mercoledì 23 luglio 2008

Peggio dei peggiori

Se gli Stati Uniti epicentro della crisi che ha colpito la finanza mondiale, non se la passano bene, la condizione dell'economia europea sembra essere uscita direttamente da un film horror.

Il sempre ottimista Pritchard fa un breve riassunto della situazione sul Telegraph, dichiarando che l'economia mondiale si trova nel suo punto di massima criticità. L'economia dell'eurozona crolla più velocemente di quella americana. Mentre all'FMI sembrano essersi bevuti completamente il cervello e rivedono le stime annuali dell'economia mondiale in crescita dal 3,7% al 4,1% relegando in una nota la "possibilità di una recessione mondiale", il livello di stress del mercato del credito europeo, espresso dall'Euribor e dall'indice sui bond dell'iTraxx supera quello presente nel mercato USA.

Anche se i banchieri alla BCE continuano ad essere terrorizzati da un spirale prezzi-stipendi simile a quella degli anni 70, l'inflazione core, cioè quella in cui non vengono compresi gli aumenti nel prezzo degli alimentari e dell'energia è scesa dall'1,9% all'1,8%, a dimostrazione che la spinta generale è deflazionaria e solo la combinazione derivata dall'indebolimento del dollaro e la speculazione borsistica fa aumentare il costo della vita.

Pritchard afferma che la fuga generalizzata dal dollaro prevista da alcuni non si verificherà e questo non certo per meriti USA, ma a causa della debolezza del resto dell'economia mondiale, debolezza che si sta rivelando in tutta la sua crudezza.

Il Guardian cita il professore David Blanchflower, il quale afferma che gli attuali dati sulla disoccupazione in Gran Bretagna sono solo la punta dell'icberg e prevede un aumento della disoccupazione dall'attuale 5,2% al 7% o più. Blanchfloweril stima che la condizione inglese sia peggiore di quella Statunitense dove la federal reserve ha tagliato aggressivamente i tassi di interesse ed esorta la banca centrale inglese a seguire l'esempio della sua collega d'oltre oceano prima che sia troppo tardi.

Francamente non vedo che benefici possa portare un taglio dei tassi a questo punto. Il problema è che non esiste una via "monetaria" per uscire dall'attuale crisi. Le dichiarazioni di Blanchfloweril fanno eco a quelle di Allister Darling che discutendo della problematica situazione economica inglese, ha detto che non si può chiedere di più in termini di tasse ai cittadini ai cittadini (anche perchè con un indebitamento pari al 179% del reddito disponibile cosa vuoi chiedere) per pagare i servizi essenziali, che verrano comunque tagliati.

La soluzione di Darling sembra essere quella di modificare le regole fiscali, le quali impongono che i debiti fatti dal governo non possano superare il 40% del Pil, per permettere allo stato di indebitarsi maggiormente. I debiti contratti dalla Gran Bretagna hanno avuto un balzo da Aprile in avanti. Nei 3 mesi che vanno da Aprile a Giugno i debiti contratti sono ammontati a 24,7 miliardi di sterline, la cifra più alta mai riscontrata dal 1946, cioè da quanto si è cominciato a registrare dati a riguardo. Un aumento di due terzi rispetto ai 14,7 miliardi di debiti contratti durante lo stesso periodo l'anno precedente.

Solo in Giugno lo stato si è fatto prestare 9,2 miliardi di sterline, 3 miliardi in più rispetto a Giugno dello scorso anno, un aumento di quasi il 50% un altro record storico. Il ministro ombra delle finanze inglese commenta la situazione del primo ministro Gordon Brown:

"Brown mise in gioco la sua credibilità proprio sulle regole fiscali". "Le finanze pubbliche sono un completo caos e le regole vengono eluse. E' come dare ad un prigioniero le chiavi della sua stessa cella."

L'Inghilterra è in grossi guai ed avendo negli ultimi 15 anni distrutto completamente i risparmi della sua popolazione incentivando invece il debito, si ritrovano senza la rete di salvataggio che avevano i paesi scandinavi ed il Giappone durante le crisi degli anni 89-90. Non può aumentare le tasse perchè tanto i sui cittadini non potrebbero pagarle e non può ridurre le spese oltre un certo limite senza aumentare significativamente la disoccupazione e rischiare la protesta generale.

Soluzione?

Più debito pubblico e tassi più bassi.

Soluzioni che servono solo a prendere tempo, ma non risolvono il problema alla radice. Se uno dei maggiori problemi è la popolazione troppo indebitata e la mancanza di risparmio, tagliare i tassi servirà solo a disincentivare ulteriormente i risparmi ed in ogni caso, una volta che il trucchetto di rivendere i debiti della gente impacchettandoli in derivati è saltato, sulla base di quali garanzie le banche dovrebbero prestare soldi a gente che ha debiti per il 179% del reddito disponibile?

In Spagna intanto continua il bagno di sangue. Il paese è precipitato nella peggiore crisi economica dal regime di Franco. La BNP Paribas avverte:

"L'economia è chiusa in un angolo. Alcuni dei costruttori di immobili finiranno a gambe all'aria, la situazione è chiara. Oltre il 10% dell'economia dipende dal mercato immobiliare. A paragone, negli USA si parla di un 6%-7% durante il picco della bolla. L'aggiustamento che si verificherà sarà enorme".

A dimostrazione della veridicità delle previsioni della BNP qualche giorno fa la Martinsa-Fadesa, colosso dell'immobiliare, è crollata in borsa perdendo il 50% in 2 giorni, dopo aver annunciato la richiesta di entrare in amministrazione controllata. In sostanza è fallita. Gravata da un debito di 5,2 miliardi di euro si è trovata nell'impossibilità di rifinanziarlo. Questa rappresenta la più grande bancarotta che si sia mai registrata in Spagna nel settore immobiliare.

L'associazione di costruttori APCE allarmata, annuncia che il settore è crollato del 15% da Settembre dello scorso anno. Nella Castiglia, dove allegro (si fa per dire) scorrazzava Don Chischiotte, il 69% delle case costruite negli ultimi 3 anni risultano invendute. La Deutsche Bank dice che la crisi immobiliare è peggiore del collasso dei primi anni 90. Prevede che il prezzo reale degli immobili crolli del 35% entro il 2011, man mano che le case invendute stimate in 700000 verrano smaltite sul mercato.

Zapatero se la prende con la BCE, accusandola di tenere i tassi troppo alti, strangolando così i proprietari di casa Spagnoli che al 98% hanno sottoscritto mutui a tasso variabile collegati all'euribor, aumentato di 145 punti base dallo scorso Agosto.

In un anno i disoccupati sono aumentati di 425000 unità, portando l'indice di disoccupazione al 9,9%.

Ammetto di non sapere come vengono redatte le statistiche sulla disoccupazione in Spagna, ma basandomi sull'esperienza che ho riguardo al metodo Italiano, Inglese, Americano presumo che usino i medesimi trucchetti per aggiustare i numeri (non contare chi non cerca attivamente lavoro, chi non lo cerca per determinati periodi di tempo, fare delle stime irrealistiche sulla creazione di nuove attività ecc).

La mia reazione al dato è: 9,9%???????????

E non siamo neppure al picco dell'attuale crisi economica. Se dovessi dare una stima direi che ci troviamo ad un terzo del cammino.

O gli Spagnoli nelle loro stime sono più onesti rispetto al resto del mondo o sono messi davvero male.

La situazione Italiana è penosa, anche se possiamo dire di stare ancora meglio della Spagna. A farci compagnia c'e' la Grecia, la cui produzione industriale, come quella Italiana, è crollata del 6,6% dallo scorso anno. Il Portogallo sta solo leggermente meglio registrando un bel meno 6,2%. Globalmente la produzione industriale del blocco europeo è arretrata del 1,9% in Maggio. Da Berlino avvertono che anche l'inossidabile Germania prevede un calo della produzione dell'1,5% nel secondo quarto, colpa del precipitare delle esportazioni.

Un declino mensile di questo livello, non si riscontrava in Europa dalla crisi sui cambi del 1992. Il Telegraph riporta pressioni Italiane in Europa volte a lanciare una specie di "New Deal" basato sull'avvio di una serie di opere pubbliche infrastrutturali, nel tentativo di rilanciare l'economia.

Quali sarebbero queste opere non viene specificato. Probabilmente perchè anche il governo italiano non ne ha la più pallida idea. Se l'esperienza insegna, sarà il solito "dateci i soldi che poi il modo di spenderli lo troviamo". Del resto ci sono ancora alcune zone d'italia libere dal cemento. Poverine, si sentiranno escluse, una bella colata non si nega a nessuno.

L'idea per finanziare il tutto e aggirare il limite del 3% di deficit imposto dalla UE è di usare l'European Investment Bank (EIB) e far emettere ad essa dei bond la cui vendita dovrebbe finanziare le opere in questione.

Vedremo se l'Europa accetterà di accollarsi una parte dei debiti rappresentata dai suddetti bond, per finanziare palazzoni di cemento in Italia ed in qualche altro paese Europeo bisognoso di assistenza.

Il risultato finale di questo film dell'orrore chiamato "economia Europea" avverte la RBS (Royal Bank of Scotland) rischia di essere un "reverse decoupling" un "inversione dello sganciamento", in cui l'Europa invece di seguire l'andamento Americano lo supera precipitando ad una velocità maggiore. Diversi analisti come Bill Gross della Pimco (sul quale è meglio che non dica nulla, anche perchè richiederebbe un intero post e non se lo merita), affermano che non esiste nessuna giustificazione per quel 25-30% di apprezzamento dell'euro rispetto al dollaro. Alla BNP hanno dichiarato di essere pessimisti sulla situazione futura della valuta europea prevedendo prossimi ribassi.

Altri consigliano prudenza e ribattono che l'effetto del pacchetto di stimolo del governo americano, costituito da un assegno di 600 dollari arrivato via posta ad ogni cittadino, si esaurirà alla fine di Agosto e l'economia Statunitense aumenterà la velocità della sua caduta.

Insomma, una gara in retromarcia. Chi arriverà per primo alla partenza?

Dopo aver parlato di "reverse decoupling" Jacques Cailloux, dell'RBS aggiunge riferendosi all'Europa:

"C'e' una perdita di velocità in tutta la zona. Non possiamo escludere una recessione."

Ammetto ormai di non sapere più quale sia la definizione di recessione, ma se nonostante gli ultimi dati siamo ancora solo a rischio di recessione, penso che la definzione sia una cosa tipo:

"Immaginate che un enorme metorite colpisca in sequenza la borsa di New York, Londra, Madrid, Parigi, Berlino, Bombay, Shangai, Tokyo polverizzando nel tragitto tra una borsa e l'altra il 30% delle abitazioni dei rispettivi paesi e il 10% delle industrie."

Ecco, in quel caso forse potremmo parlare di recessione.

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