mercoledì 15 ottobre 2008

No grazie!

L'acronimo TARP sta per "Troubled Asset Rescue Plan" e identifica il piano di 400 pagine ideato da quella mente eccelsa del ministro del tesoro americano Henry Paulson (Hank per gli amici). Attraverso il TARP il tesoro statunitense ha ottenuto il potere di istituire un fondo da 700 miliardi di dollari, fondo che in origine doveva essere utilizzato per comprare dalle banche, in modo da ricapitalizzarle, tutta una serie di titoli di cui sono imbottite e che hanno perso quasi completamente ogni valore. La bellezza del TARP però, sta in alcune righe del suo testo le quali dicono in sostanza che il buon Hank, è in grado di acquistare "ogni altro asset che il tesoro ritenga necessario per assicurare la stabilità economica".

Hank non ha certo atteso molto per mettersi ad utilizzarle questo assoluto potere che il congresso americano gli ha gentilmente concesso.

Ieri, come scrissi nell'articolo precedente, il tesoro USA ha "forzato" le 9 maggiori banche del paese ad ingoiarsi 125 miliardi di ricapitalizzazione (altri 125 saranno ripartiti tra banche minori). In cambio ha ottenuto delle preferred stock (azioni privilegiate) con un dividendo sopra del 5% per i primi 5 anni e di 9% per quelli successivi (se sarà ancora in possesso delle azioni ovviamente). Se considerate che il rendimento sulle preferred che Warren Buffet ottenne un paio di settimane fa per l'investimento che fece nella Goldman Sachs, fu del 10%, risulta chiaro l'affarone che le povere banche, ricapitalizzate controvoglia, hanno fatto.

Il tesoro ha giustificato questa mossa affermando che andando a risanare la situazione finanziaria dei 9 istituti li si metterebbe finalmente in condizione di tornare a prestare denaro in giro. In sostanza, Hank ha raccontato che i famosi 125 miliardi di rifinanziamento sarebbero poi stati presi dalle banche ed usati per garantire dei prestiti. I banchieri interpellati sulla cosa hanno sostanzialmente risposto: "con i soldi dei contribuenti ci facciamo un po' quel cavolo che ci pare". Al povero ministro del tesoro non è rimasto che ribattere: "e mica le si può costringere a prestarli quei soldi .... però sarebbe carino che lo facessero".

In sostanza sono stati regalati dei soldi alla stessa banda di gente che ha prodotto la crisi attuale senza imporre loro nessuna condizione, nessun blocco delle stock option e senza ovviamente ottenere nessun potere di voto da parte del governo, dato che le preferred non garantiscono questa possibilità. Tutto con la speranza che i suddetti omini comincino a prestarsi tra loro il denaro ricevuto, incuranti del terrificante livello del tasso interbancario ed in barba alla linea di credito sempre aperta che le banche che presiedono hanno a condizioni vantaggiose con la banca centrale.

Logico, no?

Ma ehi, poverini! Sono stati costretti ad accettarli quei soldi, per dare il buon esempio alle banche minori e per sfatare lo stigma della precarietà normalmente associato alle banche che chiedono aiuto al governo.

Guardate nella foto sotto come sono usciti amareggiati due dei poveri banchieri in questione dall'incontro con Hank Paulson.



Che musi lunghi. Non fanno quasi tenerezza?

La cosa fastidiosa in tutta questa manovra è che non c'è lo ha prescritto il medico di salvare alcuni dei maggiori responsabili del terribile casino in cui il mondo è precipitato. Questa è gente che dovrebbe marcire in galera, ma dato che una loro incriminazione tirerebbe in causa la SEC che ha passato 15 anni a girarsi i pollici senza mai intervenire seriamente, il governo che applaudiva e approvava ogni balzana trovata di questi banchieri, le agenzie di rating che partecipavano entusiaste alla bonanza dei titoli spazzatura certificandoli come oro e produrrebbe insomma l'incriminazione dell'intero sistema, questi personaggi vanno lasciati stare.

E facciamo pure finta che con un grande sforzo arrivassimo ad ingoiare questa antipatica realtà, spiegatemi in base a quale ragionamento li dovremmo lasciare sulle loro poltrone dorate, gli dovremmo regalare dei soldi e li dovremmo anche pregare gentilmente, se proprio gli avanza del tempo, di attivarsi per prestare in giro il denaro che gli elargiamo, in modo da sbloccare il mercato del credito che sta strangolando l'economia. La Svezia (lo so ci ritorno sempre) per risolvere una crisi analoga, nazionalizzò le banche, silurò tutto l'incapace managment, azzerò le azioni (ed i poveri dirigenti bancari poterono usare come carta igienica le loro stock option) e rimise in moto forzatamente la liquidità dato che essendo diventata la proprietaria diretta degli istituti non doveva chiedere favori a nessuno.

Che interesse dovrebbero avere queste banche a ricominciare a prestarsi il denaro?

Il tasso interbancario resta estremamente elevato, mentre c'è mamma banca centrale che a tassi bassi continua a concedere tutti i soldi necessari. Meglio prendersi i soldi dalla FED o chi per lei e prestarli direttamente senza passare tramite altre banche, tanto più che il tasso di interesse a cui le banche prestano soldi è legato al tasso interbancario. Se il Libor è al 4,6% ad esempio, le banche presteranno denaro al 6% agli utenti finali, anche se lo prendono in prestito all' 1,5% dalla banca centrale bypassando il sistema interbancario.

Il Telegraph afferma seccato che sarebbe bello se uno di questi banchieri miliardari si scomodasse quanto meno a chiedere scusa per il casino prodotto. Invece fan tutti finta di nulla e Greenspan primo artefice di questa crisi, se ne va in giro fischiettando con nonchalance quasi a dire "Io? Io sono passato per caso dalla Federal Reserve. Per 20 anni. Ogni giorno. E magari mi sarà scappato anche qualche ordine, ma che responsabilità volete che abbia mai se tutti mi chiamavano capo ed eseguivano?".

In ogni caso, vista la terribile rigorosità del tesoro nell'elargire soldi ai soggetti più pericolanti, si è già formata una lunga fila di questuanti fuori dai suoi uffici. Le compagnie finanziarie che si sono sempre occupate di fornire prestiti necessari per l'acquisto di autoveicoli stanno facendo pressione affinché il governo americano, tramite TARP si compri tutti i crediti inesigibili in loro possesso. Si giustificano dicendo che "la carta (debiti e derivati basati sui finanziamenti per acquistare automobili) sulle auto è indispensabile per la stabilità del mercato".

Come no!

Cos'altro poi? Tra un po' chiederanno al governo di comprarsi perfino partite invendute di formaggio.

....Scusate. Quello sta già succedendo. Indovinate un po' in quale paese?

L'Italia ovviamente.

Abbiamo concesso per anni finanziamenti a pioggia alle ditte che producono grana padano, finendo con l'incentivare così il sorgere di aziende casearie, aziende che sono spuntate come i funghi e tutte a produrre il celebre formaggio, attività ben più remunerativa che produrre ad esempio del semplice latte. Adesso si ritrovano tutte nel mezzo di una gravissima crisi dovuta ad un eccesso di produzione. L'enorme offerta esistente è riuscita a deprimere il prezzo del parmigiano, portando diverse aziende vicine alla bancarotta. I produttori se la prendono ovviamente con la cattiva grande distribuzione che non gli paga abbastanza la materia prima, salvo poi puntare il dito contro venditori senza scrupoli che vendono a prezzi bassissimi utilizzando addirittura ebay.

Se la grande distribuzione paga "sotto costo" il parmigiano forse è perché a quei prezzi ne trova quanto ne vuole da acquistare e ne trova così tanto in circolazione perché abbiamo incentivato in maniera insensata la sua produzione.

Non riusciamo a mangiarcelo tutto, questo parmigiano in Italia.

Non temete però. Anche se non vi piace il parmigiano o siete allergici al formaggio vi farà piacere sapere che il governo non si è mostrato insensibile alle grida disperate di aiuto lanciate dai produttori di grana e dietro pagamento di modici 50 milioni di euro siamo tutti diventanti comproprietari di 200000 mila forme. Tanto per non farlo sembrare un aiuto di stato troppo sfacciato il governo ha dichiarato che le forme verranno usate per scopi umanitari: le regaleremo agli indigenti e agli affamati che presumo ringrazieranno per la dieta equilibrata che gli stiamo offrendo.

Francamente che ci si metta a spendere dei soldi per mantenere dei produttori di grana che non dovrebbero esistere in primo luogo, nel bel mezzo della peggiore crisi economica dagli anni 30 mi pare semplicemente assurdo.

Intanto, mentre il nostro paese diventava il più grande proprietario di formaggio padano, l'OMX (la borsa islandese) riapriva i battenti dopo 3 giorni di blocco perdendo un 76% secco. Se continua così saremo costretti a paracadutare il cibo in Islanda direttamente dagli elicotteri. L'Islanda è il tragico esempio di uno stato che ha provato a mantenere in vita tutte le sue banche, mettendo in gioco la sua stessa esistenza. La sfortuna dell'Islanda è stata che le sue banche complessivamente avevano un esposizione pare a 12 volte il PIL dell'intero stato. Erano diventati dei mostri troppo grossi per essere salvati. Il disperato tentativo di farlo ha per ora prodotto il crollo della corona islandese, che la scorsa settimana nel giro di una notte ha perso due terzi del suo valore e l'annullamento dell'economia della piccola isola.

Quello che è successo in Islanda potrebbe succedere anche qua.

Gli stati Europei hanno le spalle più grandi dell'Islanda e per fortuna l'Unione ha una scudo che si chiama euro. Senza l'euro e l'Europa ho paura che l'Italia e diversi altri stati nostri vicini avrebbero già fatto la stessa fine della piccola Islanda. La moneta unica non è però uno scudo impenetrabile.

Durante la grande depressione il sistema finanziario e la borsa saltarono completamente. Il comparto produttivo rimase essenzialmente intatto anche se non produceva per mancanza di domanda. La deflazione allora in atto aveva risucchiato il denaro dall'economia reale lasciando la gente senza soldi in tasca per poter consumare. Quello che non venne sostanzialmente intaccato e che fece la differenza fu lo stato. Lo stato sotto la direzione di Roosevelt decise di adottare le politiche di Keynes e di arrivare a mettere, attraverso la spesa pubblica, del denaro in mano alla popolazione per poter rilanciare consumi e produzione.

Quello che stiamo facendo ora, non si riduce più alla scelta tra sostenere il branco di parassiti che hanno succhiato la linfa vitale al sistema con i loro schemi di ponzi o sostenere le aziende e il lavoro. Stiamo cercando di salvare tutto quanto e per farlo ci stiamo giocando la sopravvivenza degli stati stessi. Se questa scommessa rischiosa fallirà quando tutto ci crollerà in testa non sarà rimasto più niente e nessuno in grado di intervenire.

Nella situazione attuale non abbiamo una capacità produttiva intatta perché abbiamo pensato bene che fosse una furbata spostarla in altri paesi come Cina e India, lasciando che si occupassero loro della produzione mentre noi giocavamo ai piccoli geni della finanza. Se salteranno anche gli stati nel tentativo di salvare un castello di carte troppo grande per essere sostenuto, che cosa ci resterà dopo?

La situazione in giro per il mondo, non sembra essere particolarmente migliorata dopo gli interventi degli stati Europei.

L'indice del baltico che misura l'attività delle spedizioni via mare è crollato del 20% in due giorni, arrivando a perdere in totale l'80% dal livello massimo toccato in luglio. Secondo il Guardian questa caduta è dovuta alla riduzione della domanda di materie prime da parte della Cina e quindi a una caduta generale della produzione e dei consumi. E' probabile che centri qualcosa anche il fatto che le banche abbiano smesso di accettare le lettere di credito. Di certo i consumi sono calati ed anche i giornalai italiani segnalano con stupore sui propri quotidiani il ridursi dell'inflazione.

L'Ungheria ha sospeso ogni prestito in valuta straniera. Pessimo segnale che indica una fuga di capitali stranieri dal paese e l'impossibilità delle banche Ungheresi di coprirsi con delle swap, a causa delle turbolenze sul mercato del credito, dal rischio di fluttuazioni improvvisi dei cambi. Lo spread dei cds sull'Ucraina intanto è ulteriormente aumentato, raggiungendo quota 1596. In sostanza il fallimento del paese viene dato come sempre più probabile. Il mercato delle automobili in Europa è sceso di un altro 8.2% a Settembre. La FED ha annunciato che comprerà debito a breve termine delle aziende ad un 1,1 punti percentuali sotto il tasso di mercato, mettendo di fatto ogni altro compratore fuori gioco e assicurando secondo Robert Eisenbeis, un gestore di Hedge Fund, il blocco dell'intero mercato della commercial paper. La BCE ha deciso che fornirà denaro in cambio di junk, roba tossica che può arrivare fino ad un rating di BBB- (vera e propria cartastraccia), la Fortis ha perso in una sola giornata il 64% del suo valore, la borsa Brasiliana è stata sospesa anche oggi mentre gli altri listini del pianeta cadevano in picchiata e gli operatori che fino a ieri esultavano sulla scia degli ingenti rialzi, oggi sono tornati ad avere lo sguardo perso nel vuoto.

Per rassicurare tutti Bernanke oggi è tornato a parlare dichiarando che "le turbolenze sui mercati rappresentano un significante rischio per un economia americana in rallentamento".

Grazie Ben, per l'informazione.

I soliti sospetti, il Libor (il tasso interbancario) e il Ted (un indicatore della propensione delle banche a prestarsi denaro), pur scendendo sono rimasti su valori storicamente critici. Il Libor è calato assestandosi al 4,55% dal 4,82% toccato la scorsa settimana, ma se considerate che poco più di un mese fa era a 2,82% siam ben lontani da valori normali. A riprova che la situazione resta allarmante lo spread sul TED dopo aver oscillato tra il 4,09% e 4,30% ieri, oggi è risalito al 4,37%.

Incuranti dei disperati tentativi di Ben, Hank e dei paesi dell'Unione Europea di garantire l'intero pianeta gettando loro addosso montagne di denaro al grido di "Sgonfiatevi! Sgonfiatevi!" sia il Libor che il TED sembrano, per ora, aver risposto seccati:

No, Grazie!

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