martedì 25 novembre 2008

Verso l'infinito e oltre!

C'è un articolo di bloomberg che negli ultimi due giorni ha fatto il giro della rete. Ha rimbalzato tra i più famosi blog economici, è stato ripreso da diversi quotidiani ed è perfino riuscito a finire sulla prima pagina di digg, tra un lol cat e l'ennesima gaffe di Sarah Palin.

L'articolista di bloomberg ha semplicemente preso tutti gli interventi economici operati dal tesoro degli Stati Uniti, dalla Fed e da vari enti governativi come l'FDIC, li ha messi in fila ed ha fatto la somma. Il risultato rappresenta l'ammontare complessivo del denaro che gli USA, nell'ultimo anno, si sono impegnati ad utilizzare nel tentativo di sconfiggere la crisi che divora le nostre economie.

Contando anche l'ultimo intervento nei confronti di Citigroup il conto finale ammonta a 7,76 trilioni di dollari (7760 miliardi).

Più della metà dell'intero PIL che gli Stati Uniti producono in un anno.

Ammetto che l'entità complessiva della cifra ha stupito perfino un pessimista come me. Si sta parlando di denaro che il governo americano ha promesso di impiegare, quindi solo una parte di quella somma è stata materialmente sborsata. Per fortuna Bloomberg è stato così gentile da aggiungere una colonna in cui ha sommato il denaro effettivamente usato (qui trovate la tabella riassuntiva con le varie voci).

Si tratta di appena 2836 miliardi di dollari.

Adesso si che mi sento meglio.

Buon parte di quei soldi sono stati emessi sotto forma di prestiti a banche ed aziende e si suppone che un giorno o l'altro verranno restituiti, ma anche a voler essere generosi il bilancio degli USA è potenzialmente esposto a trilioni di perdite.

Spulciando poi tra le varie voci salta agli occhi come Bloomberg consideri 200 miliardi la cifra massima che verrà sborsata per sostenere Fannie e Freddie. Non è in senso stretto un errore dato che quella è la somma che il tesoro ha ufficialmente promesso di stanziare, ma se credete davvero che le perdite dei due colossi dei mutui si limiteranno a 200 miliardi ho una bellissima torre pendente in pieno centro a Bologna da vendervi.

Anche considerando il caso migliore le perdite delle due GSE si aggireranno intorno ai 500 miliardi.

Inoltre, per ovvie ragioni, non viene considerato nei calcoli il già annunciato pacchetto di stimolo economico che Obama ha promesso di lanciare non appena varcherà la soglia dello studio ovale. Obama si è rifiutato di indicare l'entità precisa di questo ennesimo intervento evitando di illustrarne i dettagli, salvo poi dichiarare la ferma intenzione di creare 2,5 milioni di nuovi posti di lavoro. A sparare cifre ci ha pensato uno stuolo di illustri politici e economisti. Tutti sembrano concordare su una somma che oscilli tra i 500 e i 700 miliardi di dollari.

Lo so, sono ripetitivo, ma ancora una volta non posso evitare di chiedermi: "dove cavolo andranno a prendere tutti questi soldi gli Stati Uniti?"

Se questo articolo racconta il vero gli USA hanno già iniziato a supplicare altre nazioni per ricevere assistenza economica:

Gli Stati Uniti hanno chiesto a quattro ricchi stati petroliferi del Golfo una cifra vicina ai 300 miliardi di dollari come aiuto per affrontare la crisi finanziaria globale, ha riportato il quotidiano Kuwaitiano Al-Seyassah, Giovedì.

Citando "ben informate" fonti, il giornale ha detto che Washington avrebbe chiesto 120 miliardi di dollari all'Arabia Saudita, 70 miliardi di dollari agli Emirati Arabi, 60 miliardi di dollari al Qatar e cerchi di ottenere 40 miliardi di dollari dal Kuwait.


Che io sappia questa notizia non è stata ne smentita ne confermata. Di certo se confermata sarebbe esplosiva. Gli USA ufficialmente ridotti allo stato di pezzenti globali. Per ora la cosa non sembra preoccupare poi molti. Un trilione qua, un trilione la, cosa volete che sia.

A dimostrazione che sembra di essere ai confini della realtà, mentre stavo scrivendo questo post la FED se ne uscita con un ennesimo intervento, per la cifretta di 800 miliardi di dollari. L'obbiettivo dovrebbe essere quello di sbloccare il mercato dei prestiti ai consumatori.

Innanzi tutto la FED ha deciso che era il caso di creare un altra facility: il TALF.

Do quindi il mio benvenuto alla neonata Term Asset-Backed Securities Loan Facility, di sicuro non si sentirà sola circondata da così tanti fratelli, la cui madre è sempre la Federal Reserve ed il cui padre il problema della settimana. Il compito del TALF sarà di prestare, tramite la Federal Reserve di New York, 200 miliardi di dollari ai possessori di ABS (asset backed securities) con un rating AAA che siano basate su prestiti nuovi o concessi da poco a singoli consumatori e piccole aziende. Gli ABS sono solo l'ennesima sigla alfabetica che sta ad indicare un debito tagliuzzato e re-impachettato come strumento finanziario (si tratta ad esempio di debiti sulle carte di credito, finanziamenti per studiare all'università o per comprare un auto). In sostanza chi farà dei nuovi prestiti in giro li potrà cartolarizzare e scaricare alla FED in cambio di 200 miliardi di denaro frusciante.

Tra l'altro i prestiti emessi dal TALF sono "non recourse loan", in sostanza prestiti a fondo perduto. Chi si indebita col TALF potrebbe anche decidere di non onorare il suo debito e la FED non potrebbe farci nulla salvo provare a rivendere tutti i bellissimi ABS ottenuti come garanzia.

Con altri 500 miliardi la FED intende comperare MBS (mortage backed securities) dalle GSE, Fannie Mae, Freddie Mac e Ginnie Mae (quest'ultima è sempre stata di proprietà governativa) mentre con i restanti 100 comprerà sempre da Fannie, Freddie e l'FHLB (Federal Home Loan Banks) una serie di obblighi diretti.

Oggi ovviamente il titolo di Fannie e Freddie è letteralmente volato in borsa.

La FED si fa carico di un sacco di obblighi e titoli spazzatura in pancia alle due agenzie: WOW! Cosa si diceva poca sopra sul costo totale che avrebbe avuto il salvataggio dei due giganti dei mutui?

Degli ufficiali economici americani, sotto anonimato, hanno detto a bloomberg di non ritenere l'acquisto di queste obbligazioni basate sui mutui come una forma di "quantitative easing" o come il tentativo di aggiungere denaro alle riserve delle banche in periodo in cui il tasso di interesse è bassissimo, seppure ammettano che alla fine l'effetto sarà quello.

Non chiamiamolo "quantitative easing" quindi, che quella sembra ormai chiaro essere considerata una parolaccia.

Chiamiamolo stampare denaro, così almeno tutti capiscono.

E come se non bastasse un intervento da 300-800 miliardi al giorno sembra che il tesoro abbia anche intenzione di lanciarsi nel mercato dei DIP. I DIP sono una forma di prestito concessa alle aziende che ricorrono al chapter 11, una forma di bancarotta che può condurre ad un riorganizzazione o alla liquidazione definitiva della azienda (chapter 7). Quando una azienda finisce in chapter 11 ha comunque la necessità di fondi per le spese legali e per l'eventuale ristrutturazione. Questi fondi quando l'economia ancora funzionava venivano prestati da privati in cambio di junk bonds, la cui massima priorità di pagamento veniva garantita da una corte giudiziaria degli Stati Uniti.

Alti ritorni e basso rischio quindi.

Quando l'intero mercato del credito si è congelato, i privati sono scappati a gambe levate anche dal mercato dei DIP. Il problema si è manifestato in tutta la sua drammaticità nel caso della GM. Molti avrebbero voluto mettere la GM in bancarotta (chapter 11) facendo saltare i vecchi accordi in materia pensionistica e retributiva e ristrutturando così l'azienda, fino a renderla più snella e flessibile. Peccato non sia stato possibile trovare sul mercato il denaro necessario a condurre questa operazione. Allora diversi politici avanzarono l'ipotesi di un assistenza governativa che accompagnasse finanziariamente la GM alla bancarotta.

Adesso sembra che l'idea sia stata estesa e vada a coprire l'intero mercato dei DIP.

Dovremmo francamente chiederci se esista ancora un qualche angolo del mercato finanziario che non sia gestito, garantito, finanziato dal governo statunitense. Il costo che avrà la manovra sul DIP non è possibile conoscerlo al momento.

Quello che risulta però evidente è che il calcolo fatto da Bloomberg dovrà presto essere rivisto in eccesso per oltre 1,5 trilioni di dollari (800 miliardi dell'ultimo intervento della FED + circa 700 del piano di Obama + DIP + ?).

Einstein affermava che le sole cose infinite fossero la stupidità umana e l'universo (e sulla seconda non era sicuro).

Molti, sembrano invece ritenere che all'elenco delle cose infinite vada aggiunto anche il bilancio degli Stati Uniti e con noncuranza continuano ad espanderlo facendosi carico di debiti e di rischi.

Magari Einstein sbagliava.

Magari ha ragione Bernanke che con le sue manovre sembra gridare entusiasta: "verso l'infinito e oltre!".

Ma se proprio devo scegliere, alle teorie economiche del secondo continuo a preferire quella della relatività.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Sappiamo tutti che fra mutui subprime, ARMs, spazzatura aggregata, derivati scoppiati e CDS inesigibili, il sistema creditizio USA e in parte anche quello Nord Europeo, dovrebbe di fatto essere dichiarato fallito.
Le PASSIVITA' superano abbondandemente le attività.

Invece sembra che non accada proprio nulla, si sta dando l'impressione che qualcuno riuscirà a fare la magia, a far sopravvivere quel sistema finanziario di matrice anglosassone.
Quelli che ora sono al timone di comando, vorrebbero disintossicare il mercato somministrando dosi sempre più massicce di liquidità.
Praticamente a tutti gli operatori dell'alta finanza, si sta dando un invito esplicito a continuare come se nulla fosse.
E' pura pazzia pensare che il sistema economico continui a indebitarsi e a sostenere l'economia reale a ritmi di pre-crisi.
Bisognerebbe subito togliere dai posti che occupano gli uomini che sono stati la causa prima di questo disastro. Rimuovere tutte le persone che sono legate alle grandi Banche.
Poi bisognerebbe avere il coraggio di voltare pagina imponendo regole chiare e certe per tutti, in modo da dare fiducia al mercato.
Un sistema in piena crisi come quello americano non può reggere un indebitamento così elevato, fatto esplodere in così poco tempo.
L'america rischia di subire un trauma generazionale, dove la sfiducia nelle istituzioni economiche, minerà qualunque nuova iniziativa.
Si rischia di far sprofondare gli USA in un paese da repubblica delle banane, dove sopravviverà solo un capitalismo da rapina, mordi e fuggi.
La commedia sta degradando sempre più a farsa.

silvietta ha detto...

Scusate la mia timida incursione, Vi leggo con grande interesse, in questo periodo stò cercando di capire cosa succede all' economia mondiale ... e per me ,che sono completamente digiuna ,siete un pò degli insegnati ... ; volevo semplicemente aggiungere che ho avuto modo di notare negli ultimi mesi ,la presenza di un gran numero di cittadini statunitensi nella mia città( Bologna ),con eccellenti Curriculum Vitae ma come potete ben immaginare ,in grande difficoltà nel trovare un posto di lavoro ; una nuova immigrazione , o se vogliamo i figli degli italiani immigrati in America nel dopo guerra che ritornano in patria in cerca di miglior fortuna !