Sembrava che tutto fosse già scritto. Un copione il cui finale le tv ed i giornali di tutto il mondo davano soddisfatti per certo. Rassegnato mi stavo preparando a commentare la versione definitiva del piano di Paulson per il salvataggio di Wall Street, quando la notizia che la camera degli Stati Uniti aveva votato no alla richiesta di approvazione del demente progetto cominciò a rimabalzare da un agenzia all'altra.
La borsa scese in picchiata.
Il dow ha chiuso la seduta di ieri con un -7% e lo S&P 500 con un -8,79%.
Mai visto niente del genere.
Mi sintonizzo sull'MSNBC e vedo un reporter pallido e costernato balbettare qualcosa sulla decisione appena presa dal congresso. Afferma che non sa cosa potrebbe succedere a questo punto. Ci si sta muovendo in un territorio sconosciuto. Nessuno aveva considerato la possibilità di una votazione negativa.
Nessuno tranne un testardo gruppo di blogger americani aggiungo io, ma il giornalista non poteva saperlo.
Alla CNBC sono letteralmente lividi. Sembra che agli anchorman stia per scoppiare la bile. Non potendo fare altro cominciano a crocefiggere il congresso. Votando così ha aperto le porte alla catastrofe economica, dicono. E' colpa sua se la borsa di Wall street sta colando a picco. Se non vogliono condannare l'intero paese devono rientrare alla camera, rivotare ed approvare il piano.
I finti giornalisti della CNBC hanno gettato la maschera e si sono rivelati essere quello che ogni telespettatore un minimo accorto ha sempre saputo fossero: un branco di prostitute.
Persone al servizio di Wall Street.
In realtà la borsa di New York stava già perdendo 400 punti quando ancora tutti pensavano che il piano di Paulson sarebbe passato alla camera.
La colpa del tracollo è da attribuire al congelamento del mercato del credito che sta risucchiando liquidità dal sistema ed hai roccamboleschi salvataggi in extremis che diversi paesi europei hanno dovuto compiere nei confronti di una serie di grosse banche.
Inanzi tutto l'azione coordinata che l'Olanda, il Belgio, e Lussemburgo hanno compiuto comprando ognuno il 49% delle unità, che la Fortis la più grande banca belga, ha nei rispettivi paesi. Dopo aver perso il 35% in pochi giorni la Fortis rischiava seriamente il fallimento, evento che avrebbe avuto delle ripercussioni devastanti data la precarietà della situazione internazionale. La seminazionalizzazione operata dai 3 paesi è inoltre il primo serio esempio di intervento coordinato a livello europeo da che esiste l'unione.
Brad Sester dalle pagine del financial times si congratula per l'ottimo esempio di efficenza mostrato (lasciamo perdere che tecnicamente sarebbe aiuto di stato, cosa in teoria proibita dall'unione europea).
Un altra banca sull'orlo del collasso era la Hypo un istituto che si occupa sopratutto di immobiliare, il secondo del genere per dimensioni, della Germania. Il governo della Merkel non è voluto intervenire direttamente come hanno fatto altri. E' stato deciso invece, di istituire un entità creata ad hoc, a cui partecipano i maggior istituti finanziari (banche e simili) tedeschi, per fornire alla Hypo una linea di credito aperta in modo che essa non venga uccisa dalla scarsità di liquidità presente nel sistema economico.
Considerate che la Hypo ha dimensioni comparabili alla Lehman e capirete subito quali sarebbero potute essere le conseguenze di un suo eventuale fallimento.
Il terzo intervento è avvenuto in Inghilterra. La moribonda Bradford & Bingley specializzata in mutui ed in agonia da diversi mesi verrà nazionalizzata. L'annuncio sarà dato dal governo inglese domenica od al più tardi lunedì. Nulla di particolarmente rilevante se si considera che la B&B è grande solo la metà della Northen Rock, il primo emettitore di mutui fino all'anno scorso quando venne anch'esso nazionalizzata. Più che l'impatto economico dell'operazione è il segnale che lancia ad essere preoccupante e che dimostra, come la sofferenza dei mercati sia ben lontana dall'esaurirsi.
Se aggiungete l'indice del baltico che misura l'attività navale mercatile e viene considerato un indicatore affidabile (anche se non sempre ci prende) della salute del mercato, precipitato del 10% solo venerdì ed i dati sui consumi di Agosto che dimostrano come i consumatori americani abbiano smesso di fare acquisti, c'è ne era più che a sufficenza da far crollare il mercato ieri.
Ovviamente la bocciatura del piano di salvataggio ha peggiorato il crollo e non poteva essere altrimenti. Ormai gli operatori di borsa non sanno più dove sbattere la testa e si attaccano ad ogni spiraglio o promessa di miglioramento, non importa quanto fallace e balorda essa sia.
Se Wall Street perdeva 400 punti quando ancora sembrava che il piano da 700 miliardi sarebbe stato approvato, ciò dimostra quanto esso sia insufficiente. Non basta a calmare la situazione.
La conferma che 700 miliardi sono pochi c'e l'ha fornita ieri la stessa Fed, quando in coordinazione con altre banche centrali ha iniettato 630 miliardi nel sistema bancario. La reazione è stato il crollo generalizzato dei mercati in Europa e Stati Uniti.
Quello che vorrebbe fare Paulson con il suo piano è pura follia. Ha intenzione di sostenere il valore inflazionato dei titoli in pancia alle banche, comprandoli con soldi forniti dal governo a prezzi irrealistici. Non ha mai funzionato un operazione del genere ed il Giappone è li a dimostrarlo. A sostenere il prezzo di quei titoli c'è il mercato immobiliare americano. Un mercato da 18 trilioni di dollari che ha ormai perso più del 20% del suo valore e si stima che prima di toccare il fondo perderà in totale tra il 30% ed il 40%.
Stiamo parlando di almeno 6 trilioni di dollari.
Come può sperare Paulson di sostenere un valore del genere usando 700 miliardi?
Come si puo illudere di sostenere il valore di quei titoli, quando il valore del sottostante (cioè delle case) continua a calare?
In un video su Bloomberg Marc Faber, un famoso investitore svizzero dichiara che gli USA avrebbero bisogno di un piano da 5 trilioni per poter sperare di risolvere la situazione. La sua analisi è in linea con quanto affermato qualche giorno fa da Ken Ohmae.
Il problema ovviamente è che gli USA non hanno neanche lontanamente quella cifra. Anche i 700 miliardi del piano attuale prevedono di metterli insieme vendendo buoni del tesoro ad altri paesi. Se ieri il congresso avesse votato si al piano, si sarebbero regalati solo 700 miliardi ad un piccolo gruppo di banche elette, le FOH (friend of Hank), senza che venisse prodotto nessun effetto duraturo a favore dell'intero sistema.
Per qualche tempo un mercato in agonia sarebbe risalito aggrappandosi alla tenue speranza che il piano potesse curare miracolosamente gli scompensi accumulati dalla metà degli 90 in avanti, ma dopo qualche tempo la triste realtà sarebbe tornata a fare capolino producendo un nuovo crollo.
Il mercato sarebbe dovuto crollare nel lontano 2001. Lo sapevano tutti.
Dopo l'esplosione della bolla della new economy nel 2001, ci fu un calo. Un calo brutale. Un calo che al Maestro, come Greespan veniva chiamato all'epoca, proprio non andava giù.
Il Maestro decise di intervenire.
Una bolla speculativa, non è altro che un grande schema piramidale. Perché esso non si esaurisca è necessario che venga immesso continuamente nuovo denaro nel sistema. Significa che è necessaria sempre nuova gente che arrivi mettendoci dei soldi. Questi soldi possono arrivare solo da due fonti: dal risparmio o da prestiti chiesti alle banche, creando quindi debito.
Tutto questo denaro che si riversa su certi beni, li inflaziona, facendone salire il prezzo. Ciò attira altra gente che porta altro denaro, perchè tutti pensano di poter guadagnare dal continuo apprezzamento di valore di questi beni.
La bolla si esaurisce quando il denaro smette di arrivare.
Questo si verifica quando la gente ha finito i risparmi o è troppo indebitata per poter chiedere altri prestiti e quindi creare altro denaro. Non resta più nessuno da far partecipare alla piramide. Si è arrivati alla base.
C'e' un detto tra gli economisti che suona più o meno così: "quando anche i tassisti ed i parruchieri ti danno consigli su come investire in borsa è venuto il momento di scappare dai mercati".
Il detto incarna l'essenza della fine inevitabile dello schema a piramide. Se sei riuscito a far entrare nello schema anche i tassisti ed i parrucchieri, scappa!
Devi scappare perchè non esiste più nessuno da aggiungere in fondo alla piramide per poter continuare lo schema.
E' finita.
Quando scoppiò la new economy successe esattamente questo. Riuscirono a convincere tutti ad investire in borsa con l'illusione che si potessero fare un mare di soldi e si potesse addirittura diventare miliardari. In realtà i tassisti e i parruchieri furono coinvolti solo perché si intascassero le perdite. I furbi che ben comprendono la natura di una bolla speculativa sanno benissimo quale sarà il suo inevitabile esito e quando videro che finalmente anche il fondo della piramide partecipava al gioco gli scaricarono addosso, vendendoli, tutti i titoli che aveva in mano, consapevoli che di li a poco il loro valore sarebbe crollato.
Molti, stupidamente, si giocarono tutti i risparmi in quella giostra chiamata new economy. Quelli invece che avevano fatto debiti rischiarono di non poterli ripagare. Si parla non solo di individui, ma anche di grosse aziende ed entità finanziarie. Avere dei debiti in un mercato che crolla garantisce l'impossibilità di ripagarli. Ciò avrebbe prodotto dei crateri nei bilanci delle banche e messo a rischio l'intero sistema.
Greenspan non poteva permetterlo.
Se era denaro sufficiente a mantenere il sistema, quello che mancava, lui lo avrebbe creato. Abbassò quindi il tasso di interesse all'1%, un tasso di interesse negativo. In sostanza pagava quasi la gente per indebitarsi.
Anche questo non basta. E' necessario allo stesso tempo che qualcuno vada in banca a chiederlo in prestito questo denaro, perchè esso venga realmente creato e messo in circolazione.
Se alla fine della new economy si era arrivati alla base della piramide spogliandola dei risparmi ed indebitandola, chi mai era rimasto da indebitare?
Erano rimasti i precari, quelli senza lavoro o con lavori saltuari, quelli che portavano già dei debiti sulle spalle e senza alcun risparmio. Insomma, tutta una gamma di individui privi delle garanzie necessarie per andare in banca e farsi accreditare un prestito.
Questi individui che non avevano e non avrebbero mai normalmente potuto partecipare ad uno schema piramidale, vennero fatta entrare nel gioco, aggiungendo così alla base di esso un altro piano.
Grazie alle innovazioni finanziare che utilizzarono le banche si poterono prendere i debiti di questi individui e trasformarli in securities che poi le banche stesse rivendevano sul mercato come investimento.
Le banche si liberarono dei debiti di questa gente rivendendoli, in questo modo non avevano più bisogno di chiedere delle reali garanzie per i prestiti che concedevano.
Questo trucchetto, fu la base della più grande bolla speculativa della storia: quella sul mercato immobiliare americano e sui titoli connessi.
Una bolla così gigantesca da poter inghiottire tutti i danni e i cali prodotti dalla scoppio di quella precedente.
La domanda ovvia che chiunque farebbe è: "e quando anche questa bolla scoppia che succede?"
Guardatevi intorno e vedrete la risposta.
Il problema che si verificò quando la bolla immobiliare fu in procinto di scoppiare fu la mancanza del parco buoi. Non c'era più nessuno da poter mettere alla base della piramide perchè assorbisse tutte le perdite. Il parco buoi tradizionale era già stato consumato nello scoppiò della bolla precedente mentre per sostenere quella immobiliare erano stati usati addirittura gli inusabili.
Le banche ed i grossi soggetti (chiamiamoli pure i ladri) si ritrovarono da soli a stringere tra le mani una montagna di robaccia senza valore. Non potevano vendersela tra loro perché sapevano tutti troppo bene quanto valesse e non avevano nessun altro su cui scaricarla.
Qui sta il problema.
Non esiste più nessuno da far partecipare al gioco, ad un altro schema. Nessuno che possa creare denaro a sufficienza, anche solo a sostenere il sistema attuale.
Ma se un altra bolla non è possibile, non resta che un destino: i valori troppo alti dei beni inflazionati dalla bolla, devono calare, tornando a livelli in linea con la realtà.
Questo produce il collasso della piramide.
Ciò è normale, di più: è inevitabile.
Quello che sta succedendo ai prezzi delle case e ai titoli derivati basati su di essi è esattamente questo.
Quello che cerca invece di fare Paulson con il suo piano è di mantenere i valori inflazionati.
Vuole comprare ad un prezzo prossimo a quello facciale tutti i titoli che le banche tengono ancora a bilancio a valori vicini a quelli toccati durante la bolla. Spera che questa operazione stabilizzi il valore di questi titoli, dato che improvvisamente esisterebbe un soggetto (il governo USA) disposto a comprarli per un prezzo alto. Paulson si illude che questo spinga finalmente gli investitori a comprare e a vendere questi titoli scaricandone solo una minima parte nel fondo da 700 miliardi e mettendo in moto della liquidità oggi bloccatta.
Pura follia.
La gente non si dimenticherebbe improvvisamente di che roba sono quei titoli. Verrebbero tutti indiscriminatamente scaricati sul fondo governativo esaurendolo in breve tempo. Dopo di chè la situazione tornerebbe a bloccarsi come ora.
L'unica cosa da fare è lasciare che i beni inflazionati rialineino il loro valore a quello del mercato. Costringere le banche a dichiarare quanti ne possiedono. Stabilire criteri rigidi in base ai quali una banca deve essere salvata e nazionalizzare solo quelle che rientrano in questi criteri, dato che gli USA non hanno abbastanza denaro per salvarle tutte e devono concentrare le loro risorse su quelle indispensabili.
La maggior parte dei progetti avanzati dai maggiori economisti sono su questa falsa riga.
Molti dei parlamentari ricattati dalle minaccie di armageddon economico di Paulson, e che hanno votato il suo piano turandosi il naso, hanno anche affermato che il ministro del tesoro è stato intransigente. Non ha voluto neppure sentir parlare di piani alternativi. L'unico piano possibile è il suo, prendere o lasciare.
Per fortuna il congresso ha lasciato.
Perchè Paulson tenga così testardamente ad un piano che non funziona solleva molte domande.
Probabilmente far redarre un piano del genere ad uno dei principali artefici della crisi attuale ed ex banchiere, amico dei banchieri, con ancora molti interessi in gioco (per esempio nella sua ex banca la Goldman Sachs) non è la migliore delle idee.
Se gli americani fossero furbi, licenzierebbero sia Bernanke che Paulson per palese incapacità.
Invece, tutto fa pensare che giovedi, verrà fatto un estremo tentativo per convincere i parlamentari ribelli a votare si al piano di salvataggio.
La più fervente manovratice in questo senso è Nancy Pelosi a capo del Partito Democratico. Fatto singolare dato che al governo c'è un amministrazione repubblicana. La pelosi ed il suo entourage qualche giorno fa, avevano annunciato fuoco e fiamme. Avrebbero costretto Paulson a cambiare il suo piano, perché era intollerabile l'idea di salvare indiscriminatamente Wall Street. Dopo una notte trascorsa a discutere con il ministro dell'economia e in cui si racconta che Paulson si sia addirittura messo in ginocchio di fronte ai democratici, è stata redattata per l'approvazione una bozza che prevedeva tutto quello che Paulson aveva sempre voluto, con qualche piccolo cambiamento cosmetico che potessa dare la possibilità ai democratici di dire: "abbiamo ottenuto qualcosa".
Ciò rafforza la mia convinzione che esattamente come accade per il Mc Donald, il nome Partito Democratico sia una garanzia di uniformità in tutto il mondo.
Anche se ieri si è verificato un miracolo inaspettato rimango pessimista.
Probabilmente il costoso ed inutile piano di Paulson verrà approvato prima della fine della settimana. I ricatti e le pressioni che vengono esercitate su coloro che lo hanno bocciato ieri sono troppo forti.
Spero solo di sbagliarmi.
La borsa scese in picchiata.
Il dow ha chiuso la seduta di ieri con un -7% e lo S&P 500 con un -8,79%.
Mai visto niente del genere.
Mi sintonizzo sull'MSNBC e vedo un reporter pallido e costernato balbettare qualcosa sulla decisione appena presa dal congresso. Afferma che non sa cosa potrebbe succedere a questo punto. Ci si sta muovendo in un territorio sconosciuto. Nessuno aveva considerato la possibilità di una votazione negativa.
Nessuno tranne un testardo gruppo di blogger americani aggiungo io, ma il giornalista non poteva saperlo.
Alla CNBC sono letteralmente lividi. Sembra che agli anchorman stia per scoppiare la bile. Non potendo fare altro cominciano a crocefiggere il congresso. Votando così ha aperto le porte alla catastrofe economica, dicono. E' colpa sua se la borsa di Wall street sta colando a picco. Se non vogliono condannare l'intero paese devono rientrare alla camera, rivotare ed approvare il piano.
I finti giornalisti della CNBC hanno gettato la maschera e si sono rivelati essere quello che ogni telespettatore un minimo accorto ha sempre saputo fossero: un branco di prostitute.
Persone al servizio di Wall Street.
In realtà la borsa di New York stava già perdendo 400 punti quando ancora tutti pensavano che il piano di Paulson sarebbe passato alla camera.
La colpa del tracollo è da attribuire al congelamento del mercato del credito che sta risucchiando liquidità dal sistema ed hai roccamboleschi salvataggi in extremis che diversi paesi europei hanno dovuto compiere nei confronti di una serie di grosse banche.
Inanzi tutto l'azione coordinata che l'Olanda, il Belgio, e Lussemburgo hanno compiuto comprando ognuno il 49% delle unità, che la Fortis la più grande banca belga, ha nei rispettivi paesi. Dopo aver perso il 35% in pochi giorni la Fortis rischiava seriamente il fallimento, evento che avrebbe avuto delle ripercussioni devastanti data la precarietà della situazione internazionale. La seminazionalizzazione operata dai 3 paesi è inoltre il primo serio esempio di intervento coordinato a livello europeo da che esiste l'unione.
Brad Sester dalle pagine del financial times si congratula per l'ottimo esempio di efficenza mostrato (lasciamo perdere che tecnicamente sarebbe aiuto di stato, cosa in teoria proibita dall'unione europea).
Un altra banca sull'orlo del collasso era la Hypo un istituto che si occupa sopratutto di immobiliare, il secondo del genere per dimensioni, della Germania. Il governo della Merkel non è voluto intervenire direttamente come hanno fatto altri. E' stato deciso invece, di istituire un entità creata ad hoc, a cui partecipano i maggior istituti finanziari (banche e simili) tedeschi, per fornire alla Hypo una linea di credito aperta in modo che essa non venga uccisa dalla scarsità di liquidità presente nel sistema economico.
Considerate che la Hypo ha dimensioni comparabili alla Lehman e capirete subito quali sarebbero potute essere le conseguenze di un suo eventuale fallimento.
Il terzo intervento è avvenuto in Inghilterra. La moribonda Bradford & Bingley specializzata in mutui ed in agonia da diversi mesi verrà nazionalizzata. L'annuncio sarà dato dal governo inglese domenica od al più tardi lunedì. Nulla di particolarmente rilevante se si considera che la B&B è grande solo la metà della Northen Rock, il primo emettitore di mutui fino all'anno scorso quando venne anch'esso nazionalizzata. Più che l'impatto economico dell'operazione è il segnale che lancia ad essere preoccupante e che dimostra, come la sofferenza dei mercati sia ben lontana dall'esaurirsi.
Se aggiungete l'indice del baltico che misura l'attività navale mercatile e viene considerato un indicatore affidabile (anche se non sempre ci prende) della salute del mercato, precipitato del 10% solo venerdì ed i dati sui consumi di Agosto che dimostrano come i consumatori americani abbiano smesso di fare acquisti, c'è ne era più che a sufficenza da far crollare il mercato ieri.
Ovviamente la bocciatura del piano di salvataggio ha peggiorato il crollo e non poteva essere altrimenti. Ormai gli operatori di borsa non sanno più dove sbattere la testa e si attaccano ad ogni spiraglio o promessa di miglioramento, non importa quanto fallace e balorda essa sia.
Se Wall Street perdeva 400 punti quando ancora sembrava che il piano da 700 miliardi sarebbe stato approvato, ciò dimostra quanto esso sia insufficiente. Non basta a calmare la situazione.
La conferma che 700 miliardi sono pochi c'e l'ha fornita ieri la stessa Fed, quando in coordinazione con altre banche centrali ha iniettato 630 miliardi nel sistema bancario. La reazione è stato il crollo generalizzato dei mercati in Europa e Stati Uniti.
Quello che vorrebbe fare Paulson con il suo piano è pura follia. Ha intenzione di sostenere il valore inflazionato dei titoli in pancia alle banche, comprandoli con soldi forniti dal governo a prezzi irrealistici. Non ha mai funzionato un operazione del genere ed il Giappone è li a dimostrarlo. A sostenere il prezzo di quei titoli c'è il mercato immobiliare americano. Un mercato da 18 trilioni di dollari che ha ormai perso più del 20% del suo valore e si stima che prima di toccare il fondo perderà in totale tra il 30% ed il 40%.
Stiamo parlando di almeno 6 trilioni di dollari.
Come può sperare Paulson di sostenere un valore del genere usando 700 miliardi?
Come si puo illudere di sostenere il valore di quei titoli, quando il valore del sottostante (cioè delle case) continua a calare?
In un video su Bloomberg Marc Faber, un famoso investitore svizzero dichiara che gli USA avrebbero bisogno di un piano da 5 trilioni per poter sperare di risolvere la situazione. La sua analisi è in linea con quanto affermato qualche giorno fa da Ken Ohmae.
Il problema ovviamente è che gli USA non hanno neanche lontanamente quella cifra. Anche i 700 miliardi del piano attuale prevedono di metterli insieme vendendo buoni del tesoro ad altri paesi. Se ieri il congresso avesse votato si al piano, si sarebbero regalati solo 700 miliardi ad un piccolo gruppo di banche elette, le FOH (friend of Hank), senza che venisse prodotto nessun effetto duraturo a favore dell'intero sistema.
Per qualche tempo un mercato in agonia sarebbe risalito aggrappandosi alla tenue speranza che il piano potesse curare miracolosamente gli scompensi accumulati dalla metà degli 90 in avanti, ma dopo qualche tempo la triste realtà sarebbe tornata a fare capolino producendo un nuovo crollo.
Il mercato sarebbe dovuto crollare nel lontano 2001. Lo sapevano tutti.
Dopo l'esplosione della bolla della new economy nel 2001, ci fu un calo. Un calo brutale. Un calo che al Maestro, come Greespan veniva chiamato all'epoca, proprio non andava giù.
Il Maestro decise di intervenire.
Una bolla speculativa, non è altro che un grande schema piramidale. Perché esso non si esaurisca è necessario che venga immesso continuamente nuovo denaro nel sistema. Significa che è necessaria sempre nuova gente che arrivi mettendoci dei soldi. Questi soldi possono arrivare solo da due fonti: dal risparmio o da prestiti chiesti alle banche, creando quindi debito.
Tutto questo denaro che si riversa su certi beni, li inflaziona, facendone salire il prezzo. Ciò attira altra gente che porta altro denaro, perchè tutti pensano di poter guadagnare dal continuo apprezzamento di valore di questi beni.
La bolla si esaurisce quando il denaro smette di arrivare.
Questo si verifica quando la gente ha finito i risparmi o è troppo indebitata per poter chiedere altri prestiti e quindi creare altro denaro. Non resta più nessuno da far partecipare alla piramide. Si è arrivati alla base.
C'e' un detto tra gli economisti che suona più o meno così: "quando anche i tassisti ed i parruchieri ti danno consigli su come investire in borsa è venuto il momento di scappare dai mercati".
Il detto incarna l'essenza della fine inevitabile dello schema a piramide. Se sei riuscito a far entrare nello schema anche i tassisti ed i parrucchieri, scappa!
Devi scappare perchè non esiste più nessuno da aggiungere in fondo alla piramide per poter continuare lo schema.
E' finita.
Quando scoppiò la new economy successe esattamente questo. Riuscirono a convincere tutti ad investire in borsa con l'illusione che si potessero fare un mare di soldi e si potesse addirittura diventare miliardari. In realtà i tassisti e i parruchieri furono coinvolti solo perché si intascassero le perdite. I furbi che ben comprendono la natura di una bolla speculativa sanno benissimo quale sarà il suo inevitabile esito e quando videro che finalmente anche il fondo della piramide partecipava al gioco gli scaricarono addosso, vendendoli, tutti i titoli che aveva in mano, consapevoli che di li a poco il loro valore sarebbe crollato.
Molti, stupidamente, si giocarono tutti i risparmi in quella giostra chiamata new economy. Quelli invece che avevano fatto debiti rischiarono di non poterli ripagare. Si parla non solo di individui, ma anche di grosse aziende ed entità finanziarie. Avere dei debiti in un mercato che crolla garantisce l'impossibilità di ripagarli. Ciò avrebbe prodotto dei crateri nei bilanci delle banche e messo a rischio l'intero sistema.
Greenspan non poteva permetterlo.
Se era denaro sufficiente a mantenere il sistema, quello che mancava, lui lo avrebbe creato. Abbassò quindi il tasso di interesse all'1%, un tasso di interesse negativo. In sostanza pagava quasi la gente per indebitarsi.
Anche questo non basta. E' necessario allo stesso tempo che qualcuno vada in banca a chiederlo in prestito questo denaro, perchè esso venga realmente creato e messo in circolazione.
Se alla fine della new economy si era arrivati alla base della piramide spogliandola dei risparmi ed indebitandola, chi mai era rimasto da indebitare?
Erano rimasti i precari, quelli senza lavoro o con lavori saltuari, quelli che portavano già dei debiti sulle spalle e senza alcun risparmio. Insomma, tutta una gamma di individui privi delle garanzie necessarie per andare in banca e farsi accreditare un prestito.
Questi individui che non avevano e non avrebbero mai normalmente potuto partecipare ad uno schema piramidale, vennero fatta entrare nel gioco, aggiungendo così alla base di esso un altro piano.
Grazie alle innovazioni finanziare che utilizzarono le banche si poterono prendere i debiti di questi individui e trasformarli in securities che poi le banche stesse rivendevano sul mercato come investimento.
Le banche si liberarono dei debiti di questa gente rivendendoli, in questo modo non avevano più bisogno di chiedere delle reali garanzie per i prestiti che concedevano.
Questo trucchetto, fu la base della più grande bolla speculativa della storia: quella sul mercato immobiliare americano e sui titoli connessi.
Una bolla così gigantesca da poter inghiottire tutti i danni e i cali prodotti dalla scoppio di quella precedente.
La domanda ovvia che chiunque farebbe è: "e quando anche questa bolla scoppia che succede?"
Guardatevi intorno e vedrete la risposta.
Il problema che si verificò quando la bolla immobiliare fu in procinto di scoppiare fu la mancanza del parco buoi. Non c'era più nessuno da poter mettere alla base della piramide perchè assorbisse tutte le perdite. Il parco buoi tradizionale era già stato consumato nello scoppiò della bolla precedente mentre per sostenere quella immobiliare erano stati usati addirittura gli inusabili.
Le banche ed i grossi soggetti (chiamiamoli pure i ladri) si ritrovarono da soli a stringere tra le mani una montagna di robaccia senza valore. Non potevano vendersela tra loro perché sapevano tutti troppo bene quanto valesse e non avevano nessun altro su cui scaricarla.
Qui sta il problema.
Non esiste più nessuno da far partecipare al gioco, ad un altro schema. Nessuno che possa creare denaro a sufficienza, anche solo a sostenere il sistema attuale.
Ma se un altra bolla non è possibile, non resta che un destino: i valori troppo alti dei beni inflazionati dalla bolla, devono calare, tornando a livelli in linea con la realtà.
Questo produce il collasso della piramide.
Ciò è normale, di più: è inevitabile.
Quello che sta succedendo ai prezzi delle case e ai titoli derivati basati su di essi è esattamente questo.
Quello che cerca invece di fare Paulson con il suo piano è di mantenere i valori inflazionati.
Vuole comprare ad un prezzo prossimo a quello facciale tutti i titoli che le banche tengono ancora a bilancio a valori vicini a quelli toccati durante la bolla. Spera che questa operazione stabilizzi il valore di questi titoli, dato che improvvisamente esisterebbe un soggetto (il governo USA) disposto a comprarli per un prezzo alto. Paulson si illude che questo spinga finalmente gli investitori a comprare e a vendere questi titoli scaricandone solo una minima parte nel fondo da 700 miliardi e mettendo in moto della liquidità oggi bloccatta.
Pura follia.
La gente non si dimenticherebbe improvvisamente di che roba sono quei titoli. Verrebbero tutti indiscriminatamente scaricati sul fondo governativo esaurendolo in breve tempo. Dopo di chè la situazione tornerebbe a bloccarsi come ora.
L'unica cosa da fare è lasciare che i beni inflazionati rialineino il loro valore a quello del mercato. Costringere le banche a dichiarare quanti ne possiedono. Stabilire criteri rigidi in base ai quali una banca deve essere salvata e nazionalizzare solo quelle che rientrano in questi criteri, dato che gli USA non hanno abbastanza denaro per salvarle tutte e devono concentrare le loro risorse su quelle indispensabili.
La maggior parte dei progetti avanzati dai maggiori economisti sono su questa falsa riga.
Molti dei parlamentari ricattati dalle minaccie di armageddon economico di Paulson, e che hanno votato il suo piano turandosi il naso, hanno anche affermato che il ministro del tesoro è stato intransigente. Non ha voluto neppure sentir parlare di piani alternativi. L'unico piano possibile è il suo, prendere o lasciare.
Per fortuna il congresso ha lasciato.
Perchè Paulson tenga così testardamente ad un piano che non funziona solleva molte domande.
Probabilmente far redarre un piano del genere ad uno dei principali artefici della crisi attuale ed ex banchiere, amico dei banchieri, con ancora molti interessi in gioco (per esempio nella sua ex banca la Goldman Sachs) non è la migliore delle idee.
Se gli americani fossero furbi, licenzierebbero sia Bernanke che Paulson per palese incapacità.
Invece, tutto fa pensare che giovedi, verrà fatto un estremo tentativo per convincere i parlamentari ribelli a votare si al piano di salvataggio.
La più fervente manovratice in questo senso è Nancy Pelosi a capo del Partito Democratico. Fatto singolare dato che al governo c'è un amministrazione repubblicana. La pelosi ed il suo entourage qualche giorno fa, avevano annunciato fuoco e fiamme. Avrebbero costretto Paulson a cambiare il suo piano, perché era intollerabile l'idea di salvare indiscriminatamente Wall Street. Dopo una notte trascorsa a discutere con il ministro dell'economia e in cui si racconta che Paulson si sia addirittura messo in ginocchio di fronte ai democratici, è stata redattata per l'approvazione una bozza che prevedeva tutto quello che Paulson aveva sempre voluto, con qualche piccolo cambiamento cosmetico che potessa dare la possibilità ai democratici di dire: "abbiamo ottenuto qualcosa".
Ciò rafforza la mia convinzione che esattamente come accade per il Mc Donald, il nome Partito Democratico sia una garanzia di uniformità in tutto il mondo.
Anche se ieri si è verificato un miracolo inaspettato rimango pessimista.
Probabilmente il costoso ed inutile piano di Paulson verrà approvato prima della fine della settimana. I ricatti e le pressioni che vengono esercitate su coloro che lo hanno bocciato ieri sono troppo forti.
Spero solo di sbagliarmi.
1 commento:
Stand
complimenti sei il primo blogger italiano che trovo che sembra avere idea di quello che sta succedendo nel mondo. Aggiunto nel reader.
Alessandro
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