione e dei buoni rapporti diplomatici.
Se qualcuno dopo tutto questo discorso avesse dei dubbi su come la penso, lo dirò chiaro e tondo. La Russia ha fatto benissimo ad intervenire e data la situazione non poteva agire altrimenti.
I neocon che governano a Washington invece, sono un branco di pazzi scatenati.
Quando dico pazzi, intendo il genere di follia che si può trovare in un cattivo dei fumetti, di quelli che vogliono conquistare il mondo e mettono a punto un piano diabolico per raggiungere il proprio fine.
Il piano dei neocon è evidente a chiunque segui un po' di politica internazionale, ma anche senza appellarsi all'intelligenza della gente, basta andare a leggerselo il piano (sono 90 pagine, ma ne vale la pena). Perchè i genii prima di arrivare al governo degli Stati Uniti, il piano lo hanno messo nero su bianco con tanto di firma da parte del gotha dei neocon (Cheney, Rumsfield, Wolfowitz, Faith ecc).
In soldoni, il piano descritto in "rebuilding american defense" il documento conclusivo del famoso PNAC (project for new american century), ribattezzato simpaticamente "il piano di Cheney per il controllo del mondo", traccia una serie di passi che gli Stati Uniti avrebbero dovuto adottare per rimanere l'unica super potenza incontrastata e mantenere così la supremazia mondiale.
Le misure che avrebbero dovuto adottare erano:
Un riarmo completo del paese, che rimediasse agli anni di lassismo in campo bellico sotto la presidenza Clinton
Una riorganizzazione dell'esercito, in modo da renderlo più snello ed agile, fornendolo di equipaggiamento super tecnologico in modo da ottenere la superiorità sul campo, contro qualunque avversario. Questi due fattori uniti avrebbero premesso all'esercito degli Stati Uniti di essere impegnato su più teatri di battaglia contemporaneamente, compensando la frammentazione delle forze con la superiorità tecnologica.
Il controllo dello spazio e del cyber spazio, prossimi campi di battaglia nelle guerre future.
Lo scoraggiamento del sorgere di super potenze rivali. Per ottenere questo scopo se non fosse stato possibile utilizzare direttamente l'esercito, era necessario intervenire tramite ricatto.
Per poter ricattare le altre nazioni, era indispensabile controllare le riserve energetiche del pianeta. Diventavano quindi centrali per l'attuazione del piano il controllo del medioriente e dell'Eurasia. Di qui la guerra in Iraq e in Afghanistan (conosciuto per chi sa un po' di geopolitica come la porta dell'Eurasia)
Questi i punti fondamentali, ma se volete davvero farvi del male leggetevi tutto il documento.
Come si può definire questa strategia?
Definirla semplicemente folle sembra riduttivo. E' un fottuto piano, nero su bianco, firmato esplicitamente dalla quasi totalità dell'amministrazione Bush, per il controllo del mondo.
Roba che sembra uscita da Watchman (un celebre fumetto di Alan Moore).
Inutile dire che la strategia Neocon non sta funzionando come previsto. Wesley Clark generale statunitense, che fu a capo della Nato in Europa, dal 1997 al 2000, raccontò in suo libro come alcuni alti ufficiali del pentagono, gli raccontarono nel 2001, che Bush & Co avevano in programma di fare 7 guerre in 5 anni (Iraq, Iran, Somalia, Sudan, Libia, Siria, Libano).
Alcune di queste come quelle in Somalia e Libano sono avvenute per interposta persona. Quella in Iraq ed quella in Afghanistan hanno prosciugato le risorse e le finanze dell'esercito americano, alla faccia dell'esercito leggero e super tecnologico che avrebbe dovuto fare guerre lampo ed economiche sia finanziariamente che in termini di vite umane.
Il prossimo passo che i Neocon sembrano intenzionati a intraprendere è il famoso attacco all'Iran che covano da anni aspettando solo l'occasione propizia. Poco tempo fa si è svolta un imponente esercitazione nelle acque del golfo in vista di un futuro blocco navale che gli Stati Uniti sembrano decisi ad imporre contro l'Iran. Un blocco come non se ne vedevano dai tempi della crisi dei missili a cuba in piena guerra fredda.
Essendo la Russia un grande alleato dell'Iran non è neppure così improbabile immaginare che tra le ragioni dell'attacco in Ossetia ci sia stata la volontà da parte di Washington di testare la determinazione Russa.
Un altro tassello importante per capire gli avvenimenti degli ultimi anni, passa attraverso l'ideologia che sta alla base del pensiero neocon. Un ideologia che deve i suoi natali a Leo Strauss, di cui vi potete leggere una breve biografia sulla wikipedia. Senza entrare troppo nei dettagli Strauss, promuoveva idee che sono state messe in pratica dai suoi allievi ed epigoni (i già nominati Wolfowitz, Cheney, Rumsfield ecc) dagli anni della guerra fredda in avanti. Uno dei punti centrali dell'ediologia straussiana è quello "dei produttori di caos".
Ultimamente gira in rete un video di Naomi Klein, intitolato come il suo ultimo libro: "The Shock Doctrine". Esso si riferisce alla teoria di Friedman, il più celebre economista di fine secolo, secondo cui i cambiamenti veri in un società vanno imposti dopo che la società stessa ha attraversato un forte trauma e si trova ancora in stato di shock, incapace di reagire e resistere al cambiamento. Friedman applicò questo concetto in Cile dopo il golpe che mise al potere Pinochet. Chiamato come consigliere dal governo golpista si trascinò dietro uno stuolo di economisti rampanti provenienti dall'università di chicago (ribattezzati appunto chicago boys, termine che finirà per indentificare poi, tutti gli economisti che ne seguiranno le orme) e trasformò il paese in un laboratorio per le teorie neoliberiste.
Strauss proponeva delle idee simili a quelle di Friedman, ma con una sottile differenza. Non è tanto lo choc ad essere necessario, ma il caos. Lo choc semmai è una sua conseguenza.
E come si produce il caos?
Il caro Strauss ci fornisce la risposta che come potete ben immaginare si chiama "guerra".
Se vuoi ottenere un cambiamento devi scatenare il caos, se vuoi scatenare il caos devi far scoppiare una guerra.
Considerando che il governo degli USA non ha mai fatto segreto di volere dei cambi di regime in medio oriente e in alcuni paesi di importanza strategica come l'Afghanistan, conoscendo le radici del pensiero Neocon, davvero qualcuno si può sorprendere che la risposta ad ogni problema internazionale sembra essere sempre e solo la guerra?
Un altro punto importante delle teorie straussiane riguarda l'organizzazione della società. Mentre elaborava i suoi scritti Strauss, notò un progressivo disgregamento nei valori fondamentali della società Statunitense. Il fenomeno era preoccupante e se non arginato poteva portare al collasso e alla incontrollabilità della società stessa. Per contrastare la scomparsa dei valori tradizionali, Strauss teorizzò che era necessario unificare la popolazione, fonrnendole un nemico contro cui essa potesse coalizzarsi e finendo per trasformare questa lotta, in un valore comune e fondante della società stessa.
La lotta doveva essere una rappresentazione dell'eterno conflitto tra bene e male. Naturalmente gli Stati Uniti avrebbero sempre rappresentato il bene, mentre il nemico di turno, per ovvie ragioni, doveva incarnare il male assoluto privo di qualsiasi possibilità di rendenzione. La bandiera americana avrebbe assunto il ruolo cruciale di emblema di libertà, faro di giustizia e incarnazione del bene, uno stendardo attorno a cui stringersi e riconoscersi.
Il nemico assumeva quindi una funziona fondamentale e se il nemico non esisteva, aggiungeva Strauss, bisognava crearlo.
Essendo il terrorismo un fenomeno complesso è difficile dire quanta parte di esso sia genuina e quanta organizzata direttamente dagli stati per manipolare l'opinione pubblica e per raggiungere dei precisi fini politici e strategici. Ogni caso andrebbe analizzato singolarmente, ma in linea generale potete scommetterci la testa che buona parte di quello che viene definito terrorismo non siano altro che operazioni portate avanti dai servizi segreti di certi paesi.
Viviamo in un mondo che è diventato un incrocio tra quello descritto da Orwell in "1984" e Huxley in "Brave new world". Viene ingigantito, quando non creato ad arte, un fenomeno come il terrorismo a cui poi si dichiara guerra. Il che equivale a dichiarare guerra all'odio, alla avidità, o alla guerra stessa. Non esistendo un nemico definito non è possibile dire quando la guerra finirà e quindi si può mantenere uno stato di emergenza "anti terrorismo" permanente e giustificare grazie ad esso tutta una serie di misure restrittive nei confronti della popolazione ed ogni avventura militare che il "piano" del momento preveda.
Contemporaneamente bisogna raccontare alla popolazione che noi siamo i buoni, qualunque porcheria facciamo o avvalliamo tramite i governi, perchè la verità nuda e cruda non sarebbe accettata dalla popolazione. A questo partecipano con entusiasmo i giornali, che come nel ministero dell'amore in cui lavorava il protagonista di 1984, prendono gli avvenimenti e li riscrivono di sana pianta. La guerra scatenata dalla Georgia è diventata la guerra scatenata dalla Russia. I 2000 morti fatti dai bombardamenti indiscriminati dell'aviazione Georgiana, vengono riportati di fianco a frasi che parlano di attacco Russo senza specificare chi ha ucciso chi, in modo che il lettore sia portato a pensare che siano stati causati dall'azione militare Russa.
Lo stesso è successo con la guerra in Libano, con la guerra in Iraq e con la guerra in Afghanistan. La prima vittima come sempre è la verità.
Viviamo in società democratiche?
Andate a riguardarvi come hanno descritto i giornali gli ultimi avvenimenti internazionali. Come l'aggressore si è trasformato in aggredito. Se i giornali ormai sembrano essere diventati la Pravda di sovietica memoria, come possiamo parlare di informazione. Se non ci fosse la rete saremmo completamente immersi nella propaganda. E se la situazione in Italia è disarmante negli USA è anche peggio, a parte Buchanan non ho visto un altro commentatore mainstream dare una descrizione reale dei fatti.
Se la storia viene riscritta dai mezzi di informazione di massa, al contrario di quel che accadeva nel mondo descritto in 1984, essa non scompare, ma piuttosto come nel libro di Huxley risulta talmente immersa nella disinformazione e in un assordante rumore di fondo fatto di notizie inutili ed idiote, da passare inosservata ai più.
Putin è tutto tranne che uno stinco di santo, ma le sue azioni, condivisibili o meno, sono comprensibili, più ponderate e meno stupidamente arroganti di quelle dei Neocon. Questi ultimi, come già detto, invece sono dei pazzi, con cui è molto difficile sedersi attorno ad un tavolo e ragionare lucidamente. Ovviamente tanto per non smentirci mai, noi come Italia, ma in buona parte tutta l'Europa, reggiamo il moccolo ai pazzi e li trattiamo come fossero degli statisti mentre cercano di spingerci ad un conflitto aperto col nostro principale fornitore di energia.
Il tutto contro i nostri stessi interessi.
Quella che si sta consumando nel mondo, oltre ad essere una lotta per il controllo dell'energia, rappresenta il fallimento dei sistemi a libertà negativa.
Spesso si sente parlare di Nazismo, Comunismo, Capitalismo come se fossero necessariamente sistemi differenti o antitetici. I veri opposti sono sistemi in cui lo Stato ha una componente del 100% ed uno in cui ha una componente dello 0%. Cioè, Stati totalitari e anarchia. Ognuno dei due estremi tende a collassare nell'altro. Quando lo Stato arriva al 100% la spinta è a diminuire la sua componente, spesso portando a un tracollo verticale dell'influenza dello Stato stesso. Se lo stato è allo 0% invece, si verificherà una naturale spinta all'organizzazione facendo salire la componente di quest'ultimo.
Naturalmente la situazione di equilibrio è da qualche parte nel mezzo, tra stato totalitario ed anarchia.
Il Nazismo e il Comunismo sono due esempi di Stati totalitari, e sono due tipi di sistema a libertà positiva. I sistemi capitalisti attuali che chiamiamo "democrazie moderne" sono sistemi a libertà negativa.
I sistemi a libertà negativa sono quelli in cui lo Stato non ha un progetto specifico e non cerca di modellare la società e gli individui verso un fine, ma si limita ad amministrare la struttura pubblica in maniera efficente lasciando ad ogni singola persona la scelta su come vivere, in cosa credere e come comportarsi. La libertà della persona viene poi limitata dallo stato, per garantire la convivenza tra i vari individui, togliendo ad ognuno una serie di libertà o per meglio dire, instaurando una serie di divieti (normalmente chiamate leggi).
I sistemi a libertà positiva invece, prevedono un progetto per la società, tutti gli individui ne fanno parte e devono collaborare ad esso. Ovviamente i sistemi a libertà positiva sono pericolosi, dato che dal momento che qualcuno non accetta o non si riconosce nel progetto del paese, rischia di venire considerato un sabotatore e normalmente tende a scomparire misteriosamente una notte, per non riapparire mai più.
Proprio per questa ragione dopo la seconda guerra mondiale ed i bei risultati conseguiti dal Nazismo, vennero di fatto banditi i sistemi a libertà positiva.
Ora dando un occhiata a quello che sta succedendo politicamente negli Stati Uniti, ma anche in Italia, i sistemi a libertà positiva stanno risorgendo. Questo perché come nel caso di stati totalitari e anarchia, la libertà positiva tende a collassare in quella negativa e viceversa. Abbiamo vissuto per troppo tempo immersi in una libertà senza direzione. Una libertà che ci avevano promesso avrebbe portato maggiore ricchezza, più sicurezza ed un futuro migliore.
Invece ci siamo scoperti più indebitati, più insicuri (in diversi sensi, primo fra tutti la stabilità economica e lavorativa), incapaci di decifrare il presente, figuriamoci il futuro. Nel frattempo Stati che se ne erano altamente fregati di tracciare una direzione per la società, si trovano pressati ad agire, da popoli spaesati ed in cerca di risposte sul proprio futuro.
La risposta sta arrivando ed è la peggiore tra quelle possibili.
E' la risposta di Strauss, la deriva finale della libertà positiva.
L'esorcizzare la propria decadenza tramite l'identificazione di un nemico.
In italia il nemico sta diventando lo straniero. E' lui la ragione dei nostri problemi ed è lui che va combattuto, specie se musulmano e quindi latentemente terrorista.
Non che l'immigrazione non sia un fenomeno da gestire, con intelligenza si spera e spesso anche fermezza. Il problema è che si tratta di una questione secondaria.
I veri problemi sono altri.
Non sono stati gli stranieri ad aver creato il terzo debito pubblico per entità del pianeta terra. Non è colpa degli stranieri se mentre il mondo e gli altri paesi facevano ricerca e cercavano di stare al passo con i tempi, l'italia si rinchiudeva in produzioni a basso valore aggiunto e a basso livello tecnologico. Non è colpa degli stranieri se 3-4 regioni del paese sono completamente nelle mani della criminalità organizzata ed alcune di esse, come la Sicilia hanno un deficit di 13 miliardi di euro (per una cifra simile la california la sesta economia del mondo rischia la bancarotta). Non è colpa degli stranieri se per salvare i vari politici, amministratori, banchieri ed industriali, si sono fatti a pezzi i tribunali e l'intero sistema repressivo del paese, in modo che la cosiddetta "elite" evitasse sempre e comunque le sbarre, col risultato che adesso anche il più piccolo criminale di strada riesce ad evitare la galera a meno che non ammazzi qualcuno.
Un paese che non è neppure più in grado di riconoscere l'origine dei suoi mali e la priorità dei suoi problemi è un paese in preda alla schizzofrenia completa. La stesso con altri percorsi è perfettamente visibile in altri paesi, come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, tanto per fare un paio di nomi.
La libertà positiva entro certi limiti non è necessariamente un male, così come il nazionalismo che normalmente si accompagna ad essa. La verità è che bisognerebbe dosarle entrambe, sia quella negativa che quella positiva. Non si può dare ad intendere che non si ha nessuna direzione per un intero paese, sopratutto in periodi di crisi come quello attuale, così come non si può costringere con la forza la gente a seguirti in progetti dementi.
Allo stesso tempo mentire alla popolazione sui suoi problemi ed imbastire per lo Stato progetti balordi e privi di sostanza, volti a spostare l'attenzione dai problemi seri e a focalizzarla su problemi secondari è un gioco pericolosissimo. Se la gente si accorge che la stai prendendo per il culo rischi grosso, sopratutto se il periodo di crisi si aggrava. Se la gente non se ne accorge ti applaudirà mentre concentri energie e risorse su questioni secondarie, lasciando ingigantire quelle fondamentali fino alla loro deflagrazione finale.
Per anni gli Stati Uniti hanno provato a dosare libertà positiva e negativa, nascondendo la prima dietro la facciata della propaganda.
Il progetto c'era, ma non si poteva confessare esplicitamente, perché prevedeva un controllo imperiale sul mondo.
Adesso che il sistema economico sta collassando e nuovi equilibri internazionali sorgono, il progetto nascosto ed inconfessabile, sta emergendo alla luce del sole, in maniera sempre più sfacciata e con esso riemergono anche i lati più deleteri della libertà negativa: la repressione del dissendo.
Non puoi non approvare, non puoi evitare di unirti al progetto, senza essere tacciato di anti pattriottismo, di essere un eversivo, un comunista, un terrorista o l'aggettivo denigratorio della settimana.
Più la situazione economica peggiorerà e più questa deriva si accentuerà, se noi abbiamo già i militari per strada, negli USA è di fatto stata abolita la legge che impediva all'esercito di intervenire nelle questioni di sicurezza interna dello stato (è la ragione per cui venne istituita in passato la guardia nazionale), e chiunque si opponga al volere del governo può, sempre a discrezione del governo stesso, essere catalogato come terrorista. Ricadendo sotto la definizione di terrorista, un individuo può essere prelevato nella notte senza che gli vengano comunicate accuse o che possa contattare un legale o un famigliare e scomparire per anni.
Il tutto è perfettamente a norma di legge.
Anche se normalmente tendiamo a considerare solo i singoli elementi, l'economia, la politica, la società sono tutti fattori legati tra loro. Attualmente mi sembra che tutti questi fattori stiano chiaramente puntando in una precisa direzione; direzione che non posso certo definire rassicurante.
Intanto il gossip, l'inutile, il vacuo ed il superficiale sembrano essere al centro dell'attenzione mediatica, probabilmente perché nessuno, a cominciare dei politici ha la volontà di affrontare e descrivere l'attualità per quella che è (troppo sconveniente).
Quello che si sta verificando è un film gia visto in passato, sono cambiati gli attori e l'ambientazione, ma la parte che viene recitata è sempre la stessa.
Purtroppo, non ricordo che quel film abbia mai avuto un lieto fine.
E' successo che è scoppiata ed è anche finita, a tempo di record, una piccola e sporca guerricciola.
Il pupazzo di Washington e presidente della Georgia, Mikheil Saakashvili, mosso da chissà quale progetto folle, ha deciso di invadere l'Ossetia del Sud, annunciando l'attacco in Tv con alle spalle la bandiera Europea (la Georgia non è in Europa).
L'Ossetia del sud è un territorio pressochè indipendente dalla caduta dell'Unione Sovietica. Prima del crollo il controllo di quel territorio era stato affidato alla Georgia, ma dopo il disfacimento dell' URSS, venne indetto un referendum, col proposito in caso di esito positivo, di dichiarare autonoma la regione. La stragrande maggioranza della popolazione votò si, ed in seguito a ciò, l'Ossetia del Sud si affermò la sua indipendenza. La Georgia non ne ha mai riconosciuto la validità del referendum, ma di fatto ha lasciato l'intero territorio in pace dal lontano 1992 sottoscrivendo accordi che garantivano la rinuncia a qualsiasi intervento militare di aggressione nei confronti dell'Ossetia del sud.
Addirittura, qualche giorno prima di lanciare l'attacco, la Georgia firmò un accordo formale che assicurava l'autonomia all'Ossetia del Sud per poi attaccarla subito dopo, tutto in perfetto stile "Don Corleone" come è stato definito da molti.
Gli abitanti dell'Ossetia del Sud hanno poco a che spartire con i Georgiani, a parte la vicinanza geografica, hanno invece molto in comune con l'Ossetia del Nord, territorio che appartiene alla Russia. Piaccia o no i sud osseti, sono di fatto russi e Putin, per ragioni politiche, concesse anni addietro il passaporto russo a gran parte di essi.
La biografia del presidente della Georgia, potete leggervela comodamente su dozzine di siti per cui ve la risparmio, basti dire che è un pupazzo (perchè non si può definirlo in altra maniera) degli USA e obbedisce direttamente ai voleri della casa bianca.
Quale sia stato il calcolo demente dietro l'attacco del sud Ossetia è difficile dirlo. Riesce difficile credere che un burattino come Saakashvili, abbia deciso di lanciare un attacco, che ovviamente avrebbe scatenato una risposta Russa, senza l'approvazione dei suoi padroni. Il 31 luglio una decina di giorni prima dell'attacco, la Georgia ha tenuto un esercitazione congiunta con gli Stati Uniti e un paio di paesotti dei dintorni.
Ufficialmente l'esercitazione era per prepararsi a rispondere in caso di un eventuale attacco terrorista.
Un po' quello che succede sempre negli ultimi anni. Si fanno esercitazioni con sommergibili nucleari, portaerei e caccia e la motivazione è sempre un eventuale attacco terrorista. Siamo ormai oltre la farsa.
Ovviamente l'esercitazione era in preparazione della guerra contro l'Ossetia. Così, come le esercitazioni fatte da israele 3 settimane prima dell'attacco contro il Libano. La cosa buffa è che Israele si era preparato ad una guerra convenzionale ed è stata sconfitta da tattiche di guerriglia. La Georgia forte dei "consulenti" militari americani e israeliani e della loro esperienza in medioriente, era stata preparata a contrastare una guerriglia e si è trovata ad affrontare un esercito pesante, armato fino ai denti.
Non posso che definire il branco di omini dietro al presidente Gergiano, ed il presidente stesso un bel gruppo di "genii". Analizzando le loro manovre vien davvero da pensare che essi fossero convinti che la Russia non sarebbe mai intervenuta. Esiste una solo via di collegamento tra la Russia e l'Ossetia del Sud ed è il Roki tunnel, che attraversa per quasi 4 km una montagna a 3000 metri di altezza.
Quanto ci voleva a far saltare per aria un tunnel come quello?
Senza quella via di collegamento i Russi avrebbero potuto intervenire solo per via aerea, rallentandone tutta l'opera di contrasto all'esercito Georgiano.
Che un operazione ovvia, come recidere l'unico e fondamentale collegamento stradale tra Russia e sud Ossetia, non sia stata compiuta, dimostra che gli idioti di Washington e il presidente Georgiano erano genuinamente convinti che la Russia non sarebbe intervenuta.
Oppure volevano proprio un intervento Russo. Se così fosse, tutta la faccenda si farebbe ancora più oscura. Di certo, Saakashvili, non avrebbe avuto nessun interesse a farsi azzerare l'esercito dai Russi, sopratutto visti i milioni che ha investito per costruirlo, tutti soldi levati all'economia traballante di un paese con gravi difficoltà finanziarie.
Per gli USA potrebbe essere stato un calcolo molto pericoloso.Sondare la situazione e vedere come avrebbero reagito i Russi ad una guerra sul loro confine. Creare delle tensioni tra Europa e Russia per allontanarle ulteriormente tra loro (la grande paura degli USA è una forte alleanza strategica tra Europa e Russia) e forzare la mano all'Europa per infilarci a forza l'ennesimo staterello che non serve a un cavolo, se non ha crearci problemi e a lavorare a favore degli interessi americani e non quelli europei.
Quale che fosse il calcolo, la Russia, come era ovvio, è intervenuta in difesa dell'Ossetia del sud, che vale la pena ricordarlo, non ha un vero e proprio esercito, avendo meno di 100000 abitanti. Si trattava di intervenire o restare a guardare la Georgia bombardare i centri abitati di un territorio indifeso e assistere indifferenti all'uccisione dei membri dell'esercito Russo in missione di pace sotto mandato Onu, al confine tra Ossetia e Georgia.
La Russia è intervenuta.
L'esercito Georgiano contro quello Russo è durato circa 3 giorni e per la prima volta da un bel po' di anni a questa parte, si è visto uno scontro tra due flotte aeree e tra mezzi pesanti. Il messaggio pare essere arrivato a Washington forte e chiaro. L'orso Russo è più vispo e vigile che mai.
La risposta americana è stata di accelerare il dispiegamento dei missilici balistici in Polonia, puntati contro la Russia. Ufficialmente essi verrebbero installati per intercettare eventuali missili intercontinentali lanciati dall'Iran. Peccato che l'Iran non abbia missili intercontinentali e che gli USA non abbiamo mai messo a punto un sistema di intercettazione che funzioni.
I missili vengono piazzati come minaccia nei confronti della Russia. Il messaggio è: "Noi vi possiamo colpire prima che voi possiate reagire e difendervi".
Insomma tutto nel nome della distensione e dei buoni rapporti diplomatici.
Se qualcuno dopo tutto questo discorso avesse dei dubbi su come la penso, lo dirò chiaro e tondo. La Russia ha fatto benissimo ad intervenire e data la situazione non poteva agire altrimenti.
I neocon che governano a Washington invece, sono un branco di pazzi scatenati.
Quando dico pazzi, intendo il genere di follia che si può trovare in un cattivo dei fumetti, di quelli che vogliono conquistare il mondo e mettono a punto un piano diabolico per raggiungere il proprio fine.
Il piano dei neocon è evidente a chiunque segui un po' di politica internazionale, ma anche senza appellarsi all'intelligenza della gente, basta andare a leggerselo il piano (sono 90 pagine, ma ne vale la pena). Perchè i genii prima di arrivare al governo degli Stati Uniti, il piano lo hanno messo nero su bianco con tanto di firma da parte del gotha dei neocon (Cheney, Rumsfield, Wolfowitz, Faith ecc).
In soldoni, il piano descritto in "rebuilding american defense" il documento conclusivo del famoso PNAC (project for new american century), ribattezzato simpaticamente "il piano di Cheney per il controllo del mondo", traccia una serie di passi che gli Stati Uniti avrebbero dovuto adottare per rimanere l'unica super potenza incontrastata e mantenere così la supremazia mondiale.
Le misure che avrebbero dovuto adottare erano:
Un riarmo completo del paese, che rimediasse agli anni di lassismo in campo bellico sotto la presidenza Clinton
Una riorganizzazione dell'esercito, in modo da renderlo più snello ed agile, fornendolo di equipaggiamento super tecnologico in modo da ottenere la superiorità sul campo, contro qualunque avversario. Questi due fattori uniti avrebbero premesso all'esercito degli Stati Uniti di essere impegnato su più teatri di battaglia contemporaneamente, compensando la frammentazione delle forze con la superiorità tecnologica.
Il controllo dello spazio e del cyber spazio, prossimi campi di battaglia nelle guerre future.
Lo scoraggiamento del sorgere di super potenze rivali. Per ottenere questo scopo se non fosse stato possibile utilizzare direttamente l'esercito, era necessario intervenire tramite ricatto.
Per poter ricattare le altre nazioni, era indispensabile controllare le riserve energetiche del pianeta. Diventavano quindi centrali per l'attuazione del piano il controllo del medioriente e dell'Eurasia. Di qui la guerra in Iraq e in Afghanistan (conosciuto per chi sa un po' di geopolitica come la porta dell'Eurasia)
Questi i punti fondamentali, ma se volete davvero farvi del male leggetevi tutto il documento.
Come si può definire questa strategia?
Definirla semplicemente folle sembra riduttivo. E' un fottuto piano, nero su bianco, firmato esplicitamente dalla quasi totalità dell'amministrazione Bush, per il controllo del mondo.
Roba che sembra uscita da Watchman (un celebre fumetto di Alan Moore).
Inutile dire che la strategia Neocon non sta funzionando come previsto. Wesley Clark generale statunitense, che fu a capo della Nato in Europa, dal 1997 al 2000, raccontò in suo libro come alcuni alti ufficiali del pentagono, gli raccontarono nel 2001, che Bush & Co avevano in programma di fare 7 guerre in 5 anni (Iraq, Iran, Somalia, Sudan, Libia, Siria, Libano).
Alcune di queste come quelle in Somalia e Libano sono avvenute per interposta persona. Quella in Iraq ed quella in Afghanistan hanno prosciugato le risorse e le finanze dell'esercito americano, alla faccia dell'esercito leggero e super tecnologico che avrebbe dovuto fare guerre lampo ed economiche sia finanziariamente che in termini di vite umane.
Il prossimo passo che i Neocon sembrano intenzionati a intraprendere è il famoso attacco all'Iran che covano da anni aspettando solo l'occasione propizia. Poco tempo fa si è svolta un imponente esercitazione nelle acque del golfo in vista di un futuro blocco navale che gli Stati Uniti sembrano decisi ad imporre contro l'Iran. Un blocco come non se ne vedevano dai tempi della crisi dei missili a cuba in piena guerra fredda.
Essendo la Russia un grande alleato dell'Iran non è neppure così improbabile immaginare che tra le ragioni dell'attacco in Ossetia ci sia stata la volontà da parte di Washington di testare la determinazione Russa.
Un altro tassello importante per capire gli avvenimenti degli ultimi anni, passa attraverso l'ideologia che sta alla base del pensiero neocon. Un ideologia che deve i suoi natali a Leo Strauss, di cui vi potete leggere una breve biografia sulla wikipedia. Senza entrare troppo nei dettagli Strauss, promuoveva idee che sono state messe in pratica dai suoi allievi ed epigoni (i già nominati Wolfowitz, Cheney, Rumsfield ecc) dagli anni della guerra fredda in avanti. Uno dei punti centrali dell'ediologia straussiana è quello "dei produttori di caos".
Ultimamente gira in rete un video di Naomi Klein, intitolato come il suo ultimo libro: "The Shock Doctrine". Esso si riferisce alla teoria di Friedman, il più celebre economista di fine secolo, secondo cui i cambiamenti veri in un società vanno imposti dopo che la società stessa ha attraversato un forte trauma e si trova ancora in stato di shock, incapace di reagire e resistere al cambiamento. Friedman applicò questo concetto in Cile dopo il golpe che mise al potere Pinochet. Chiamato come consigliere dal governo golpista si trascinò dietro uno stuolo di economisti rampanti provenienti dall'università di chicago (ribattezzati appunto chicago boys, termine che finirà per indentificare poi, tutti gli economisti che ne seguiranno le orme) e trasformò il paese in un laboratorio per le teorie neoliberiste.
Strauss proponeva delle idee simili a quelle di Friedman, ma con una sottile differenza. Non è tanto lo choc ad essere necessario, ma il caos. Lo choc semmai è una sua conseguenza.
E come si produce il caos?
Il caro Strauss ci fornisce la risposta che come potete ben immaginare si chiama "guerra".
Se vuoi ottenere un cambiamento devi scatenare il caos, se vuoi scatenare il caos devi far scoppiare una guerra.
Considerando che il governo degli USA non ha mai fatto segreto di volere dei cambi di regime in medio oriente e in alcuni paesi di importanza strategica come l'Afghanistan, conoscendo le radici del pensiero Neocon, davvero qualcuno si può sorprendere che la risposta ad ogni problema internazionale sembra essere sempre e solo la guerra?
Un altro punto importante delle teorie straussiane riguarda l'organizzazione della società. Mentre elaborava i suoi scritti Strauss, notò un progressivo disgregamento nei valori fondamentali della società Statunitense. Il fenomeno era preoccupante e se non arginato poteva portare al collasso e alla incontrollabilità della società stessa. Per contrastare la scomparsa dei valori tradizionali, Strauss teorizzò che era necessario unificare la popolazione, fonrnendole un nemico contro cui essa potesse coalizzarsi e finendo per trasformare questa lotta, in un valore comune e fondante della società stessa.
La lotta doveva essere una rappresentazione dell'eterno conflitto tra bene e male. Naturalmente gli Stati Uniti avrebbero sempre rappresentato il bene, mentre il nemico di turno, per ovvie ragioni, doveva incarnare il male assoluto privo di qualsiasi possibilità di rendenzione. La bandiera americana avrebbe assunto il ruolo cruciale di emblema di libertà, faro di giustizia e incarnazione del bene, uno stendardo attorno a cui stringersi e riconoscersi.
Il nemico assumeva quindi una funziona fondamentale e se il nemico non esisteva, aggiungeva Strauss, bisognava crearlo.
Essendo il terrorismo un fenomeno complesso è difficile dire quanta parte di esso sia genuina e quanta organizzata direttamente dagli stati per manipolare l'opinione pubblica e per raggiungere dei precisi fini politici e strategici. Ogni caso andrebbe analizzato singolarmente, ma in linea generale potete scommetterci la testa che buona parte di quello che viene definito terrorismo non siano altro che operazioni portate avanti dai servizi segreti di certi paesi.
Viviamo in un mondo che è diventato un incrocio tra quello descritto da Orwell in "1984" e Huxley in "Brave new world". Viene ingigantito, quando non creato ad arte, un fenomeno come il terrorismo a cui poi si dichiara guerra. Il che equivale a dichiarare guerra all'odio, alla avidità, o alla guerra stessa. Non esistendo un nemico definito non è possibile dire quando la guerra finirà e quindi si può mantenere uno stato di emergenza "anti terrorismo" permanente e giustificare grazie ad esso tutta una serie di misure restrittive nei confronti della popolazione ed ogni avventura militare che il "piano" del momento preveda.
Contemporaneamente bisogna raccontare alla popolazione che noi siamo i buoni, qualunque porcheria facciamo o avvalliamo tramite i governi, perchè la verità nuda e cruda non sarebbe accettata dalla popolazione. A questo partecipano con entusiasmo i giornali, che come nel ministero dell'amore in cui lavorava il protagonista di 1984, prendono gli avvenimenti e li riscrivono di sana pianta. La guerra scatenata dalla Georgia è diventata la guerra scatenata dalla Russia. I 2000 morti fatti dai bombardamenti indiscriminati dell'aviazione Georgiana, vengono riportati di fianco a frasi che parlano di attacco Russo senza specificare chi ha ucciso chi, in modo che il lettore sia portato a pensare che siano stati causati dall'azione militare Russa.
Lo stesso è successo con la guerra in Libano, con la guerra in Iraq e con la guerra in Afghanistan. La prima vittima come sempre è la verità.
Viviamo in società democratiche?
Andate a riguardarvi come hanno descritto i giornali gli ultimi avvenimenti internazionali. Come l'aggressore si è trasformato in aggredito. Se i giornali ormai sembrano essere diventati la Pravda di sovietica memoria, come possiamo parlare di informazione. Se non ci fosse la rete saremmo completamente immersi nella propaganda. E se la situazione in Italia è disarmante negli USA è anche peggio, a parte Buchanan non ho visto un altro commentatore mainstream dare una descrizione reale dei fatti.
Se la storia viene riscritta dai mezzi di informazione di massa, al contrario di quel che accadeva nel mondo descritto in 1984, essa non scompare, ma piuttosto come nel libro di Huxley risulta talmente immersa nella disinformazione e in un assordante rumore di fondo fatto di notizie inutili ed idiote, da passare inosservata ai più.
Putin è tutto tranne che uno stinco di santo, ma le sue azioni, condivisibili o meno, sono comprensibili, più ponderate e meno stupidamente arroganti di quelle dei Neocon. Questi ultimi, come già detto, invece sono dei pazzi, con cui è molto difficile sedersi attorno ad un tavolo e ragionare lucidamente. Ovviamente tanto per non smentirci mai, noi come Italia, ma in buona parte tutta l'Europa, reggiamo il moccolo ai pazzi e li trattiamo come fossero degli statisti mentre cercano di spingerci ad un conflitto aperto col nostro principale fornitore di energia.
Il tutto contro i nostri stessi interessi.
Quella che si sta consumando nel mondo, oltre ad essere una lotta per il controllo dell'energia, rappresenta il fallimento dei sistemi a libertà negativa.
Spesso si sente parlare di Nazismo, Comunismo, Capitalismo come se fossero necessariamente sistemi differenti o antitetici. I veri opposti sono sistemi in cui lo Stato ha una componente del 100% ed uno in cui ha una componente dello 0%. Cioè, Stati totalitari e anarchia. Ognuno dei due estremi tende a collassare nell'altro. Quando lo Stato arriva al 100% la spinta è a diminuire la sua componente, spesso portando a un tracollo verticale dell'influenza dello Stato stesso. Se lo stato è allo 0% invece, si verificherà una naturale spinta all'organizzazione facendo salire la componente di quest'ultimo.
Naturalmente la situazione di equilibrio è da qualche parte nel mezzo, tra stato totalitario ed anarchia.
Il Nazismo e il Comunismo sono due esempi di Stati totalitari, e sono due tipi di sistema a libertà positiva. I sistemi capitalisti attuali che chiamiamo "democrazie moderne" sono sistemi a libertà negativa.
I sistemi a libertà negativa sono quelli in cui lo Stato non ha un progetto specifico e non cerca di modellare la società e gli individui verso un fine, ma si limita ad amministrare la struttura pubblica in maniera efficente lasciando ad ogni singola persona la scelta su come vivere, in cosa credere e come comportarsi. La libertà della persona viene poi limitata dallo stato, per garantire la convivenza tra i vari individui, togliendo ad ognuno una serie di libertà o per meglio dire, instaurando una serie di divieti (normalmente chiamate leggi).
I sistemi a libertà positiva invece, prevedono un progetto per la società, tutti gli individui ne fanno parte e devono collaborare ad esso. Ovviamente i sistemi a libertà positiva sono pericolosi, dato che dal momento che qualcuno non accetta o non si riconosce nel progetto del paese, rischia di venire considerato un sabotatore e normalmente tende a scomparire misteriosamente una notte, per non riapparire mai più.
Proprio per questa ragione dopo la seconda guerra mondiale ed i bei risultati conseguiti dal Nazismo, vennero di fatto banditi i sistemi a libertà positiva.
Ora dando un occhiata a quello che sta succedendo politicamente negli Stati Uniti, ma anche in Italia, i sistemi a libertà positiva stanno risorgendo. Questo perché come nel caso di stati totalitari e anarchia, la libertà positiva tende a collassare in quella negativa e viceversa. Abbiamo vissuto per troppo tempo immersi in una libertà senza direzione. Una libertà che ci avevano promesso avrebbe portato maggiore ricchezza, più sicurezza ed un futuro migliore.
Invece ci siamo scoperti più indebitati, più insicuri (in diversi sensi, primo fra tutti la stabilità economica e lavorativa), incapaci di decifrare il presente, figuriamoci il futuro. Nel frattempo Stati che se ne erano altamente fregati di tracciare una direzione per la società, si trovano pressati ad agire, da popoli spaesati ed in cerca di risposte sul proprio futuro.
La risposta sta arrivando ed è la peggiore tra quelle possibili.
E' la risposta di Strauss, la deriva finale della libertà positiva.
L'esorcizzare la propria decadenza tramite l'identificazione di un nemico.
In italia il nemico sta diventando lo straniero. E' lui la ragione dei nostri problemi ed è lui che va combattuto, specie se musulmano e quindi latentemente terrorista.
Non che l'immigrazione non sia un fenomeno da gestire, con intelligenza si spera e spesso anche fermezza. Il problema è che si tratta di una questione secondaria.
I veri problemi sono altri.
Non sono stati gli stranieri ad aver creato il terzo debito pubblico per entità del pianeta terra. Non è colpa degli stranieri se mentre il mondo e gli altri paesi facevano ricerca e cercavano di stare al passo con i tempi, l'italia si rinchiudeva in produzioni a basso valore aggiunto e a basso livello tecnologico. Non è colpa degli stranieri se 3-4 regioni del paese sono completamente nelle mani della criminalità organizzata ed alcune di esse, come la Sicilia hanno un deficit di 13 miliardi di euro (per una cifra simile la california la sesta economia del mondo rischia la bancarotta). Non è colpa degli stranieri se per salvare i vari politici, amministratori, banchieri ed industriali, si sono fatti a pezzi i tribunali e l'intero sistema repressivo del paese, in modo che la cosiddetta "elite" evitasse sempre e comunque le sbarre, col risultato che adesso anche il più piccolo criminale di strada riesce ad evitare la galera a meno che non ammazzi qualcuno.
Un paese che non è neppure più in grado di riconoscere l'origine dei suoi mali e la priorità dei suoi problemi è un paese in preda alla schizzofrenia completa. La stesso con altri percorsi è perfettamente visibile in altri paesi, come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, tanto per fare un paio di nomi.
La libertà positiva entro certi limiti non è necessariamente un male, così come il nazionalismo che normalmente si accompagna ad essa. La verità è che bisognerebbe dosarle entrambe, sia quella negativa che quella positiva. Non si può dare ad intendere che non si ha nessuna direzione per un intero paese, sopratutto in periodi di crisi come quello attuale, così come non si può costringere con la forza la gente a seguirti in progetti dementi.
Allo stesso tempo mentire alla popolazione sui suoi problemi ed imbastire per lo Stato progetti balordi e privi di sostanza, volti a spostare l'attenzione dai problemi seri e a focalizzarla su problemi secondari è un gioco pericolosissimo. Se la gente si accorge che la stai prendendo per il culo rischi grosso, sopratutto se il periodo di crisi si aggrava. Se la gente non se ne accorge ti applaudirà mentre concentri energie e risorse su questioni secondarie, lasciando ingigantire quelle fondamentali fino alla loro deflagrazione finale.
Per anni gli Stati Uniti hanno provato a dosare libertà positiva e negativa, nascondendo la prima dietro la facciata della propaganda.
Il progetto c'era, ma non si poteva confessare esplicitamente, perché prevedeva un controllo imperiale sul mondo.
Adesso che il sistema economico sta collassando e nuovi equilibri internazionali sorgono, il progetto nascosto ed inconfessabile, sta emergendo alla luce del sole, in maniera sempre più sfacciata e con esso riemergono anche i lati più deleteri della libertà negativa: la repressione del dissendo.
Non puoi non approvare, non puoi evitare di unirti al progetto, senza essere tacciato di anti pattriottismo, di essere un eversivo, un comunista, un terrorista o l'aggettivo denigratorio della settimana.
Più la situazione economica peggiorerà e più questa deriva si accentuerà, se noi abbiamo già i militari per strada, negli USA è di fatto stata abolita la legge che impediva all'esercito di intervenire nelle questioni di sicurezza interna dello stato (è la ragione per cui venne istituita in passato la guardia nazionale), e chiunque si opponga al volere del governo può, sempre a discrezione del governo stesso, essere catalogato come terrorista. Ricadendo sotto la definizione di terrorista, un individuo può essere prelevato nella notte senza che gli vengano comunicate accuse o che possa contattare un legale o un famigliare e scomparire per anni.
Il tutto è perfettamente a norma di legge.
Anche se normalmente tendiamo a considerare solo i singoli elementi, l'economia, la politica, la società sono tutti fattori legati tra loro. Attualmente mi sembra che tutti questi fattori stiano chiaramente puntando in una precisa direzione; direzione che non posso certo definire rassicurante.
Intanto il gossip, l'inutile, il vacuo ed il superficiale sembrano essere al centro dell'attenzione mediatica, probabilmente perché nessuno, a cominciare dei politici ha la volontà di affrontare e descrivere l'attualità per quella che è (troppo sconveniente).
Quello che si sta verificando è un film gia visto in passato, sono cambiati gli attori e l'ambientazione, ma la parte che viene recitata è sempre la stessa.
Purtroppo, non ricordo che quel film abbia mai avuto un lieto fine.
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