mercoledì 25 febbraio 2009

L'alba delle banche viventi (?)

Ieri in un discorso tenuto davanti al comitato bancario del senato USA, a cui doveva riferire i suoi progetti per il settore bancario, il vecchio Ben ha detto:

Il tesoro comprerà azioni privilegiate delle 19 maggiori banche USA se gli stress test determineranno che esse hanno bisogno di maggiori capitali per affrontare una recessione che si è rivelata peggiore delle previsioni, ha detto Bernanke ai politici di Washington oggi. Le azioni privilegiate saranno convertite in azioni normali solo se delle perdite straordinarie si materializzeranno, ha detto.

"Non vedo nessuna ragione di distruggere il valore di un istituto o di produrre le grandi incertezze legali che farebbero seguito alla nazionalizzazione formale di una banca quando questo non è necessario" ha detto Bernanke ad una seduta del Comitato Bancario del senato.

Le azioni privilegiate sono una specie di ibrido tra obbligazioni e azioni comuni. Generalmente non garantisco poteri di voto, ma prevedono il pagamento di un dividendo prefissato, concordato tra l'azienda e chi ne compra le azioni in questione (simile al rendimento delle obbligazioni per intenderci) ed in caso di liquidazione della società chi possiede questo tipo di azioni ha la precedenza nei pagamenti rispetto agli azionisti comuni (ma viene dopo gli obbligazionisti).

Per queste ragioni molti governi utilizzano questo strumento quando devono ricapitalizzare le banche. Gli istituti formalmente rimangono sotto controllo privato, inoltre il valore delle azioni comuni non ne risulta diluito (per la gioia degli azionisti). Allo stesso tempo lo stato può raccontare in giro di non aver semplicemente regalato del denaro senza ottenere nulla in cambio (dato che gli viene pagato un dividendo) ed in caso di necessità, previo accordo tra le parti, le azioni privilegiate possono essere convertite in azioni comuni.

Potrei dire molte cose sulle dichiarazioni di Bernanke e nessuna particolarmente carina, ma in questo caso preferisco lasciar parlare il premio Nobel Paul Krugman che ha riassunto bene in un articolo intitolato mysterious plans, l'impressione che i programmi di Ben hanno lasciato a molti (me compreso):

Sto cercando di essere aperto nei confronti dei vari piani, o voci di piani per aiutare le banche; ma continuo a non essere in grado di capire o quali siano i piani o perché si pensi che essi possano funzionare. E non credo che sia colpa mia.

A quanto pare, l'ultimo prevede la conversione delle azioni privilegiate in mano al governo in azioni comuni, forse. James Kwak ha una buona spiegazione di tutta questa faccenda. E non è chiaro che cosa si riuscirà ad ottenere seguendo questa via...

... Quello che il tesoro ora sembra proporre è di convertire alcune delle azioni verdi in azioni blu (si riferisce a uno schema presente nel suo articolo ndr) - convertire le privilegiate in comuni. E' vero che le azioni privilegiate hanno alcune qualità tipiche del debito - richiedono il pagamento di dividendi, ecc.. Ma davvero qualcuno pensa che la ragione per cui le banche sono malandate è che si trovano le mani legate dagli obblighi nei confronti degli azionisti privilegiati, piuttosto che dall'avere semplicemente troppo debito?

Davvero non capisco. La sconfortante sensazione che il piano dell'amministrazione sia quello di far continuare l'orchestra a suonare e sperare che nel frattempo l'iceberg si sciolga da solo, diventa sempre più forte.

Quello di cui parla Krugman non può far a meno di evocare le richieste avanzate dall'AIG negli ultimi giorni. Lunedì l'ex gigante mondiale delle assicurazioni, per l'80% in mano al governo USA, ha annunciato una perdita trimestrale di 60 miliardi di dollari. La più grande in un solo quarto, della storia della Stati Uniti. Questo dopo che l'AIG aveva ciucciato 150 miliardi di dollari al contribuente americano sotto varie forme. Dove siano andati a finire questi 60 miliardi non è dato sapere. Alcuni chiamano in causa perdite su prodotti che dipendono dal mercato immobiliare non residenziale, Bloomberg (prima di togliere quella parte dall'articolo) parlava di 18,7 miliardi in swap la cui quota più consistente sarebbe stata pagata a Societe Generale SA, Goldman Sachs Group Inc, Deutsche Bank AG, Calyon Securities e Merrill Lynch & Co.

Dovunque siano finiti i soldi, l'AIG, inarrestabile come ogni zombie che si rispetti, è tornata affamata di denaro dal governo americano. La promessa che fece a settembre di vendere pezzi dell'azienda per ripagare lo stato dei soldi ricevuti è stata a quanto pare dimenticata. Non che siano in molti a sorprendersi di ciò. L'unica cosa sorprendente sono le attuali richieste dell'AIG. Questa vorrebbe cortesemente che lo stato acconsentisse alla conversione delle sue quote privilegiate in azioni comuni. Si parla di 40 miliardi di dollari.

Il tesoro degli Stati Uniti si trova quindi, in un'antipatica situazione. Non può aumentare la sua quota di azioni comuni, perché oltrepasserebbe quel limite dell'80% di proprietà che si è autoimposto per mantenere in piedi la farsa della non nazionalizzazione. Contemporaneamente, per qualche misteriosa ragione - probabilmente legata alla massa di cds che l'AIG ha emesso negli ultimi anni - il governo USA sembra essere intenzionato a fare di tutto perché la moribonda azienda non fallisca. Tra AIG, governo e agenzie di rating sono in corso fitte discussioni per trovare una soluzione che le permetta di rimanere in vita senza subire un ulteriore taglio del rating - evento che la costringerebbe a recuperare altri capitali a garanzia della propria solvibilità.

A quanto pare, la vicenda dell'AIG ha fornito a Bernanke l'infelice idea che acquistare azioni privilegiate - in quantità indefinita - sia lo strumento migliore per ricapitalizzare il settore bancario. Devo concludere che Ben sia un grande fan di Romero visto che sta cercando in tutti i modi di creare un esercito di zombie. Cosa si aspetti di ottenere continuando a fornire denaro alle banche, senza fare chiarezza una volta per tutte sulla loro condizione e senza che ne vengano efficacemente ripuliti i bilanci, mi sfugge. E' come se stesse gridando a pieni polmoni: "lost decade, arriviamo!".

Non dobbiamo preoccuparci però. Il capo della FED ieri ha anche lanciato alcune rassicurazioni al mercato:

Però, ha detto (Bernanke ndr), presumendo che gli interventi economici prendano piede "c'è la ragionevole prospettiva che l'attuale recessione finirà nel 2009 e che il 2010 sarà l'anno della ripresa."

Questo detto dallo stesso individuo che più di un anno fa andava in giro a raccontare:

"In questo momento . . .l'impatto sull'economia in generale e sui mercati finanziari dei problemi nel mercato dei subprime sembra, probabilmente, essere contenuto"

Ora si che mi sento più tranquillo.

A onor del vero, Bernanke ha anche aggiunto che la ripresa del 2010 sarà limitata e che prima di 2-3 anni l'economia non ripartirà in maniera sostenuta.

Wall Street a quanto pare sembra ancora credere al capo della FED. In seguito al suo discorso, ieri gli indici sono saliti in maniera netta, guadagnando tra il 3% ed il 4%. Agli azionisti fa di certo piacere sapere che le banche non verranno nazionalizzate e che il governo continuerà ad elargire aiuti senza che questo implichi per loro la perdita delle proprie prerogative. Chi invece aveva delle scommesse al ribasso, aperte nei confronti dei maggiori istituti bancari, si è trovato costretto ad acquistare azioni per chiudere la propria posizione (un classico short squeeze), nel timore che le dichiarazioni di Ben producessero un aumento dei valori azionari.

In un sol colpo il vecchio Ben è riuscito a far ignorare al mercato i dati sul valore degli immobili, sceso a dicembre del -18,7% rispetto allo scorso anno, un minimo storico ed il dato sulla fiducia dei consumatori, anch'esso sceso ai minimi storici, assestandosi a 25 punti mentre gli analisti si attendevano un livello di 35. Sotto potete vedere in forma grafica l'andamento di entrambi gli indici:






Ha quasi del paradossale che la proposta di Bernanke, di zombificare a tempo indefinito l'intero settore bancario, sembri essere accolta da tanta euforia. Spero si tratti di un semplice rimbalzo tecnico. Se qualcuno ritiene davvero che percorrere la via giapponese sia una buona idea, non so che dire. Verrebbe quasi voglia di bere per dimenticare. In Italia almeno, dove ancora sembra essere di moda. Negli USA invece, il consumo di alcool ha subito un crollo senza precedenti - come si può notare osservando la linea rossa nel grafico riportato sotto:



Forse gli americani han deciso di ricorrere direttamente a qualcosa di più forte. O forse preferiscono tenersi lucidi, caso mai venissero assaliti da un banchiere zombificato alla vorace ricerca di denaro. In casi simili bisogna avere i riflessi pronti: usare come esca il proprio portafoglio, lanciarlo lontano e mentre il banchiere ci si avventa sopra, scappare in tutta fretta cercando di portarsi dietro più risparmi possibile.

Oggi dovrebbe parlare Geithner e vedremo che altri grandi sorprese ci riserverà. Anche Bernake dovrebbe tornare alla sbarra, ma da quel che ha detto ieri, il capo della FED sembra essere intenzionato a regalarci un film dell'orrore. Qualcosa che non potrà essere definito recessione o depressione. Qualcosa che i giapponesi conoscono bene e che in passato ho definito come: "una lunga e agonizzante Decessione".

Spero abbiate tutti molta pazienza. Questo film pare destinato a durare ancora a lungo.

6 commenti:

Umberto Zorzi ha detto...

Ciao Stand.
Ci potrebbe essere una ragione per cui Obama ed il suo staff vogliono evitare la nazionalizzazione: potrebbe essere che gli assets tossici delle principali banche sono molto piu' elevati di quando si stimi ed una nazionalizzazione farebbe emergere tutto questo con il rischio che diventi evidente che neanche il governo degli Stati Uniti abbia le capacita' di accollarsi tali perdite se non con il concreto rischio di andare in default esso stesso.
In ogni caso appare sempre piu' evidente che a parte bruschi cambiamenti di rotta da parte dei principali governi siamo destinati a vedere la ripresa ra molti e molti anni.
Tra le altre cose oggi e' stato declassato il debito dell'Ucraina a CCC+, cioe' e' ormai probabilissimo essa andra' in default prima dell'estate. Ci sara' sicuramene un effetto a catena che coinvolgera' molte banche e Stati (Unicredit, Ausria, Russia in primis) con conseguenze ad oggi difficilmente prevedibili.
Voi cosa ne pensate?
Ciao
Umberto

mensa andrea ha detto...

stand, sei formidabile.... riesci a farmi ridere anche raccontandoci un film dell'orrore !!
corretta l'osservazione di Umberto, che, se fosse quella la vera ragione, forse, la cosa più conveniente sarebbe quella di dar fuoco alle banche e crearne di nuove di sana pianta.

Stand ha detto...

Ciao Umberto quello che dici è quasi certamente corretto. Di sicuro sono convinti che la nazionalizzazione costerebbe troppo, del resto bloomberg scrisse che Geithner cambiò idea sulla bad bank e propose quell'acrocchio di programma pubblico/privato il "Public-Private Investment Fund" (PPIF) proprio nel tentativo di limitare i costi.

Purtroppo anche il PPIF è una presa in giro. Le perdite se le accollerà comunque lo stato per una quota che va dal 84% al 95%. Il resto sarà a carico dei privati (sempre che non scappino prima lasciando tutti i cocci in mano allo stato). Ancora una volta si cerca solo di rimandare la resa dei conti e di trascinare la situazione.

Tattica inutile dato che i soldi qualcuno li dovrà sborsare in ogni caso. Meglio che le perdite le subiscano azionisti e obbligazionisti e che lo stato nazionalizzi ricapitalizzando e liquidando gli assets. L'unica cosa che andrebbe davvero protetta sono i correntisti oltre ovviamente a regolare i cds.

Una nazionalizzazione sarebbe costosa e di certo non indolore, ma meglio che un esercito di zombie. Poi tutti i discorsi su quanto il governo USA ritenga sia grave la condizione degli istituti bancari, solleva diverse altre domande.

O stanno andando a tentoni faccendo dei conti di massima o sanno esattamente come stanno le cose ed allora gli stress test annunciati per verificare la resistenza degli istituti in diversi scenari sono solo una presa in giro, da cui usciranno risultati inventati di sana pianta, il cui unico obiettivo sarà quello di rassicurare gli investitori.

Per l'Ucraina di certo era nell'aria un declassamento. I cds sul paese sono un pugno nell'occhio confrontati anche solo con quelli della lituania, un paese il cui rating è a livello di junk (il paese messo peggio del blocco est dopo l'Ucraina). L'ucraina ha anche ripreso a litigare con la Russia per le forniture di gas e oggi è saltato fuori il primo ministro Ungherese chiedendo 180 miliardi di euro di aiuti all'Europa per sostenere i paesi dell'est .

Soldi che in buona parte dovranno arrivare dalla Germania si presume. I cds sullo stato tedesco stanno già iniziando a prezzare la possibilità che l'anemica locomotiva d'Europa sarà costretta ad aprire il portafoglio e mantenere mezza Europa.

Vedremo se saranno disposti. Su questo versante arrivano segnali contradittori (anche se penso che pagheranno, almeno all'inizio). In ogni caso tutto è ancora in movimento e mi sa che per un pezzo non potremmo rilassarci.

mensa andrea ha detto...

ti chiedo scusa, stand, se ti rivolgo una domanda un po idiota.
secondo te, tutti i miliardi di dollari che il tesoro si sta accollando, dovrà trovarli emettendo bonds a più o meno lunga scadenza.
intanto vanno a scdenza quelli precedenti che andranno rinnovati.
ma ci sono, mi domando, in circolazione tutti questi dollari ? e se anche ci fossero chi li convertirebbe in bonds decennali al 3% ? o la fed dovrà mettersi a stamparne a pieno regime ?
continuano a elencare miliardi da mettere a destra e sinistra, e nessuno si domanda da dove potrebbero saltar fuori ! io ho provato a farci 4 conti, ma il risultato non rientra nemmeno nell'ordine di grandezza.

Stand ha detto...

Ciao Andrea ha questo ha risposto Brad Setser nel suo ultimo articolo. Di fatto Setser, prevede che Cina e banche centrali di paesi esteri compreranno tra i 450 e i 600 miliardi di dollari in buoni a varie scadenze nel corso del 2009.

Il resto, cioè quello che manca a coprire i 1750 miliardi di deficit, lo dovrebbero comprare i privati. Una cifra del genere i privati, che siano singoli cittadini, fondi ecc l'hanno a disposizione e se dovessero ritenere un rifugio sicuro i buoni USA, li acquisteranno come secondo setser avrebbe fatto l'anno scorso (anche se qualche mese fa non li conteggiava nei suoi calcoli, perchè si scordava di considerare tutti i buoni che la FED ha scaricato sul mercato per finanziarsi).

In sostanza, gli USA quasi sicuramente riusciranno a finanziare quest'anno un deficit che alla fine dei giochi si rivelerà probabilmente superiore ai 1750 miliardi di cui si parla ora. Il problema è che dovranno fare il roll over di quel debito nei prossimi anni, a meno di non riuscire a pagarne parte tagliando in maniera significativa le spese, aumentando le tasse o inventandosi in qualche maniera, una crescita economica sostenuta.

I problemi li vedrei quindi più nei prossimi anni.

Daniele ha detto...

Tra nazionalizzazione brusca e sostegno tramite azioni privilegiate non è che ci sia una soluzione più o meno efficiente. Tutto dipende da caso a caso. Purtroppo gli Stati Uniti stanno dimostrando di affrontare sei problemi con soluzioni tampone che cambiano ogni mese, senza una visione chiara di un piano d'azione.

Probabilmente ciò deriva anche dal fatto che i piani di sostegno e stimolo sono stati avviati prima del cambio di governo creando discontinuità molto dannose.