...Era solito dire il vecchio hannibal, quello col sigaro in bocca, non quello innamorato della carne umana.
Perché una piano riesca è necessario che un piano esista. Per l'A-team il piano era sempre lo stesso: corrazzare qualche veicolo e mitra in mano sparare a tutto ciò che si muoveva. Dato che funzionava ogni volta, in effetti non esisteva la necessità di cambiarlo.
Nel caso, dell'evento che oggi compare sulle prime pagine di tutti in giornali, cioè la reazione del governo americano alla situazione disastrata della Fannie Mae e della Freddie Mac, non si capisce bene quale sia il piano.
Perché di piano e del fallimento di quest' ultimo tutti i commentatori parlano.
Vediamo se ho capito bene: il piano sarebbe stato, vendere 3 miliardi di dollari in titoli delle 2 GSE nella prima mattinata, convincendo una serie di grossi soggetti a comprarseli dietro la promessa che non avrebbero subito perdite da questo investimento.
Aprire la finestra di sconto della Fed anche alle GSE in modo che esse potessero prendere in prestito denaro a breve termine in caso di necessità.
Per finire, abbiamo la dichiarazione di Paulson su una sua richiesta al congresso dell'autorità, per acquistare un illimitato ammontare di azioni e titoli delle due agenzie.
Come ho scritto nell'ultimo post al massimo questa si può definire una zombificazione delle 2 agenzie. Al contrario dei piani dell'A-team questo, se piano vogliamo definirlo, ha già dimostrato più volte nell'ultimo anno di non funzionare granchè come evidenziano i continui fallimenti e le mai scomparse sofferenze delle banche americane.
Inoltre la finestra di sconto della Fed è stata ribattezzata "il bacio della morte". Il TAF (le aste di denaro bisettimanali indette dalla Fed per finanziare le banche) di cui ho spesso parlato in passato è stato creato perché la finestra di sconto era diventata inutilizzabile. Oltre a fornire prestiti a breve, l'identità dei richiedenti è pubblica. Rivolgersi alla finestra di sconto è come dichiarare pubblicamente di avere dei problemi di bilancio e rischiare di far scappare azionisti e correntisti. Il TAF infatti è completamente anonimo.
Onestamente mi sfugge l'utilità di aprire la finestra di sconto alle GSE. Sembra una manovra puramente cosmetica, così come la vendita dei 3 miliardi di titoli. Un patetico tentativo di ripristinare la fiducia sul mercato.
Come hanno reagito i mercati?
All'apertura delle borse europee i titoli delle GSE hanno guadagnato spinti dall'acquisto dei suddetti 3 miliardi di titoli. Appena metabolizzata la vendita però, i titoli delle GSE sono precipitati nell'abisso per poi riprendersi stentatamente alla fine.
La Fannie ha chiuso a Wall Street con un -5,07% e la Freddie con un -8,26%.
Un piano ben riuscito Mr Paulson non c'è che dire.
Ancora peggio è ciò che è successo al resto del comparto bancario. Sembra che finalmente anche gli investitori più stupidamente ottimisti comincino a rendersi conto di quanto sia precaria la situazione. Riporto di seguito un breve elenco dei caduti:
WM (Washington Mutual) - 34,75%
WB (Wachovia) - 14,73%
BKUNA (Bank United) -14,29%
LEH (Lehman Brothers) -14,07%
MER (Merril Lynch) -6,27%
NCC (National City) -14,71%
E potrei continuare per mezza pagina con il sanguinoso elenco.
Oltre alla situazione delle GSE ci si è messa un analisi di Gerard Cassidy della RBC Capital Markets, che a Febbraio dichiarò che nei prossimi tre anni stimava sarebbero fallite 150 banche, sopratutto piccole e medie. Ora, anche a seguito del fallimento della Indymac, la stima è stata rivista al rialzo ed è arrivata a toccare le 300 unità.
I nomi delle 300 banche prossime al fallimento non sono stati fatti, ma se siete proprio a caccia di indizi, date un occhiata a cosa hanno fatto le azioni dei vari istituti ieri in borsa. Girano esplicitamente i nomi di National City il cui titolo ieri è stato sospeso e di Washington Mutual come prossime morti eccellenti.
Un articolo su bloomberg inoltre mette in luce la situazione dei titoli fuori bilancio della Citygroup. Si è scoperto che in aggiunta ai 2,2 trilioni di dollari in titoli messi a bilancio, di cui qualche tempo fa annunciò l'intenzione di vendere 400 miliardi, la City possiede ancora 1,1 trilione di dollari fuori bilancio che dovrà ingoiarsi. Considerato che stiamo parlando di CDO e altri pezzetti di carta invendibili, tremano le ginocchia al pensiero di quante perdite possano essere nascoste tra quel trilione di dollari.
L'FDIC l'ente governativo che si occupa di rilevare le banche fallite ha a disposizione 52,8 miliardi per operare. Esso stima che solo l'Indymac potrebbe costargli tra i 4 e gli 8 milardi. Non mi pare che abbia le spalle abbastanza grosse da sostenere il fallimento di 300 istituti, tra cui alcuni di quelli grandi.
Messo tutto insieme non sorprende il pessimismo che impera nei mercati ,anche stamattina. Il dollaro è precipitato comprensibilmente nei confronti dell'euro e il petrolio non accenna a calare di prezzo.
Sono molto curioso di vedere come reagiranno alla situazione Bernanke e Paulson. Se la smetteranno con i giri di parole e le due GSE verrano nazionalizzate una volta per tutte o verranno spezzate in un serie di aziende di dimensioni minori come suggeriscono alcuni.
Quello che posso dire, è che non nutro la minima fiducia nei piani partoribili da queste due menti eccelse.
Perché una piano riesca è necessario che un piano esista. Per l'A-team il piano era sempre lo stesso: corrazzare qualche veicolo e mitra in mano sparare a tutto ciò che si muoveva. Dato che funzionava ogni volta, in effetti non esisteva la necessità di cambiarlo.
Nel caso, dell'evento che oggi compare sulle prime pagine di tutti in giornali, cioè la reazione del governo americano alla situazione disastrata della Fannie Mae e della Freddie Mac, non si capisce bene quale sia il piano.
Perché di piano e del fallimento di quest' ultimo tutti i commentatori parlano.
Vediamo se ho capito bene: il piano sarebbe stato, vendere 3 miliardi di dollari in titoli delle 2 GSE nella prima mattinata, convincendo una serie di grossi soggetti a comprarseli dietro la promessa che non avrebbero subito perdite da questo investimento.
Aprire la finestra di sconto della Fed anche alle GSE in modo che esse potessero prendere in prestito denaro a breve termine in caso di necessità.
Per finire, abbiamo la dichiarazione di Paulson su una sua richiesta al congresso dell'autorità, per acquistare un illimitato ammontare di azioni e titoli delle due agenzie.
Come ho scritto nell'ultimo post al massimo questa si può definire una zombificazione delle 2 agenzie. Al contrario dei piani dell'A-team questo, se piano vogliamo definirlo, ha già dimostrato più volte nell'ultimo anno di non funzionare granchè come evidenziano i continui fallimenti e le mai scomparse sofferenze delle banche americane.
Inoltre la finestra di sconto della Fed è stata ribattezzata "il bacio della morte". Il TAF (le aste di denaro bisettimanali indette dalla Fed per finanziare le banche) di cui ho spesso parlato in passato è stato creato perché la finestra di sconto era diventata inutilizzabile. Oltre a fornire prestiti a breve, l'identità dei richiedenti è pubblica. Rivolgersi alla finestra di sconto è come dichiarare pubblicamente di avere dei problemi di bilancio e rischiare di far scappare azionisti e correntisti. Il TAF infatti è completamente anonimo.
Onestamente mi sfugge l'utilità di aprire la finestra di sconto alle GSE. Sembra una manovra puramente cosmetica, così come la vendita dei 3 miliardi di titoli. Un patetico tentativo di ripristinare la fiducia sul mercato.
Come hanno reagito i mercati?
All'apertura delle borse europee i titoli delle GSE hanno guadagnato spinti dall'acquisto dei suddetti 3 miliardi di titoli. Appena metabolizzata la vendita però, i titoli delle GSE sono precipitati nell'abisso per poi riprendersi stentatamente alla fine.
La Fannie ha chiuso a Wall Street con un -5,07% e la Freddie con un -8,26%.
Un piano ben riuscito Mr Paulson non c'è che dire.
Ancora peggio è ciò che è successo al resto del comparto bancario. Sembra che finalmente anche gli investitori più stupidamente ottimisti comincino a rendersi conto di quanto sia precaria la situazione. Riporto di seguito un breve elenco dei caduti:
WM (Washington Mutual) - 34,75%
WB (Wachovia) - 14,73%
BKUNA (Bank United) -14,29%
LEH (Lehman Brothers) -14,07%
MER (Merril Lynch) -6,27%
NCC (National City) -14,71%
E potrei continuare per mezza pagina con il sanguinoso elenco.
Oltre alla situazione delle GSE ci si è messa un analisi di Gerard Cassidy della RBC Capital Markets, che a Febbraio dichiarò che nei prossimi tre anni stimava sarebbero fallite 150 banche, sopratutto piccole e medie. Ora, anche a seguito del fallimento della Indymac, la stima è stata rivista al rialzo ed è arrivata a toccare le 300 unità.
I nomi delle 300 banche prossime al fallimento non sono stati fatti, ma se siete proprio a caccia di indizi, date un occhiata a cosa hanno fatto le azioni dei vari istituti ieri in borsa. Girano esplicitamente i nomi di National City il cui titolo ieri è stato sospeso e di Washington Mutual come prossime morti eccellenti.
Un articolo su bloomberg inoltre mette in luce la situazione dei titoli fuori bilancio della Citygroup. Si è scoperto che in aggiunta ai 2,2 trilioni di dollari in titoli messi a bilancio, di cui qualche tempo fa annunciò l'intenzione di vendere 400 miliardi, la City possiede ancora 1,1 trilione di dollari fuori bilancio che dovrà ingoiarsi. Considerato che stiamo parlando di CDO e altri pezzetti di carta invendibili, tremano le ginocchia al pensiero di quante perdite possano essere nascoste tra quel trilione di dollari.
L'FDIC l'ente governativo che si occupa di rilevare le banche fallite ha a disposizione 52,8 miliardi per operare. Esso stima che solo l'Indymac potrebbe costargli tra i 4 e gli 8 milardi. Non mi pare che abbia le spalle abbastanza grosse da sostenere il fallimento di 300 istituti, tra cui alcuni di quelli grandi.
Messo tutto insieme non sorprende il pessimismo che impera nei mercati ,anche stamattina. Il dollaro è precipitato comprensibilmente nei confronti dell'euro e il petrolio non accenna a calare di prezzo.
Sono molto curioso di vedere come reagiranno alla situazione Bernanke e Paulson. Se la smetteranno con i giri di parole e le due GSE verrano nazionalizzate una volta per tutte o verranno spezzate in un serie di aziende di dimensioni minori come suggeriscono alcuni.
Quello che posso dire, è che non nutro la minima fiducia nei piani partoribili da queste due menti eccelse.
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