martedì 1 luglio 2008

E il vincitore è.....

Rullo di tamburi.....

Trattenete il fiato.....

Il Regno Unito!!!

Adesso potete tornare a respirare.

Vi chiederete quale misteriosa competizione abbiano mai vinto gli inglesi e cosa ci fosse in palio.

Presto detto.

Prendendo in considerazione la storia moderna delle nazioni industrializzate, quella inglese si è rivelata essere la popolazione con il maggior tasso di indebitamento mai riscontrato. Ogni cittadino ha debiti per il 173% del redditto disponibile. Cinque anni fa il debito di fermava a "solo" il 129%.

La crescita è stata vertiginosa.

Michael Saunders della Citigroup fa presente come quel livello superi perfino quello toccato dal Giappone al picco della bolla immobiliare, esplosa nel 1990, e che produsse una stagnazione economica non ancora esauritasi.

Gli economisti definirono quel periodo "the lost decade": il decennio perso.

Lasciamo perdere che dal 1990 ad oggi gli anni siano ormai 18 e non 10. Storici ed economisti una volta trovato un bel nome da affibbiare ad un evento tendono ad attaccarcisi, anche se esso finisce col fornire una descrizione sbagliata dell'evento stesso. Del resto anche la guerra dei 100 anni durò in realtà 116 anni.

La City nel frattempo, sta avvertendo il paese di prepararsi ad una possibile recessione dopo che i dati di crescita sono stati i più bassi da 3 anni a questa parte e la fiducia dei consumatori è scesa a livelli che non si riscontravano da metà degli anni 70.

Dal Telegraph:

"Diversi economisti avvertono che una combinazione di dati tra i quali il tasso di risparmi sceso al livello più basso dal 1959 e gli stipendi che calano al tasso più rapido dal 1999 suggeriscono che la Gran Bretagna sia diretta verso un rallentamento più brusco di quanto molti avessero immaginato"

Jonathan Loynes, della Capital Economics, ha detto: "Considerando la crescita bassa nel primo quarto, prima ancora che il pieno impatto della crisi sul mercato del credito e del crollo del mercato immobiliare si facesse sentire, l'economia sembra dover rallentare ulteriormente ed in maniera significativa nei prossimi quarti"

Philip Shaw dell'Investec dice: "Sebbene pensiamo tutt'ora che l'economia eviterà una recessione, la nostra fiducia è in calo"

Non so chi sia esattamente questo Philip Shaw, ma so di cosa ha bisogno.

Un buono psichiatra.

Considerati i dati sul debito, i risparmi e gli stipendi degli inglesi sarà un miracolo se saranno colpiti da una semplice recessione.

Lo spettro della parola che inizia con la D si riaffaccia con prepotenza, anche se nessuno ha voglia di pronunciarla esplicitamente come se si trattase del nome di un qualche mago malvagio che tutti pensavano morto.

Le ultime dichiarazioni delle banche, però ne evocano il ricordo.

La Barclays se ne uscita qualche giorno fa con un avvertimento ai sui clienti, mettendoli in guardia da una prossima tempesta sul mercato finanziario, accusando esplicitamente Bernanke di aver fatto perdere qualunque credibilità alla banca centrale americana e di aver liberato dalla bottiglia il genio dell'inflazione.

Aladin Bernanke?

Pandora Bernanke semmai. Con la differenza che se aspettiamo che sia lo stesso Bernanke a ridarci la speranza scrostandola dal fondo di qualche vaso dimenticato, sarà il caso di armarsi di taaaaanta pazienza.

Dal Telegraph:

"Ci troviamo in un ecosistema pericoloso" ha detto Tim Bond, lo stratega capo della banca. "E' in corso uno shock inflattivo. Questo sarà molto negativo per gli asset finanziari. Stiamo per attivare la modalità tartaruga rinchiudendoci nel nostro guscio. Gli investitori che riusciranno a preservare la loro ricchezza avranno buoni risultati"

Grazie all'agente Tim Bond profeta dell'ovvio, adesso so che se riuscissi a mantenere intatta la mia ricchezza (quale?) non avrei problemi.

E come si mantiene intatta la ricchezza?

Non facendosi divorare il valore del denaro dal demone dell'inflazione. Bisogna quindi convertire il denaro a propria disposizione in una valuta che non si svaluti e non possa essere stampata a volontà come succede per la moneta di carta. Esattamente quello che stanno facendo le banche, i fondi pensione e di investimento e i grandi soggetti istituzionali. Solo un anno fa molti avrebbero scommesso che la moneta non inflazionabile in cui tutti avrebbero cercato rifugio sarebbe stato il buon vecchio oro.

Invece esso è stato sostituito dal barile di petrolio. In questo momento il petrolio è diventato a tutti gli effetti la moneta mondiale.

Non ci resta che uscire e andarci comprare qualche barile di petrolio da sotterrare in giardino.

L'agente Bond aggiunge:

"Questo è il primo test per le banche centrali in 30 anni ed esse si sono rivelate prive di sostanza. Hanno un credibilità pari a 0, quella della Fed è addirittura un negativa. Essa ha perso qualunque credibilità"

La credibilità della Fed è collassata la scorsa settimana quando dopo tanto parlare di dollaro forte e di rialzo dei tassi Bernanke non ha fatto nulla, lasciando il loro valore invariato. Il giochino è vecchio: alla Fed cominciano a parlare di rafforzare la moneta americana sperando che il mondo se la beva, ma non alzano i tassi perché se lo facessero rischierebbero di provocare il collasso di un sistema finanziario alla canna del gas.

Peccato sia anche un giochino ormai rotto. La gente non se la beve più, hanno ormai distrutto quel po di credibilità che ancora gli restava. Quando il capo della Fed o il ministro del tesoro parlano con simulata fermezza, il mondo se la sghinazza e aspetta scettico, misure che sa difficilmente arriveranno.

Insomma, nessuno sembra essere al volante o anche solo capire dove cavolo si sta dirigendo la macchina (contro un albero).

La Barcleys suggerisce poi di scappare dal mercato Asiatico ed in particolar modo dai bond di Stati come l'India, paese con un marcato deficit commerciale ed inflazione in rialzo. Sembra essere alle porte lo scenario che prevede il collasso del mercato obbligazionario e che toglie il sonno a molti.

Rob McAdie, stratega del credito alla Barclays ha detto: "La questione centrale non è stata affrontata. Siamo nel mezzo di una grande ciclo di liquidazione del debito e abbiamo visto le perdite continuare ad aumentare. Pensiamo che le banche minori faranno fatica a recuperare capitali. Sul lungo termine siamo molto pessimisti su debiti (obbligazioni) che promettono alti rendimenti. Il tasso di fallimento raggiungerà l'8%-9% il prossimo anno"

Se qualcuno vi propone obbligazioni con rendimenti alti state molto attenti.

Gli avvisi di pericolo della Barcleys seguono di poco quelli lanciati da un altra banca inglese la Royal Bank of Scotland:

"Un periodo molto brutto si sta delineando - siate preparati" ha detto Bob Janjuah lo stratega del credito della banca

Un rapporto del team di ricerca della banca avverte che lo S&P 500 di Wall Strett probabilmente perderà più di 300 punti arrivando intorno ai 1050 entro Settembre dato che "tutti i nodi verrano al pettine" a seguito degli eccessi del boom globale, ed il contagio si diffonderà attraverso tutta l'Europa ed i mercati asiatici.

Insomma Wall Strett perderà un quarto del suo valore, in quella che si configurerebbe come la caduta generalizzata dei listini di borsa peggiore negli ultimi 100 anni. Anche la RBS consiglia di stare alla larga dai bonds sopratutto quelli ad alto rendimento (e quindi più rischiosi).

Dice Janjuah:

Non penso di poter essere più diretto. Se proprio dovete restare sul mercato del credito concentratevi sulla qualità, la breve durata e nomi (di aziende che mettono bond ndr) non ciclici come misura difensiva.

"Il denaro liquido è la chiave per il paradiso e la tranquillità. Qui si tratta di non perdere i propri soldi e il proprio lavoro"

Indovinate un po' come hanno reagito i traders e i gestori di fondi di investimento alle dichiarazioni della RBS:

Richard Buxton, gestore di un fondo alla Schroders, dice che i commenti di Mr Janjuah sono "allarmisti".

"Se eliminate ogni azione che abbia a che fare con il petrolio, l'energia e l'estrazione mineraria dall'FTSE vedrete che il mercato e già sceso del 30% durante l'ultimo anno. Siamo in un mercato in discesa che è stato mascherato dai risultati in quei settori"

Buxton fa presente che molte azioni inglesi collegate all'economia in rallentamento sono scese tra il 50% e l'80% durante l'ultimo anno e che è troppo tardi per un investitore che non abbia agito per proteggere il proprio portafoglio. Rischiano semplicemente di cristallizzare le proprie perdite.

"Si, ci aspettano tempi duri e potrebbe avvenire un altra vendita generalizzata, ma i guadagni medi (dei titoli) sono economici e molte delle cattive notizie sono già state assorbite. E' troppo tardi per vendere, gli investitori devono guardare oltre la volatilità attuale, io sto investendo aggressivamente durante il rallentamento. Ogni crollo sarà temporaneo - i crolli stanno solo spingendo al ribasso ciò che rinascerà in termini di valore"

A Buxton si unisce tutto un coro di traders che rassicurano sulla situazione attuale, affermando che ormai siamo al fondo, che bisogna investire proprio in questi momenti perché ci sono moltissime opportunità a basso costo a disposizione e che chiunque faccia paragoni con gli anni 20 non sa di cosa parla.

Mi limito a commentare citando un detto americano che suona più o meno così: "Non andare a chiedere ad un venditore d'auto se è il momento buono per comprare un auto".

Non so se i suddetti traders credano veramente a quel che dicono. Se non stanno mentendo penso che li aspetterà un doloroso risveglio.

E' di questo avviso la BIS la banca dei regolamenti internazionali che ha rilasciato lunedì il suo 78th rapporto annuale. Sempre sul Telegraph l'allegro e gioviale Pritchard fa un riassunto del suo contenuto. L'articolo e di quelli che andrebbero letti, sdraiati a terra, perché da una sedia correreste il rischio di cadere.

Bill White economista capo alla BIS dice:

"L'attuale confusione sui mercati e senza precedenti nel dopoguerra. Esiste un significante rischio di recessione in USA a cui si aggiunge la brusca imppennata dell'inflazione in molte nazioni, ciò genera il timore che l'economia globale si trovi ad un punto di svolta"

"Queste paure non sono prive di base. La magnitudine dei problemi da affrontare potrebbe essere molto più vasta di quanto percepiamo attualmente". "E' possibile che lo scoppio della bolla del credito, dopo un temporaneo periodo di alta inflazione, possa culminare in una deflazione molto difficile da gestire, sopratutto dato l'alto livello del debito"

Deflazione.

Eccola la! La parola con la piccola d che potrebbe condurre alla grande D, segreto terrore di ogni economista sulla faccia della terra.

Le banche europee sono state colpite ancora più duramente delle loro colleghe americane dall'esplosione della bolla immobiliare. Hanno obblighi per 900 miliardi di dollari, quasi tutti prestiti a breve termine che devono essere rinnovati continuamente, un operazione molto costosa dato l'aumentare del livello del tasso interbancario.

White mette in guardia la BCE: "Le statistiche potrebbero sottostimare la contrazione nell'offerta del credito"

I paesi dell'est Europa sono dipendenti dal flusso di capitali provenienti dalle banche europee, ma le banche Italiane, Svedesi ed Austriache stanno progressivamente chiudendo i rubinetti.

Fa presente che la reale entità dell'impatto che avrà una recessione americana sulla Cina e i paesi dell'area Asiatica è difficile da quantificare e che le banche che globalmente possiedono 37 trilioni di dollari in prestiti pari al 70% del Pil mondiale, si trovano ancora nell'occhio del ciclone.

"Il mercato interbancario non è riuscito e riprendersi. La maggiore preoccupazione al momento è l'effetto che la contrazione delle condizione di credito avrà sui su soggetti non finanziari che hanno bisogno di prestiti".

Avverte White: "I debiti impliciti ed espliciti dei governi sono così alti da sollevare dubbi sul fatto che accordi economici che non siano contrattualizzati saranno pienamente onorati".

In altri termini i governi sono generalmente talmente indebitati che non è saggio sperare in un salvataggio, perché esso non è materialmente possibile.

Il rapporto poi si lancia sulle cause dell'attuale crisi. Tutte cose che chi legge il blog sa perfettamente. I tassi mantenuti troppo bassi e troppo a lungo dai banchieri centrali, l'utilizzo di indicatori sballati come l'inflation targeting, l'aver permesso la nascita di un sistema finanziario parallelo completamente incontrollato fatto di fondi di investimento, banche di investimento fondi pensione ecc.

White dice che l'obbiettivo dei banchieri centrali dovrebbe essere di rallentare la crescita del credito per impedire evidenti eccessi. Come si dice: dovrebbero nascondere l'alcool prima che la festa diventi troppo "interessante".

Conclude White dicendo:

"Dovessero i governi sentire la necessità di intervenire direttamente per alleviare il peso del debito, è cruciale che essi capiscano una cosa prima. Se il prezzo di certi beni e irrealisticamente elevato, esso DEVE (il maiuscolo e mio) scendere. Se i risparmi sono irrealisticamente bassi, essi devono salire. Se i debiti non possono essere pagati, devono essere cancellati"

"Negare questo attraverso l'uso di diversivi e palliativi renderà le cose peggiori".

Se un bene, diciamo le case, sale di valore del 30%-50% mentre gli stipendi restano fermi esso dovrà prima o poi calare di prezzo e allinearsi con gli stipendi della gente o finirà col restare invenduto. Se verranno create carrettate di denaro in prestiti alla gente per consentire loro di comprarsi case che non avrebbero potuto permettersi altrimenti, questi debiti non verranno ovviamente restituiti, perché gli stipendi di questa gente sono rimasti costanti ( da dove dovrebbero prendere i soldi per pagare i debiti?).

O calano i prezzi delle case o aumentano gli stipendi.

Non è un concetto complicato da capire, ma sembra che per i politici sia troppo.

E' salutare che i prezzi scendano. Di più! E' naturale, fisiologico. Ovviamente chi contava su quei valori e sul fatto che i crediti elargiti per quei valori gli venissero ripagati riporterà delle perdite.

Questo distrugge una enorme quantità di denaro fittizio e ha un preciso nome.

Deflazione.

O si lascia che essa faccia il suo corso o si cerca di stampare sufficiente denaro da tappare le perdite. Nel secondo caso le case caleranno di valore comunque, perché ormai nessuno anche volendo le può comprare. Anche stampando fantastiliardi nessuno li può ottenere in prestito, perché ormai nessuno ha le garanzie necessarie da presentare alle banche. Sono tutti nella situazione degli inglesi. Troppi debiti rispetto al reddito. Chi te lo dà un prestito in queste condizioni?

Chi invece ha i soldi in contati e qualche intenzione di acquistare resta ugualmente a guardare nell'attesa che i prezzi tocchino il fondo prima di aprire il portafoglio.

La situazione economica potrà riprendersi solo quando i beni sopravvalutati torneranno a valori allineati agli stipendi, quando il tasso di risparmio salirà a livelli storicamente normali, quando gli stipendi torneranno ad aumentare ed il debito in eccesso verrà purgato dal sistema.

Il processo illustrato sopra passa necessariamente attraverso la piccola D. Se si fosse intervenuti prima, la dieta dimagrante sarebbe potuta avvenire gradualmente poco alla volta.

Attualmente non ritengo che si possa tornare in forma senza passare attraverso una cura da cavallo, ma gli economisti sono terrorizzati dalla deflazione e la combattono strenuamente attraverso l'inflazione, con lo splendido risultato che ci stiamo beccando entrambe. Gli stipendi calano, il valore delle case, delle azioni e di tutti i beni sopravvalutati continua a scendere.

Il costo del cibo, dell'energia e delle materie prime continua ad aumentare. Si tratta di elementi indispensabili alla vita di tutti quanti e su cui esiste una bassissima elasticità. Non puoi smettere di mangiare. Non puoi smettere di guidare o di usare l'elettricità.

La gente quindi taglia dove può. Smette di comprare vestiti, libri, gadget elettronici, esce di meno, rimanda l'acquisto di un automobile. Per l'economia e terribile. Il risultato è deflattivo. Una contrazione dei consumi, che produce una diminuzione della produzione che riduce la necessità di manodopera.

Quindi un aumento della disoccupazione che genera una riduzione ulteriore dei consumi.

L'unica cosa buona di una deflazione normalmente è l'abbassarsi del costo della vita.

Invece, ora come ora, tutto quello che si risparmia in altre spese viene riassorbito dagli aumenti dei beni fondamentali. Cibo ed energia.

Il peggio di entrambi i mondi.

Il gioco si romperà naturalmente quando la gente non potrà più smettere di contenere le spese su beni non necessari. Inizierà a guidare di meno, a preoccuparsi quando usa un condizionatore od un computer a mangiare meno cibo e di qualità e marca inferiore. Allora i prezzi caleranno anche sui beni fondamentali e la speculazione si scioglierà come neve al sole facendoci precipitare in una crisi deflattiva generalizzata, perchè non ci sarà più nessun rifugio sicuro per tutto il denaro creato in questi anni.

E la piccola D rischierà di tramutarsi nella grande D. Una depres....emmmn una voi sapete cosa, come non se ne vedevano da un bel po'.

Non sarà una, voi sapete cosa, simile a quelle del passato. Il mondo è cambiato ed è difficilissimo prevedere come si svilupperà la crisi attraverso le connessioni del sistema economico attuale.

Probabilmente non moriremo di voi sapete cosa. Si tratterà più probabilmente di un incrocio tra una deflazione e una recessione.

Una nuova D.

Buona Decessione a tutti.

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