lunedì 24 novembre 2008

Singolarità Quantistiche


Anche Citigroup è andata: morta, dead, kaputt.

Come al solito molti hanno mostrato un genuino stupore di fronte a questo evento, seppure fosse risaputo da tempo che il colosso bancario navigasse in cattive acque. In un vecchio post del 15 maggio commentavo, citando l'opinione di Meredith Withney, la situazione precaria della Citigroup e il piano da fine del mondo tramite il quale, Citi stessa, si proponeva di vendere 500 miliardi in asset e licenziare 13000 dipendenti.

Questo accadeva nello stesso periodo, in cui l'FMI se andava in giro raccontando che le perdite finali dovute alla crisi si sarebbero aggirate attorno ad una cifra simile (500 miliardi di dollari).

Meredith Whtney, analista bancaria alla Oppenheimer, ha visto crescere la sua notorietà nell'ultimo anno per aver azzeccato gran parte delle sue analisi, prevedendo continue perdite nel settore bancario mentre tutti erano impegnati a gettare acqua sul fuoco, ripetendo che il peggio era passato e che di li a poco il mercato si sarebbe rispreso.

Qualche giorno fa la Withney in un intervista illustrò come Citigroup fosse ormai senza speranze e risploverò una sua vecchia battuta a riguardo: "Citigroup è un tale buco nero che non basterebbe Stephen Hawking a sistemarlo".

La scorsa settimana si è verificato un verò e proprio macello in borsa con il titolo della Citi che ha riportato perdite oscillanti tra il 20% ed il 30% al giorno. La solita pletora di ottusi ottimisti (per essere gentili) andava in giro cantilenando che in fondo, il valore del titolo fosse secondario e non avesse molto a che vedere con la solidità della banca e che a differenza di quel che successe con la Bear e la Lehman, le controparti di Citi non stessero ritirando il loro denaro per metterlo altrove.

Niente di cui preoccuparsi quindi.

Purtroppo come spesso accade, il crollo in borsa non è di per se la causa dei problemi di un azienda, ma il sintomo che altri problemi esistono. La Citigroup negli anni del boom immobiliare e della speculazione finanziaria rampante, si è lanciata in maniera folle nelle medesime operazioni che hanno fatto fallire alcune delle maggiori banche americane. Alla fine dei giochi si è ritrovata ad avere 2200 miliardi dollari di assets in pancia e la metà di quella cifra fuori bilancio.

Il giochino di creare strutture ad hoc in cui parcheggiare le perdite per evitare di doverle registrare sui bilanci della società, fu inventata dalla Enron. Portò così bene all'ex gigante dell'energia che quando le banche si lanciarono in pratiche simili nessuno ebbe nulla da ridire. Se una ditta normale provasse ad addottare simili strategie, i suoi dirigenti rischierebbero l'arresto e 25 anni in galera, ma si sa, le banche non sono aziende normali. Esse sono evidentemente dotate di super poteri e possono quello che nessun altro (o quasi) può.

Tutto filò liscio, finché l'intera economia planetaria non si trasformò in un gigantesco blocco di Kryptonite.

A quel punto gli asset che erano stati parcheggiati in SIV, SPE e simili, per poter aggirare i limiti di esposizione bancaria, si tramutarono in un concentrato di perdite. Tutte perdite che in ultima analisi appartenevano alle stesse banche che aveva creato quelle entità ad hoc, anche se ufficialmente non risultavano nei loro libri contabili. Citigroup e colleghe, dopo aver tentato inizialmente di rivendere a qualcuno altro tutti gli assets svalutati, hanno dovuto rassegnarsi e cominciando pian piano a riportarli in bilancio.

Citigroup è stato di gran lunga la più attiva sul mercato dei CDO arrivando ad avere parcheggiati fuori bilancio 1,1 miliardi di assets. A scatenare il crollo in borsa fu proprio la notizia che Citi aveva rimesso a bilancio 17,4 miliardi in assets, assets che fino al 30 settembre erano valutati 21,5 miliardi di dollari.

Non era che l'inizio.

Si dice che altri 122 miliardi in debito sulle carte di credito debbano presto essere rimessi a bilancio e che un altro numero imprecisato di assets per il valore di svariati miliardi li seguirà.

Ovviamente nessuno ha la più pallida idea di quante perdite possano esservi nascoste in mezzo.

Nel clima di sfiducia e incertezza attuale queste notizie erano più che sufficienti a far crollare il titolo di quella che fino a qualche mese fa veniva considerata la più grande banca americana.

E' divertente notare, come ancora qualche giorno fa, il CEO della Citi, affermasse che non ci fossero problemi e che la banca fosse adeguatamente capitalizzata, evocando anche i 25 miliardi che il ministro del tesoro le elargì, quando in una riunione a porte chiuse, forzò coattamente la ricapitalizzazione di 9 dei maggiori istituti del paese.

Allora Citi, JP Morgan e le altre, piagnucolarono sul fatto di essere state forzate ad accettare il denaro del governo, affermando di non averne nessuna reale necessità e di aver piegato il capo unicamente per dare il buon esempio alle banche minori. Il fatto che i CEO dei 9 istituti uscirono ridacchiando da quella famosa riunione fece capire a molti che le cose non stessero esattamente come raccontavano.

Domenica, prima dell'apertura delle borse asiatiche (come sempre accade), il ministro del tesoro Paulson ha annunciato un piano di salvataggio per Citigroup.

Che il governo sarebbe intervenuto non era in discussione.

Se apriste il vocabolario alla voce "troppo grande per fallire" trovereste l'insegna della Citigroup. Ancora più preoccupante, se apriste lo stesso vocabolario alla voce "troppo grande per poter essere salvata" trovereste la medesima insegna.

Non esiste nessun banca, istituto, azienda o altro che siano in grado di comprare Citigroup. Non senza un ingente assistenza governativa per lo meno. La possibilità che Citi fallisca non è neppure da prendere in considerazione. Se pensate che il fallimento della General Motors sia un grosso problema, considerate che esso al confronto di quello della Citi svanisce come una formica di fronte a una montagna.

Se saltasse Citi, l'onda d'urto si materializzarebbe fisicamente, scavalcando l'oceano atlantico e travolgendo tutto lungo il suo cammino: case, città, stati.

Sarebbe di nuovo Il 10 Ottobre, solo un ordine di grandezza peggiore.

Il piano di salvataggio illustrato da Paulson prevede una garanzia statale fino a 306 miliardi per tutti gli assets pericolanti in possesso di Citigroup. I primi 29 miliardi di perdite li dovrebbe assorbire l'istituto dopo di chè finirebbe tutto nella pancia dello stato. Inoltre 20 miliardi vengono iniettati come ricapitalizzazione (se volete farmi del male qua trovate il riassunto delle condizioni dell'accordo).

Sembra chiaro che il governo USA abbia cercato di non intraprendere una nazionalizzazione troppo esplicita come nel caso dell'AIG. L'intenzione pare essere quella di prendere tempo, individuare un modo di fare a pezzi Citigroup e venderne le spoglie, dato che come già detto, nessuno è in grado di ingoiare l'intero boccone.

Tra i pretendendi designati a spartirsi la carcassa i fondi sovrani d'investimento arabi, data anche l'esposizione del principe saudita Alwaleed bin Talal che proprio qualche giorno fa nel tentativo di ripristinare un po' di fiducia sui mercati annunciò l'aumento della sua partecipazione in Citigroup.

Di certo nessuno sarà disposto a farsi avanti se si tratterà di farsi carico di significative perdite. La maggior parte di esse in qualche maniera resterà, per la loro gioia, a carico dei contribuenti americani.

E' inevitabile.

Salutiamo quindi, la nascita di questo nuovo buco nero e ringraziamo il cielo che non ci abbia ancora ingoiati tutti.

3 commenti:

Unknown ha detto...

Tutta questa crisi, alla fine, sarà ricordata come una grande commedia, dove dei folli cercavano di far tornare dei conti che non potevano assolutamente tornare.
Si tenta di tener nascosta, fino alla fine, la misera verità.
Si cerca di tener al riparo dagli occhi della gente quello che sarà la verà vittima di questa crisi, la vera vittima si chiama DOLLARO!!!!!!!!
Per spiegare il fenomeno bisogna dire che la crisi è stata causata con il fiume di dollari, che ha inondato il mercato, drogando l'economia mondiale.
Gli americani hanno comprato merci pagandola con cartaccia (i dollari), che loro stessi hanno stampato e altri accettato con una fiducia incondizionata.
Nascondendo così il pauroso deficit commerciale USA.
Tutta questa cartaccia poi è stata riversata di nuovo sul mercato USA, causando la bolla immobiliare e l'eccesso di credito al consumo, tutto amplificato, come da tempo predicato da Warren Buffet, da quelle vere e proprie "armi di distruzione di massa" che sono i derivati e la finanza creativa.
Ora si vorrebbe porre una soluzione alla crisi...indovinate come?
Stampando ancora più moneta! Avete capito bene si sta inondando il mercato con altra cartaccia!
La scommessa (perchè è un azzardo puro e semplice), è una bella "inflazione sostenibile", bisogna inflazionare senza ipernflazione.
Fare tutto, negando che lo si sta facendo, spingendo verso un tasso reale di inflazione intorno al 10-15% e un tasso ufficiale del 4-6%.
Far cioè letteralmente svalutare il debito, che ai saldi attuali è insolvibile.
Il trucchetto in passato ha funzionato si crea inflazione, che a sua volta crea occupazione e si mette di nuovo in moto il meccanismo.
Ma per due ragioni questa escamotage non funzionerà.
1)Questo andava fatto almeno cinque anni fa!!! Adesso è troppo tardi, non c'è più tempo. La manovra sarebbe troppo palese e vista come spreggiudicata disperazione, non c'è più tempo per le soluzioni morbide.
2)Cosa forse più importande e che si innescherà una svalutazione del dollaro così elevata (questa è la vera armageddon ) da portare i Bond del tesoro USA a livello di titoli spazzatura e si avrebbe una riedizione della crisi Argentina.
Solo che questa si dovrà chiamare crisi Americana e avrà effetti spaventosi sul mercato.

Quello che nessuno ora dice è che il Dollaro dovrebbe essere quotato ai saldi attuali di almeno 4 a 1 cotro l'Euro, cioè ci vorrebbero 4 dollari per comprare un Euro!!!!
Questo sarebbe un disastro per gli USA e anche per Cina, Giappone tutto l'estremo oriente e il Far West che poggiano parte del loro sviluppo sulla grande competitività della loro manodopera e quindi delle loro esportazioni verso gli USA che verrebbe a essere annullata.
La prima cosa che si cercherà di fare nell'immediato è quella di emettere buoni del tesoro USA, in valuta straniera!!!
Avete capito benissimo gli USA emetterano titoli del tesoro in Euro, Yen e altre valute, come hanno fatto fino ad adesso le economie disastrate dei paesi del terzo mondo. Questo lo si farà sottoforma di prestiti di Cina e Giappone agli USA, ma già a questo punto il mercato potrebbe mangiare la foglia.

Ovviamente gli americani si trasformeranno da creditori a debitori.
Ci vorrebbe un tomo per spiegare le conseguenze di una simile evento.
La cosa che bisogna mettere a fuoco è che questa crisi per i nemici degli USA e in generale per gli avversari della dominazione Anglosassone è vista con una sempre meno celata soddisfazione, per gli USA le conseguenze saranne le medesime di aver perso una guerra!
Ad avvantagiarsene strateggicamente nel medio termine, sarà essenzialmente l'Europa e l'America Latina, perchè anche se subiranno una crisi fortissima, per loro si tratterà semplicemente di far ritornare la laboriosa classe produttiva a risparmiare e fare sacrifici.
A uscirne con le ossa rotte saranna Cina, Giappone, far West e medio oriente in generale, che con il dollaro super svalutato sprofonderanno nella crisi, insieme agli USA.
Questi ultimi hanno fatto le cicale a spese degli altri paesi, conducendo un tenore di vita assolutamente al disopra delle proprie possibilità.
Inutile dire che le conseguenze geopolitiche, sono sicuramente rilevantissime, gli USA che hanno la più grande macchina da guerra al mondo, si potrebbero trovare nella stessa situazione dei paesi dell'ex URSS dopo la caduta del comunismo.
Questo è sicuramente è uno scenario disastroso, ma potrebbe essere ancora più tremendo, se il tessuto socio-politico americano, dovesse cominciare a implodere su se stesso.
Qualche "complottista" a questo punto potrebbe dire che una grande guerra, contro un nemico esterno potrebbe rinsaldare il paese e dargli quella forza morale di unirsi e andare avanti.
Ma questo sembra essere una strada già percorsa, tra l'altro la guerra sembra essere anche già persa.

A ha detto...

@Naifblu

occhio, il credito/debito in generale non è denaro. In particolare il debito a termine, come quello pubblico, non è denaro perché non può essere scambiato immediatamente con beni o servizi. Deve essere prima venduto in cambio di denaro, sempre che si trovi qualcuno che sia disposto a comprarlo (vedi i CDO, i ldebito LBO, etc).

Il boom di cui parli non è un boom monetario diretto, ma un boom del credito. Non si sono stampati dollari (ok anche, ma non così tanti), ma bond del Tesoro denomminati in dollari. Le banche centrali hanno tonnellate di bond, non tonnellate di dollari in casrtamoneta.

Ed è molto differente perché quando il boom del credito si esaurisce il denaro aumenta di valore perché serve a ripagare il debito.

Infine, l'Europa, a questo punta rischia di stare messa anche peggio degli USA, e a questo probabilmente si deve lo spettacolare recupero del dollaro sull'euro.

Comunque se tu sei disposto a darmi oggi 4 dollari per ogni mio euro, ma anche 3... fammi sapere dove ci incontriamo :)

Unknown ha detto...

Il mio commento all'articolo voleva essere solo una esemplificazione e con nessuna pretesa di esaustività da ergere a teorema o peggio postulato.
E' ovvio che nel momento in cui il tesoro emette Bond e il tesoro riproietta i proventi dell'acquisto sul sistema-paese, è semplicemente un giro di partita.
Non vi è aumento o diminuzione di massa monetaria.
Ma se la crisi fosse solo di "credito" ci troveremo con il costo del denaro alto e inflazione bassa. Invece, aldilà delle sciocchezze che dicono (nche i più autorevoli giornali), l'inflazione sta viaggiando in USA con tassi dell'ordine del 8-9% ed è in aumento. (La disoccupazione raggiungerà l'8% a fine anno!)
Abbassare adesso i tassi significa aumentare l'inflazzione, questa normalmente sarebbe vista come una eresia da qualunque economista, alimentare l'inflazione è l'equivalente di distruggere ricchezza!
Quindi signori si è consapevoli che di ricchezza non c'è ne più, si cerca solo di svalutare il debito!!!!!!
IN PASSATO e' stata messa in giro una quantità di dollari esagerata, rispetto alla vera ricchezza degli USA complice la "finanza creativa" che hanno creato una bolla speculativa. Questa era basata sul mercato immobiliare e sui derivati collegati a sottostanti azionari che adesso sono evaporati, facendo scoppiare la bolla.
ADESSO NON C'E RIMASTO NULLA sono rimasti solo i debiti.

E' solo cercare di nascondere la realtà, far credere che i soldi ci sono ma che le banche non li fanno circolare (sic!) perchè non si fidano, quando poi si vedono, da un anno e mezzo, le principali banche USA elemosinare davanti alla Federal Reserve per ottenere un po di liquidita a brevissima scadenza.
Ora aggiunge a ciò che il tesoro USA vorrebbe (forse già lo sta facendo) emettere Bond da vendere alla Federal Reserve!
Con questi dollari il tesoro vorrebbe cercare di finanziare le aziende e banche in crisi!
Avete capito molto bene, il Tesoro produce Bond e la Federal Reserve stampa i dollari che da al tesoro!

Per adesso l'effetto che si è avuto è quello di una corsa a accaparrarsi riserve in oro.
Molti vogliono addirittura che i lingotti gli vengano consegnati fisicamente!!!!
Infatti non si fidano neanche delle banche e delle varie società, che prima davano una sorta di "cartaceo" di avvenuto deposito in oro nei loro cavò. Questo perchè molte banche e società, avevano fatto anche qui parecchi giochetti da finanza creativa e il sistema si trova ad aver venduto più oro di quanto ce ne fosse fisicamente disponibile!
Dire che oggi c'è una crisi di fiducia nel mercato bancari e fare la figura dei "manipolati".
Tutto ciò mi fa venir in mente ricordi di Manzoniana memoria, dove il popolo, durante una carestia, assaltavano i forni perchè li accusavano di nascondere la farina! No signori miei nessuno nasconde la farina, c'è stata semplicemente la carestia!

Difficile dire dove si aprirà una crepa nel muro di falsità. Il colpo di grazia potrebbe essere scatenata così come sembra, dall'apprezzamento dello Yen.
Oppure i paesi esportatori di merci in USA, potrebbero esigere in pagamento della loro merce non dollari(o solo in parte in dollari) ma oro o altre valute considerate più solide!!
Oppure si potrebbe avere un calo improvviso di fiducia nel dollaro stesso all'interno dell'america, e molti potrebbero correre ad accaparrarsi valuta estera.
L'apprezzamento del dollaro verso l'Euro potrebbe sembrare un anomalia, ma è perfettamente in linea con il discorso fatto.
L'apprezzamento va visto come una fuga degli stessi investitori USA dalle monete minori.
Praticamente vengono vendute le posizioni in monete di stati esteri e si aquistano dollari americani.

Ricordatevi che gli USA sono ancora convinti di riuscire ad uscire da questa crisi, quindi non ragionano ancora da "si salvi chi può" e cercano di trasmetere una sensazione di controllo sicurezza.
Ma sono gli americani ad essere messi peggio e non l'Europa, perchè hanno un debito nettamente superiore alla loro ricchezza quindi gli USA sono già virtualmente falliti.

La commedia contina, ma ricordatevi che alla fine qualcuno dovrà pagare il conto e questo e un conto astronomico.