giovedì 5 giugno 2008

Alla ricerca di forme di vita intelligente

Esiste vita su marte? Ed in caso di risposta positiva si tratta di vita intelligente? Potremmo porci le stesse domande nei confronti della Federal Reserve. Esiste vita intelligente in quel luogo?

Nell'ultimo periodo diversi governatori della Fed se ne sono andati simpaticamente in pensione non volendo avere nulla a che fare con la situazione attuale, il che in se segnala quando deve essere allegra la situazione e che umore gioviale deve spirare nelle sale della banca centrale americana. Prima Bill Poole uno dei pochi che si opponevano ai tagli dei tassi ed alla politica di Bernanke se ne andò e qualche giorno fa anche la guida spirituale del povero capo della Fed, Miskin, ha rassegnato le dimissioni per tornare ad insegnare all'università, un luogo caldo e rassicurante dove le teorie economiche funzionano sempre come dovrebbero senza essere costrette a scontrarsi con una realtà complessa e difficilmente governabile.

Sempre più solo Bernanke ha tenuto un discorso di 45 minuti all' International Monetary Conference in Barcellona rivelando al mondo il colpevole dell'attuale situazione economica. Forse pensate che teatralmente abbia tirato fuori una foto del suo predecessore Alan Greespan o che abbia indicato se stesso chinando il capo e recitando un lungo mea culpa. Figuriamoci, che andate a pensare. Il colpevole lo conosciamo bene tutti. Il suo nome ci viene ripetuto incessantemente dalle televisioni e da tutti i politici e pseudo economisti ed esso è: "Cina".

Se volete deliziarvi con le farneticazioni (ormai ho esaurito gli eufemismi) del capo della Fed le trovate qui.

Riporto alcuni dei picchi toccati nel corso del suo discorso:

In the financial sphere, the three longer-term developments I have identified are linked by the fact that a substantial increase in the net supply of saving in emerging market economies contributed to both the U.S. housing boom and the broader credit boom. The sources of this increase in net saving included rapid growth in high-saving East Asian countries and, outside of China, reduced investment rates in that region; large buildups in foreign exchange reserves in a number of emerging markets; and the enormous increases in the revenues received by exporters of oil and other commodities. The pressure of these net savings flows led to lower long-term real interest rates around the world, stimulated asset prices (including house prices), and pushed current accounts toward deficit in the industrial countries--notably the United States--that received these flows.

To be sure, the large inflows of savings and low global interest rates presented a valuable opportunity to the recipient countries, provided they invested the inflows wisely. Unfortunately, this did not always occur, as an increased appetite for risk-taking--a "reaching for yield"--stimulated some financial innovations and lending practices that proved imprudent or otherwise questionable.

This brief overview makes clear that both global and domestic factors have played important roles in recent developments in the United States. The housing and credit booms were driven to some extent by global savings flows, but they also reflected domestic factors, such as weaknesses in risk measurement and management and lax standards in subprime lending.


Nella sfera finanziaria i 3 sviluppi di lungo termine da me individuati sono connessi al fatto che un sostanziale aumento dei risparmi netti nelle economi emergenti ha contribuito al boom nel mercato immobiliare americano e al boom nel mercato del credito. Questo aumento delle quote di risparmio netto è dovuta al rapido aumento dei risparmi in paesi dell'Est Asiatico e, al di fuori della Cina,in una riduzione degli investimenti nella regione; il grande accumulo di riserve in moneta estera in diversi mercati emergenti; e l'aumento incredibile dei guadagni ottenuti dagli esportatori di petrolio e altre materie prime. La pressione generata da questi risparmi che si sono riversati sul mercato hanno prodotto un abbassarsi dei tassi di interesse reali nel lungo termine in tutto il mondo, hanno stimolato l'aumento del prezzo di diversi asset (inclusi gli immobili) e spinto i bilanci delle nazioni industrializzate che ricevevano questo flusso di denaro - specialmente gli Stati Uniti- verso il defict.

Di certo, questi ingenti flussi monetari e i tassi di interesse globalmente bassi hanno rappresentato una valida opportunità per le nazioni riceventi (i suddetti flussi), presumendo che essi fossero stati investiti in maniera oculata. Sfortunatamente, questo non si è sempre verificato, dato che un aumentato appetito per il rischio e il miraggio di alti ritorni hanno stimolato innovazioni finanziarie e pratiche poco accorte da parte di chi garantiva dei prestiti.

Questa breve relazione rende chiaro che sia fattori globali che locali hanno giaocato un ruolo importante nei recenti sviluppi negli Stati Uniti. Il boom immobiliare e creditizio sono stati gonfiati in parte da un flusso di risparmi dal resto del mondo, ma essi sono anche il riflesso di fattori locali, come errori nella valutazione del rischio errori di gestione e bassi standard nei prestiti subprime.

Bernanke sembra dimenticarsi l'origine di quelli che chiama risparmi. Tutti i soldi che hanno accumulato i cinesi da dove arrivano mai? Giungono direttamente dalla Fed. Non è stata la Cina e i suoi "risparmi" ne quelli di altri paesi a generare un ecosistema fatto di tassi bassi. Sono i tassi bassi ad aver generato lo spaventoso flusso di denaro che è fluito nelle casse delle banche cinesi. Sono i debiti fatti dagli americani grazie ai tassi bassi ad aver alimentato lo sviluppo cinese e il riflusso di denaro che i cinesi reinvestivano in america riempendosi di buoni del tesoro che stanno perdendo valore alla velocità della luce e altre forme più esotiche di strumenti finanziari.

Sono stati i tassi praticamente azzerati dal Giappone ad aver alimentato il carry trade (la pratica di prendere denaro in prestito in Giappone a tassi quasi nulli e investirlo in paesi che promettono rendimenti alti lucrando sulla differenza) e tutta una sorta di bizzarri investimenti in cartaccia che aumentava di valore solo grazie all'enorme massa di denaro che si riversava su di essi. Bernanke dovrebbe dire la verità ed accusare se stesso, la sua cara Fed dell'attuale situazione e le altre banche centrali sue complici.

Riguardo all'inflazione ci illumina con altre perle di saggezza.

Inflation has remained high, largely reflecting continued sharp increases in the prices of globally traded commodities. Thus far, the pass-through of high raw materials costs to domestic labor costs and the prices of most other products has been limited, in part because of softening domestic demand. However, the continuation of this pattern is not guaranteed and will bear close attention. Futures markets continue to predict--albeit with a great range of uncertainty--that commodity prices will level out, a forecast consistent with our expectation of some overall slowing in the global economy and thus in the demand for raw materials. A rough stabilization of commodity prices, even at high levels, would result in a relatively rapid moderation of inflation, consistent with the projections of Federal Reserve governors and Reserve Bank presidents for 2009 and 2010.

L'inflazione rimane alta, in larga parte riflettendo un continuo e brusco aumento nel prezzo degli scambi delle materie prime. Fin qui, il ricarico dell'aumento dei prezzi delle materie prime e del costo del lavoro sull'utente finale è stato limitato a causa di un abbassarsi della domanda interna. La continuazione di questa situazione non è però garantita e bisogna prestare molta attenzione. Il mercato dei future continua a predire - anche se con un certo grado di incertezza - che il prezzo delle materie prime si stabilizzerà, una previsione che si accorda con le nostre aspettative di un generale rallentamento nell'economia globale e quindi nella domanda di materie prime. Una dura stabilizzazione nei prezzi delle materie prime, anche a un livello alto, risulterà in una veloce moderazione dell'inflazione, in accordo con le previsioni dei governatori della Federal Reserve e del suo presidente per il 2009 e il 2010.

Bernanke ci informa che "Una dura stabilizzazione nei prezzi delle materie prime, anche a un livello alto, risulterà in una veloce moderazione dell'inflazione". Affermazione geniale. Quando i prezzi delle materie prime smetteranno di salire l'inflazione si fermerà e indovinate un pò di che colore era il cavallo bianco di Napoleone?

Se Bernanke volesse provare davvero a fermare l'inflazione alzerebbe i tassi di interesse, abbastanza almeno da portare i tassi reali in territorio positivo. Invece li tiene cronicamente bassi e contemporaneamente fornisce di miliardi le banche in modo che queste possano rovesciarli sul mercato dei future alimentando i prezzi delle materie prime e del petrolio. E poi ogni tanto fa finta di preoccuparsi dell'inflazione.

Grazie per il finto interesse.

A proposito di inflazione. Il telegraph in un articolo racconta di come l'Argentina stia dichiarando nuovamente bancarotta rispetto al suo debito pubblico. Lo fa vendendo Bot il cui rendimento è collegato al tasso ufficiale di inflazione che al momento viene dichiarato del 8,9%. Solo che a redarre le statistiche sul'inflazione è un amico del presidente Argentino che massaggiando i numeri è riuscito ad abbassare il tasso di inflazione dal 25% all'8,9%. In pratica il rendimento reale dei Bot è negativo. Non son messi meglio gli Stati Uniti i cui dati sull'inflazione son talmente ridicoli da non essere più creduti nemmeno dai soliti gonzi. Ad Aprile segnavano un calo nel prezzo dei carburanti mentre la gente si lamentava per i continui aumenti. Su http://www.shadowstats.com/ si possono trovare i dati sull'inflazione calcolati col metodo usato prima che arrivasse Clinton alla casa bianca. Sono appena il doppio di quello ufficiale, ma spingendosi ai metodi di calcolo pre Carter arrivano quasi a triplicare.

Il telgraph poi elenca il tasso di inflazione in una serie di paesi:

Ukraine (30pc), Venezuela (29pc), Vietnam (25pc), Kazakhstan (19pc), Latvia (18pc), Qatar (17pc), Pakistan (17pc), Egypt (16pc), Bulgaria (15pc), Russia (14pc), the Emirates (11pc), Estonia (11pc), Turkey (9.7), Indonesia (9pc), Saudi Arabia (9.6pc), Romania (8.6pc), China (8.5pc) and India (7.6pc).

E si tratta di dati ufficiali, quindi massaggiati. Qualcun'altro oltre a me vede una nota comune in quei dati? Sono tassi d'inflazione da paura. La BCE racconta in giro che il suo mandato è tenere l'inflazione sotto il 2%. Siamo al 3,6% ma non mi pare che la BCE stia annunciando prossimi rialzi dei tassi. La verità e che le sue dichiarazioni son tutta fuffa. Si tengono i tassi bassi per cercare di monetizzare le perdite del comparto bancario. Questo sta generando un aumento dei tassi d'inflazione spaventoso in tutto il mondo. Se non stiamo affogando nell'inflazione come i paesi riportati sopra e solo grazie ad un erroneamente super valutato euro, ma uno di questi giorni il resto del mondo si accorgerà che l'euro non vale quanto si racconta in giro e il suo valore calerà.

Diversi economisti parlano di un fase inflattiva alta e caratterizzata da stagnazione economica che ricorda la stagflazione degli anni 70. Allora dell'evento fu colpevolizzata la piena occupazione e le rivendicazioni salariali e sindacali dei lavoratori che furono attaccate da li in avanti. Adesso i lavoratori sono in mutande, sempre più precari, pieni di debiti e costretti a confrontarsi con una concorrenza globale che si accontenta di stipendi che sono una frazione dei gia magri stipendi italiani e di altri paesi del cosidetto primo mondo.

Sono davvero curioso di vedere a chi daranno la colpa questa volta. Se le dichiarazioni di Bernanke (ed anche quelle di personaggi come Tremonti) sono un indicazione probabilmente i colpevoli verranno individuati in paesi come India e Cina, mentre noi continueremo a stampare tonnellate di denaro per salvare speculatori in mutande, pronti per il prossimo giro di valzer...pardon, la prossima bolla.

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