Ho trascorso gli ultimi due giorni ad assistere stupefatto alle manovre delle autorità monetarie di tutto il pianeta.
Anche una persona, come il sottoscritto, che conosce la natura dei problemi che affliggono i mercati finanziari e che tipo di individui occupi gli scranni più alti delle banche centrali, non poteva credere ai propri occhi.
Gli interventi si stanno susseguendo ad un velocità tale che è quasi impossibile starci dietro.
Per rispondere alla attuale crisi ed impedire il tracollo delle borse, la Fed ha deciso di quadruplicare la quantità di dollari che le banche centrali del mondo possono mettere all'asta. Di fatto in coordinazione con la BCE, la banca centrale inglese, giapponese, svizzera e canadese sono stati immessi 247 miliardi di dollari in circolazione.
I mercati, strangolati da una fuga di capitali, hanno tirato un sospiro di sollievo.
Contemporaneamente i regolatori americani, data la condizione precaria delle banche, hanno deciso di accettare "la buona volontà" degli istituti bancari, considerandola un valore e mettendola a bilancio. Molti di voi penseranno che stia scherzando, per cui riporto sotto un passaggio dall'articolo del NYT:
In sostanza se il mercato dice che una certa banca non vale niente e ciò la rende poco appetibile per un acquirente, i regolatori rispondono: "Fanculo al mercato! Ci frega quello che dice solo quando c'è da sodomizzare selvaggiamente il parco buoi ( la gente comune). Se ci dice che le nostre amiche banche non valgono più nulla, il mercato non va più bene".
Così permettono alle banche di inventarsi un valore che non ha nulla a che vedere con quello di mercato e di metterlo a bilancio. Un eventuale acquirente che compri una di queste banche si troverebbe a pagarla troppo, ma per invogliarlo gli viene concesso di conteggiare la buona volontà nei propri bilanci, come se fosse una quantità esistente, permettendogli quindi di far apparire la propria posizione finanziaria migliore di quella che sia in realtà.
Scommetto piacerebbe anche a voi aggiungere la vostra buona volontà al valore di una casa che state vendendo o darla come garanzia quando andate a chiedere un prestito in banca.
Un'altra notizia passata quasi inosservata è che la Fed è rimasta senza soldi.
Se la memoria non mi inganna la Fed l'anno scorso aveva riserve monetarie per più di 800 miliardi di dollari, di cui la metà in buoni del tesoro. L'intera cifra si è volatizzata: consumata dalle varie facility, dal salvataggio della Bear, dell'AIG dal prestito fatto alla Lehman via JP Morgan. Si è insomma, bruciata tutto il denaro, nel disperato tentativo di salvare il sistema bancario. In compenso a garanzia di tutti i prestiti che ha fatto, ha ricevuto tanti bei derivati che ha sempre raccontato valessero tanto quanto i soldi che concedeva. Potrebbe sempre provarli a vendere per rimediare un po' di denaro. Sarebbe senz'altro uno spettacolo interessante, dato che l'ultima volta che qualcuno ha provato a farlo (la Merrill Lynch) si è scoperto che il loro valore oscilla tra i 5 ed i 22 centesimi il dollaro.
La Fed ha deciso quindi, di rimediare denaro nell'unica maniera che ha a disposizione. Stampandolo . Il tesoro Statunitense ha acconsentito ad emettere dei buoni del tesoro ad hoc, da vendere solo ed esclusivamente per finanziare la cassa della Fed. Fino ad oggi la banca centrale americana aveva fatto almeno finta di cercare di contenere l'inflazione. Ha usato dei soldi che aveva già o se aumentava il denaro in circolazione, ad esempio tramite le sue facility, ne drenava dell'altro sulle operazioni dirette sul mercato. Adesso anche quella tenue farsa è crollata.
La pressa della Fed sta cominciando a girare a piena forza il che è fottutamente inflazionario.
Parlando di entità in mutande, l'FDIC, l'ente preposto al salvataggio delle banche fallite i cui conti correnti deve garantire fino a 100000 dollari, è rimasto anch'esso senza soldi costretto ad osservare con orrore profilarsi all'orizzonte lo spettro di 117 istituti pericolanti. Disperato ha bussato alla porta del tesoro americano, che non nega soldi ormai a nessuno, ed è riuscito a farsi concedere dal congresso una linea di credito a cui attingere per l'ammontare di 500 miliardi di dollari.
Anche Russia e Cina sono intervenuti per sostenere i mercati al collasso. La prima dopo che la borsa Russa in tre giorni ha perso il 25%, ha deciso di impegnare 20 miliardi a sostegno dei listini e di tagliare le tasse sul petrolio per incentivare la domanda. La Cina invece, oltre che a tagliare le tasse su chi investe in azioni, ha ordinato al suo fondo sovrano di investimento forte di un capitale di 200 miliardi, di comprare le azioni di una serie di aziende di stato per sostenerne il valore.
Sono entrambe azioni disperate che rivelano quanto la situazione sia precaria.
Tanto che perfino Bernanke in privato ammette: "Abbiamo perso il controllo. Non siamo in grado di stabilizzare il valore del dollaro. Non possiamo controllare il prezzo delle materie prime".
Ad un situazione disperata si risponde con misure disperate.
Vediamo quindi quali sono queste misure accolte con entusiasmo dagli operatori di borsa e che hanno spinto il Dow ad un rialzo del 3,40% (nel momento in cui sto scrivendo) e il Mibtel ad un più 7,70% (il record storico da quando nacque il Mibtel nel 1994).
La prima misura del Tesoro USA, ha avuto come obiettivo quello di stabilizzare il mercato dei fondi comuni dopo che il fallimento dell'AIG aveva prodotto una fuga di massa, da parte degli individui che avevano investito i propri soldi in questi fondi. Il tesoro permetterà di utilizzare il denaro dell'Exchange Stabilization Fund (un entità costituita nel 1934) fino ad un ammontare di 50 miliardi, per venire incontro agli obblighi dei fondi comuni e alla richieste di ritiro di denaro che ad essi pervengono.
Inoltre dato che molti di questi fondi sono imbottiti di derivati invendibili (obbligazioni basate sui mutui, ecc) per permettere ad essi di recuperare liquidità, la Fed ha deciso che comprerà il debito (obbligazioni) di quelle banche che si impegneranno ad usare il denaro così ricevuto, per acquistare la famosa cartaccia invendibile in possesso dei fondi comuni.
E' venuto poi il momento per la Fed di occuparsi delle quotazioni del mercato azionario. Dopo essersi interrogati per lunghe ore sulle ragioni che possono esserci dietro al crollo dei mercati, i grandi economisti che regolano il mercato Statunitense ed Inglese, hanno concluso che la responsabilità era, indovinate un po': degli shortisti.
Hanno quindi deciso di erigere uno scudo anti-short che si configura come la versione estesa di quella imbastito la scorsa estate.
L'Inghilterra ha proibito qualunque short (scommessa al ribasso) fino almeno al 16 Gennaio, citando come giustificazione le condizioni estreme del mercato.
Ai regolati Inglesi si è unita la SEC americana decretando il divieto di short, su 799 aziende legate alla finanza. Mentre d'estate furono vietate le naked short (scommesse al ribasso, ma allo scoperto) pratica ammessa, ma al limite del consentito, questa volte sono state proibite TUTTE le short. Una cosa mai sentita. Attenzione, scommettere che un titolo perderà di valore è perfettamente legittimo. Per anni le stesse banche che adesso vengono protette da questo scudo hanno lucrato miliardi con le short, spesso senza neppure riconsegnare le azioni entro i limiti previsti.
Shortare un titolo significare andare da un soggetto (spesso banche) che possiede delle azioni di un questo titolo e dietro pagamento di una piccola cifra prendere in prestito alcune di esse. Dopo di chè le si vende sul mercato diciamo a 100, presumendo che in breve tempo essere perderanno di valore. Dopo alcuni giorni (se non sbaglio i limiti sono 13 giorni) si torna sul mercato e si ricompra l'esatto ammontare delle azioni prese precedentemente in prestito. Se abbiamo scommesso bene esse avranno perso valore e ricomprarle mi costerà per esempio 80. Dopo averle riacquistate torno dal soggetto che me le aveva prestate e le restituisco.
Io ci guadagno la differenza tra il prezzo a cui le ho vendute e quelle a cui le ho ricomprate. Chi me le ha prestate ci guadagna la somma che gli ho pagato per prenderle "in affitto" per un certo periodo.
Che succede se il valore del titolo in questione sale invece di scendere?
Ovviamente ci rimetterò dei soldi. Invece di aspettare il più a lungo possibile, se il titolo sale, prima ricompro le azioni da restituire e meno soldi spenderò (ovviamente è meglio comprare quando il titolo è a 101 invece che a 110 o 120). Questa operazione si chiama "short covering", la copertura delle short.
L'intervento dei regolatori inglesi e americani con il loro divieto di short, ha dato vita alla madre di tutte le short covering.
Dato l'andamento dei mercati, i vari fallimenti e tutto quello che è accaduto negli ultimi tempi, la diga si era rotta. Tutti stavano scommettendo al ribasso e tutti avevano posizioni aperte con delle short. Quando le short sono state proibite, tutti, sapendo che i titoli presumibilmente non sarebbero più scesi, almeno nel breve periodo, hanno dovuto correre ai ripari e riacquistare le azioni prese in prestito il prima possibile.
Questo artificiale corsa all'acquisto ha fatto schizzare in alto il valore di tutti i listini del pianeta.
Non fatevi ingannare. I problemi non sono affatto scomparsi e la fiducia non è tornata improvvisamente a regnare.
Un altra operazione accolta con salti di gioia è quella che prevede la costituzione di un nuovo RTC.
L'RTC era un entità creata durante la crisi delle Saving & Loans del 1989, il cui compito consisteva nel prendere possesso dei mutui e degli asset in possesso delle banche fallite, per poi liquidarli. Il mega fondo che il governo americano sta pensando di creare, avrebbe compiti simili. Dovrebbe comprare tutta quella montagna di titoli tossici in possesso delle banche per poi provarli a liquidare, vendendoli un po' alla volta sul mercato.
Come già detto non possono liquidarli direttamente le banche perché essi valgono dai 5 ai 22 centesimi il dollaro. La maggior parte delle banche fallirebbero se fossero costrette a venderli (come dire che esse sono di fatto fallite allo stato attuale). Così ci penserà il governo e quindi tutti i cittadini ad accollarsi le perdite dei poveri banchieri.
All'inizio si disse che l'RTC sarebbe costato 20 miliardi ai contribuenti, ma alla fine della crisi delle Saving & Loans il contò ammontò a 160 miliardi. Adesso vanno in giro a raccontare che il governo dovrebbe sborsare 500 miliardi per questo nuovo fondo.
Se ci credete davvero, ho una fontana in centro a Roma da vendervi.
Il costo ammonterà a 1-2 trilioni. Ovviamente per finanziare questa ennesima trovata il congresso degli Stati Uniti permetterà l'emissione di nuovi buoni del tesoro. Buoni che naturalmente dovranno comprare investitori stranieri.
I media cinesi la stanno prendendo così bene, questa crisi finanziaria, che hanno passato la settimana ad accusare gli USA di aver scatenato "armi di distruzione di massa finanziarie" sull'intero pianeta, permettendo alle banche di inscatolare i mutui e rivenderli come derivati.
Son proprio curioso di vedere quanto ancora continueranno a comprare debito pubblico americano, a forza di 500 miliardi qua e 500 miliardi là.
Se anche gli Stati Uniti riuscissero a frenare la crisi attuale prendendosi carico di tutte le perdite del sistema, potete stare certi che non saranno più loro a dominare sui mercati finanziari.
Ed anche gli esultanti operatori di borsa che hanno accolto aprendo bottiglie di champagne il sottile messaggio lanciato dagli USA ("accolleremo tutte le perdite ai nostri cittadini, non importa quanto elevate, e salveremo banchieri e speculatori") dovranno forse in futuro, ripensando a questi giorni, rammaricarsi per le soluzioni intraprese dai politici e dai regolatori.
Anche una persona, come il sottoscritto, che conosce la natura dei problemi che affliggono i mercati finanziari e che tipo di individui occupi gli scranni più alti delle banche centrali, non poteva credere ai propri occhi.
Gli interventi si stanno susseguendo ad un velocità tale che è quasi impossibile starci dietro.
Per rispondere alla attuale crisi ed impedire il tracollo delle borse, la Fed ha deciso di quadruplicare la quantità di dollari che le banche centrali del mondo possono mettere all'asta. Di fatto in coordinazione con la BCE, la banca centrale inglese, giapponese, svizzera e canadese sono stati immessi 247 miliardi di dollari in circolazione.
I mercati, strangolati da una fuga di capitali, hanno tirato un sospiro di sollievo.
Contemporaneamente i regolatori americani, data la condizione precaria delle banche, hanno deciso di accettare "la buona volontà" degli istituti bancari, considerandola un valore e mettendola a bilancio. Molti di voi penseranno che stia scherzando, per cui riporto sotto un passaggio dall'articolo del NYT:
L'azione delle quattro agenzie che regolano il sistema bancario garantisce un trattamento più favorevole sulle regole di bilancio per ciò che riguarda la cosiddetta buona volontà, un asset intangibile che riflette la differenza tra il valore di mercato e il valore di vendita di una banca. Questa operazione è simile a quella intrapresa nel mezzo della crisi delle Saving & Loans che aiutò molti istituti nel breve periodo. Nel lungo periodo essa aumentò il costo complessivo del salvataggio operato dal governo, dopo che esso tolse i benefici della buona volontà. Sotto la proposta avanzata questa settimana, i regolatori permetterebbero agli acquirenti di una banca e ai thrifts di conteggiare parte della buona volontà ai fini dei requisiti di capitale obbligatorio.
In sostanza se il mercato dice che una certa banca non vale niente e ciò la rende poco appetibile per un acquirente, i regolatori rispondono: "Fanculo al mercato! Ci frega quello che dice solo quando c'è da sodomizzare selvaggiamente il parco buoi ( la gente comune). Se ci dice che le nostre amiche banche non valgono più nulla, il mercato non va più bene".
Così permettono alle banche di inventarsi un valore che non ha nulla a che vedere con quello di mercato e di metterlo a bilancio. Un eventuale acquirente che compri una di queste banche si troverebbe a pagarla troppo, ma per invogliarlo gli viene concesso di conteggiare la buona volontà nei propri bilanci, come se fosse una quantità esistente, permettendogli quindi di far apparire la propria posizione finanziaria migliore di quella che sia in realtà.
Scommetto piacerebbe anche a voi aggiungere la vostra buona volontà al valore di una casa che state vendendo o darla come garanzia quando andate a chiedere un prestito in banca.
Un'altra notizia passata quasi inosservata è che la Fed è rimasta senza soldi.
Se la memoria non mi inganna la Fed l'anno scorso aveva riserve monetarie per più di 800 miliardi di dollari, di cui la metà in buoni del tesoro. L'intera cifra si è volatizzata: consumata dalle varie facility, dal salvataggio della Bear, dell'AIG dal prestito fatto alla Lehman via JP Morgan. Si è insomma, bruciata tutto il denaro, nel disperato tentativo di salvare il sistema bancario. In compenso a garanzia di tutti i prestiti che ha fatto, ha ricevuto tanti bei derivati che ha sempre raccontato valessero tanto quanto i soldi che concedeva. Potrebbe sempre provarli a vendere per rimediare un po' di denaro. Sarebbe senz'altro uno spettacolo interessante, dato che l'ultima volta che qualcuno ha provato a farlo (la Merrill Lynch) si è scoperto che il loro valore oscilla tra i 5 ed i 22 centesimi il dollaro.
La Fed ha deciso quindi, di rimediare denaro nell'unica maniera che ha a disposizione. Stampandolo . Il tesoro Statunitense ha acconsentito ad emettere dei buoni del tesoro ad hoc, da vendere solo ed esclusivamente per finanziare la cassa della Fed. Fino ad oggi la banca centrale americana aveva fatto almeno finta di cercare di contenere l'inflazione. Ha usato dei soldi che aveva già o se aumentava il denaro in circolazione, ad esempio tramite le sue facility, ne drenava dell'altro sulle operazioni dirette sul mercato. Adesso anche quella tenue farsa è crollata.
La pressa della Fed sta cominciando a girare a piena forza il che è fottutamente inflazionario.
Parlando di entità in mutande, l'FDIC, l'ente preposto al salvataggio delle banche fallite i cui conti correnti deve garantire fino a 100000 dollari, è rimasto anch'esso senza soldi costretto ad osservare con orrore profilarsi all'orizzonte lo spettro di 117 istituti pericolanti. Disperato ha bussato alla porta del tesoro americano, che non nega soldi ormai a nessuno, ed è riuscito a farsi concedere dal congresso una linea di credito a cui attingere per l'ammontare di 500 miliardi di dollari.
Anche Russia e Cina sono intervenuti per sostenere i mercati al collasso. La prima dopo che la borsa Russa in tre giorni ha perso il 25%, ha deciso di impegnare 20 miliardi a sostegno dei listini e di tagliare le tasse sul petrolio per incentivare la domanda. La Cina invece, oltre che a tagliare le tasse su chi investe in azioni, ha ordinato al suo fondo sovrano di investimento forte di un capitale di 200 miliardi, di comprare le azioni di una serie di aziende di stato per sostenerne il valore.
Sono entrambe azioni disperate che rivelano quanto la situazione sia precaria.
Tanto che perfino Bernanke in privato ammette: "Abbiamo perso il controllo. Non siamo in grado di stabilizzare il valore del dollaro. Non possiamo controllare il prezzo delle materie prime".
Ad un situazione disperata si risponde con misure disperate.
Vediamo quindi quali sono queste misure accolte con entusiasmo dagli operatori di borsa e che hanno spinto il Dow ad un rialzo del 3,40% (nel momento in cui sto scrivendo) e il Mibtel ad un più 7,70% (il record storico da quando nacque il Mibtel nel 1994).
La prima misura del Tesoro USA, ha avuto come obiettivo quello di stabilizzare il mercato dei fondi comuni dopo che il fallimento dell'AIG aveva prodotto una fuga di massa, da parte degli individui che avevano investito i propri soldi in questi fondi. Il tesoro permetterà di utilizzare il denaro dell'Exchange Stabilization Fund (un entità costituita nel 1934) fino ad un ammontare di 50 miliardi, per venire incontro agli obblighi dei fondi comuni e alla richieste di ritiro di denaro che ad essi pervengono.
Inoltre dato che molti di questi fondi sono imbottiti di derivati invendibili (obbligazioni basate sui mutui, ecc) per permettere ad essi di recuperare liquidità, la Fed ha deciso che comprerà il debito (obbligazioni) di quelle banche che si impegneranno ad usare il denaro così ricevuto, per acquistare la famosa cartaccia invendibile in possesso dei fondi comuni.
E' venuto poi il momento per la Fed di occuparsi delle quotazioni del mercato azionario. Dopo essersi interrogati per lunghe ore sulle ragioni che possono esserci dietro al crollo dei mercati, i grandi economisti che regolano il mercato Statunitense ed Inglese, hanno concluso che la responsabilità era, indovinate un po': degli shortisti.
Hanno quindi deciso di erigere uno scudo anti-short che si configura come la versione estesa di quella imbastito la scorsa estate.
L'Inghilterra ha proibito qualunque short (scommessa al ribasso) fino almeno al 16 Gennaio, citando come giustificazione le condizioni estreme del mercato.
Ai regolati Inglesi si è unita la SEC americana decretando il divieto di short, su 799 aziende legate alla finanza. Mentre d'estate furono vietate le naked short (scommesse al ribasso, ma allo scoperto) pratica ammessa, ma al limite del consentito, questa volte sono state proibite TUTTE le short. Una cosa mai sentita. Attenzione, scommettere che un titolo perderà di valore è perfettamente legittimo. Per anni le stesse banche che adesso vengono protette da questo scudo hanno lucrato miliardi con le short, spesso senza neppure riconsegnare le azioni entro i limiti previsti.
Shortare un titolo significare andare da un soggetto (spesso banche) che possiede delle azioni di un questo titolo e dietro pagamento di una piccola cifra prendere in prestito alcune di esse. Dopo di chè le si vende sul mercato diciamo a 100, presumendo che in breve tempo essere perderanno di valore. Dopo alcuni giorni (se non sbaglio i limiti sono 13 giorni) si torna sul mercato e si ricompra l'esatto ammontare delle azioni prese precedentemente in prestito. Se abbiamo scommesso bene esse avranno perso valore e ricomprarle mi costerà per esempio 80. Dopo averle riacquistate torno dal soggetto che me le aveva prestate e le restituisco.
Io ci guadagno la differenza tra il prezzo a cui le ho vendute e quelle a cui le ho ricomprate. Chi me le ha prestate ci guadagna la somma che gli ho pagato per prenderle "in affitto" per un certo periodo.
Che succede se il valore del titolo in questione sale invece di scendere?
Ovviamente ci rimetterò dei soldi. Invece di aspettare il più a lungo possibile, se il titolo sale, prima ricompro le azioni da restituire e meno soldi spenderò (ovviamente è meglio comprare quando il titolo è a 101 invece che a 110 o 120). Questa operazione si chiama "short covering", la copertura delle short.
L'intervento dei regolatori inglesi e americani con il loro divieto di short, ha dato vita alla madre di tutte le short covering.
Dato l'andamento dei mercati, i vari fallimenti e tutto quello che è accaduto negli ultimi tempi, la diga si era rotta. Tutti stavano scommettendo al ribasso e tutti avevano posizioni aperte con delle short. Quando le short sono state proibite, tutti, sapendo che i titoli presumibilmente non sarebbero più scesi, almeno nel breve periodo, hanno dovuto correre ai ripari e riacquistare le azioni prese in prestito il prima possibile.
Questo artificiale corsa all'acquisto ha fatto schizzare in alto il valore di tutti i listini del pianeta.
Non fatevi ingannare. I problemi non sono affatto scomparsi e la fiducia non è tornata improvvisamente a regnare.
Un altra operazione accolta con salti di gioia è quella che prevede la costituzione di un nuovo RTC.
L'RTC era un entità creata durante la crisi delle Saving & Loans del 1989, il cui compito consisteva nel prendere possesso dei mutui e degli asset in possesso delle banche fallite, per poi liquidarli. Il mega fondo che il governo americano sta pensando di creare, avrebbe compiti simili. Dovrebbe comprare tutta quella montagna di titoli tossici in possesso delle banche per poi provarli a liquidare, vendendoli un po' alla volta sul mercato.
Come già detto non possono liquidarli direttamente le banche perché essi valgono dai 5 ai 22 centesimi il dollaro. La maggior parte delle banche fallirebbero se fossero costrette a venderli (come dire che esse sono di fatto fallite allo stato attuale). Così ci penserà il governo e quindi tutti i cittadini ad accollarsi le perdite dei poveri banchieri.
All'inizio si disse che l'RTC sarebbe costato 20 miliardi ai contribuenti, ma alla fine della crisi delle Saving & Loans il contò ammontò a 160 miliardi. Adesso vanno in giro a raccontare che il governo dovrebbe sborsare 500 miliardi per questo nuovo fondo.
Se ci credete davvero, ho una fontana in centro a Roma da vendervi.
Il costo ammonterà a 1-2 trilioni. Ovviamente per finanziare questa ennesima trovata il congresso degli Stati Uniti permetterà l'emissione di nuovi buoni del tesoro. Buoni che naturalmente dovranno comprare investitori stranieri.
I media cinesi la stanno prendendo così bene, questa crisi finanziaria, che hanno passato la settimana ad accusare gli USA di aver scatenato "armi di distruzione di massa finanziarie" sull'intero pianeta, permettendo alle banche di inscatolare i mutui e rivenderli come derivati.
Son proprio curioso di vedere quanto ancora continueranno a comprare debito pubblico americano, a forza di 500 miliardi qua e 500 miliardi là.
Se anche gli Stati Uniti riuscissero a frenare la crisi attuale prendendosi carico di tutte le perdite del sistema, potete stare certi che non saranno più loro a dominare sui mercati finanziari.
Ed anche gli esultanti operatori di borsa che hanno accolto aprendo bottiglie di champagne il sottile messaggio lanciato dagli USA ("accolleremo tutte le perdite ai nostri cittadini, non importa quanto elevate, e salveremo banchieri e speculatori") dovranno forse in futuro, ripensando a questi giorni, rammaricarsi per le soluzioni intraprese dai politici e dai regolatori.
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