martedì 26 agosto 2008

La verità vi renderà liberi... (The Fannie and Freddie ordeal)

"The game is over".

Questo ha detto Warren Buffett, riferendosi alla situazione di Fannie Mae e Freddie Mac, ad una conferenza per la presentazione di IOUSA, un documentario di prossima uscita sulla condizione dell'economia americana, in cui compare da intervistato lo stesso Buffet (il titolo del documentario è un gioco di parole che gira intorno ad IOU, il termine inglese che indica quelle che in italiano chiamiamo cambiali. IOU è l'abbreviazione di "I Own You": "ti devo qualcosa". Qui potete vedere il trailer del documentario che promette di essere estremamente interessante).

La scorsa settimana è stato un continuo tira e molla, un rincorrersi di dichiarazioni ed opinioni intorno al destino delle due GSE. Un articolo su Bloomberg del 20 Agosto tratta del problema che Fannie e Freddie si troveranno ad affrontare entro la fine di settembre, cioè la scadenza di 223 miliardi in obbligazioni e la necessità di rinnovare il debito e quindi vendere nuove obbligazioni in quantità sufficiente da coprire quelle in scadenza. Secondo Bloomberg, la riuscita o meno del rinnovo del proprio debito determinerà se sarà necessario un intervento da parte del tesoro americano.

Peccato che il mercato non la sembra pensarla come Bloomberg, non ha intenzione di aspettare la fine del quarto. Vuole risposte ora e vuole una risposta chiara su cosa ha intenzione di fare il governo riguardo le due GSE.

Lo spread (la differenza che si deve pagare in più rispetto ai buoni del tesoro, come rendimento sulle obbligazioni emesse) sulle GSE è ormai ad massimo storico da dieci anni, a 104 punti base per la Fannie e 114 per la Freddie (i dati sono del 18 Agosto). Le preferred shares (una specie di ibrido tra azioni e obbligazioni) della Freddie promettono un rendimento del 15,3% mentre quella della Fannie del 16,4%. Al 30 di Giugno la Freddie doveva promettere solo il 7,77% e la Fannie il 7,83%.

Non sono certo buoni segnali.

Un mese fa Hank Paulson (il ministro del tesoro americano) disse riguardo all'autorizzazione avuta dal congresso per comprare una quantità illimitata di titoli delle due GSE:

"La nostra proposta non è stata spinta da un improvviso deterioramento delle condizioni della Fannie Mae o della Freddie Mac," ha detto Paulson. "Allo stesso tempo, i recenti sviluppi hanno convinto i politici e i 2 istituti che andavano intrapresi passi per rispondere alle preoccupazioni del mercato ed aumentare la fiducia garantendo l'assicurazione di un accesso alla liquidità e a dei capitali, per un periodo temporaneo, se necessario"

"Se ti ritrovi con una pistola ad acqua in tasca, probabilmente ti troverai costretto ad estrarla" ha detto Paulson. "Se giri con un bazooka in tasca e la gente ne è a conoscenza, probabilmente non ti troverai costretto ad estrarlo".

Dando un occhiata all'andamento del titolo di Fannie e Freddie nell'ultimo mese, il mercato sembra gridare: "e facci vedere sto' bazooka Hank!".



La verità e che nessuno si fida a comprare azioni delle due agenzie prima di capire come ha intenzione di muoversi il governo.

Secondo Bill Gross, il capo della PIMCO il più grande fondo che investe in bond del pianeta, il governo sarà costretto a comprare almeno 30 miliardi in preferred shares delle due GSE entro la fine del mese. Inutile dire che un salvataggio della Fannie e della Freddie sono completamente nell'interesse di Gross, dato che il fondo che gestisce è imbottito di bond dei due istituti. Sono mesi che Gross fa pressioni perchè venga implementato un piano che può essere riassunto in: "salvate il mio fondo e fottete pure tutti gli altri".

Gross nonostante tutto sembra essere ottimista o magari nel suo stesso interesse non ha intenzione di spaventare il mercato con stime di perdite troppo elevate. Dr doom Roubini che illustrò, quasi due anni fa la possibilità che Fannie e Freddie sarebbero fallite, in un articolo di qualche tempo fa, stimò che le perdite dovute alle GSE avrebbero potuto oscillare tra i 200 ed i 300 miliardi di dollari, nel caso peggiore. Il Telegraph riporta l'opinione di Joshua Rosner un analista estremamente critico sulle attuali condizioni del mercato e la loro origine (se avete voglia potete leggere qua la sua opinione):

John Rosener, della casa di consulenza e ricerca Graham-Fisher, afferma che il minimo che la coppia dovrà recuperare sono almeno 40 miliardi, ma ritiene che realisticamente il numero sia più vicino a 100 miliardi.

La sua stima si basa su aprossimativamente 3,500 miliardi in bilanci garantiti di business che le due agenzie detengono, e sono basati sui picchi di perdite passate riscontrate dagli immobili durante il periodo 2002-2003 (la scorsa recessione) e che equivalgono aprossimativamente al 1,3%.

Però, l'attuale crisi immobiliare è ben peggiore di quella di 6 anni fa e i problemi del duo potrebbero essere così gravi come Mr Rosner suggerisce.

Cento miliardi di dollari non sono certo pochi. A quelli che pensano che la stima di Rosner sia ecessiva e che quella di Roubini, di 300 miliardi nel caso peggiore, sia fuori dal mondo, ribatto con la previsione della Standard & Poor's :

Sebbene pochi predicano un imminente bisogno di salvataggio , l'agenzia di rating Standard & Poor's ha recentemente messo il cartellino del prezzo sullo scenario peggiore -- dai 420 miliardi ad 1.1 trilioni di denaro del contribuente

S&P ha aggiunto che salvare la Fannie (FNM) e la Freddie (FRE, Fortune 500) potrebbe costare talmente tanto che il rating del governo federale pari ad AAA, il più alto esistente, potrebbe essere a rischio. Se esso fosse perso, il finanziamento del governo tramite debito risulterebbe più costoso.
Al momento tutti sono in attesa, col fiato sospeso, di scoprire a quanto ammonteranno le perdite e quanto dovrà scucire il Governo. Detto come va detto, il Governo scucirà perché non ha nessun altra scelta. Sperare in un intervento di privati è semplicemente ridicolo. Le banche centrali di tutto il mondo, da Giugno hanno ridotto l'acquisto di titoli delle GSE. Nessuno ne compra le azioni perchè se le GSE venissero nazionalizzate il volore delle stesse sarebbe azzerato. Per i privati sul mercato obbligazionario, hanno risposto Bill Gross della PIMCO e Dan Fuss, vice presidente della Loomis Sayles di Boston:

Due dei maggiori investitori in bond americani, hanno detto che parteciperebbero ad un aumento di capitale fatto da Fannie Mae e Freddie Mac se il tesoro degli Stati Uniti partecipasse anch'esso a questo nuovo accordo.

Ma Bill Gross, capo dell'ufficio investimenti al Pacific Investment Management Co., e Dan Fuss, vice presidente della Loomis Sayles di Boston, sono in disaccordo sulla forma che un qualunque accordo con il tesoro dovrebbe assumere, secondo interviste separate che hanno rilasciato venerdì.

Gross preferirebbe si trattase di una vendita diretta di preferred stock, offerta simile alle securities vendute da Fannie Mae e Freddie Mac per recuperare capitale quest'anno e lo scorso, mentre Fuss vorrebbe un offerta di bond convertibili.

Una bella battaglia tra due signori che difendono i propri interessi. La questione di fondo è che entrambi si muoverebbero solo se il governo partecipasse all'operazione e quindi di fatto garantisse ogni titolo delle due GSE. Una gran dimostrazione di coraggio, che però chiarisce un punto: nessuno si fida ne di Fannie ne di Freddie.

Il governo americano si dovrà muovere ed in fretta. A chi rimanesse ancora qualche dubbio, nel fine settimana è uscita una dichiarazione da parte di Yu Yongding (perfettamente in linea con un post che feci 20 giorni fa):

Il fallimento delle compagnie americane di mutui, Fannie Mae and Freddie Mac , potrebbe rappresentare la catastrofe per il sistema finanziario globale, ha detto Yu Yongding, un ex consigliere alla banca centrale cinese.

"Se il governo americano permetterà a Fannie e Freddie di fallire e gli investitori internazionali non saranno compensati adeguatamente, le conseguenze saranno catastrofiche,'' ha detto Yu in una intervista via e-mail ieri. "Se non sarà la fine del mondo, sarà la fine del sistema internazionale così come lo conosciamo.''

Le dichiarazioni di Yu sono una minaccia travestita da avvertimento. Gli ex "consiglieri" di un banca centrale, sopratutto quella cinese, servono a dire quello che i dirigenti in carica non possono dire per paura di scatenare il caos sui mercati. In questo caso la banca centrale cinese sta dicendo chiaro e tondo: "se non ci pagate i 400 miliardi che abbiamo investito nelle 2 GSE e che costituiscono quasi un quarto delle riserve monetarie da noi accumulate in questi anni, faremo saltare il tavolo da gioco. Non compreremo mai più debiti del governo americano o di una qualsiasi sua agenzia".

Considerando che l'attuale sistema finanziario, ribattezzato Bretton Woods 2, si basa sul fatto che paesi come la Cina riciclino i dollari ricevuti in cambio delle carabattole che producono, comprando del debito americano e finanziando così gli Stati Uniti, la minaccia non è da poco. E' quella che viene chiamata "l'opzione nucleare", un "muoia Sansone e tutti i filistei." Gli analisti si sono sempre cullati nella rassicurante idea che i cinesi non avrebbero mai intrapreso un azione del genere perchè ciò avrebbe significato rendere senza valore gran parte delle riserve di denaro da loro accumulate.

Peccato, che se gli saltassero 400 miliardi di botto, un quarto delle loro riserve evaporerebbero ugualmente e l'incentivo a far saltare il tavolo acquisterebbe improvvisamente consistenza.

State tranquilli, non succederà, almeno non a causa delle GSE. Il tesoro americano pagherà il prezzo che deve, prendendolo dalle tasche di una nazione piagata dalla peggiore recessione che si sia mai vista dal dopoguerra in avanti. Quanto sarà costretto a pagare e quanto ciò influirà sul valore del dollaro e sul rating del debito americano è difficile dirlo.

Anche in qesto caso come in quello della Lehman è probabilmente questione di pochi giorni e finalmente un pò di verità verrà alla luce.

Riguardo a cosa dovrebbero pensare di tutto ciò i poveri cittadini americani, vi rimando al video sotto.

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