lunedì 31 marzo 2008

Chi paga il conto?

Quando ormai iniziavo, ingenuamente, a pensare che tre facility fossero sufficienti la Fed, è prontamente riuscita a smentirmi. La nuova facility che ha messo in piedi si chiama TSAF (Term Securities Auction Facility). Come le altre sue sorelle lo scopo di quest'ultima e di fornire soldi veri alle banche sotto forma di buoni del tesoro per un ammontare di 100 miliardi in cambio di tutta la cartaccia invendibile di cui le banche sono imbottite. I prestiti sono a 28 giorni, si tratta cioè, dato lo standard, di prestiti a lungo termine. Altro giro, altro regalo verrebbe da dire.


Evidentemente non basta. Il Financial Times riporta voce che allo studio ci sia un piano della Fed per comprare tutti i vari MBS (Mortage Backed Securities) dalle banche sborsando una cifra non precisata, ma che si ritiene possa variare tra i 500 miliardi di dollari e i 1000. Tutto scaricato sulle spalle del contribuente naturalmente che dopo essersi beccato il tracollo del valore degli immobili che usava come bancomat e costretto a ingoiarsi l'attuale recessione, dovrà pure sborsare questa cifra spaventosa per salvare un branco di speculatori considerati “troppo grandi per poter essere lasciati fallire”. E' il caso della Bear, ma anche quello della Lehman che tutti osservano col fiato sospeso come se dovesse franare da un momento all'altro. I suoi profitti sono calati del 57% nel primo quarto, ma il mercato ha reagito bene alla notizia. Si aspettava di peggio. L'invicibile Goldman la regina delle banche di investimento ha totalizzato un – 53%, ma anche in questo caso le aspettative erano peggiori.


Si parla di rispolverare l'RTC un agenzia controllata dal governo degli Stati Uniti che nel lontano 1989 salvò il sistema finanziario dalla crisi delle Saving & Loans sborsando la modica cifra di 153 miliardi di dollari (perdendone l'81%) mentre il sistema complessivamente riportava comunque una perdita complessiva di 500 miliardi.


Da dove li prenderà la Fed questi soldi?


Sarei molto curioso di saperlo dato che il bilancio della banca centrale americana è sempre più assottigliato, imbottito di cartaccia senza valore e privo dei buoni del tesoro dati alle banche per tappare i loro buchi di bilancio. Oltretutto una manovra simile non farebbe che accollare alla Fed un rischio incalcolabile, nel senso vero del termine, dato che nessuno sa come è collegato tra loro il rischio di tutti questi strumenti. Già le GSE le agenzie governative il cui compito dovrebbe essere di garanzia a mutui di una certa qualità sono state caricate di rischio dovendo accollarsi mutui di qualità dubbia. I requisiti di riserva sono scesi dal 30 al 20% e i limite dei mutui acquistabili da esse portato da 400000 dollari a 700000.


Detta come va detta, le GSE sono insolventi. Il fatto è risaputo, ma tutti sono convinti che alle loro spalle ci sia il governo degli Stati Uniti, come garante e non si preoccupano. In realtà ciò è semplicemente FALSO. La stessa legge che costituisce le GSE dichiara esplicitamente che il governo non è tenuto a garantire i debiti delle GSE ne può fornire loro fondi. Nella pratica se una delle GSE fallisse, vedremo l'onda d'urto finanziaria materializzarsi fisicamente, come a seguito di una esplosione nucleare. Se la Bear è stata salvata a maggior ragione nessuna GSE verrà fatta fallire a costo di indebitare cittadini americani per i prossimi 1000 anni.


La soluzione per la Fed sembra quindi essere la classica. Inflazionare. La cosa farà fuggire i già spaventati investitori esteri che non sapendo dove sbattere la testa si rifugiano in un euro terribilmente sopravvalutato. Il piano sembra temerario e molto pericoloso. Vedremo cosa decideranno alla fine Bernake e Paulson.


A proposito di quest'ultimo, riprendendo da un post sul blog di Yves Smith il quale a Marzo già individua il candidato per la più grossa bugia dell'anno, Paulson ha detto:


“I do not believe it is fair or accurate to blame our regulatory structure for the current turmoil”.


Tradotto, ha dichiarato di non ritenere colpevole degli attuali problemi l'esistente struttura di controllo dei mercati. Come ironicamente fa notare Yves: chi allora?


Marziani? Congiunzioni astrali transitorie? Abuso di antidepressivi? Osama Bin Laden ( lui centra sempre)? Speculatori al ribasso?


Personalmente penso sia prematuro assegnare la palma per la balla più grossa. L'anno è cominciato da poco e la catena di fallimenti ancora lunga. Ne sentiremo di cotte e di crude.


Il telegraph in un lungo e gustoso articolo racconta proprio dei fallimenti tra i fondi di investimento, concentrandosi sugli arroganti e sprezzanti omini che ne erano a capo. Devo ammettere che non sono riuscito ad evitare un certo schadenfrauden alla sua lettura. Lo consiglio a tutti quelli che riescono a leggere l'inglese. E' interessante notare come questi fondi fossero spesso amministrati da personaggi egocentrici e sprezzanti, che si deliziavano nell'indire faraoniche feste in stile James Bond affittando interi Hotel e ingaggiando stuntman e attori per ricreare le scene del film o mettevano in piedi Hedgestock in cui 4000 delegati vestiti da Hippies ballavano sulle note di un concerto dal vivo dei The Who, ma che alla resa dei conti si sono rivelati dei mediocri amministratori.


In grado di fare dei soldi finché il mercato andava bene grazie ad elevatissimi effetti leva, ma appena le cose hanno girato in senso negativo tutti a piangere e ad incolpare l'irrazionalità dei mercati che non rispettavano più i loro preconfezionati modelli matematici. L'articolo del Telegraph riporta come un gestore di questi fondi interrogato da un economista su cosa avrebbe fatto in caso il mercato avesse girato male e fosse stato costretto a prezzare al loro vero valore i pezzi di carta con cui speculava rispose “ Sarebbe un problema, ma tanto non succederà”.


Con tutta la buona volontà questa è gente per la quale non riesco a nutrire nessuna simpatia.

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