mercoledì 23 luglio 2008

Intanto nella quinta dimensione...

Immagino che quasi tutti i miei lettori sappiano cosa fosse "ai confini della realtà". Era una vecchia trasmissione televisiva composta da episodi di mezz'ora, in cui succedevano cose bizzarre ed inquietanti, impossibili nella realtà quotidiana. Il programma ha avuto diversi epigoni "come un salto nel buio" o il più recente "oltre i limiti", che si occupava principalmente di fantascienza.

Dopo averci pensato un po' su, ho deciso che si era fatta ormai ineludibile la necessità di una definizione chiara ed univoca che identificasse l'attuale sistema bancario.

Quindi da oggi in poi, quando mi riferirò ad esso parlerò di quinta dimensione.

La quinta dimensione è una zona in cui lo spazio e il tempo fanno quel cavolo che gli pare ed in cui la maggior parte delle parole perde di significato, quando non ne assume uno completamente contrario a quello che avrebbe nella normale realtà.

Un esempio di questo peculiare fenomeno è il termine "adeguatamente capitalizzata", che nella quinta dimensione significa "completamente in mutande".

Nella quinta dimensione la Fannie Mae e La Freddie Mac sono adeguatamente capitalizzate.

Un altra banca "adeguatamente capitalizzata" è la WaMu come ha affermato il suo capo esecutivo Kerry Killinger. Essa ha riportato nel secondo quarto una perdita complessiva pari a 3,3 miliardi di dollari. La sua unità mutui ha perso 1,35 miliardi, la parte retail ha riportato perdite per 2,04 miliardi. Inoltre 175 milioni sono scomparsi mangiati dal settore delle carte di credito, mentre i profitti della parte bancaria tradizionale sono calati del 29%.

Killinger afferma di non prevedere nessun aumento di capitale in futuro, vista "l'adeguata capitalizzazione" della banca, sufficiente a far fronte alle perdite previste.

Moody's abituata alla fisica distorta della quinta dimensione ha capito bene il senso delle dichiarazioni del managment della WaMu, ed ha annunciato la possibilità di abbassare il rating della banca a livello di junk.

Tre mesi fa la WaMu fece un accordo con la TPG, sigla che raggruppa alcuni noti investitori, in cui la TPG stessa, si impegnava a comprare 7 miliardi in azioni della WaMu al prezzo di 8,75 dollari l'una, cioè con uno sconto del 33%.

Con l'aumentare delle perdite del titolo è scattata una clausola del contratto, sottoscritto con la WaMu, che rende più costoso per la banca recuperare capitale sul mercato o anche essere venduta. Se la WaMu viene venduta per meno di 8,75 ad azione o prova a recuperare più di 500 milioni di dollari di capitale (vendendo nuove azioni) deve compensare la TPG per la differenza.

Quindi aumentare la capitalizzazione per la WaMu è diventato un processo estremamente costoso, grazie ad un accordo completamente demente. Rispettando le regole della quinta dimensione quindi, quando Killinger dice: "non abbiamo bisogno di aumenti di capitale" intende dire: "non possiamo permetterci aumenti di capitale".

Perché vi impratichiate un po' nel linguaggio della quinta dimensione, ecco cosa penso della situazione della suddetta banca, in quintodimensionese:

La WaMu è viva e vegeta.

Immagino vi ricordiate tutti della Indymac, la principale Saving & Loans (cassa di risparmio) americana, fallita recentemente con grande clamore. Fuori dagli sportelli della Indymac si sono formate lunghe code di correntisti preoccupati per i propri risparmi, in attesa che arrivasse il rispettivo turno di essere serviti e poter ritirare il denaro dal proprio conto. Dato che la banca una volta fallita è stata rilevata dall'FDIC, l'ente federale preposto a questo compito e che garantisce i conti correnti fino a 100000 dollari, non aveva nessun senso fare la coda. Invece molti spaventati hanno ritirato tutto, per poi andarlo a depositare alla WaMu.

La WaMu ha inizialmente rifiutato di accettare assegni della Indymac. Dopo varie proteste ha però dovuto cedere. Accetterà gli assegni, ma i clienti dovranno aspettare 8 settimane, per completare le pratiche.

Spero di non essere il solo a cogliere l'ironia della situazione. C'e' gente che preleva denaro da una banca fallita e sotto controllo federale, i cui conti quindi sono garantiti dallo stato, per andarli a depositare in una banca che tra 8 settimane potrebbe non esistere più, col rischio di dover poi magari ripetere nuovamente tutta l'operazione.

Questo ed altro nella quinta dimensione.

La JP Morgan una delle 4 banche di investimento sopravvissute negli USA, che a Marzo grazie all'intervento finanziario della Fed si comprò per un tozzo di pane le spoglie della Bear Sterns, ha annunciato la scorsa settimana i risultati del secondo quarto.

Il guadagno netto è stato di 2 miliardi nel secondo quarto, cioè 54 dollari ad azione, un calo del 53% rispetto ad un anno prima. Le perdite relative a posizioni aperte sul mercato dei mutui e dei prestiti ad effetto leva sono state di 1,1 miliardi e altri 504 milioni di perdite derivano dall'acquisto della Bear Sterns.

Gli analisti si aspettavano un risultato di 44 dollari ad azione, per cui a seguito dell'annuncio dei risultati il titolo è risalito. Nella quinta dimensione tutto ciò che è superiore ad un ecatombe, diciamo un semplice bagno di sangue, è un segnale d'acquisto.

Durante l'annuncio dei risultati della JP Morgan si è verificato però, un fatto molto inusuale. Dimon, il CEO della banca è uscito per un attimo dalla dimensione bancaria per tornare nel mondo in cui tutti noi viviamo ed ha affermato affranto che la situazione dei prime sembra essere terribile:

“I prime sembrano terribili" ha detto rispondendo alle domande degli analisti. “Siamo molto spiacenti, ma non c'è nient'altro che possiamo aggiungere". Dimon ha suggerito che le perdite sul bilancio della JP Morgan relative ai prime potrebbero triplicare nel prossimo futuro, man mano che il caos sul mercato del credito si sposta dai subprime, agli Alt-A e ai Jumbo.

I prime dovrebbero essere i mutui più solidi e sicuri dati a gente in grado di restituire il debito contratto, mentre i subprime venivano esplicitamente dati a gente insolvente e gli Alt-A a gente con una certificazione minima e spesso truffaldina sulla propria condizione finanziaria.

L'infezione adesso sta colpendo particolarmente gli Alt-A, i mutui intermedi ed i Jumbo quelli per somme superiori ai 417000 dollari. Dalle parole di Dimon sembra che stiano cominciando anche le sofferenze sui prime. Tempo fa, saltò fuori che la Countrywide (il più grande emettitore statunitense di mutui prima di fallire ed essere comprato da Bank of America) aveva spacciato come prime, dei mutui che in sostanza erano dei subprime e li aveva poi rivenduti alle GSE (Fannie e Freddie).

Quanti prime sono in realtà dei subprime?

Sembra che avremo presto la risposta.

Sempre riguardo a Bank of America anch'essa ha annunciato i risultati per l'ultimo quarto. Come per la Jp Morgan le perdite sono state meno del previsto, un calo del 41% dall'anno precedente, per un valore di 72 centesimi ad azione, mentre gli analisti si aspettavano 54 centesimi. Gli investitori hanno esultato ed il titolo è cresciuto del 10%. Bank of America ha detto che la Countrywide le farà riportare dei guadagni quest'anno e che il risparmio sui costi sarà maggiore rispetto ai 670 milioni previsti a Gennaio.

La Countrywide fallì perché indebitata fino al collo e venne comprata per 4 miliardi da Bank of America (BAC). Come cavolo fa Countrywide a garantire un guadagno a BAC?

Semplice: BAC ha detto che potrebbe non garantire i 38,1 miliardi di debiti di Countrywide, raggelando gli investitori ormai sicuri di essere coperti da BAC. Standard & Poor's che aveva annunciato l'intenzione di elevare il rating di Countrywide, ha fatto repentinamente marcia indietro abbassandolo a livello di junk.

Questo quel che si dice del piano della BAC per Countrywide:

"I banchieri che sono stati istruiti da funzionari della BAC hanno detto che il CEO, Ken Lewis intende mantenere la disastrata compagnia "a distanza di bancarotta" fondendo CFC (Countrywide) con un nuovo veicolo, indicato come Red Oak Merger Corp nel piano di fusione e che la BAC non intende consolidare l'entità risultante o accollarsi la responsabilità per i debiti della CFC".

Insomma, anche se la BAC ha comprato la CFC, i debiti di questi ultima sono un problema di chi ne possiede i bond.

Il commento generale è stato: "Ma si può davvero fare una cosa simile???"

La risposta sembra essere: "Certamente...nella quinta dimensione".

Passiamo ora alla Wachovia.

Essa lunedì, ha annunciato l'intenzione di non fornire più mutui attraverso dei brokers. Durante la follia della bolla immobiliare, le banche avevano sub appaltato a terzi (brokers) la concessione dei mutui e la verifica della solidità finanziaria dei richiedenti. Ovviamente più mutui i brokers concedevano e più essi venivano pagati, incentivando tutta una serie di pratiche deleterie come concedere mutui a gente senza garanzie. Successivamente le banche predevano i mutui concessi dai brokers, li impacchettavano in tanti derivati (CDO) e li rivendevano.

Ora la Wachovia quarta banca per grandezza degli USA, ha rinunciato a vendere lotti di mutui attraverso i broker. Le motivazioni di questa mossa sono in quintodimensionese, prestate quindi attenzione:

Pensiamo che sia importante concentrarci su clienti che abbiano una relazione diretta con la banca, ed in aree geografiche dove la Wachovia ha delle sedi" ha detto Don Vecchiarello portavoce della banca. "Sulla base di questo abbiamo deciso, di interrompere la vendita di mutui attraverso i canali all'ingrosso dal 25 Luglio."

La Wachovia martedi ha rilasciato anch'essa i risultati per il secondo quarto. Essi rivelano una perdita netta di 8,9 miliardi di dollari, cioè una perdita di 4,20 dollari per azione. L'entità terribile della perdita è dovuta in larga misura a un pagamento una tantum di 6,1 miliardi avvenuto a seguito di non meglio specificate "svalutazioni di asset". Senza contare l'una tantum, la perdita ammonta a 2,67 miliardi, cioè 1,27 dollari ad azione. Gli analisti si aspettavano una perdita di 0,78 dollari per azione. Per far fronte al pessimo risultato i dividendi sono stati tagliati dai 37,5 cents ad azione e portati a 5 cents ad azione.

Risultato?

Sono due giorni che il titolo sale. Non chiedetemi perché. Dipenderà forse dal taglio dei dividendi o dall'annuncio del licenziamento di 6,350 unità.

L'unica cosa posso affermare così su due piedi é: La Wachovia scoppia di salute.

Torniamo per un attimo all'accordo tra TPG e WaMu. La clausola che protegge la TPG da perdite dovute ad ulteriori diluizioni delle azioni (cioè l'emissione di nuove azioni) che possiedono a seguito di un tentativo da parte di WaMu di recuperare del capitale, viene chiamata "Rachet Provisons".

In altri termini io investitore ti do dei soldi in cambio delle tue azioni, ma se tu fai direttamente qualcosa che ne fa calare il valore, mi devi compensare per le perdite che registro.

Le banche sono schiave degli usurai.

E' senz'altro ironico, ma nella quinta dimensione tanta è la fame di capitali che la pratica è diventata frequente. Oltre alla WaMu altre due banche hanno sottoscritto accordi del genere. Una è la Merril Lynch che ha ragranellato 12,8 miliardi da Temasek il fondo sovrano di investimento di Singapore e 6,6 miliardi da un gruppo che comprende il Mizuho Financial Group e la Kuwait Investment Authorit. L'altra ad essere caduta nel rachet è la Citigroup che sta disperatamente cercando di vendere 500 miliardi in asset di varia natura (quasi tutta robaccia) per recuperare denaro.

La Merrill ha riportato nel secondo quarto una perdita netta di 4,6 miliardi, cioè 4,95 dollari per azione. La maggior parte delle perdite, 3,5 miliardi derivano da tranche di CDO super-senior (i CDO di qualità migliore che si tenevano le banche), e da aumenti di garanzie dovute ad aggiustamenti di valore di una serie di titoli (il cui valore è calato) per 2,9 miliardi di dollari. Metà della cifra è relativa ad aggiustamenti su CDO super-senior.

In sostanza la Merrill era esposta verso delle Monoline come Ambac e MBIA ed ha dovuto mettere da parte del denaro per compensare la perdita di valore dei titoli da esse assicurati (come i CDO) in conseguenza dell'abbassamento del rating delle due agenzie (Ambac e MBIA).

Per cercare di ragranellare qualche soldo la Merrill ha venduto la sua quota in bloomberg e si mormora che avrà presto bisogno di un ingente aumento di capitale, ma come già detto incombe lo spettro della "Rachet Provisons".

Anche Citigroup ha riportato 2,5 miliardi di perdite, cioè 54 centesimi di perdita per azione, ma aspettandosi di peggio, anche in questo caso gli investitori hanno reagito positivamente alla notizia ed in seguito all'annuncio il dollaro si è rafforzato momentaneamente.

La Citigroup sta continuando la sua strategia di tagli e vendite nel tentativo di fare cassa. Si è recentemente liberata della sua sezione tedesca di retail, prevedendo un risparmio a regime di 4 miliardi ed ha venduto CitiCapital, Diners Club International e CitiStreet transactions. Anche in questo caso, come per la Merrill, la banca non sembra intenzionata per il momento ad emettere nuove azioni.

Qualche giorno fa avevo descritto la manovra adottata dalla SEC (l'organo di controllo della borsa americana) per impedire le "naked short", le scommesse scoperte al ribasso, sul valore dei titoli quotati.

Ovviamente non sono state impedite le naked short su tutti i titoli in borsa, quello sarebbe stato almeno equo, se non proprio ragionevole. Nella quinta dimensione potete bene immaginare come venga interpretato il termine "equo". I titoli protetti da queste vendite al ribasso sono solo 19 e appartengono quasi tutti a banche o istituti finanziari:

BNP Paribas Securities Corp
Bank of America Corp
Barclays PLC
Citigroup Inc
Credit Suisse Group
Daiwa Securities Group Inc
Deutsche Bank Group AG
Allianz SE
Goldman Sachs Group Inc
Royal Bank ADS
HSBC Holdings Plc ADS
JPMorgan Chase & Co
Lehman Brothers Holdings Inc
Merrill Lynch & Co Inc
Mizuho Financial Group Inc
Morgan Stanley
UBS AG
Freddie Mac
Fannie Mae

Gli istituti riportati nell'elenco qua sopra hanno un campo di forza che li protegge, dai cattivi ribassisti che stavano facendo precipitare il valore di tutto il comparto bancario.

Quindi nessuno può shortare allo scoperto quelle 19 aziende?

Se fosse così sarebbe quasi "equo". Ormai avrete capito l'antifona. Ecco l'elenco di quelli che sono chiamati "market maker" e che nonostante lo scudo antishort eretto dalla SEC, posso continuare nella pratica delle naked short sui 19 nomi riportati sopra:

BNP Paribas Securities Corp
Bank of America Corp
Barclays PLC
Citigroup Inc
Credit Suisse Group
Daiwa Securities Group Inc
Deutsche Bank Group AG
Allianz SE
Goldman Sachs Group Inc
Royal Bank ADS
HSBC Holdings Plc ADS
JPMorgan Chase & Co
Lehman Brothers Holdings Inc
Merrill Lynch & Co Inc
Mizuho Financial Group Inc
Morgan Stanley
UBS AG

Come potete notare in nomi delle due liste quasi si sovrappongono. La Merrill e la Citigroup sono entrambe protette contro le naked short e sono entrambe esonerate dal divieto di fare delle naked short. Si possono shortare a vicenda in un incestuoso rapporto speculativo.

Tanto per fare una citazione poco colta, vien voglia di gridare:

"This is Madness!!!"

No, è sempre la solita e ormai vecchia quinta dimensione.

In realtà tutta la manovra della SEC sulle short non serve a far risalire (se non momentaneamente) il valore dei titoli, serve solo a consegnare il controllo del mercato su certe short a un numero limitato di soggetti.

Nel mondo normale verrebbe chiamata manipolazione del mercato, nella quinta dimensione si chiama "lotta alla speculazione".

Henry Paulson, il ministro del tesoro americano, martedì ha affermato per l'ennesima volta che i fondamentali dell'economia statunitense sono forti e che il sistema bancario è solido.

Mmmhhh.

Per chi avesse dei dubbi, se ciò che dice Paulson fosse vero, non si affannerebbe a ripeterlo ossessivamente ogni qualvolta si viene a trovare a meno di 5 metri da un giornalista o una telecamera.

Ne sarebbero consapevoli tutti senza bisogno di tante chiacchere.

Per completare il giretto nella quinta dimensione, parliamo un po' di mammeta e sorreta, i due parenti che non sapevamo di avere, ma che resteranno con noi a lungo: Fannie Mae e Freddie Mac.

Sempre Paulson, sta premendo il congresso degli Stati Uniti perché approvi la Housing Bailout Bill, una legge volta a cercare di tamponare il tracollo sul mercato immobiliare e il cui costo si dice supererà i 300 miliardi. La legge è stata modificata all'ultimo momento per aggiungerci un piano per il salvataggio delle due GSE. Si stima che questo piano costerà 25 miliardi.

25 miliardi per raddrizzare due colossi con un esposizione di 5200 miliardi?

Anche il New York Times arriva a chiedersi come cavolo abbiano fatto a calcolare quella cifra.

Ve lo posso dire io grazie alla mia esperienza sulla quinta dimensione. Si prendono 6 dadi a 6 facce e li si mettono tutti in un bussolotto. Si agita per bene il bussolotto e si tirano i dadi. Si sommano i 6 valori risultanti e ualà: ecco pronta una bella stima.

Anche qualcun altro la pensa come me. Dal NYT:

Il senatore Jim DeMint, Republicano della Sud Carolina, dice che i legislatori sono in linea di massima daccordo con il piano di salvataggio, ma ha aggiunto che ha dei dubbi sulla stima di 25 miliardi. "Tutti quanti sanno che è solo una fantasiosa supposizione" ha detto Mr. DeMint. “O non spenderemo nulla o spenderemo una cifra molto più alta di quella di cui stiamo parlando".

Dove andranno mai a prendere gli USA i 300 miliardi per la nuova legge, senza contare i costi aggiuntivi dovuti al salvataggio delle GSE?

Si parla di aumentare il limite del debito pubblico di 800 miliardi.

Se non ricordo male, i limiti ad esso, vennero inizialmente imposti da Clinton nel tentativo di tenere il debito sotto controllo. All'epoca il debito pubblico americano era la metà di quello attuale. Viene da chiedersi che senso abbia la farsa del limite, se ogni volta che ne hanno necessità ( mediamente una volta l'anno) lo aumentano.

Come ha reagito il mercato dei buoni del tesoro, a tutte le manovre intorno a Fannie e Freddie lo potete vedere nel grafico sotto preso da market-ticker.denninger.net


Il punto più basso indicato dalla freccia segnala il momento in cui si è cominciato a parlare di salvataggio delle GSE. Quella linea che sale su, su, verso l'infinito e oltre, rappresenta l'aumento del rendimento nei buoni del tesoro a 10 anni.

In pratica gli investitori non si fidano tanto di uno Stato che ha promesso di salvare due mostri che hanno in due un esposizione pari a più della metà del suo debito pubblico. Sanno che se anche esse verranno salvate, l'operazione verrà fatta a costo di una maggiore inflazione e pretendono rendimenti più alti sui prestiti che garantiscono al governo degli Stati Uniti.

Terminerò questa lunga descrizione del mondo alternativo in cui vivono i banchieri e certi finanzieri, cercando di riassumere il punto della situazione.

Esistono circa 6,84 trilioni di dollari in depositi nelle banche degli Stati Uniti. Di questi, 2,60 trilioni non sono assicurati. Per la cifra restante esiste l'FDIC, con a disposizione 53 miliardi in capitale a garanzia di eventuali fallimenti. Si stima che solo il fallimento dell'Indymac, possa arrivare a prosciugare fino a 8 miliardi dai conti dell'FDIC.

Il denaro liquido a disposizione del sistema bancario americano per coprire i famosi 6,84 trilioni è pari a 273,7 miliardi di dollari. Il resto del denaro è finito in mutui di varia natura, obbligazioni delle GSE, parcheggiato in perdite fuori bilancio (in SIV e veicoli di vario genere), trasformati in CDO e CDS, prestati per delle LBO (leverage buy out), ecc.

Nella quinta dimensione il sistema bancario ha "qualche" problema, ma niente di grave.

Non si può neppure affermare con certezza che siamo in recessione.

Adesso chiudete gli occhi, fate un bel respiro e tornate finalmente nel mondo normale.

E mi raccomando, non dimenticate: prima di parlare di "libero mercato" assicuratevi di essere nella quinta dimensione.

Nel mondo reale non esiste nulla del genere.

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