Così è affermato nella Bibbia, al vangelo di Giovanni (se non sbaglio). Sui mercati finanziari quella celebre frase potrebbe essere tradotta in: "La verità vi renderà poveri". Questa settimana con tutta probabilità, ma in ogni caso entro breve, diversi istituti saranno resi pover... pardon, liberi.
Il caso più eclatante è senz'altro quello della Lehman. Nonostante l'antipatia che nutro nei confronti di entità che si sono arrichite negli ultimi anni, speculando su dell'aria fritta, con piena consapevolezza, ma cullate da un arrogante e presunta superiorità intellettuale che avrebbe permesso loro di abbandonare la nave prima che affondasse lasciando affogare altri, l'agonia della Lehman è diventato ormai uno spettacolo troppo macabro perché ne possa trarre qualche piacere.
La scorsa settimana, quasi ogni giorno, veniva impietosamente rivelato un altro passo della lunga via crucis in cui si trova impelagata la quarta banca di investimento americana. Prima sono uscite le stime degli analisti sulle perdite della Lehman previste per la chiusura del terzo quarto, tra meno di due settimane. Come riporta il Wall Street Journal diversi analisti prevedono perdite per 1,8 miliardi di dollari se non di più, invece del moderato guadagno che ci si aspettava fino a poco tempo fa. Se ciò si verificasse le perdite da Marzo ammonterebbero a 4,5 miliardi e considerando che la capitalizzazione della Lehman è pari a 10,5 miliardi, la situazione non è certo rosea.
Quasi contemporaneamente a questa notizia, come a voler rassicurare il mercato che la Lehman si sta muovendo per risolvere la situazione, è stata rivelata l'esistenza di contatti tra la Lehman e una serie di private equity come il Carlyle Group, Hellman & Friedman LLC e la General Atlantic LLC per la possibile vendita del suo Asset Managment Business, di cui fa parte la Neuberger Berman, il gioiello di maggior valore in possesso della Lehman, comprata nel 2003 per 2,3 miliardi di dollari.
Secondo il New York Times il volore attuale della sola Neuberger oscilla tra i 7 e i 13 miliardi. Il problema che salta immediatamente agli occhi è che data la capitalizzazione della Lehman, di 10,5 miliardi se ad essa si toglie la Neuberger la moribonda banca di investimento si ritroverebbe ad avere un valore prossimo allo 0 se non addirittura negativo. Il Times afferma che la Lehman sta semplicemente sondando il terreno chiedendo ai private equity, quanto sarebbero disposti a sborsare per comprare parte, se non tutto, l'asset managment della banca e farsi così un idea della condizione del mercato.
Per come la vedo io la Lehman è semplicemente disperata.
Molti commentatori venuti a conoscenza di questi scambio di amori sensi coi private equity, si sono chiesti come mai la Lehman non si fosse rivolta anche a investitori esteri, notoriamente carichi di capitali da investire.
Quasi in risposta a questa domanda è saltato fuori qualche giorno fa, che durante i primi di Agosto la Lehman contattò alcuni investitori istituzionali asiatici, nello specifico la Korea Development Bank (KDB) e la China’s Citic Securities (entrambe di proprietà governativa), per valutare una vendita del 50% dei suoi asset. I termini dell'eventuale transazione non sono stati rivelati, tutto quello che si sa con certezza e che l'esito finale è stato negativo. Si dice che Dick Fuld,a capo della Lehman, pretendesse troppo (il 50% in più del valore di mercato), compresa un opzione per potersi ricomprare in futuro quello che era costretto a vendere ora.
Nonstante tutto, qualche giorno fa, la KDB, ha annunciato di essere ancora interessata a parte della Lehman. Il mercato si è eccitato alla notizia ed il titolo della banca di investimento è immediatamente risalito. Adesso la KDB sembra aver fatto marcia indietro:
Banche sud Coreane gestite dalla Korea Development Bank (KDB) hanno abbandonato i piani per l'acquisto di una parte e dei poteri di gestione, della Lehman Brothers, a causa di preoccupazioni riguardo la salute della banca, ha detto un report Venerdì.
I problemi di contabilità erano più seri di quello che credevamo inizialmente è stato sentito dire un ufficiale del governo. "Abbiamo concluso che era troppo rischioso per la KBD concludere l'accordo"
Per il momento la porta dell'estero sembra essere preclusa alla Lehman. Anche in casa le cose non vanno meglio. Come rivela la CNBC anche la vendita della Neumberger a investitori americani si sta rivelando tutt'altro che semplice. Il problema più grande sembra essere il prezzo di 10 miliardi di dollari, chiesto da Fuld per vendere il suo gioiello. Il che significherebbe 7 miliardi per il 70% dell'azienda, più tutta una serie di costi stimati in 500 milioni per impedire che i vari manager della Neumberger lascino l'azienda per andare a lavorare in altre banche rivali, come la JP Morgan e la Merril.
Tutto troppo costoso per le condizioni attuali di mercato.
E' interessante notare come un articolo del 15 agosto quindi precedente a quello della CNBC, su Financial News riportasse direttamente le parole di Herbert McDade, il presidente e chief financial officer della Lehman. Esso affermava che la banca non poteva semplicemente vendere la Neumberger, perché troppo vitale per il funzionamento e la salute della banca stessa.
La situazione sembra essere piuttosto confusa.
Si sente l'odore del sangue aleggiare attorno alla Lehman e sembro non essere il solo a percepirlo. Il Guardian afferma che i giorni di Fuld come capo della celebre banca sono contati e che prima della fine dell'anno altri ne prenderanno il posto. L'articolo parla di McDade come possibile candidato, ma francamente sarei più interessato a vedere se esisterà ancora una Lehman a fine anno.
La chiusura del quarto dista ormai solo un paio di settimane e tutte le porte sembrano sbarrate alla Lehman.
Essa non altra scelta che recuperare capitale e rapidamente.
Realisticamente ha solo due strade per farlo, vendere degli asset o emettere delle nuove azioni.
Le preferred stock, quell'ibrido tra azioni e obbligazioni, sono pressoché fuori questione. A febbraio la Lehman prometteva un rendimento sulle preferred di 7,95% con il titolo a 25 dollari, ora con il titolo a 15 dollari deve promettere rendimenti del 12,82.
Troppo.
Allo stesso modo il mercato del credito è diventato costosissimo, dato che lo spread è salito a livelli da paura. Con spread, intendo la differenza di rendimento tra i buoni del tesoro e il rendimento che devi promettere tu come privato perchè la gente ti compri delle obbligazioni. Quello che sta succedendo sul mercato del credito è quasi da incubo, gli spread stanno salendo alle stelle e questo vale per tutte le banche non solo per la Lehman. Considerate che solo negli USA da qui a Dicembre le maggiori 10 banche americane dovranno rifinanziare 208 miliardi di dollari in obbligazioni. In tempi normali non sarebbe un problema, ora invece si dovranno dissanguare per farlo.
La Lehman secondo Bennet Sedacca (i cui articoli potete leggere su Minyanville) dovrebbe pagare un spread di 600 punti base (il 6%) in più per finanziarsi.
Anche questa strada non sembra essere facilmente percorribile.
La vendita di asset come abbiamo visto è una soluzione molto complicata ed anche se la Lehman riuscisse a venderne una quantità accettabile per farlo si troverebbe certamente costretta ad abbassare di molto le sue attuali pretese, il che significherebbe ulteriori perdite.
Resterebbe l'emissione di nuove azioni, ma considerato che dall'ultima volta che ciò avvenne, il 10 Giugno, il titolo ha perso il 42% è da vedere quanti investitori se la sentiranno di puntare sulla Lehman senza un grosso sconto sul valore delle azioni. Il tutto, diluizione delle azioni più sconto, farà precipitare ulteriormente il valore della Lehman e potrebbe costringerla in futuro a dover cercare altro capitale per tappare le nuove perdite, nullificando in pratica il valore di tutta l'operazione.
Sul futuro della Lehman mi trovo daccordo con quanto disse meno di un mese fa Roubini, ormai ribatezzato Dr Doom dal New York Times, il quale affermò che il modello delle banche di investimento è finito e che tutte, compresa l'inossidabile Goldman, scompariranno, almeno nella forma attuale, probabilmente venendo comprate o assorbite da banche commerciali.
Sembra che la Lehman potrebbe essere il secondo cadavere eccellente sul mercato, per la gioia di David Einhorn, il più celebre e giovane shortista sui titoli della traballante banca.
Entro due settimane, verrà fatta un po' di luce sulla condizione della Lehman, un po' di verità direttamente o indirettamente dovrà trapelare e vedremo se la verità li renderà finalmente liberi.
Il caso più eclatante è senz'altro quello della Lehman. Nonostante l'antipatia che nutro nei confronti di entità che si sono arrichite negli ultimi anni, speculando su dell'aria fritta, con piena consapevolezza, ma cullate da un arrogante e presunta superiorità intellettuale che avrebbe permesso loro di abbandonare la nave prima che affondasse lasciando affogare altri, l'agonia della Lehman è diventato ormai uno spettacolo troppo macabro perché ne possa trarre qualche piacere.
La scorsa settimana, quasi ogni giorno, veniva impietosamente rivelato un altro passo della lunga via crucis in cui si trova impelagata la quarta banca di investimento americana. Prima sono uscite le stime degli analisti sulle perdite della Lehman previste per la chiusura del terzo quarto, tra meno di due settimane. Come riporta il Wall Street Journal diversi analisti prevedono perdite per 1,8 miliardi di dollari se non di più, invece del moderato guadagno che ci si aspettava fino a poco tempo fa. Se ciò si verificasse le perdite da Marzo ammonterebbero a 4,5 miliardi e considerando che la capitalizzazione della Lehman è pari a 10,5 miliardi, la situazione non è certo rosea.
Quasi contemporaneamente a questa notizia, come a voler rassicurare il mercato che la Lehman si sta muovendo per risolvere la situazione, è stata rivelata l'esistenza di contatti tra la Lehman e una serie di private equity come il Carlyle Group, Hellman & Friedman LLC e la General Atlantic LLC per la possibile vendita del suo Asset Managment Business, di cui fa parte la Neuberger Berman, il gioiello di maggior valore in possesso della Lehman, comprata nel 2003 per 2,3 miliardi di dollari.
Secondo il New York Times il volore attuale della sola Neuberger oscilla tra i 7 e i 13 miliardi. Il problema che salta immediatamente agli occhi è che data la capitalizzazione della Lehman, di 10,5 miliardi se ad essa si toglie la Neuberger la moribonda banca di investimento si ritroverebbe ad avere un valore prossimo allo 0 se non addirittura negativo. Il Times afferma che la Lehman sta semplicemente sondando il terreno chiedendo ai private equity, quanto sarebbero disposti a sborsare per comprare parte, se non tutto, l'asset managment della banca e farsi così un idea della condizione del mercato.
Per come la vedo io la Lehman è semplicemente disperata.
Molti commentatori venuti a conoscenza di questi scambio di amori sensi coi private equity, si sono chiesti come mai la Lehman non si fosse rivolta anche a investitori esteri, notoriamente carichi di capitali da investire.
Quasi in risposta a questa domanda è saltato fuori qualche giorno fa, che durante i primi di Agosto la Lehman contattò alcuni investitori istituzionali asiatici, nello specifico la Korea Development Bank (KDB) e la China’s Citic Securities (entrambe di proprietà governativa), per valutare una vendita del 50% dei suoi asset. I termini dell'eventuale transazione non sono stati rivelati, tutto quello che si sa con certezza e che l'esito finale è stato negativo. Si dice che Dick Fuld,a capo della Lehman, pretendesse troppo (il 50% in più del valore di mercato), compresa un opzione per potersi ricomprare in futuro quello che era costretto a vendere ora.
Nonstante tutto, qualche giorno fa, la KDB, ha annunciato di essere ancora interessata a parte della Lehman. Il mercato si è eccitato alla notizia ed il titolo della banca di investimento è immediatamente risalito. Adesso la KDB sembra aver fatto marcia indietro:
Banche sud Coreane gestite dalla Korea Development Bank (KDB) hanno abbandonato i piani per l'acquisto di una parte e dei poteri di gestione, della Lehman Brothers, a causa di preoccupazioni riguardo la salute della banca, ha detto un report Venerdì.
I problemi di contabilità erano più seri di quello che credevamo inizialmente è stato sentito dire un ufficiale del governo. "Abbiamo concluso che era troppo rischioso per la KBD concludere l'accordo"
Per il momento la porta dell'estero sembra essere preclusa alla Lehman. Anche in casa le cose non vanno meglio. Come rivela la CNBC anche la vendita della Neumberger a investitori americani si sta rivelando tutt'altro che semplice. Il problema più grande sembra essere il prezzo di 10 miliardi di dollari, chiesto da Fuld per vendere il suo gioiello. Il che significherebbe 7 miliardi per il 70% dell'azienda, più tutta una serie di costi stimati in 500 milioni per impedire che i vari manager della Neumberger lascino l'azienda per andare a lavorare in altre banche rivali, come la JP Morgan e la Merril.
Tutto troppo costoso per le condizioni attuali di mercato.
E' interessante notare come un articolo del 15 agosto quindi precedente a quello della CNBC, su Financial News riportasse direttamente le parole di Herbert McDade, il presidente e chief financial officer della Lehman. Esso affermava che la banca non poteva semplicemente vendere la Neumberger, perché troppo vitale per il funzionamento e la salute della banca stessa.
La situazione sembra essere piuttosto confusa.
Si sente l'odore del sangue aleggiare attorno alla Lehman e sembro non essere il solo a percepirlo. Il Guardian afferma che i giorni di Fuld come capo della celebre banca sono contati e che prima della fine dell'anno altri ne prenderanno il posto. L'articolo parla di McDade come possibile candidato, ma francamente sarei più interessato a vedere se esisterà ancora una Lehman a fine anno.
La chiusura del quarto dista ormai solo un paio di settimane e tutte le porte sembrano sbarrate alla Lehman.
Essa non altra scelta che recuperare capitale e rapidamente.
Realisticamente ha solo due strade per farlo, vendere degli asset o emettere delle nuove azioni.
Le preferred stock, quell'ibrido tra azioni e obbligazioni, sono pressoché fuori questione. A febbraio la Lehman prometteva un rendimento sulle preferred di 7,95% con il titolo a 25 dollari, ora con il titolo a 15 dollari deve promettere rendimenti del 12,82.
Troppo.
Allo stesso modo il mercato del credito è diventato costosissimo, dato che lo spread è salito a livelli da paura. Con spread, intendo la differenza di rendimento tra i buoni del tesoro e il rendimento che devi promettere tu come privato perchè la gente ti compri delle obbligazioni. Quello che sta succedendo sul mercato del credito è quasi da incubo, gli spread stanno salendo alle stelle e questo vale per tutte le banche non solo per la Lehman. Considerate che solo negli USA da qui a Dicembre le maggiori 10 banche americane dovranno rifinanziare 208 miliardi di dollari in obbligazioni. In tempi normali non sarebbe un problema, ora invece si dovranno dissanguare per farlo.
La Lehman secondo Bennet Sedacca (i cui articoli potete leggere su Minyanville) dovrebbe pagare un spread di 600 punti base (il 6%) in più per finanziarsi.
Anche questa strada non sembra essere facilmente percorribile.
La vendita di asset come abbiamo visto è una soluzione molto complicata ed anche se la Lehman riuscisse a venderne una quantità accettabile per farlo si troverebbe certamente costretta ad abbassare di molto le sue attuali pretese, il che significherebbe ulteriori perdite.
Resterebbe l'emissione di nuove azioni, ma considerato che dall'ultima volta che ciò avvenne, il 10 Giugno, il titolo ha perso il 42% è da vedere quanti investitori se la sentiranno di puntare sulla Lehman senza un grosso sconto sul valore delle azioni. Il tutto, diluizione delle azioni più sconto, farà precipitare ulteriormente il valore della Lehman e potrebbe costringerla in futuro a dover cercare altro capitale per tappare le nuove perdite, nullificando in pratica il valore di tutta l'operazione.
Sul futuro della Lehman mi trovo daccordo con quanto disse meno di un mese fa Roubini, ormai ribatezzato Dr Doom dal New York Times, il quale affermò che il modello delle banche di investimento è finito e che tutte, compresa l'inossidabile Goldman, scompariranno, almeno nella forma attuale, probabilmente venendo comprate o assorbite da banche commerciali.
Sembra che la Lehman potrebbe essere il secondo cadavere eccellente sul mercato, per la gioia di David Einhorn, il più celebre e giovane shortista sui titoli della traballante banca.
Entro due settimane, verrà fatta un po' di luce sulla condizione della Lehman, un po' di verità direttamente o indirettamente dovrà trapelare e vedremo se la verità li renderà finalmente liberi.
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