In un vecchio post avevo parlato del PE. Termine che sta ad indicare il rapporto tra il costo di un azione e il suo rendimento annuale. Più il valore del PE è basso e più le azioni sono economiche rispetto al rendimento che promettono, quando questo si verifica si presume perciò che il momento sia propizio per investire in azioni.
A riprova che a Bubble Landia sembra che la realtà non si sia ancora fatta strada, nonostante i problemi del reparto bancario, i default crescenti delle famiglie e il calo drammatico nei consumi, Blomberg in un articolo illustra le stime degli analisti sui guadagni previsti per gli indici azionari nel 2008. Ancora oggi questi bugiardi matricolati (e ripeto bugiardi perché semplicemente non è possibile credere a certe cose) prevedono che questo sarà il miglior anno della storia per quel che riguarda la borsa americana. Le compagnie dello Standard & Poor's 500 dovrebbero totalizzare un guadagno del 10,7%. Se non avessi smesso di trovare divertenti certe uscite qualche anno fa creperei letteralmente dal ridere.
Farei presente a questi bugiardi che vorrebbero convincerei frotte di investitori creduloni che lo SPX 500 nel primo quarto di quest'anno è calato di quasi il 10%. Sempre Blomberg in un altro articolo cita l'economista Charles R Morris che si va ad aggiungere a una nutrita schiera di altri illustri personaggi, tra cui mi limito a citare Nuriel Roubini e Martin Wolf, nel calcolare l'ammontare delle perdite innescate dalla crisi dei subprime ad un trilione di dollari (più del PIL dell'intera Russia).
Wow non si parlava di 600 miliardi solo la settimana scorsa, quando la Goldman rivide al rialzo le sue previsioni?
Ancora ricordo all'inizio di questa crisi, l'anno scorso, tutti che parlavano in tono rassicurante di qualche decina di miliardi di perdite, una cinquantina se proprio fosse andata male. Poi storcendo il naso han dovuto alzare le previsioni attorno ai 100 milioni e da li in poi non si è mai fermato il rialzo. Sono pronto a scommettere che tra qualche settimana la cifra sarà nuovamente lievitata.
Certe stime non sembrano però pervenire a Bubble Landia e la solita frotta di bugiardi ancora fantastica di incredibili guadagni. Anche con le perdite di questi mesi le raccomandazioni degli analisti a comprare o a mantenere azioni americani sono salite alla percentuale spaventosa del 94.5%. Dato che le stime sui futuri guadagni sono così alte la E del rapporto P/E risulta elevata portando di conseguenza il rapporto a un valore molto basso. A ciò naturalmente contribuisce anche il drastico calo nelle quotazioni azionarie.
Risultato? Il mitologico PE ha un valore estremamente basso e come già detto la cosa viene spacciata come un segnale inequivocabile che sia il momento di comprare azioni e che ormai si sia toccato il fondo.
Volete sapere quando è il momento di comprare? Quando i bugiardi di Bubble Landia inizieranno a suggerire a tutti di vendere.
Sul Blog economico Market Ticker viene indicato un metodo molto facile per non rimanere scottati e sapere quando investire e quando scappare. Si prende un indice come lo Standard and Poor's 500 investendo nello SPY, per esempio, altrimenti detto Spider, un fondo che replica i movimenti dell'indice. Si prendono i movimenti medi dell'indice nelle 20 settimane e li si confrontano con i movimenti che ha avuto nelle 50 settimane. Quando la curva delle 20 settimane incrocia e oltrepassa quella delle 50 per più dell'1% si è in un fase di rialzo del mercato. Quando la curva delle 20 settimane incrocia al ribasso quella delle 50 per più del 1% è il momento di vendere o di investire in buoni del tesoro. Il sistema è di una banalità sconcertante e si è rivelato esatto negli ultimi 20 anni. Ovviamente è un indicatore utile per chi non specula, ma investe a lungo termine e ha interesse a non ritrovarsi in mutande. Come tutti gli indicatori di questo genere potrebbe fallire domani, ma se mi chiedete cosa mi dia più fiducia tra questo sistema e l'affidarmi a dei bugiardi matricolati che vivono di commissioni e hanno tutto l'interesse nel farmi spendere dei soldi, beh.....la risposta è ovvia.
Lasciano da parte i bugiardi, quei pochi che si ostinano a dire la verità e per i quali il fatto che si stia attraversando una recessione è un fatto platealmente evidente si sono lanciati in un accesa discussione sulla forma che avrà la suddetta recessione. I più ottimisti scommettono in una classica forma a V un declino rapido e doloroso e un altrettanto rapida risalita. Roubini propende per una forma ad U, quindi con una fase stagnate prolungata che si trascini fino alla seconda metà del 2009.
Confronta i problemi principali dell'attuale crisi con le ultime recessioni come quella de 2002 che è durata circa 8 mesi (forma a V) facendo notare che allora in crisi era entrato il comparto aziendale che rappresentava circa il 10% del PIL mentre adesso sono i consumatori americani che rappresentano il 70% del PIL ed i danni si sono sparsi da li in tutti gli altri comparti come un infezione fino ad arrivare a contagiare perfino le banche.
I pessimisti parlano di W (montagne russe) o della temutissima L (fase di stagnazione di durata indefinita) giapponese.
Come ebbi a dire in altro post se siamo fortunati finirà come è finita con l'esplosione della bolla immobiliare giapponese, ma forse sono solo un po' troppo pessimista.
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