mercoledì 4 giugno 2008

Anche i ricchi piangono

C'è chi, ancora oggi, pensa che i ricchi e i super ricchi del pianeta conducano un esistenza priva di preoccupazioni e rinunce. Niente di più falso. Anche loro sono costretti a fare i conti con il portafogli e spesso a doversi rassegnare ed a piegare il capo di fronte alle difficoltà economiche. Un articolo di repubblica, riportando uno stralcio del contenuto di un libro uscito qualche tempo fa negli USA ed intitolato "Richistan" ci rende partecipi di questa triste realtà ignota a troppi.

Dall'articolo di repubblica:

Non cercate forme di vita alternativa nello spazio. I miliardari americani, quelli assurdamente ricchi, non sono mai stati così alieni rispetto ai comuni mortali. Tanto da essere stranieri in patria e costituire una repubblica a sé stante: il Richistan. A coniare il neologismo è Robert Frank, giornalista del Wall Street Journal e autore del libro omonimo, che, proprio come un travel writer, cioè frequentando luoghi e persone, ha indagato il lifestyle della nuova plutocrazia. "Sì, il Richistan è uno Stato virtuale", dice Frank. "I suoi abitanti sono più benestanti della maggior parte degli Stati del mondo con l'1 per cento al top che controlla circa 17mila miliardi di dollari di ricchezza totale". Facciamo i conti: nel 1982 erano appena 13, nell'89, coi mercati finanziari in pieno boom erano saliti a 67. Alla fine dei Novanta, con il fenomeno Silicon Valley, avevano raggiunto l'incredibile cifra di 9 milioni, più degli abitanti della Svezia, e una fortuna netta di 30mila miliardi di dollari, più del prodotto interno lordo collettivo di Europa, Cina, Giappone, Brasile e Russia. La cosa curiosa è che stenterete a riconoscere i nomi dei Richistani.

Non vengono da famiglie Old Money. Si son fatti da sé, velocemente, lavorando 18 ore al giorno, spesso creando e vendendo le loro società con la stessa disinvoltura con cui si gioca a Monopoli. A parte i soliti Bill Gates, Sergey Brin e Larry Page di Googles, avete mai sentito parlare di Ed Bazinet, produttore di ceramica, valore 100 milioni di dollari, o Tim Blixseth, valore 1,2 miliardi di dollari, il re del legname, che dopo essere andato in pensione a soli 40 anni, continua a inventare nuovi business e a girare per il mondo col suo Vagabond? Oggi per varcare la soglia d'ingresso del basso Richistan, ovvero essere considerato "mero ricco", ci vuole un patrimonio che superi i 10 milioni di dollari. Perché essere ricchi davvero significa essere capaci di vivere (più che) bene senza erodere la propria fortuna. Infatti, la storia dietro questo concentrato di plutocrazia è non è solo dietro i numeri ma negli stili di vita: i Richistani viaggiano in jet privato e in yacht da 120 metri (tutto quello che è al di sotto è un mero canotto), hanno la casa da 3.000 metri quadrati con a capo maggiordomi ribattezzati "household managers" (stipendi base da 80mila dollari all'anno più vitto e alloggio gratis) che gestiscono uno staff degno di una fabbrica di media grandezza.

I Richistani hanno il loro sistema sanitario, le loro charities, club esclusivi come lo Yellowstone Club nelle Montagne Rocciose, dove sciano e giocano a golf, e mete di vacanza come Palm Springs, Palm Beach, Fisher Island, gli Hamptons. Nell'estratto che segue, l'ossessione di questi nuovi ricchi per gli yacht di super lusso.


Questo l'estratto dal libro:

Don Weston si sentiva un po' speciale mentre girava per il mondo a bordo del suo yacht da 30 metri. Gli piaceva girovagare per i Caraibi, fermarsi qualche giorno a Cuba o St. Martin e incontrarsi con gli altri proprietari di barche per un pranzo o una cena in compagnia. La sua barca non era sempre la più grande fra quelle ormeggiate in porto, ma era comunque di dimensioni considerevoli.
"È il tipo di barca destinata a essere varata come si deve, con tanto di bottiglia di champagne e festa con tanta gente", spiega Weston, un uomo d'affari di Cincinnati, ormai in pensione.
Ma una mattina, durante l'International Boat Show del 2004 di Ft. Lauderdale, Weston si è ritrovato sul ponte della sua imbarcazione, praticamente oscurato dai giganti del mare.

Accanto a lui c'era Corrie Lynn, un cruiser di 40 metri con tanto di Jacuzzi king-size, cinque cabine, schermi Tv al plasma e persino un jet ski. Lungo il molo era attraccato anche Alfa Four, un 60 metri con palestra al coperto, piscina e piattaforma per gli elicotteri. Ma l'oggetto del desiderio dello Show era Octopus, l'ultimo gioiellino del plurimiliardario Paul Allen: oltre 120 metri di lunghezza, dotato di campo da pallacanestro, studio musicale, salotto con fondo di vetro e sottomarino. A sua volta l'Octopus era stato surclassato dal Rising Sun, il palazzo galleggiante di Larry Eleison, con i suoi 135 metri e oltre 80 stanze disposte su cinque piani. Oltre alle peraltro consuete palestre e piscine, il Rising Sun vantava una plancia che consentiva lo sbarco di una jeep con quattro ruote motrici.
"Pensavo di avere una barca piuttosto grande", sospira Don Weston, "ma accanto a quei giganti mi sembrava una bagnarola".

Dobbiamo precisare che in nessun altro periodo della storia americana un'imbarcazione di 30 metri avrebbe potuto essere definita una "bagnarola". Oggi ci sono in giro moltissimi Richistani, con tanti soldi da spendere, ed è nato un nuovo livello di consumismo. Essere un consumatore ostentatorio non è mai stato tanto difficile come oggi, considerata la presenza di milioni di milionari in lotta per la conquista degli stessi status symbol e il continuo aumentare dei consumatori agiati pronti ad acquistare beni di lusso per tentare di imitare lo stile di vita dei più ricchi.
Secondo un recente studio, lo 0,5 dei più ricchi della nazione consuma qualcosa come 650 miliardi di dollari all'anno - praticamente l'equivalente della spesa totale delle famiglie italiane. Tutte queste spese stanno portando al rialzo dei prezzi nel mondo Richistan. Il tasso di inflazione per i milionari è aumentato del 6 per cento nel 2004, rispetto al 3 per cento degli Stati Uniti in generale. Per chi ha un patrimonio di oltre 30 milioni di dollari, l'inflazione è aumentata addirittura del 12 per cento.

Questa tendenza alle spese sempre più folli è alimentata in parte dalla pressione a non rimanere indietro rispetto agli altri. Rimanere al passo con i vari Mr Jones sta diventando una questione sempre più fondamentale, e i Mr Jones ricchi sono in costante aumento. Recentemente George Cloutier, facoltoso uomo d'affari di Palm Beach, ha regalato alla fidanzata una Mercedes SLK rosso ciliegia, del valore di circa 50mila dollari. Pensava che fosse un'idea carina, ma i suoi amici non erano d'accordo.

"I miei amici mi hanno preso in giro", racconta.
E così ha riportato indietro la SLK in cambio di una Mercedes SL ancora più grande e costosa - circa 110mila dollari. Adesso, a due anni di distanza, si sente messo sotto pressione dall'ambiente che lo circonda e sta pensando di regalare alla fidanzata un'automobile ancora più costosa. "Tutti parlano delle Bentley, pare che sia quella la macchina che devi avere, al giorno d'oggi".
Con tutte queste pressioni, sta diventando sempre più difficile - e sempre più costoso - essere un consumatore che ostenta il lusso. È stato Thorstein Veblen a coniare il termine di "conspicuous consumption" nel suo classico trattato sulla ricchezza del 1899 - La teoria della classe agiata - per indicare gli eccessi della Gilded Age, il periodo post guerra coloniale quando gli Usa videro una velocissima crescita economica, industriale, sociale. Veblen sosteneva che i ricchi comperavano oggetti costosi per distinguersi e identificarsi come appartenenti alla classe agiata e non a quella lavoratrice. Sprechi ed eccessi non solo erano tollerati dai ricchi ma risultavano addirittura necessari per esibire il proprio rango o livello sociale. E in una società consumistica, lo status è indicato da come e quanto si spende. (...)

I ricchi, in definitiva, spendono per dimostrare che se lo possono permettere. Quello che è cambiato a Richistan è che ormai ci sono talmente tanti Richistani, con così tanta disponibilità economica, che diventa sempre più difficile "mostrare la propria forza pecuniaria". Non appena un Richistano pensa di aver mostrato chi è al resto della ristretta cerchia dei più facoltosi, con la barca da 30 metri o la sua Mercedes da 50mila dollari, ecco che subito si presenta un Richistano ancora più ricco di lui, con una barca da 75 metri e una Bentley GT nuova di pacca.
I Richistani spendono anche per mantenere le distanze con le orde di aspiranti Richistani. Un numero sempre crescente di agiati consumatori si sta infatti avvicinando a beni un tempo riservati unicamente ai ricchi. Per aumentare le vendite, le aziende di lusso sono disposte a vendere versioni più economiche di prodotti di alto livello, per la gioia di questa nuova fascia di aspiranti acquirenti. Gli esperti di marketing lo definiscono "lusso di massa" ma, per quanto possa suonare un ossimoro, sta rendendo davvero difficile la vita dei Richistani.

Gli occhiali di Gucci, le borse di Louis Vuitton e gli impermeabili di Burberry si trovano ormai ovunque. Le compagnie aeree consentono ai clienti di fare "voli privati" per poche migliaia di dollari invece di investire 30 milioni di dollari per un aereo personale. Presso molti auto-club è possibile noleggiare una Ferrari o una Porsche, così come è facile affittare un megayacht per qualche centinaio di migliaia di dollari a settimana, invece che spendere milioni di dollari per entrarne in possesso. Ci si può iscrivere a un esclusivo club vacanze con soli 150mila dollari e trascorrere un paio di settimane in una sontuosa villa sulle spiagge caraibiche o in uno chalet di Aspen. Si può addirittura noleggiare un prezioso dipinto da appendere alle pareti del salotto, scegliendo fra le varie proposte dei numerosi negozi di oggetti d'arte che offrono questo servizio.
"Il biglietto per accedere a questa fascia di consumatori, un tempo riservato allo 0,001 per cento della popolazione, risulta ultimamente molto meno caro", spiega James Lawson di Ledbury Research a The Economist. "Come faccio a sapere se il tizio che mi ha appena superato con una Ferrari si è effettivamente comperato la macchina o l'ha semplicemente noleggiata per il fine settimana?".

Le pressioni esercitate sia dall'alto che dal basso, dai ricchi Richistani così come dai semplici cittadini agiati, hanno spinto i Richistani a creare una classe completamente nuova di beni di superlusso, che vadano ben oltre la portata del semplice popolino con qualche soldo in tasca. In alcuni casi, aumentano volutamente i prezzi degli oggetti già esistenti, in altri lanciano categorie di prodotti e servizi completamente nuovi, come i viaggi spaziali e gli "shadow yachts". Comunque sia, l'elevato numero di Richistani sta facendo lievitare furiosamente il prezzo degli status symbol, portando a nuovi livelli la nozione di "consumatore vistoso" proposta da Veblen.

Un esempio? Nei prossimi due anni, il mondo assisterà alla nascita del primo yacht privato di lunghezza superiore ai 150 metri. E potrebbero essercene addirittura due. Il primo, il Dubai, è stato richiesto dallo sceicco Mohamed Bin Rashid al Maktoum, sovrano del Dubai, e misurerà 157,5 metri. Il secondo, chiamato Eclipse, verrà invece realizzato per un magnate russo del petrolio e dovrebbe essere varato nel 2008. Il magnate russo mantiene segreta la lunghezza della sua imbarcazione, per essere sicuro che sia davvero la più lunga esistente al mondo. Entrambi gli yacht manderanno in frantumi il precedente record, detenuto negli ultimi 22 anni da Abdul Aziz, la sontuosa imbarcazione di 145 metri di proprietà della famiglia reale saudita.
"Di questi tempi, le dimensioni contano eccome", sostiene Jonathan Beckett, presidente della Nigel Burgess, agenzia internazionale di brokerage nautico. E contano anche le cifre. Gli ordini per imbarcazioni di lunghezza superiore ai 45 metri sono raddoppiati nell'ultimo decennio, raggiungendo la cifra di oltre 200 all'anno. I cantieri navali stanno costruendo oltre 15 miglia di yacht - in pratica una lunghezza superiore a quella dell'intera isola di Manhattan.
Se oggi volete ordinare una barca da 60 metri, mettetevi in fila. La lista d'attesa è di circa due anni. Uno yacht da 43 metri costa 20 milioni di dollari, fino ai 75 milioni per uno di 78 metri. E non pensate che il mercato dell'usato sia da meno: pur di avere una barca subito i Richistani sono disposti a pagare lo stesso prezzo, se non di più, di una nuova.

Il mantenimento è diventato astronomico. Gli esperti dicono che costa dal 10 al 15 per cento del costo della barca, il che, per uno yacht da 43 metri, significa due milioni l'anno. Negli Stati Uniti ci sono talmente tante barche che gli ingorghi in mare stanno diventando un problema. Per assicurarsi un parcheggio a St. Bart a Natale bisogna prenotare mesi e mesi prima. A Bahia Marina di Ft. Lauderdale, nei mesi invernali, gli slot sono saliti da un dollaro ogni 30 centimetri negli anni Novanta ai sette di oggi. E lo scorso inverno c'erano talmente tante barche che entravano e uscivano dalla baia che il porto ha dovuto assoldare dei vigili per il traffico marino.

Immagino sanguini il cuore anche a voi dal dolore, al pensiero di tutti quegli yacht impantanati in florida, ma non dimenticate che buona parte di essi sono muniti di pista per l'atterraggio di elicotteri. Male che vada i miliardari possono sempre scappare volando.

Un altro articolo sulla terribile condizione dei ricchi negli Stati Uniti è pubblicato dal New York Times:

NANCY CHEMTOB, a divorce lawyer in Manhattan, has found that her days have become crammed seeing clients, all worried about how an economic downturn will affect their marriages. One of her clients recently confessed that his net worth had decreased to $8 million from more than $20 million, and he thinks that his wife will leave him. He has hidden their fall in fortune by taking on debt to pay for her extravagant clothes and vacations.

“I literally had to sit there and tell him that he had to tell his wife that she had to stop spending,” she said. “He was actually scared she would leave him because their financial situation changed so drastically.”

“They fear their kids won’t get invited to the right birthday parties,” said Michele Kleier, an Upper East Side-based real estate broker. “If they have to give up things that are invisible, they’re O.K. as long as they don’t have give up things visible to the outside world.”

So New York’s very wealthy are addressing their distress in discreet and often awkward ways. They try to move their $165 sessions with personal trainers to a time slot that they know is already taken. They agree to tour multimillion-dollar apartments and then say the spaces don’t match their specifications. They apply for a line of credit before art auctions, supposedly to buy a painting or a sculpture, but use that borrowed money to pay other debts.

Other wealthy clients are cutting luxuries that they think their friends and relatives won’t notice, according to Mr. Del Gatto of Circa. At Circa’s midtown offices, he said, the seven consultation rooms have been busy with customers selling their precious gems. Some older couples, he said, are selling estate jewelry to help support their children who have lost Wall Street jobs. Bankers are paring down their collections of Patek Philippe watches. Wives from Greenwich and Scarsdale are selling 2-carat to 35-carat single-stone diamond rings. One recent client explained to Mr. Del Gatto that she was selling $2 million in diamonds she rarely wore, because her friends wouldn’t notice that they were gone.

“She said, ‘If I sold my Bentley or my important art, they would notice,’ ” he said. “That we hear, in differing examples, every day.”

On a spring afternoon, a half-dozen hairstylists to the very wealthy talked about how customers are stretching their $350 highlights and $150 haircuts to every eight weeks instead of six weeks. Some women are cutting out highlights entirely, saying they would “rather be brunettes.”

The very wealthy can’t hide anything from their nutritionists and personal trainers, because they see the weight gain. Heather Bauer, a dietitian who works with many Wall Street executives who pay $600 to $800 a month for her services, says her clients have been eating and drinking more in the last six months. She sees results of this indulging each time they step on a scale, and in their journals that record what they’ve eaten.

ONE Wall Street executive, Ms. Bauer said, snacks on nuts in her office all day to manage the stress of potentially losing her position, while another confesses to inhaling four bowls of cereal at 10 p.m. Even their sex lives are suffering, Ms. Bauer said, because of the stress or because the weight gain makes them feel unattractive.

Her clients blame the economy for their out-of-control waistlines.

Per quelli che non conoscono l'inglese l'articolo racconta delle terribili difficoltà attraversate da gente che a causa dei problemi sui mercati borsistici e della crisi di liquidità del sistema bancario si sono viste diminuire il patrimonio personale. Uomini che valevano 20 milioni di dollari improvvisamente ne valgono 8 e si agitano attanagliati dal terrore che la moglie li lasci (un matrimonio con basi solide non c'e' che dire). Come fare a spiegare alla proprio moglie che non può più spendere come una pazza, ma solo come una leggermente disturbata?

Così i poveri ricchi per mantenere le apparenze sono costretti a vendere ed a rinunciare a cose che la gente non possa notare. Le signore vendono i gioielli che indossano raramente o rinunciano alla tinta dei capelli da 350$ e si lasciano crescere i capelli invece di farseli tagliare per soli 150$. Gli uomini si separano dalle proprie opere d'arte preferite mettendole all'asta in maniera anonima e confidando in una vendita veloce. Lo stress dovuto all'improvviso impoverimento sta logorando questi individui spingendoli a mangiare schifezze per rilassarsi, con grande disappunto dei loro dietologi personali pagati 600$-800$ al mese, che si vedono rovinato il lavoro di mesi. L'aumento di peso unito alla tensione, sta distruggendo anche la loro vita sessuale.

Il disastro.

Infine segnalo un articolo del Guardian intitolato The Gods of Greed (Gli dei dell'avidità) in cui viene illustrato efficacemente l'amabile sentimento di amore che riempie sempre più i cuori della gente, quando si parla di banchieri e speculatori vari arrichitisi sulla pelle della popolazione negli ultimi anni (per carità anche i cretini che hanno sottoscritto mutui che non potevano permettersi hanno le loro belle responsabilità).

Riporto solo un breve pezzo dell'articolo:

These New Olympians, who earn that title by their remoteness from everyday life and their lack of accountability, have gained this control on a prospectus every bit as false as much of the promotional material for the "exotic securities" of which they are so fond. The charge sheet is as follows:


· They promised economic stability - and have delivered chaos and volatility.

· They promised an economic order based on enterprise, thrift and personal effort - and have delivered one based on chronic indebtedness and wild speculation.

· They promised a "transparent" future in which all costs and prices would be clearly laid out - and have delivered a world of bizarre, occult financial knowledge.

· They promised a greatly expanded middle class of property- and share-owning individuals - and have unleashed havoc on professional and white-collar career structures.

Questi nuovi Dei dell'Olimpo, che meritano questo titolo in virtù del loro distaccamento dalla vita di ogni giorno e dalla totale mancanza di responsabilità per le loro azioni, hanno acquisito il controllo grazie a prospettive future false, tanto quanto il materiale promozionale sulle securities esotiche di cui andavano così fieri. La carta delle imputazioni è la seguente:

-Hanno promesso stabilità economica- ci hanno consegnato solo incertezza e caos

-Hanno promesso un sistema economico basato sull'impresa, l'impegno personale e il risparmio - ci hanno consegnato un sistema basato sull'indebitamento cronico e la speculazione selvaggia

-Hanno promesso un futuro di trasparenza dove l'entità dei costi e dei prezzi fosse chiara e senza ambiguità - ci hanno consegnato un mondo fatto di bizzarri e occulti segreti finanziari

-Hanno promesso una grande espansione della ricchezza e della classe media - una società di possessori di azioni - ed hanno scatenato la distruzione sulla struttura della carriera dei colletti bianchi e dei piccoli professionisti

L'articolo del Guardian chiude dicendo "Questi Dei hanno fallito. E' tempo di vivere senza di loro".

Da sfigato che non può permettersi certo uno yacht da 40 metri e i cui problemi, non sono neppure le mesh da 350$ a seduta, ma il cui portafoglio risente pesantemente degli aumenti del prezzo del petrolio e del cibo (dovuti in gran parte alla speculazione sui future) mi viene da esclamare:

"Sarebbe anche ora!"



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