lunedì 24 novembre 2008

Amarcord

Questo lo posto solo per ricordare come eravamo messi appena qualche anna fa e come un po' in tutto il mondo e quindi anche in Italia, gli individui che hanno cavalcato e prodotto la crisi attuale siano gli stessi che ora vengono ad offrirci delle soluzioni.

Da Repubblica:

ROMA - L'ipoteca sulla casa per finanziare i consumi delle famiglie: questa la formula trovata dal ministro del Tesoro Giulio Tremonti per rinforzare la capacità di consumo degli italiani, elemento necessario per far ripartire l'economia. "Tremonti chiede agli italiani di ipotecare la casa per comprare la TV nuova", ironizza il vice presidente dei senatori della Margherita Natale D'Amico.

"Gran parte della ricchezza delle famiglie è concentrata nel mercato immobiliare - è scritto bella bozza di Dpef - ed un sostegno ai consumi, fondamentale per la crescita del nostro paese, potrebbe derivare dalla possibilità di convertire in reddito parte di tale ricchezza". In sostanza il governo punta sul mattone per "finanziare i consumi, convertendo in reddito una parte della ricchezza accumulata dalle famiglie attraverso la casa". E lo mette nero su bianco nel Dpef parlando di "elevate potenzialità di finanziare i consumi", attraverso "linee di credito al consumo direttamente garantite dal mutuo ipotecario: sono una valida alternativa - si legge nella bozza del documento - sebbene costituiscano un innovazione". Un meccanismo che potrebbe anche trasformarsi in una sorta di pensione integrativa: una "rendita" per i proprietari in età "più avanzata del ciclo vitale", ovvero per i più anziani.

La logica dell'operazione - si legge nella bozza del Dpef - "consiste nel generare flussi di cassa, rifinanziando mutui preesistenti". Un'opportunità fornita, da un lato, dalla "crescita dei prezzi delle case che aumenta il valore ipotecabile" e, dall'altro, dai "minori tassi di interesse che riducono la rata del mutuo".

Una strada già percorsa da altri paesi che - sottolinea la bozza - potrebbe essere seguita anche dall'Italia dove "i prezzi delle abitazioni risultano costantemente in crescita dal 1998" e dove il "rapporto tra ricchezza immobiliare e reddito disponibile risulta particolarmente elevato". Le linee di credito direttamente garantite dal mutuo ipotecario potrebbero così passare -secondo le prime indicazioni contenute nel Dpef - per "due forme": la prima destinata a giovani famiglie, con reddito e numerosità in prevedibile aumento. La seconda, invece, alle famiglie di anziani.

I giovani. Per quanto riguarda la prima strada si ipotizza così una linea di credito al consumo direttamente garantita dal mutuo ipotecario con "tasso e durata variabile, con un tetto alla rata nominale applicabile al mutuatario" ed una serie di meccanismi che prevedono "attraverso l'allungamento della durata del mutuo" di abbattere i rischi di "eccessivi leverage": se cioè i tassi aumentano "per contratto e automaticamente, si allunga la durata del mutuo". Questa ipotesi dovrebbe prevedere cioè la possibilità, con il passare del tempo ed a fronte della rivalutazione dell'immobile, di aumentare la durata del finanziamento (e le garanzie ipotecarie) che verrebbe così a contenere le rate periodiche, liberando risorse per i consumi.

Gli anziani. Un'altra forma di finanziamento dei consumi attraverso il mattone riguarda, invece, le famiglie più in là con gli anni. Per questa categoria si potrebbe così inaugurare il concetto di "ipoteca negativa": il proprietario cioè vende la nuda proprietà dell'abitazione ad un istituto finanziario (fondo immobiliare, fondo pensione etc.) continuando ad abitare la casa per tutta la durata del contratto o fino alla propria morte. In cambio riceverebbe il "corrispettivo della vendita anche sotto forma di rendita". Mentre l'Istituto "otterrà a scadenza anche l'usufrutto dell'immobili o potrà, nel frattempo, cederlo", per i proprietari si apre la "possibilità di utilizzare la ricchezza accumulata nel 'bene-casa' per far fronte alle necessità dell'età avanzata". Strumento "particolarmente idoneo - tiene a precisare la bozza del Documento di programmazione economica - considerando le tendenze in atto nella società italiana: il rapido invecchiamento della popolazione, l'aumento dei costi di assistenza e l'età avanzata, l'esigenza di un integrazione pensionistica".

Più debiti. La specificità dell'Italia ha spinto il governo su questa strada. Nel mattone l'Italia si differenzia inoltre dagli altri paesi anche per il "basso rapporto tra indebitamento per l'acquisto della casa e Pil": è pari al 10% contro una media di eurolandia del 35%. Anche in questo caso le indagini dell'Istat - si legge ancora nel Dpef - risultano "estremamente indicative: solo l'1,4% delle famiglie dichiarava nel 2001 difficoltà nel pagare il mutuo mentre il 2,7% aveva problemi nel comprare il cibo ed il 4,4% li aveva nel saldare debiti diversi dal mutuo. "Per le famiglie risulterebbe così più vantaggioso indebitarsi al tasso ipotecario che non a quello, quasi doppio, vigente per il credito al consumo".

Il no dell'opposizione. Una spinta all'indebitamento che non convince l'opposizione. la Cdl vuole - dice D'Amico - convertire in reddito una parte della ricchezza accumulata dalle famiglie attraverso la casa. Un tentativo piuttosto goffo di trapiantare in Italia una pratica diffusa, in ben altro contesto e con un diverso livello dei redditi familiari, negli Usa. A questo si riduce l'annunciato programma per il rilancio dei consumi: nel solito invito a consumare di più; al quale ora si aggiunge: se non avete abbastanza soldi, ipotecate la casa".

"La finanza creativa sta per essere estesa col Dpef alle famiglie?", gli fa eco il responsabile economico dei Ds, Pierluigi Bersani. "Con tutte le cartolarizzazioni di questi anni, Tremonti ha già dimostrato di essere capace di vendere casa per pagarsi la benzina; adesso vuole convincere le famiglie italiane a fare lo stesso". "Qualora le anticipazioni che circolano fossero davvero contenute nel Dpef - aggiunge BErsani - almeno una cosa sarebbe chiara: finite le fatiche del governo, al ministro Tremonti non mancherebbero certo le caratteristiche per fare il promotore finanziario porta a porta".

(15 luglio 2003)

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