....Diceva l'omino che si gettò da un grattacielo arrivato a metà del suo tragitto dal suolo, in una famosa storiella raccontata per strappare un sorriso e far riflettere sul funzionamento di un certo tipo di ragionamento umano. Peccato che i nostri cari economisti siano anni che si comportano come il protagonista di quella storia. Continuano a dire: “tutto bene”, “nessun problema”, “l'economia si riprenderà nella seconda metà dell'anno”.
Gli asini voleranno, l'oceano si aprirà in 2, Atlantide risorgerà e al governo andranno dei politici capaci e intelligenti, aggiungo io.
L'orso è definitivamente defunto. Qualche giorno fa si parlava ancora di un salvataggio della Bear Stearns operato dalla Fed tramite la JP Morgan. Il salvataggio si è direttamente trasformato in un'acquisizione, alla ridicola cifra di 2 dollari ad azione, deciso durante un meeting di emergenza indetto dalla Fed durante il week end. Il primo in quasi trent'anni. Giovedì ogni azione della Bear valeva 57 dollari e venerdì alla chiusura dopo il tracollo 30. Gli azionisti ovviamente ringraziano.
Tutta l'operazione viene poi finanziata direttamente dalla Fed che ha garantito un prestito di 30 miliardi alla JP Morgan, per la gioia dei contribuenti americani che son quelli che si troveranno in definitiva ad accollarsi il rischio di tutte queste operazioni.
Alla fine dei giochi, si è scoperto che il valore reale del bilancio della Bear Stearns era un decimo del suo presunto valore di mercato.
Wow! Sopresa!
Come se ciò non fosse vero per la maggior parte degli altri istituti. Già si scommette sul prossimo cadavere. La Lemhan è data in pole position, ma sarei molto curioso di conoscere l'esatta situazione di bilancio di giganti come la Citigroup.
Altra decisione presa durante la riunione della Fed è stato il taglio del tasso di interesse di un quarto di punto. Il mercato già scommetteva su un ¾ di punto nel prossimo incontro programmato. Il che porterebbe i tassi al 2,50. Tasso di interesse reale sempre più negativo.
Indovinate che faranno il prezzo del petrolio e dell'oro?
Tra un po' arriveremo a 120 dollari al barile e le previsioni della Goldman Sachs, di un possibile prezzo di 200 dollari in caso di qualche grosso problema internazionale, iniziano a sembrare conservative. L'oro invece viene trattato stabilmente sopra i 1000 dollari l'oncia (intorno ai 1030 mentre sto scrivendo) cifra che qualche anno fa veniva ritenuta impossibile da raggiungere.
Il dollaro scenderà sempre più nell'abisso. Solo qualche giorno fa Paulson, il ministro del tesoro americano, assicurava come sempre sul suo impegno a mantenere una moneta forte nell'interesse dell'intera nazione (ma del resto sono anni che ci prendono per il culo in questa maniera).
Come se tutto ciò non bastasse la Fed ha, nel tempo libero, creato una nuova facility.
Un'altra!!!
Chi segue questo blog avrà già sentito parlare delle altre 2 facility messe in piedi dalla Fed per salvare il sedere alle banche: il TAF e il TSLF.
PDCF (Primary Dealer Credit Facility) è la sigla che indica quest'ultima creatura. Traducendo direttamente dall'annuncio della fed, il PDCF fornirà fondi notturni ai primary dealears (si tratta di banche e di alcuni brokers dealers che hanno la facoltà di commerciare direttamente con la Fed) in cambio di tutta una serie di garanzie che comprendo securities di varia natura: da quelle basate sui mutui a quelle delle municipalizzare a quelle basate sui debiti delle aziende.
In altri termini come sempre la Fed fornirà soldi in cambio tutta la cartaccia invendibile, perché priva di mercato, ai vari malmessi istituti e ai brokers lasciati fuori dalle altre facility. Le prime due facility non sono servite a ripristinare la fiducia nel mercato e dubito che questa terza possa sortire effetti migliori.
Per chiudere questo post, non posso evitare di parlare della ciliegina su quella torta andata a male che è l'attuale situazione economica. Alan Greenspan in questo articolo sul financial times incolpa l'attuale sistema di valutazione del rischio e la bolla immobiliare per la situazione odierna.
Se esistesse una giustizia divina il cielo si apirerebbe in due e un fulmine colpirebbe Greenspan mentre questo viene inghiottito da uno squarcio nel terreno per poi trascorrere l'eternità a bruciare tra le fiamme dell'inferno.
Sembrerò eccessivo, ma qui si parla dell'uomo che è rimasto a guardare tutto quello che si stava sviluppando nei mercati applaudendo e incitanto ogni loro deleteria trasformazione: le varie deregolamentazioni degli istituti bancari, la bolla immobiliare, il reimpacchettamento e la rivendita dei debiti di gente insolvente, la trasformazione del sistema di valutazione del rischio alla cui base si trovano le menzognere agenzie di rating.
Risultato del suo far dei danni?
Stiamo rimandendo tutti in mutande, anche e sopratutto quelli che non hanno partecipato all'orgia speculativa. Non contento ora che si è ritirato nella sua dorata pensione, salta su e dice: "Mmmmh, si forse c'é qualcosa che non va nel sistema di funzionamento dei mercati. Qualcuno dovrebbe fare qualcosa".
Ci sarebbe quasi da ridere, se non fosse che Greenspan è tenuto tutt'ora in grande considerazione.
Le borse stamattina, sono tutte in segno pesantemente negativo, ciò indica che non si fidano particolarmente delle ultime trovate della banca centrale americana ed anche a quelli che fino a una settimana fa ripetevano: "Fin qui tutto bene" ormai iniziano a mancare le parole.
Gli asini voleranno, l'oceano si aprirà in 2, Atlantide risorgerà e al governo andranno dei politici capaci e intelligenti, aggiungo io.
L'orso è definitivamente defunto. Qualche giorno fa si parlava ancora di un salvataggio della Bear Stearns operato dalla Fed tramite la JP Morgan. Il salvataggio si è direttamente trasformato in un'acquisizione, alla ridicola cifra di 2 dollari ad azione, deciso durante un meeting di emergenza indetto dalla Fed durante il week end. Il primo in quasi trent'anni. Giovedì ogni azione della Bear valeva 57 dollari e venerdì alla chiusura dopo il tracollo 30. Gli azionisti ovviamente ringraziano.
Tutta l'operazione viene poi finanziata direttamente dalla Fed che ha garantito un prestito di 30 miliardi alla JP Morgan, per la gioia dei contribuenti americani che son quelli che si troveranno in definitiva ad accollarsi il rischio di tutte queste operazioni.
Alla fine dei giochi, si è scoperto che il valore reale del bilancio della Bear Stearns era un decimo del suo presunto valore di mercato.
Wow! Sopresa!
Come se ciò non fosse vero per la maggior parte degli altri istituti. Già si scommette sul prossimo cadavere. La Lemhan è data in pole position, ma sarei molto curioso di conoscere l'esatta situazione di bilancio di giganti come la Citigroup.
Altra decisione presa durante la riunione della Fed è stato il taglio del tasso di interesse di un quarto di punto. Il mercato già scommetteva su un ¾ di punto nel prossimo incontro programmato. Il che porterebbe i tassi al 2,50. Tasso di interesse reale sempre più negativo.
Indovinate che faranno il prezzo del petrolio e dell'oro?
Tra un po' arriveremo a 120 dollari al barile e le previsioni della Goldman Sachs, di un possibile prezzo di 200 dollari in caso di qualche grosso problema internazionale, iniziano a sembrare conservative. L'oro invece viene trattato stabilmente sopra i 1000 dollari l'oncia (intorno ai 1030 mentre sto scrivendo) cifra che qualche anno fa veniva ritenuta impossibile da raggiungere.
Il dollaro scenderà sempre più nell'abisso. Solo qualche giorno fa Paulson, il ministro del tesoro americano, assicurava come sempre sul suo impegno a mantenere una moneta forte nell'interesse dell'intera nazione (ma del resto sono anni che ci prendono per il culo in questa maniera).
Come se tutto ciò non bastasse la Fed ha, nel tempo libero, creato una nuova facility.
Un'altra!!!
Chi segue questo blog avrà già sentito parlare delle altre 2 facility messe in piedi dalla Fed per salvare il sedere alle banche: il TAF e il TSLF.
PDCF (Primary Dealer Credit Facility) è la sigla che indica quest'ultima creatura. Traducendo direttamente dall'annuncio della fed, il PDCF fornirà fondi notturni ai primary dealears (si tratta di banche e di alcuni brokers dealers che hanno la facoltà di commerciare direttamente con la Fed) in cambio di tutta una serie di garanzie che comprendo securities di varia natura: da quelle basate sui mutui a quelle delle municipalizzare a quelle basate sui debiti delle aziende.
In altri termini come sempre la Fed fornirà soldi in cambio tutta la cartaccia invendibile, perché priva di mercato, ai vari malmessi istituti e ai brokers lasciati fuori dalle altre facility. Le prime due facility non sono servite a ripristinare la fiducia nel mercato e dubito che questa terza possa sortire effetti migliori.
Per chiudere questo post, non posso evitare di parlare della ciliegina su quella torta andata a male che è l'attuale situazione economica. Alan Greenspan in questo articolo sul financial times incolpa l'attuale sistema di valutazione del rischio e la bolla immobiliare per la situazione odierna.
Se esistesse una giustizia divina il cielo si apirerebbe in due e un fulmine colpirebbe Greenspan mentre questo viene inghiottito da uno squarcio nel terreno per poi trascorrere l'eternità a bruciare tra le fiamme dell'inferno.
Sembrerò eccessivo, ma qui si parla dell'uomo che è rimasto a guardare tutto quello che si stava sviluppando nei mercati applaudendo e incitanto ogni loro deleteria trasformazione: le varie deregolamentazioni degli istituti bancari, la bolla immobiliare, il reimpacchettamento e la rivendita dei debiti di gente insolvente, la trasformazione del sistema di valutazione del rischio alla cui base si trovano le menzognere agenzie di rating.
Risultato del suo far dei danni?
Stiamo rimandendo tutti in mutande, anche e sopratutto quelli che non hanno partecipato all'orgia speculativa. Non contento ora che si è ritirato nella sua dorata pensione, salta su e dice: "Mmmmh, si forse c'é qualcosa che non va nel sistema di funzionamento dei mercati. Qualcuno dovrebbe fare qualcosa".
Ci sarebbe quasi da ridere, se non fosse che Greenspan è tenuto tutt'ora in grande considerazione.
Le borse stamattina, sono tutte in segno pesantemente negativo, ciò indica che non si fidano particolarmente delle ultime trovate della banca centrale americana ed anche a quelli che fino a una settimana fa ripetevano: "Fin qui tutto bene" ormai iniziano a mancare le parole.
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